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«Avevo ventuno anni e sognavo di vivere una vita felice, quando ho incontrato un sedicente mago che ha mandato i miei sogni in frantumi. Si è insinuato nella mia vita, mi ha plagiato per soggiogarmi e ho vissuto per dieci anni dentro la sua prigione invisibile. Poi, lentamente e con l’intervento della mia famiglia, è avvenuta la mia liberazione. Ho scelto di non tacere. L’ho denunciato e ho scritto un libro: “Plagiata”, pubblicato da Mondadori».

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La prefazione del libro:

Finalmente ho deciso di scrivere la mia storia. Mi sono chiesta mille volte come avrei fatto a spiegare quello che mi è successo, a come trovare le parole giuste per esprimere i miei sentimenti e quello che ho sopportato e subito in una condizione di completa sudditanza psicologica, senza apparire peraltro un’incapace, una debole, una persona che si può raggirare facilmente. Ero sommersa da dubbi e domande: «Come faccio a spiegare il susseguirsi dei miei sentimenti che si accavallavano in quel lunghissimo periodo? Basterà raccontare il mio dolore per trasmettere a chi mi ascolta quanto fosse profondo?… O sembrerà un’assurda storia vissuta a causa dell’ingenuità della triste protagonista? Come ne uscirò? Sarò giudicata una stupida credulona alla quale sta bene il destino che si è cercata, oppure una persona vittima di crudeltà inferte da un infame?». Io ancora non lo so, ma sento che devo tentare. I miei timori erano tanti, il percorso non semplice e in alcuni periodi ho sospeso la scrittura. Ogni volta che la riprendevo, restavo travolta dai ricordi che ho rinchiuso dentro, come brace che sembra sopita, ma al primo colpo d’aria si infiamma e brucia. Io non sopportavo quel fuoco rovente che fa male e che mi portava a rivivere i traumi, le angosce, le violenze, la rabbia, il terrore, la vergogna di quanto ho vissuto. Così ho temporeggiato fino a oggi, ma superate tutte le resistenze, non posso più aspettare. Ho capito che questo è l’unico modo che mi permette di prendere tutto il tempo necessario per compiere un cammino dentro di me, andare a ritroso nel tempo e scavare nella memoria, scavare fino a raccogliere i ricordi che hanno lunghissime radici nel mio essere e con pazienza sfilarle una a una, guardarle e gettarle via una volta per sempre, per non permettergli più di affondare dentro di me. Voglio essere libera da ogni catena, libera di potermi esprimere e raccontare, a chi vuole ascoltarmi, come la realtà può essere distorta da abili e perfidi manipolatori, come ho vissuto seguendo uno di questi credendo che lui avesse la chiave della mia salvezza e della mia felicità, come ho rovinato la mia giovinezza e la mia vita dandogli fiducia cieca credendo di salire verso il paradiso mentre sprofondavo nelle sabbie mobili, come un perfido criminale che usa tecniche psicologiche possa essere creduto un santo, quali livelli di sopportazione ho raggiunto in nome della fede, sperando, al contempo, di trovare la morte per non soffrire più. Questo scritto è importante per me, voglio dar voce a ciò che ho vissuto, trasferire sulla carta ciò che ho tenuto segreto per anni e dopo di me, mi auguro, la mia tragedia sarà di aiuto perché qualcun altro non la provi. Ora, trascorso qualche anno fuori dall’inferno, sento l’urgenza di vomitare quei sentimenti e quei ricordi che sento come una lacerazione dolente, li lascerò scorrere via da me, lontano… lontano… lontano… Riaprirò la ferita imputridita per disinfettarla e poi, finalmente, la lascerò guarire. Se per liberarmi è necessario soffrire, allora lo farò, sicura del fatto che poi starò La catastrofe della mia vita si è avvicinata a me in silenzio, senza scosse, senza allarmi, subdola. Mi ha preso per mano e a piccoli passi mi ha accompagnato a scendere i gradini che conducono all’inferno. Ecco la mia storia.

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Cos'è il plagio:

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Achille
[Modificato da Achille Lorenzi 03/06/2009 21:26]