00 01/04/2009 23:16
Un articolo di Don Davide Banzato


E’ colpa di Dio?


Porto Allegre: mezzo milione di turisti stranieri si reca in Brasile in cerca di sesso facile, il più delle volte con bambini. Oltre ottantamila sono gli italiani. E la città prediletta è proprio Fortaleza. Questi sono dati ufficiali di tre anni fa.
Sono stato a Fortaleza in missione nel 2001, nel 2003 e nel 2004. Mi si bloccò lo stomaco la priva volta che assistetti ad adescamenti di bambini o ragazzini e ragazzine da parte di adulti alla luce del sole e la sera lungo mare, in un via vai continuo tra bar, locali e alberghi. Ero incredulo poi che tutto si svolgesse tranquillamente sotto gli occhi anche della polizia. Io volevo intervenire presso uno di questi vigilantes, ma mi fecero desistere, perché sarei andato in cerca di rogne, perché molto spesso la polizia è peggio dei delinquenti, anche fisicamente, ed è da questi pagata per non vedere. La rabbia mi era arrivata ad un livello tale che, scusatemi, solo il vomito era l’unica reazione possibile.

Ho sempre avuto nel cuore il desiderio d’essere missionario, come cristiano tutti siamo chiamati ad esserlo ovunque ci troviamo ogni giorno. Il Brasile è una terra meravigliosa, molto ricca ma volutamente mal sfruttata, o meglio, sfruttata da pochi a discapito di molti. Noi ci trovavamo nella zona più povera, nello Stato di Cearà nel nord-est, il cosiddetto “Sertão” per le condizioni climatiche desertiche, precisamente a Quixadà, città a 100 Km dall’Equatore. Abbiamo lavorato a ritmi molto forti alla costruzione di una comunità per bambini di strada. Lavoravamo sotto il sole con pala e piccone, con acqua piovana come unica fonte per abbeverarsi e lavarsi. L’esperienza più bella è stata quella di non aver niente di materiale di cui compiacersi, ma di sperimentare la Pace e la Gioia nel cuore come mai mi era capitato prima! E’ incredibile quello che ancor oggi provo, se dovessi riassumere il tutto userei tre parole: nostalgia, rabbia, voglia di combattere. Nostalgia perché desidero fortemente tornare povero tra i poveri, senza nulla, lavorando e pregando, condividendo il poco. E’ così che inizi a dare a ciascuna cosa il vero valore. Inoltre la popolazione è meravigliosa, accogliente, col sorriso anche nella disperazione. Nostalgia dei bambini così bisognosi d’affetto per la mancanza dei genitori che ti si attaccano addosso e non vogliono lasciarti più, basta un sorriso o una carezza o un pallone per fargli vivere un momento di Gioia.. e la testimonianza forte è stata quando, la sera prima di partire, m’hanno detto: .

Rabbia, perché ho avuto la possibilità di toccar con mano cosa sia l’egoismo dell’uomo. A Fortaleza, città di mare molto ricca, ho visto quest’orrenda disuguaglianza tra ricchi e poveri, poche ville imperiali e tantissime baracche e persone per strada. I nostri poveri sono ricchi al confronto… Guidato da padre Renato, fondatore da 27 anni di case per bambini di strada che strappa da giri di narcotraffico, sono stato nelle zone più calde della città: bambini collassati a terra, bambini che sniffano la colla; ragazzi e ragazze di ogni età che si prostituiscono alla luce del sole, sotto il controllo della polizia che è lì per tutelare i clienti, europei e italiani per la maggior parte; regolamenti di conti strazianti, bambini narcotrafficanti uccisi da un’altra banda,; bambini comprati per 60.000£ da pedofili che se li portano via con documenti falsi; squadroni della morte, tra cui figurano poliziotti, pagati dai commercianti per eliminare presenze scomode di bambini che durante il giorno rubano per mangiare un pezzo di pane…


Voglia di combattere
quest’assurda situazione di un mondo in cui il 20% della popolazione vive servendosi dell’80% delle risorse mondiali e l’80% della popolazione mondiale muore perché il 20% delle risorse mondiali non sono sufficienti per sopravvivere. Oggi non posso veder più buttar via un pezzo di pane perché vedo gli occhioni dei bambini che elemosinano da mangiare.
E’ colpa di Dio se c’è chi nasce povero e chi muore senza che nessuno lo sappia o lo consideri? E’ colpa di Dio se l’80% del mondo è abitante di case di fango o di baracche costruite sull’immondizia che per tetto hanno le stelle? Oppure siamo noi i colpevoli, noi, il 20% che comodamente vive nonostante questa atroce realtà ci sia proposta ogni giorno in televisione, nei giornali… Penso che il grido dei poveri sia scomodo. Troppo. Ma sta diventando sempre più forte e prima o poi farà giustamente crollare i nostri castelli di sabbia.

fonte:
egioiasia.blogspot.com/