00 05/02/2009 17:12

Leggendo il nostro forum, frequentato da credenti di varie confessioni, atei e agnostici, ho notato il ricorrere, segnatamente da parte di “foristi” cattolici, del tema della dimostrabilità di Dio, seppur non mediante le scienze empiriche (che in generale non sono in grado di dare risposte definitive praticamente su nulla), bensì attraverso la filosofia.
Ho sempre trovato queste affermazioni molto rassicuranti in quanto, personalmente, non solo non riesco a sentirmi bene con una fede fatta solo di speranza, ma, in una situazione del genere, il dubbio finisce con il portarmi quasi ai limiti del terrore e della disperazione.
Come buona parte delle persone, o forse di tutte le persone, anche se molte non ne sono consapevoli, sento il bisogno di Dio, ma questo fatto di per sé non mi basta per avere fede .
Complice il periodo difficile che sto attraversando ultimamente, che oltre a sbattermi in faccia l’inevitabilità del dolore, mi ha anche ipersensibilizzato sul problema più generale della sofferenza e del male presente nel mondo, che in certi momenti mi pare eccessivo, infinito, insopportabile, mi sento giunto in una sorta di vicolo cieco in cui non posso più andare avanti accontentandomi del fatto che mi si dica che Dio è dimostrabile al lume della ragione.
Voglio mettere le mani dentro queste presunte dimostrazioni.
E mi chiedo in primo luogo. Dal momento che l’esistenza di Dio è dimostrabile in modo certo con gli strumenti della filosofia, i filosofi sono forse tutti credenti ?
Mi piacerebbe che una volta tanto si entrasse nel merito di queste dimostrazioni, anche se probabilmente chi le conosce riterrà me ed altri inadeguati per affrontarle.
Vorrei che una tale discussione prendesse piede, anche per il fatto che questo forum è fatto di persone che su tale problema hanno i punti di vista più diversi, il che rappresenta a mio avviso una bella occasione, dato che sono sicuro che molti, anche tra gli atei e gli agnostici avranno raggiunto determinate conclusioni, anche se non definitive, sulla base di letture e di studi.
Spero da un lato che questo mio invito non sia liquidato come velleitario. Dall’altro spero che l’eventuale discussione non scada in lanci di slogan devozionali o anticlericali bensì si mantenga ragionevole nei toni e negli argomenti