00 27/11/2008 22:08
N.B.
La discussione è stata inserita nella cartella "Domande sui TdG" solo perchè non esiste una cartella "Domande ai TdG"


Dalla stessa fonte di:
“INTERVISTA AL CORPO DIRETTIVO DEI TESTIMONI DI GEOVA”
www.geocities.com/Athens/Oracle/6685/index.html

Lettera aperta

ai Membri del Comitato Direttivo della Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova



Via della Bufalotta, 1281 - Roma

Signori,
si ha l’impressione che stiate proprio vivendo un periodo nero: da una parte il Corpo Direttivo ha dovuto cominciare a metter mano a cambiamenti ideologici "epocali", dall’altra le "pecore" mormorano perché ancora una volta hanno visto sbiadirsi i contorni di un "nuovo mondo" che davano già per instaurato. Non c’è che dire, vi trovate proprio tra l’incudine e il martello!
In una situazione per voi così problematica, ho deciso di scrivervi, immaginando di interpretare i sentimenti di altri che si interessano sinceramente di voi e del vostro operato, per esprimere:
1) un plauso al vostro pudore;
2) un’esortazione a essere cauti sulla strada dell’autonomia decisionale da voi intrapresa indipendentemente dalle imposizioni di Brooklyn.
Mi spiego avvalendomi di esempi chiarificatori.


PLAUSO AL PUDORE

Ne è passata di acqua sotto il ponte di Brooklyn da quando i gagliardi vegliardi del Corpo Direttivo imponevano una gerarchia celeste che aveva tutta l’aria di un richiamo alle teogonie pagane! Ricorderete senz’altro la chiarezza con cui il libro "Sia Dio riconosciuto verace" (edizione italiana riveduta del 1952, p. 159) affermava che Geova era il "nonno" delle "altre pecore", mentre Gesù ne era il "padre" (si ometteva però di precisare che gli "unti" erano gli "zii", in quanto "fratelli" del "padre-Gesù"!); eppure questa trovata di Brooklyn a voi forse non è mai andata a genio, sapete da cosa l’ho arguito? Sostanzialmente da due fatti:
a) il pudore con cui avete trasformato "nonno-Geova" in "celeste Avo della ristabilita famiglia umana" nell’edizione italiana del 1986 del volumetto Sicurezza mondiale sotto il "Principe della pace" (p. 169);
b) la pudica autonomia con cui avete modificato il testo italiano di La Torre di Guardia del 1/8/1995, p. 13, par. 19, rispetto all’originale inglese; infatti, dal confronto tra il testo inglese e quello italiano (cfr. riquadro sottostante) è evidente che, per evitare di tradurre la parola inglese "Grandfather" (appellativo rivolto a Geova) con l’equivalente italiano "Nonno", siete ricorsi a una perifrasi: "... è il Padre di colui che diverrà il loro ‘Padre eterno’...".


Edizione inglese
Even though the other sheep are not directly included among the "sons" spoken of at Isaiah 54:13, they are blessed with being taught by Jehovah. Therefore, they properly address God as "Father" because he will, in effect, be their Grandfather through the "Eternal Father", Jesus Christ.


Edizione italiana
Anche se le altre pecore non sono direttamente incluse tra i "figli" menzionati in Isaia 54:13, sono anch’esse ammaestrate e benedette da Geova. Perciò si rivolgono giustamente a Dio chiamandolo "Padre", in quanto è il Padre di colui che diverrà il loro "Padre eterno", Gesù Cristo.


Comunque solo al lettore superficiale sarà sfuggito che il "padre del padre" non è altri che il "nonno"! Invece, al lettore attento e conoscitore dell’inglese non è sfuggito che tutto il brano riportato evidenzia un’acribica traduzione parola per parola tranne nel caso della resa del termine "Grandfather"; strano, non vi pare?
Tuttavia, il vostro pudore serve a ben poco e non facilita la digestione di un organigramma celeste troppo simile ai panteon pagani!


AUTONOMIA DECISIONALE

E veniamo alla seconda ragione per cui ho deciso di scrivervi: non può essere sottaciuta la vostra intraprendenza nel modificare il "cibo spirituale" proveniente da Brooklyn per adattarlo alla situazione italiana. Infatti, nel 1990, quando i mass media da tempo parlavano della vostra Congregazione in termini non proprio elogiativi e la magistratura veneta - da voi stessi adita - si stava interessando del vostro Movimento, riteneste opportuno manipolare il testo di un articolo di studio sul tema "I cristiani e le autorità superiori" (La Torre di Guardia del 1/11/1990, pp. 10 ss.). Dal confronto tra il testo inglese e quello italiano (entrambi riprodotti di seguito) si rileva, infatti, che ometteste in italiano le parole evidenziate ("... non equivalgano a una compromettente attività sostitutiva di un servizio non scritturale ..."):


Testo inglese
Hence, when Christians are ordered by governments to share in community works, they quite properly comply as long as those works do not amount to a compromising substitute for some unscriptural service or otherwise violate Scriptural principles, such as that found at Isaiah 2:4.

Testo italiano
Pertanto, quando i governi richiedono ai cristiani di partecipare a lavori per la comunità, essi giustamente ubbidiscono, a meno che questi lavori non violino in qualche modo i princìpi scritturali, come ad esempio quello contenuto in Isaia 2:4.


E’ chiaro che avete omesso un’esplicita condanna del servizio civile sostitutivo di leva, cui si riferiva il Corpo Direttivo nel testo originale inglese! Perché? Tra voi c’è qualcuno che tempo fa scrisse al Corpo Direttivo:

"Da contatti diretti con fratelli che hanno affrontato il problema del servizio militare abbiamo rilevato che nella maggioranza dei casi essi non comprendevano il motivo per cui non potevano accettare di svolgere il servizio civile sostitutivo. Essi asserivano che, non trovandosi più sotto la diretta giurisdizione delle autorità militari per il fatto di essere stati assegnati ad un altro Ministero, avrebbero potuto accettare il servizio civile sostitutivo per il semplice fatto che non si trovavano coinvolti in attività aventi a che fare col militarismo, ma impegnati in lavori non militari come al servizio di musei o di ospedali, etc. Non si sarebbero sentiti colpevoli di alcuna violazione della loro neutralità" (Cit. da R.V. Franz, In Search of Christian Freedom, p. 260).

E allora, per continuare sulla strada di questa autonomia decisionale e a prescindere dai diktat del Corpo Direttivo, diffondete un’interpretazione estensiva dell’articolo apparso su La Torre di Guardia del 1/5/1996, pp. 19-20, che consenta a tanti giovani Testimoni di Geova italiani di evitare la vergogna del carcere militare per difendere una tesi a cui non crede più neppure gran parte dei membri del Corpo Direttivo (cfr. R.V.Franz, Crisi di coscienza, pp. 154 ss.).

La manifestazione di questo tipo di autonomia decisionale vi farebbe onore e sarebbe una prova del fatto che il ricorso ai machiavellismi può esser fatto anche a fin di bene! Pensate a quanti disagi emotivi e stress psichici evitereste ai vostri conservi, se solo esercitaste il vostro senso critico non asservendolo a interessi di bottega. La vostra responsabilità è grande e le conseguenze delle vostre scelte possono essere irreparabili (cfr. J. Bergman, I Testimoni di Geova e la salute mentale). Per giunta potreste guadagnarvi la considerazione di obiettivi osservatori esterni e il supporto di coloro che, a torto, considerate vostri acerrimi nemici. Meditate, gente, meditate!

Distinti saluti,
Achille Aveta


[SM=g1543902]

Bruno

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