00 26/10/2008 11:32

Nota: il testo è piuttosto lungo, e a tratti, per qualcuno, può apparire complesso.

Ho cercato di far sì che il discorso avesse la massima scientificità. Quindi, nel testo non mancheranno le parti contenti elementi matematici e fisici. Lo scopo è quello di sauffragare quanto dico con un linguaggio oggettivo, come è quello delle Scienze cosiddette “Esatte” (che poi esatte non sono, ma sono con buona approssimazione Oggettive).

Chi trovasse alcune trattazioni troppo “Pesanti”, può saltarle. Il senso del discorso non dovrebbe venirne compromesso.

In ogni caso, sono disponibile ad essere contattato in privato da tutti coloro che desidereranno chiarimenti. Sarò felicissimo di rispondere, naturalmente nei limiti delle mie possibilità e della mia conoscenza, il cui “complementare” (vale a dire quello che non so) è enorme.

Grazie per l'attenzione e per la pazienza nella lettura.



Carissimi.

Colgo l'invito di una persona del Gruppo ad approfondire il tema della Resurrezione e della Fine del Mondo.

In questo lungo scritto mi occuperò di diverse cose, tra le quali:


  • Cosa è l'esistenza, cosa vuol dire nascere e morire, e cosa vuol dire che tutto è vuoto. Dirò subito che “Non esiste fine del Mondo, ma solo la fine di un Ciclo”

  • Cosa è la Resurrezione, come Cristo è risorto e come anche noi risorgeremo

  • Perché anche “La Terra dovrà risorgere” e cosa comn questo intendo

  • Se altri nell'Universo hanno già affrontato questa Resurrezione. La mia risposta sarà sì.

  • Infine, se tutti risorgeremo e cosa accadrà a chi non risorge.


Premessa: Nessuna fine del Mondo! Nessun Inizio e nessuna Fine: solo trasformazione ed evoluzione. Tutto esiste da sempre, e per sempre esisterà. Nessuno nasce e nessuno muore, ma semplicemente si trasforma, ma sempre si evolve.


Inizio subito con una premessa: non vi sarà alcuna fine del Mondo. Anche se un Armagheddon potrebbe esserci davvero.

Non ci sarà nulla come descritto dai Testimoni. E nemmeno vi sara situazione definitiva ed immutabile? Infatti, ve lo immaginate che noia mortale vivere per sempre nello stesso posto, facendo sempre le stesse cose, e così via?

E poi, che corpo potremo avere? Come saremo fatti? Come potremo mangiare animali senza che questi muoiano? Di cosa ci potremmo nutrire, visto che, comunque, se raccogliamo qualcosa lo uccidiamo?

Questi interrogativi bastano a smontare la Tesi dei Testimoni di Geova (TDG) sulla Fine del Mondo.

E per considerarla alla stregua di una visione letterale di qualcosa che invece è simbolico.

Anche nell'Islam si parla, nel Corano, di “Giardini dove scorrono i Ruscelli”. Ma nel versetto dopo, si indica: “Dio non esita a creare delle allegorie, un moscerino o meno ancora”.

Quindi, si specifica subito che si tratta soltanto di allegorie. Anche se, purtroppo, qualcuno traduce come: “Dio non esita a creare un moscerino o meno ancora”. In tal modo, il concetto di allegoria viene eluso completamente, ed “I giardini dove scorrono i ruscelli” continua a rimanere.

Gabriele Mandel, Maestro Sufi (Mistico Islamico, della Confraternita dei Sufi Jerrahi. Vedi: www.gabrielemandel.net ; www.sufijerrahi.it), interpreta “I Giardini dove scorrono i Ruscelli”, come “Togliere il velo che copre il Mistero”, se ben ricordo. Quindi, si tratta di qualcosa di svelato.

In questo caso, occorre scoprire cosa viene svelato. Il tutto ci fa pensare che si tratti di un passaggio ad una visione più elevata, ad un livello percettivo superiore. Insomma: la Quarta Dimensione di cui molti parlano.


Anche l'interpretazione dei TDG, se letta in modo simbolico, darebbe un qualcosa di questo genere. In fondo, cosa vuol dire vivere per sempre? Non vivere per tutta l'eternità in modo sempre uguale!

Noi viviamo già per sempre! Almeno in una parte di noi.

Thich Nhat Hanh, Maestro Zen Vietnamita (www.esserepace.org) diceva:

“Questo corpo non è me, io non sono prigioniero di questo Corpo. Io sono Vita senza confini, n on sono mai nato e non sono mai morto”.

Solo il nostro corpo, composto dai cinque aggregati ( aggregati di forma, sensazioni, percezioni, formazioni mentali e coscienza ; come aggregati fisici possiamo dire che vi sono: terra, acqua, fuoco, aria, ed il Quinto Aggregato è l'Etere) è dissolvibile (e comunque continua a vivere in altre forme, così come una fiamma di un foglio che brucia, dopo che il foglio ha finito di bruciare, non è scomparso: la sua Vita successiva è il Calore!). Ma la nostra vera essenza non si dissolve.


Possiamo quindi dire che la Coscienza è eterna, ma qui è oscurata dal velo delle percezioni errate e grossolane.

Raggiungere “I Giardini dove scorrono i Ruscelli” significa far cadere il velo che limita la nostra coscienza. Significa raggiungere uno stadio di evoluzione maggiore, essere più consapevoli. Per il Buddhismo Tibetano possiamo anche parlare di “Terra Pura”.

Ma, per il Buddhismo, non esiste creazione né creatore. Ogni cosa è vuota di un sé separato. E nulla ha avuto un inizio ed avrà una fine.

Questo mi trova comunque d'accordo. L'inizio è stato, al limite, solo per questo Universo. Ma prima esisteva qualcosa, e prima ancora qualcosa d'altro. E forse, i “buchi neri”, come sostiene la Fisica Moderna, i quali attirano tutto, sono davvero l'interfaccia con dei “Buchi Bianchi”, dove tutto quello che un Buco Nero inghiotte esce. In un Universo Parallelo, la cui porta d'accesso è proprio il Buco Nero.

Questo ci dice che non vi è, verosimilmente, stato un inizio. E non vi sarà una fine. Ma solo un passaggio.

Infatti, se andiamo a vedere cosa la fine del Mondo è su un testo in Lingua Greca, troveremo che è la Fine di un Eon. Eon, che in Italiano suona “Eone”, e per i Tibetani si chiama “Kalpa”, è un ciclo storico. E' un determinato periodo nella Storia dell'Universo (o degli Universi).

Quindi, non esiste un Mondo che finisce (sarebbe impensabile!), ma soltanto un ciclo storico che finisce.

Dopo, vi sarà un nuovo Eon, con un nuovo Maestro che insegnerà un nuovo Dharma.

Naturalmente, la fine di qualcosa potrebbe essere accompagnata da eventi anche terribili. Ma sono solo un passaggio, verso un qualcosa di molto differente, verso uno stadio di consapevolezza maggiore.


Quindi, il “Vivere per sempre in una Terra perfetta” è semplicemente il “Vivere in una coscienza allargata”, significa che cose che oggi ci sembrano oscure ci saranno svelate, o meglio le sveleremo noi.


In una Concezione di Mondo senza inizio e senza fine, che posto ha Dio?

Nel Buddhismo non c'è. Il Dalai Lama stesso si ritiene Ateo per sua stessa ammissione.

In fondo, se ci pensiamo bene, non serve. E in fondo di uno Jahvè bizzoso e vendicativo non sapremmo cosa farne!

Ma ognuno si costruisce il suo Dio su misura. Il Dalai Lama, lo scorso 9 Dicembre, a Milano, ha detto che Dio può servire per comprendere meglio certe e cose ed avere una figura a cui appoggiarsi. Insomma: ha esplicitamente detto che è l'Uomo ad avere bisogno di Dio, e non viceversa! Dio è un nostro bisogno, quindi!

Infatti, se ben ci pensiamo, potremmo tranquillamente farne a meno, e l'Anima continuerebbe ad esistere. I Buddhisti non hanno Dio ma hanno il Karma. Che mi sembra anche molto migliore!

In fondo, è molto meglio pensare di essere in una situazione non favorevole perché in una vita passata ce la siamo meritata, piuttosto che pensare che un Dio ci ha messo in quella situazione per suoi disegni che non ci è dato di conoscere! Credo che lo scopo della Ricerca Spirituale sia quella di svelare i misteri, non di porne!

In ogni caso, potremmo definire Dio come “Emanatore”, e non come “Creatore”. Come quel punto Infinito da cui tutto emana. Dire “Tutto emana da Dio” è molto meglio che dire “Tutto è stato creato da Dio”. Anche perché una creazione è limitata nel tempo e nello spazio, ed avviene in un momento preciso per un atto volontario, mentre un'emanazione non ha mai inizio né fine, ed avviewne sempre in ogni momento.

Percepire Dio come l'essenza suprema al di là di tutto, come l'Emanatore che tutto genera, è molto bello!

Quindi, nessuna creazione, nessuna fine, ma solo emanazione.


Anche nessuna Morte. In fondo, se Dio è quel punto all'infinito più o meno simbolico (lo potrei pensare come tale: in fondo non è così importante la sua presenza!) da cui tutto emana, il dire che “Dopo la Morte la Coscienza torna a Dio”, come affermano i Testimoni di Geova significa, letto in maniera simbolica, che “Dopo la Morte la coscienza si rifonde nel tutto universale, in attesa di essere di nuovo rimessa in circolo nella Vita”.

Basta cambiare i termini di paragone, e l'interpretazione che danno i TDG è quella che sto dando anch'io. Basta solo leggere oltre le righe, ed il gioco è fatto!

La coscienza torna all'emanatore. Ma in fondo c'è sempre stata! Infatti, dire che “noi siamo scintilla divina” significa che,s e emaniamo da questo punto all'infinito, ne siamo sempre stati parte. Infatti, il chiedersi se Dio sia dentro o fuori di noi, significa cercare di ridurlo alla nostra portata, come molte Religioni fanno (non da ultimi, i TDG). In realtà, un punto all'infinito non ha ubicazione nello Spazio – Tempo a noi noto. E quindi, non è assoggettato ai concetti di interno – esterno, alto – basso, grande – piccolo. Questi fanno parte dell'interpretazione dualistica che si dissolve dopo la Morte fisica del Corpo. E quando siamo ad un livello superiore di coscienza, la separazione scopriamo che è anch'essa frutto nelle nostre restrizioni mentali.

Nel Buddhismo si dice che non vi è nulla di separato, che ogni cosa ha in sé elementi di non – sé. Una rosa è composta da elementi di non – rosa, un tavolo è soltanto un nume che si dà ad altro (legno, falegname che lo costruisce, vento, sole, pioggia e così via). Thich Nhat Hanh sostiene che, se osserviamo in profondità una rosa, vi troviamo infiniti elementi di non – rosa all'interno.

Vi troviamo il sole, il vento, il giardiniere che l'ha coltivata e così via. Non esiste, insomma, un qualcosa che possiamo chiamare “rosa” e che abbia in sé quella caratteristica come sua e definitiva.

Nel Buddhismo questo si chiama “Vacuità”, vale a dire: “Assenza di un sé separato”. Nel “Sutra del Cuore” (un Sutra è un discorso del Buddha, o comunque un insegnamento che, direttamente o indirettamente, deriva dal Buddha), uno dei due Sutra principali della Tradizione Mahayana (l'altra Tradizione Buddhista è la Theravada) si dice che “La forma è vuoto, il vuoto è forma”. Una frase un po' sibillina, per chi non è avvezzo di Buddhismo. Ma molto più semplice di quello che si possa pensare. Significa, semplicemente, che la forma (un oggetto) è vuota di un sé separato. Ma nello stesso tempo che l'oggetto è una delle forme che la Vacuità può assumere.

Chi fosse interessato, può leggere la dispensa di Aldo Franzoni, esperto di Dharma, all'indirizzo: http://www.centroyogadalmine.it/files/C.pdf. Si tenga però presente che il Buddhismo Tibetano è molto analitico, e l'amico Aldo di certo non lesina analisi anche molto approfondite. Quindi, se volete cimentarvi nella lettura, fatelo con una certa attenzione. E vi si potranno aprire paesaggi davvero molto belli, ed un'altra percezione vi si potrà aprire davanti.