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Prima comunione

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    Polymetis
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    00 07/07/2008 20:38
    Per Agabo

    “penso proprio che l'apologia di Ignazio d'Antochia si rispecchi nell'insegnamento paolino o in quello di Gesù che invitava così i discepoli:
    Matteo 10:23 Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un'altra; perché io vi dico in verità che non avrete finito di percorrere le città d'Israele, prima che il Figlio dell'uomo sia venuto. Se Ignazio contraddiceva in maniera così vistosa le parole di Cristo significa che, almeno in questo, lui se n'era allontanato in maniera alquanto crassa.”

    Ma di quale contraddizione parli, si può sapere? Quando Ignazio ha scritto la lettera che tu citi era già stato catturato, e te l’ho già spiegato. Che senso ha dunque citare un versetto dove si dice che se ti perseguitano da una parte devi fuggire dall’altra? Ignazio era già stato catturato e non poteva fuggire da nessuna parte. Come già detto, poiché catturato, invita gli altri cristiani a non esporsi e a non correre pericoli per tentare di liberarlo, manifestando in questo non solo che il vero cristiano non ha paura della morte, ma anche di tenere alla vita dei suoi fratelli non volendo che rischino la vita in un tentativo di liberarlo.
    Il vero cristiano non può temere la morte, e anzi arriva a desiderarla, poiché qui siamo in esilio, mentre con la morte siamo ricongiunti a Cristo: “Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno. Ma se il vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so davvero che cosa debba scegliere. Sono messo alle strette da queste due cose: da una parte il desiderio di partire per essere con Cristo, il che sarebbe molto meglio, dall’altra il mio rimanere nel corpo è più necessario per voi.”(Filippesi 1,23-24)
    Come si vede anche Paolo dice che, se non fosse per il fatto che qui sulla terra può essere utile agli altri, preferirebbe di gran lunga essere morto per stare con Cristo, ma questa opzione Ignazio non l’aveva perché era già stato catturato.
    Poiché era in catene, la morte ormai era imminente, e invece di deprimersi ha giustamente visto cosa c’era di grandioso in quell’evento, da non aspettare con angoscia, perché è morendo che si incontra Dio faccia a faccia.

    “Può darsi, ma 'Agabo' (leggi un contemporaneo) ha TUTTI i libri della Rivelazione scritta davanti a sé”

    E Ignazio non solo aveva quei testi, ma poteva parlare con chi li aveva scritti, e per di più non aveva il tuo deficit culturale.

    “Su che cosa contasse un certo 'Padre' non sappiamo; o meglio, sappiamo che di certo era imbevuto di filosofia greca ... più di tutto!”

    1)Questa dicotomia tra filosofia greca e rivelazione cristiana è un portato della mentalità settaria che non ha nessuna ragione d’essere. Non c’è niente di male nello studiare la filosofia, perché esistono vari tipi di filosofia, sia quelle che portano a Dio sia quelle che allontanano da lui. Paolo conosce bene la differenza, lui stesso infatti cita nei suoi scritti filosofi stoici, nel discorso all’Areopago in primis, e dall’altro versante sa che ci sono filosofie potenzialmente atee come l’epicureismo che invece allontanano da Dio e sono dunque un vuoto inganno. Tutto sta nel saper discernere, il tuo appiccicare l’etichetta “filosofia greca” come fosse qualcosa di squalificante è primitivo.
    2)Mi spieghi dove in Ignazio ravviseresti questa contaminazione con la filosofia greca a tuo avviso incompatibile col cristianesimo?

    “Il fatto è che MOLTI personaggi contemporanei degli apostoli erano conosciuti dagli stessi apostoli come degli eretici la dice lunga sulla questione della credibilità della testimonianza e della fiducia che si dovrebbe concedere a costoro, quasi "a scatola chiusa".”

    Qui non stiamo parlando di un eretico marginale ma di un VESCOVO, vescovo di Antiochia per di più, la prima cattedra di Pietro. Siamo nel pieno dell’ortodossia, e non si capisce proprio da che pulpito tu pretenda di avere una maggiore comprensione di lui. Erano tutti scemi quelli della comunità di Antiochia quando gli hanno affidato l’episcopato? Tutti scemi quelli che nella sue lettere egli dimostra di conoscere?
    Ad esempio era amico intimo di San Policarpo, un discepolo diretto di San Giovanni, ed era in comunione coi vescovi delle città a cui scrive, cioè le principali città dell’Asia Minore, patria del cristianesimo nascente. Se costui era fuori linea allora evidentemente dobbiamo supporre un’apostasia su scala globale già nel I secolo. Ma poi sulla base di che cosa? Del fatto che a tuo avviso quello che dice è incompatibile con la Scrittura? Con la tua interpretazione vorrai dire, che guarda caso non è quella né della maggior parte dei cristiani odierni né dei Padri, giacché come ogni nuovo movimento religioso gli avventisti non hanno alcuna successione apostolica e sono sbucati dal nulla. Fatti un esame di coscienza e chiediti, seriamente, se è più probabile che siano tutti scemi o forse sei tu, nel tuo piccolo, a sbagliare.

    “ono cosciente che il 'backgroud culturale' di chiunque può distorcere il suo modo di comprendere il mondo e né io né tu facciamo eccezione.”

    Non basta essere coscienti che le proprie pre-comprensioni distorcono la lettura, bisogna anche sapere quali sono queste pre-comprensioni, e come potresti conoscerle se non conosci il mondo antico? Non sei un’antichista, anzi dispregiativamente ti rifiuti di leggere i testi di quell’epoca perché tanto per te va tutto sotto l’etichetta “filosofia pagana”, come pensi dunque di poterti rendere conto dello scarto di mentalità che c’è tra te e loro? Fai come i TdG che urlano “questo è platonico!” e poi non hanno mai letto una sola riga di Platone e dunque ignorano di cosa parlano?

    “Ma ne erano coscienti coloro che vivevano 20 secoli fa?”

    La riflessione sul fatto che la cultura condiziona le conoscenze era patrimonio dell’occidente dall’epoca della sofistica, cioè da almeno 4 secoli.

    “ Hai letto la storia della chiesa di Eusebio? Certamente sì. Non mi dirai che credi alla lettera a tutto ciò che egli scrisse ...?!”

    Dipende dai casi. Quando Eusebio tratta di cose successe secoli prima, non ha i titoli di credibilità che possiede quando tratta di cose che gli sono coeve. Motivo per cui i presunti errori di Eusebio non inficiano quelli di Ignazio, lui infatti è un testimone privilegiato del periodo che trattiamo, a differenza di uno storico come Eusebio che, proprio perché storico, tratta anche epoche diverse da quelle in cui è nato.

    “Prova che sulla Rivelazione scritta certamente veglia Dio stesso, come Egli stesso ha fatto scrivere a Geremia.”

    Ammesso che sia così, la Bibbia parla anche della Traditio orale a cui attenersi.
    Non sta scritto da nessuna parte che ci si debba attenere solo a quanto scritto (e, visto che il Nuovo Testamento non esisteva, scritto dove?), anzi, è affermato il contrario: “Perciò, fratelli, state saldi e mantenete le tradizioni che avete apprese così dalla nostra parola come dalla nostra lettera” (2Ts 2,15) Il Nuovo Testamento accenna appena alla struttura interna della Chiesa primitiva e ai suoi riti, alla sua “liturgia”, per la semplice ragione che queste faccende vengono normalmente insegnate per voce, si istruisce a quattrocchi, così gli apostoli ammaestrarono i presbyteroi nelle comunità che costituivano e così è giunto il cristianesimo in ogni punto dell’impero: con la voce. “Le cose che hai udito da me in presenza di molti testimoni, trasmettile a persone fidate, le quali siano in grado di ammaestrare a loro volta anche altri.” (2Tm 2,2)
    E poi mi spieghi cosa vuol dire “vegliare sulla Rivelazione scritta”? Hai forse l’illusione che il testo trovato a Qumran sia uguale al testo masoretico? Se così fosse non avrebbero senso progetti come quello chiamato “La Bibbia nelle sue tradizioni” dell’Ecole Biblique di Gerusalemme. Il motto di questo “Talmud” della Bibbia, che riporterà le varie tradizioni testuali, è stato espresso nella frase: “Il n'y a pas un seul texte, rarement un seul sens possible” (Non c’è un solo testo, raramente un solo senso possibile”
    Qumran ha mostrato che dove i LXX sembravano inventare una traduzione, in quanto non si attenevano al testo masoretico, in realtà stavano traducendo da un testo pre-masoretico, cioè da uno stadio redazionale precedente.

    “Le Scritture dell'AT erano considerate PAROLA DI DIO da Gesù e dai suoi apostoli ..”

    Questa è una sciocchezza. Non era “l’Antico Testamento”, era un corpus di scritti che variava a seconda della corrente religiosa di appartenenza, e che, nel caso di Gesù, non sappiamo in cosa consistesse. Non basta citare un testo con un “E’ scritto”, perché questo non prova l’esistenza di un canone, solo di singoli testi considerati canonici, e quali poi? Sappiamo che a fine I secolo e inizio II secolo i rabbini disputavano ancora sul fatto che fossero canonici o meno il Cantico dei Cantici e il Qoelet, tu puoi forse dimostrarmi che per Gesù fossero canonici visti che per molti ebrei suoi contemporanei non lo erano?
    Gesù non li cita, né la citazione del resto è un criterio valido, visto che l’epistola di Giuda ad esempio cita un apocrifo introducendolo come profezia ispirata da Dio. Come si vede il fatto che i discepoli di Gesù considerassero dei libri ispirati non ci permette di sapere quale fosse il loro canone.

    “Scritture il constatare che esse sono state conservate integre, come provato dai ritrovamenti di Qumran.”

    Vedo che le discussioni sulla trasmissione dei testi ti sono del tutto aliene, altrimenti sapresti che stai sparando un approssimazione dietro l’altra.

    “Embeh?!”

    In base a cosa distingui ciò che quella comunità considerava canonico da ciò che non considerava canonico?

    “Per l'appunto ho scritto che la "vostra Tradizione", se fosse sottoposta allo stesso vaglio che sono state sottoposte le Scritture E CON STRUMENTI SIMILI, non reggerebbe un granché.”

    Come ti ho spiegato c’è una scienza che invece si occupa proprio di questo, è la filologia patristica, ed ha una lunghissima tradizione di critica testuale.

    “Tante volte siamo ritornati su questo argomento: le virtù e i meriti di ALCUNI non possono essere estesi in blocco a tutti, altrimenti oggi, saremmo per esempio tutti laureati”

    Ma chi ha mai detto che i meriti di alcuni vanno esteri ad altri? Io ti sto parlando di una singola persona, Ignazio di Antiochia, e del valore della sua testimonianza.
    Né, quando si parla di Tradizione, si fa alcun riferimento alla moralità dei personaggi. Come già detto il teorema di Pitagora non è meno vero perché te lo insegna un assassino. Ma moralità di una persona e la verità delle sue affermazioni sono cose disgiunte. La trasmissione della Traditio infatti non è la trasmissione delle propria personale dottrina ma del deposito ricevuto, e dunque le mie personali colpe non intaccano la veridicità di una dottrina che non mi appartiene in quanto elaborata da altri prima di me, dottrina di cui io sono solo l’ultimo ripetitore. E il garante dell’ortodossia della trasmissione non è il singolo, che può diventare eretico, ma la Chiesa tutta, infatti la sede dell’infallibilità è il Concilio Ecumenico.

    “Le Scritture del NT furono messe assieme da alcuni che ne fecero una raccolta probabilmente completa e corretta, visto il discreto numero di altri scritti allora circolanti.

    Ma io non sto parlando del numero di copie di ciascun scritto allora circolanti, ma del perché la scelta dovrebbe cadere su un testo piuttosto che su un altro. Tu vivi ancora nella superstizione che la Scrittura sia qualcosa che precede la Chiesa e che dunque si sia trattato di un’opera di raccoglimento di ciò su cui tutti erano già d’accordo sin dal principio, ma questa è una pura superstizione: l’evoluzione del canone e le sue differenze a livello regionale e temporale mostrano il lento e faticoso processo della formazione del canone. E mi devi spiegare dunque perché, se quest’opera è stata un work in progress, che cosa garantirebbe che questo “lavoro” si sia fermato nel IV secolo. Che cosa ci impedisce di buttare fuori uno scritto oggi dal Nuovo Testamento, come Lutero avrebbe voluto fare con Giacomo? Uomini fallibilili furono quelle che selezionarono, e uomini fallibili oggi sarebbero quelli che ritoccherebbero un lavoro che non ha più alcuna garanzia di infallibilità. Se tu togli l’infallibilità dogmatica alla Chiesa la consistenza del tuo canone del NT è sospesa sul nulla, perché diventa una mera opera umana.

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    Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
    Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
    Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
    (Κ. Καβάφης)
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    berescitte
    Post: 5.951
    Registrato il: 13/07/2004
    Utente Master
    00 08/07/2008 00:32
    Un pizzico di frescura tra una rovente battaglia?

    Se mi si chiede cos'è la Comunione, direi che è l'amplesso tra innamorati, o la festa di famiglia in cui ci si sente in sintonia affettiva con tutti (non solo con Dio, perché non è mai solo un fatto privato).

    Se mi si chiede invece cos'è la Prima Comunione, dico che per molti è un "prima" alla maniera ebraica, come il "protòtokos" che, come accadde per Gesù, designava non solo il primo ma poteva significare in pari tempo l'unico.
    Cioè la Prima Comuione è l'ultima Comunione: oggi in attesa della Cresima; ieri che si prendeva assieme alla Cresima, un "ti saluto Gesù mio" fino al matrimonio che realizzava l'ulteriore bugia in relazione alla educazione cristiana dei figli.

    E già che ci sono aggiungerò ovviamente che la Cresima è meglio chiamarla ancora Cresima, perché ribattezzarla in "Confermazione" è una barzelletta di quelle che si può dire "la sai lunga ma non la sai raccontà'" dal momento che per quasi tutti non conferma proprio niente ma aggiunge bugia a bugia (da parte dei genitori) e incoscienza ad incoscienza (da parte dei ragazzi).
    ----------------------
    est modus in rebus
  • cavdna
    00 08/07/2008 00:56
    vi saluto in CRISTO SIGNORE

    mio caro fratello in CRISTO "berescitte" che scrivi :

    berescitte, 08/07/2008 0.32:


    ...............
    ......................
    ..........
    E già che ci sono aggiungerò ovviamente che la Cresima è meglio chiamarla ancora Cresima, perché ribattezzarla in "Confermazione" è una barzelletta di quelle che si può dire "la sai lunga ma non la sai raccontà'" dal momento che per quasi tutti non conferma proprio niente ma aggiunge bugia a bugia (da parte dei genitori) e incoscienza ad incoscienza (da parte dei ragazzi).




    R I S P O S T A

    mio caro fratello


    provo a fare un solo esempio tra i tanti
    se non ricordo male anche della piccola "Bernadetta Soubirous"
    si diceva che al Catechismo era "ignorante" "distratta" etc. etc...

    ma?
    quale futuro ha avuto?
    Credo che parli bene la storia per noi tutti (giusto?)

    in quale maniera si è dovuta ricredere colei che le faceva lezioni di "dottrina"?

    può essere che noi tutti poggiamo sempre lo sguardo sulle nostre forze e sulle nostre metodologie, e molte volte esterniamo :
    "non conferma proprio niente ma aggiunge bugia a bugia (da parte dei genitori) e incoscienza ad incoscienza (da parte dei ragazzi)."

    e ci viene difficile di vedere l'AZIONE dello SPIRITO PARACLITO?

    grazie [SM=x570864]

    vi saluto in CRISTO RISORTO



    .

  • Luteranamanier
    00 08/07/2008 10:27
    Re:
    Agabo, 07/07/2008 20.00:

    X Veronika.

    Il problema verte da una parte sulla transustanzazione ovvero il Cristo presente "corpo, sangue, animA e divinità" nell'ostia, dall'altra della "consustanzazione" ovvero di una 'presenza' (non so in che senso) del Cristo nell'eucaristìa.

    Per "indimostrabilità" si intende in senso scritturale. Vabbé che i cattolici vedono "misteri" dappertutto, ma i protestanti ... per loro non dovrebbe far testo la 'Sola Scriptura'?Ti sarei sinceramente grato se mi chiarissi su che cosa basate, voi Luterani, la vostra convinzione sulla 'consustanzazione'.

    A' ri-ciao.

    Fra-sorellamente AGABO.




    Vedi caro Agabo la "sola scrittura" come la vedi tu secondo me è un'utopia e questo si vede dal fatto che anche le chiese protestanti storiche già sin dall'inizio della riforma sono pervenuti a delle convinzioni diverse.

    La sola scrittura in realtà dovrebbe chiamarsi l'interpretazione sulla sola scrittura.

    Per quanto riguarda la base biblica della consustanziazione cioè la real presenza di Cristo nell'Eucaristia te lo già data in questa discussione:
    freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=7596050&p=3

    La consustanziazione significa per i luterani
    che il corpo ed il sangue di Cristo sono presenti in, con, e sotto le forme del pane e del vino. Lutero illustrò la sua teologia sull'Eucaristia "in analogia al ferro che, messo nel fuoco, fa si che sia il fuoco e il ferro siano uniti nel rosso ferro incandescente, e tuttavia ognuno si mantiene".

    Non pretendo che tu creda questo o ti converti alla dottrina della transustanziazione/consustanziazione, ma il problema è che tu dici che certi insegnamenti non abbiano nessuna base biblica.
    E addirittura sono pagani...

    Nemmeno tu, e l'hai detto, puoi "dimostrare" con la Bibba in mano che Cristo nonsia realmente presente nella santa cena.


    [SM=g1543902]
    tua sorella in Cristo
    Veronika



    [Modificato da Luteranamanier 08/07/2008 10:29]
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    Alex.71
    Post: 703
    Registrato il: 12/10/2004
    Utente Senior
    00 10/07/2008 14:22
    Come l'ha vissuta Samu
    Ciao a tutti,
    questanno anche Samuele, il mio primo figlio, ha fatto la prima comunione.
    Tutti dicono che sono troppo piccoli per poter capire cosa stanno facendo e anchio lo credevo ma dopo aver visto come l'ha vissuta mi sto ricredendo.
    All'inizio diciamo che ha subito la "nostra" decisione e quindi andava a catechismo come si va dal dottore. Poi un giorno che non ci voleva andare gli ho detto "Ok se non vuoi fare la prima comunione non c'è problema basta che lo dici e non la fai." In questo modo la decisione è stata "sua". Sono convinto che non ha capito quello che è stato tutto il percorso, fino a quando non ha potuto partecipare alla sua prima eucarestia domenicale. Questo l'ha reso consapevole di essere entrato a far parte di una comunità, di poter partecipare, non più da "bambino" ma da "grandicello" alla messa, ed ora è lui di sua spontanea volontà ad andare a comunicarsi.

    [SM=g1543902]
    Alex
  • mauro.68
    00 10/07/2008 14:27
    Re: Un pizzico di frescura tra una rovente battaglia?
    berescitte, 08/07/2008 0.32:


    Se mi si chiede cos'è la Comunione, direi che è l'amplesso tra innamorati, o la festa di famiglia in cui ci si sente in sintonia affettiva con tutti (non solo con Dio, perché non è mai solo un fatto privato).

    Se mi si chiede invece cos'è la Prima Comunione, dico che per molti è un "prima" alla maniera ebraica, come il "protòtokos" che, come accadde per Gesù, designava non solo il primo ma poteva significare in pari tempo l'unico.
    Cioè la Prima Comuione è l'ultima Comunione: oggi in attesa della Cresima; ieri che si prendeva assieme alla Cresima, un "ti saluto Gesù mio" fino al matrimonio che realizzava l'ulteriore bugia in relazione alla educazione cristiana dei figli.

    E già che ci sono aggiungerò ovviamente che la Cresima è meglio chiamarla ancora Cresima, perché ribattezzarla in "Confermazione" è una barzelletta di quelle che si può dire "la sai lunga ma non la sai raccontà'" dal momento che per quasi tutti non conferma proprio niente ma aggiunge bugia a bugia (da parte dei genitori) e incoscienza ad incoscienza (da parte dei ragazzi).





    Se mi si chiede invece cos'è la Prima Comunione, dico che per molti è un "prima" alla maniera ebraica, come il "protòtokos" che, come accadde per Gesù, designava non solo il primo ma poteva significare in pari tempo l'unico.



    E' proprio quello che volevo dire io quando ho aperto il 3D.
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