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E' lecito difendersi?
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Maripak
Post: 171
Registrato il: 20/03/2008
Utente Junior
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22/05/2008
19:27
Interessante l’articolo a pag. 10 della Svegliatevi! di Giugno 2008:
“Quand’è giustificato ricorrere alla forza per difendersi?”
In questo articolo si incoraggia al massimo di mantenere la calma anche in situazioni estreme, cioè in caso per esempio di aggressione da parte di un delinquente armato che vuole derubare qualcosa di nostro, per strada o anche in casa. Viene ricordato che Dio odia la violenza (Salmo 11:5), vengono citate anche le parole di Gesù esposte in Matteo 5:39 “Non resistete a chi è malvagio” e anche Luca 6:29 “A chi ti toglie il mantello, non rifiutare nemmeno la veste” ed espone il concetto che “davanti a un ladro armato la persona saggia non opporrà resistenza ma consegnerà i suoi oggetti di valore. Senz’altro la vita è molto più preziosa dei beni materiali!”
Concordo pienamente con queste argomentazioni.
Poi l’articolo continua citando un’altra traumatica possibilità
“se è la vita di una persona ad essere minacciata da un aggressore?”
In questo caso passano alle scritture del vecchio Testamento, Esodo 22:2,3, parafrasando le scritture viene detto:”Se un ladro veniva colto in flagrante di giorno e ucciso, l’aggressore era accusato di omicidio. Questo perché il furto non comportava la pena di morte e il ladro poteva essere identificato e assicurato alla giustizia. Se invece l’intruso veniva colpito a morte di notte, il padrone di casa non veniva accusato perché gli sarebbe stato difficile capire cosa stesse facendo e accertarsi delle sue intenzioni. Il padrone di casa poteva ragionevolmente concludere che la sua famiglia era in pericolo e quindi agire di conseguenza.
La Bibbia indica quindi che una persona può difendere se stessa o la sua famiglia in caso di aggressione. Può schivare i colpi, bloccare l’aggressore o perfino stordirlo e renderlo incapace di nuocere. L’intenzione dovrebbe essere quella di neutralizzare l’aggressione e porvi fine. Stando così le cose, nell’ipotesi in cui l’aggressore rimanga seriamente ferito o ucciso, la sua morte sarebbe considerata accidentale e non premeditata.”
Questa la mia riflessione:
se a un fratello dovesse capitare un’eventualità del genere, di doversi difendere e arrivare a uccidere un aggressore che minacciava la sua vita o quella di un familiare, potrebbe pure andare in galera, perché la “giustizia umana” punirebbe così l’assassino, pur essendo una vittima che accidentalmente è arrivata a uccidere pur di difendersi, ma per i Testimoni di Geova rimarrebbe un bravo fratello e, tornato a casa dalla detenzione, sarebbe sicuramente accolto e confortato dell’accaduto.
Mi piacerebbe conoscere il vostro parere a questo riguardo.
Grazie, Maripak
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