00 11/04/2008 15:58
Un'interpretazione contorta?
"19 Fratelli miei, se qualcuno fra voi è sviato dalla verità e un altro lo converte, 20 sappiate che colui che converte un peccatore dall’errore della sua via salverà la sua anima dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati.
TNM Giacomo 5: 19-20"

Tempo fa, in un post (che grazie alla mia incompetenza, non ho ritrovato) avevo posto la domanda: “E’ vero che i Testimoni sono convinti che, se riescono a convertire qualcuno, possono sperare nella terrena vita eterna?”
Avevo colto questa certezza nei discorsi della mia maestra di studio Biblico.
Mi ero ripromessa chi chiedere conferma, è passato del tempo, e ieri, finalmente si è presentata l’occasione per avere la risposta.
Mi c’è voluto tempo e pazienza poi, dopo un lungo tergiversare, l’ammissione.
Non c’è niente d’ufficiale; le riviste non lo riportano e gli anziani non l’hanno mai ammesso pubblicamente, ma, tra i fratelli c’è questa convinzione:
“A patto che il convertito mantenga fino alla fine la sua integrità così come il suo maestro, ogni conversione ottenuta dimostra lo zelo verso le opere di Geova che, certamente, remunererà con la salvezza”.
Ho cercato di spiegare, inutilmente,come i commentari interpretano questi versetti di Giacomo, cioè:
"col ricondurre a pentimento e a fede il peccatore, gli assicurerà il perdono dei suoi numerosi peccati passati. Il perdono divino è raffigurato nella Scrittura come un "coprire" i peccati, per modo che l'occhio di Dio, in certa guisa, non li vede più. «Beato l'uomo la cui trasgressione è rimessa, il cui peccato è coperto» Salmi 32:1; 85:2; Neemia 4:5. È completamente estranea al testo l'idea che chi converte un peccatore assicura a se stesso il perdono dei propri peccati. Giacomo mira a far sentire quanto grande sia il privilegio dell'essere, nelle mani di Dio, un istrumento per salvare delle anime dalla morte eterna ridonando loro, per prima cosa, la pace del perdono divino."
Il tempo dedicato alla predicazione e alla ricerca d’interessati, non è solo per segnare più ore di servizio, ma è dovuto anche a questa convinzione.
Non credo che tale intendimento sia nato per un’avversa fantasia, a parer mio, discorsi in tal senso sono stati fatti, e forse, un giorno, comparirà un articolo in cui si affermerà che alcuni hanno inteso in modo errato.


Nonna Pina