... ma per una soluzione del problema, la strada giusta non è quella di insistere a dire "uh che schifo, che scemenza, che empietà!...". Vediamo di confrontarci...
Se a noi, intendo noi credenti, Dio chiedesse davvero di immolare la vita, qualechessia il motivo da Lui scelto, chi di noi si sentirebbe a posto rifiutandosi?
Un "esterno", metti uno del mondo, riterrebbe ragionevole l'immolazione della vita dei nostri martiri che noi invece veneriamo come campioni della fede? Metti per il motivo apparentemente risibile di rifiutarsi di tributare l'onore dell'incenso all'imperatore? (io l'affumicherebbe de 'ncenzo! insieme al vagone dei "ma vammoriammazzato te!" detti sottovoce).
Nella Bibbia non abbiamo l'esempio di una madre che passa come una ruspa sul cadavere dei figli che si immolano per la fede in Dio?
Quindi più insistiamo con i nostri "buuh!" e più il TG si convince di essere nel giusto, pensando che... NON POSSIAMO CAPIRE DOVE SONO I VERI VALORI PER CUI METTE CONTO SPENDERE LA VITA.*
La strada giusta dunque è solo una:
- Lodarli per la determinazione eroica di donare la vita a Dio quando LUI LA RICHIEDE;
- Argomentare biblicamente e razionalmente per CONVINCERLI CHE DIO NON RICHIEDE IL SACRIFICIO DELLA VITA A CAUSA DI UNA TRASFUSIONE, che si tratta di una interpretazione sballata della parola di Dio (e di ragioni ce ne sono a iosa);
- la richiede invece sicuramente per altri motivi** e quando essi capitassero nella nostra vita di credenti anche noi della "cristianità", cari fratelli Testimoni, ci immoleremo affidandoci alle braccia del Padre senza rimpianti, come hanno fatto i nostri fratelli credenti di tutte le fedi sin dall'inizio (cf il martirio di S. Policarpo, ma prima di lui di Gesù stesso che non vedeva l'ora di "essere battezzato" con quel battesimo di sangue e definì "satana" il buon Pietro che - appunto tutto preso dall'emotività - cercava di dissuadernelo).
Se non lo facessimo saremmo da compiangere come "vittime" della nostra debolezza e da qualificare come pessimi esempi di sequella delle orme insanguinate di nostro Signore. Sin dall'inizio dell'era cristiana i martiri mancati che rinnegavano la fede sono stati definiti "lapsi" che vuol dire "caduti, vittime, falliti...".
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*(scusate non sto urlando, adopero il maiuscolo per sottolineare dal momento che il mio PC (dopo la "riforma" per cui mi sto facendo "protestante" non accetta più l'uso dei "Codici FFZ").
** Chi lo sa aiuti la mia memoria: non è un motto di S. Domenico Savio, il Santo adolescente, "la morte ma non peccati?". E si deve intendere "qualsiasi peccato".
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est modus in rebus