Sasori scrive:
Si parlava di madonne che piangono, sei stato tu che hai tirato fuori le guarigioni miracolose.
Come ti ho detto, ci sono anche diversi casi che nulla hanno a che fare con guarigioni (come le lacrimazioni della Madonna di Siracusa o il Miracolo Eucaristico di Lanciano) che sono stati ugualmente sottoposti a scrupolosissimi esami scientifici e dichiarati come inspiegabili.
E allora? Significa solo che in base alle attuali conoscenze è inspiegabile, ci sono tante altre cose che sono al momento inspiegabili, ma nessuno scienziato si sognerebbe di chiamarle “miracoli”.
Infatti non spetta agli scienziati stabilire se un accadimento è stato o meno miracoloso, ma alla Chiesa. Agli scienziati spetta solo il compito di indagare un evento e verificare le condizioni in cui questo si è verificato. Agli scienziati spetta il compito di stabilire se un evento, nelle condizioni in cui si è verificato, era prevedibile o meno (vale a dire se si tratta di un evento “normale” o “eccezionale”).
Possiamo dire che, in linea di principio, la scienza non “spiega” nulla, ma ci dice solo se i fenomeni studiati sono riconducibili a delle leggi (vale a dire se, date delle determinate condizioni di partenza, da queste “con regolarità” derivino determinati fenomeni) riconducibili ad un algoritmo matematico che ci metta in grado di produrre previsioni entro un determinato margine di approssimazione. Nel caso dei presunti miracoli, gli scienziati sono chiamati in causa per stabilire se i suddetti siano da considerarsi normali o eccezionali. Da questo punto in poi spetta ai teologi verificare se un fenomeno è da definirsi miracoloso o meno (nella fattispecie, molti eventi ritenuti scientificamente inspiegabili non sono stati poi ritenuti miracolosi dalle commissioni teologiche chiamate a valutarli).
Partendo dal fatto che i “miracoli” riconosciuti ufficialmente dalla Chiesa non credo siano stati tutti sottoposti ad esame scientifico, quello che conta sono solo le guarigioni che la scienza al momento ritiene inspiegabili, le testimonianze non sottoposte a controllo lasciano il tempo che trovano.
TUTTI i miracoli riconosciuti come tali dalla Chiesa sono stati sottoposti a scrupolosissime analisi scientifiche (ovviamente, da quando esiste la scienza sperimentale). Ti consiglio di informarti meglio sull’argomento.
Io non ho detto che la scienza può spiegare tutto, ho detto solo che il fatto che fino ad ora non si sia riusciti a trovare una valida spiegazione non implica che questa spiegazione non la si potrà trovare mai, dunque dal fatto che una guarigione sia al momento inspiegabile non si può concludere che si tratti per forza di un miracolo.
Come dicevo sopra, la scienza, in senso stretto, non “spiega” nulla (ci dice solo come funzionano le cose, ma non perché questo funzionano così o debbano funzionare in qualche modo). Rispetto ai presunti eventi miracolosi questa ci dice solo se i medesimi erano o meno prevedibili rispetto alle loro condizioni iniziali e all’applicazione degli algoritmi matematici noti, spetta poi ai teologi stabilire se questi eventi che la scienza ha stabilito essere eccezionali hanno o meno natura di miracoli.
Dire che un evento oggi ritenuto scientificamente inspiegabile, vale a dire non prevedibile a partire da determinate condizioni iniziali mediante l’applicazione di determinati algoritmi matematici (fermo restando che, nel caso dei miracoli di guarigione, c’è di mezzo la medicina che non è propriamente una scienza esatta), potrebbe essere un giorno spiegabile per via dell’avanzamento delle nostre conoscenze scientifiche è certamente possibile in linea di principio. Ogni evento miracoloso, però, è un unicum e chi volesse dimostrare che un evento in passato ritenuto miracoloso è oggi scientificamente spiegabile andrebbe incontro a difficoltà quasi insormontabili (ad esempio, la necessità di sottoporre il caso ad analisi ulteriori all’epoca dei fatti non eseguite o non eseguibili). Ovviamente, però, non si può negare “a priori” questa possibilità (ad oggi, comunque, non risulta nessun caso in cui l’avanzamento della scienza abbia reso spiegabile un evento ritenuto miracoloso).
Da quanto detto, deduciamo che c’è tutto lo spazio per i negatori della possibilità di un intervento diretto di Dio nel mondo perché questi possano mantenere la propria posizione, così come c’è tutto lo spazio per chi la pensa in modo opposto per mantenere la propria. La miracolosità degli eventi si gioca sul “senso” dei medesimi. Ora, se non si crede che il mondo abbia un senso, allora non c’è spazio in esso per i miracoli (che sono, come dicevo in un mio post precedente, dei “messaggi” di Dio e quindi degli eventi carichi di senso), se invece si crede che il mondo abbia un senso, allora anche gli eventi “eccezionali” devono avere un senso e questo senso è la loro “miracolosità”, la loro natura di “segno”. Per il credente, le leggi della natura sono opera di Dio ed egli può violarle a suo piacimento, per dir così. Per il non credente non c’è in senso stretto un motivo per cui la natura dovrebbe darsi la pena di seguire delle leggi determinate, quindi il fatto che avvengano cose non riducibili ad una qualche legge scientifica non significa nulla e sono i credenti che nel loro voler dare un senso alle cose caricano di senso un evento che senso non ha (non a caso, spesso gli atei oppongono alla “logica” del miracolo la considerazione che se i miracoli esistono questi sono ingiusti, in quanto solo pochissimi ne beneficiano e non sempre si tratta di coloro che più lo avrebbero meritato).
Non “bizzaria”, ma fatto che non si è in grado di spiegare.
Qui “bizzarria” stava proprio ad indicare un evento inspiegabile, che per le scienze sperimentali è sinonimo di imprevedibile, “bizzarro” appunto.
Per chi crede che andando in pellegrinaggio a Lourdes guarirà e magari per questo non si sottopone a cure mediche, la statistica serve eccome.
Una persona che credesse di guarire andando in pellegrinaggio a Lourdes sarebbe una persona con non tutte le rotelle a posto (al limite alla guarigione ci si può “sperare”). I miracoli non si possono pretendere, né prevedere (è proprio per questo che li chiamiamo “miracoli”). Tu hai davvero idee molto strane sull’argomento.
Già dire “oggettivamente molte” è privo di senso, perché il “molte” è soggettivo, potrebbero essere molte per te ma poche per me, mi devi spiegare con cosa le hai confrontate per giudicarle “molte”.
Caro amico, migliaia rispetto a 65 sono molte. Ora, tu avevi asserito che i miracoli di Lourdes sottoposti ad esami scientifici ammontano a SOLO 65 casi, ed io ho replicato che non sono solo i casi di Lorudes ad essere stati indagati da commissioni scientifici, ma che ce ne sono a migliaia. Ora, è vero che “molte” è un pronome indefinito, ma credo che tutti saranno d’accordo nel dire che migliaia rispetto a 65 sono molte (per cui il mio “molte” può tranquillamente essere definito quale “oggettivo”, entro i limiti permessi dal termine in oggetto).
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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)