Re:
Trianello, 02/03/2009 23.51:
Dovresti definire cosa intendi per sacro e cosa per profano.
E quante cose vuoi sapere... mi ci vorrebbe un volume grosso così per "definire" adeguatamente questi opposti termini (che devono sempre essere considerati in senso analogico nei vari contesti culturali).
Petulante eh? Te lo chiedevo solo per meglio intenderci, poichè se ci riferiamo all'ebraico biblico e moderno potrebbero sorgere dell'ambiguità. In ebraico nel linguaggio comune
chol (profano, non religioso, laico) è opposto a
da'at (legge/ religione) tradizionalmente invece
chol è l'opposto di
qodesh. Per evitare allora di richiamarci a definizioni che lasciano il tempo che trovano (per una lettura del rapporto «sacro/profano» nella tradizione ebraica Paolo Sacchi, "Storia del Secondo Tempio, SEI") diciamo che di Shabbat il lavoro è "
proibito". Lavorare di Shabbat è
trasgredire ad un espresso comandamento, per cui a questo modo si "
profana" lo Shabbat. Il testo ebraico tuttavia non parla di "lavoro", ma di melachà (opera)e sono 39 le opere che ci si astiene dal compiere Shabbat (le 39 melachòt). Lo specifico solo perchè si associa abitualmente e
tout a court, il lavoro alla fatica, all'impegno, o anche allo sforzo (intesi come l'opposto di riposo) sebbene, per le regole che disciplinano lo Shabbat non si faccia riferimento a questo criterio.
Per Cavdna
Che valore possa avere lo Shabbat per i tdg non sò, magari un giorno discorrendo con loro potrei chiederlo, ma da quanto mi è parso di comprendere esso costituisce un giorno come un'altro, alla stregua dei cattolici. Tra le confessioni cristiane che invece accolgono il Sabato, vi sono certamente gli avventisti.