“Il Primo e L'ultimo di chi?”
Di tutto e di niente, Dio è l’assoluto. Il primo ad esserci e il fine della storia.
“significa anche questo che c'è un inizio un primo ed una fine, cioè un ultimo. Non è forse Gesù Cristo il Primo e Ultimo, cioè l'Unico salvatore di questa umanità?”
Primo e ultimo equivalgono ad alfa ed omega, che sono per l’appunto la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto greco. Ma chi è che si definisce così?
“Ecco, viene sulle nubi e ognuno lo vedrà;
anche quelli che lo trafissero
e tutte le nazioni della terra si batteranno per lui il
petto. Sì, Amen! Io sono l'Alfa e l'Omega, dice il Signore Dio, Colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente!” (Ap 1,7)
L’alfa e l’omega, il primo e l’ultimo, cioè Cristo, si definisce l’onnipotente. Una riflessione dal sito di Achille: “Altri punti in cui Gesù afferma di essere uguale a Dio, sia pure tramite il suo angelo che "parla" a Giovanni (vedi Riv.1:1), sono Riv. 1:8 e Riv.22:13: in questi punti Gesù dichiara di essere l’alfa e l’omega, il principio (in greco = archè) e la fine il che può essere detto solo di Dio (vedi ISAIA 44:6), ed infatti il Corpo Direttivo si affretta a spiegare nel suo libro-commento a Rivelazione che in questi versetti è Geova che parla e non Gesù. Anche qui se un TdG ragionasse con la propria testa e si accertasse direttamente dalla Bibbia leggendo il contesto, gli risulterebbe evidente che è sempre Gesù che parla e di cui si parla: nel versetto 7 infatti si parla della "venuta" di Gesù, ed al versetto successivo, che completa il discorso è detto: "Io sono l’alfa e l’omega,... colui che viene, l’Onnipotente". Non c’è nessun elemento quindi (e nessun motivo) a sostegno del fatto che qui intervenga Geova a parlare, ma è solo un altro tentativo di arrampicarsi sugli specchi per giustificare un preconcetto dottrinale. In Riv. 1:17 infatti il termine "Primo e Ultimo" si riferisce a Gesù anche per la traduzione del NM così come in IS. 44:6 era riferito a Geova. Ogni persona dotata di un minimo di capacità razionale si rende conto che solo di uno può essere detto che è il primo e l’ultimo.”
“tanto che quando qualcuno vedesse Lui è come se vedesse Dio”
Veramente nel testo di Giovanni non c’è alcun “come se”, c’è scritto: “chi vede me vede il Padre, come puoi dire mostraci il padre?”,
“Ma Gesù Cristo, nella Sua perfezione, sa bene di non essere Dio, perchè si assoggetta a Lui e gli dice: " non come volgio io, ma come voui tu ".”
Oh cielo, c’è da strapparsi i capelli. Per la teologia ortodossa Cristo è sottomesso al Padre fino alla Nuova Gerusalemme in quanto sta svolgendo il mandato di messia che il Padre gli ha affidato quindi non stai dicendo nulla contro la teologia cristiana. Sottomissione non vuol dire inferiorità, anche una segretaria è sottomessa al suo capoufficio, prende ordini da lui, ma questo non vuol dire che gli sia ontologicamente inferiore quanto alla natura, non è cioè meno umana di lui.
Inoltre ricordo la dottrina delle due volontà di Cristo e dell’unione ipostatica delle due nature.
“Ed ancora Gesù Cristo sa anche bene di non essere lo Spirito Santo.”
E perché dovrebbe essere lo Spirito Santo? Dire che una persona della trinità è una delle altre, negare cioè la distinzione tra le tre persone (che sono per l’appunto distinte ma non separate), è una grave eresia chiamata sabellianesimo. Mi sembri quei TdG che, non sapendo nulla della dottrina trinitaria, domandano ai cattolici come sia possibile che Gesù sulla croce preghi il Padre se lui stesso era il padre. Orbene, siccome i cattolici non hanno mai sostenuto che gesù sia il Padre o bestemmie simili, temo che tu debba informarti su cosa insegna la dottrina trinitaria prima di criticarla. Una breve sintesi dal catechismo:
253 La Trinità è Una. Noi non confessiamo tre dèi, ma un Dio solo in tre Persone: « la Trinità consostanziale ». (307) Le Persone divine non si dividono l'unica divinità, ma ciascuna di esse è Dio tutto intero: « Il Padre è tutto ciò che è il Figlio, il Figlio tutto ciò che è il Padre, lo Spirito Santo tutto ciò che è il Padre e il Figlio, cioè un unico Dio quanto alla natura ». (308) « Ognuna delle tre Persone è quella realtà, cioè la sostanza, l'essenza o la natura divina ». (309)
254 Le Persone divine sono realmente distinte tra loro. « Dio è unico ma non solitario ». (310) «Padre», «Figlio» e «Spirito Santo» non sono semplicemente nomi che indicano modalità dell'Essere divino; essi infatti sono realmente distinti tra loro: « Il Figlio non è il Padre, il Padre non è il Figlio, e lo Spirito Santo non è il Padre o il Figlio ».(311) Sono distinti tra loro per le loro relazioni di origine: « È il Padre che genera, il Figlio che è generato, lo Spirito Santo che procede ». (312) L'Unità divina è Trina.
255 Le Persone divine sono relative le une alle altre. La distinzione reale delle Persone divine tra loro, poiché non divide l'unità divina, risiede esclusivamente nelle relazioni che le mettono in riferimento le une alle altre: « Nei nomi relativi delle Persone, il Padre è riferito al Figlio, il Figlio al Padre, lo Spirito Santo all'uno e all'altro; quando si parla di queste tre Persone considerandone le relazioni, si crede tuttavia in una sola natura o sostanza ». (313) Infatti « tutto è una cosa sola in loro, dove non si opponga la relazione ». (314) « Per questa unità il Padre è tutto nel Figlio, tutto nello Spirito Santo; il Figlio tutto nel Padre, tutto nello Spirito Santo; lo Spirito Santo è tutto nel Padre, tutto nel Figlio ». (315)
256 Ai catecumeni di Costantinopoli san Gregorio Nazianzeno, detto anche « il Teologo », consegna questa sintesi della fede trinitaria:
« Innanzi tutto, conservatemi questo prezioso deposito, per il quale io vivo e combatto, con il quale voglio morire, che mi rende capace di sopportare ogni male e di disprezzare tutti i piaceri: intendo dire la professione di fede nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo. Io oggi ve la affido. Con essa fra poco vi immergerò nell'acqua e da essa vi trarrò. Ve la dono, questa professione, come compagna e patrona di tutta la vostra vita. Vi do una sola divinità e potenza, che è Uno in Tre, e contiene i Tre in modo distinto. Divinità senza differenza di sostanza o di natura, senza grado superiore che eleva, o inferiore che abbassa [...]. Di tre infiniti è l'infinita connaturalità. Ciascuno considerato in sé è Dio tutto intiero [...]. Dio le tre Persone considerate insieme [...]. Ho appena incominciato a pensare all'Unità ed eccomi immerso nello splendore della Trinità. Ho ppena incominciato a pensare alla Trinità ed ecco che l'Unità mi sazia... ». (316)
(307) Concilio di Costantinopoli II (anno 553), Anathematismi de tribus Capitulis, 1: DS 421.
(308) Concilio di Toledo XI (anno 675), Symbolum: DS 530.
(309) Concilio Lateranense IV (anno 1215), Cap. 2, De errore abbatis Ioachim: DS 804.
(310) Fides Damasi: DS 71.
(311) Concilio di Toledo XI (anno 675), Symbolum: DS 530.
(312) Concilio Lateranense IV (anno 1215), Cap. 2, De errore abbatis Ioachim: DS 804.
(313) Concilio di Toledo XI (anno 675), Symbolum: DS 528.
(314) Concilio di Firenze, Decretum pro Iacobitis (anno 1442): DS 1330.
(315) Concilio di Firenze, Decretum pro Iacobitis (1442): DS 1331.
(316) San Gregorio Nazianzeno, Oratio, 40, 41: SC 358, 292-294 (PG 36, 417).