SBALORDITIVO, STUPEFACENTE!!!!!
Invio una replica a TRIANELLO e mi risponde…POLYMETIS! Che mi sia imbattuto in un caso di sdoppiamento della personalità? O, forse, il secondo è l’alter ego del primo (o viceversa); una moderna riedizione del classico Dr. Jekyll e Mr. Hyde?
So perfettamente che in un forum tutti sono liberi di intervenire su tutto ciò che viene scritto, ma penso che un’ombra di cortesia anche in rete non faccia male (che volete, ho un debole per la forma). Così, mi aspetterei - come accade ormai sempre più raramente nella realtà - che il forista di turno esordisse con una premessa tipo: “
Scusate se mi intrometto, ma...” o “
Non ho potuto fare a meno di leggere questo intervento e ho sentito un’irrefrenabile impulso di rispondere “ o qualcosa di simile...
Comunque, dovendo rispondere anche a POLYMETIS, colgo al volo questa opportunità!
Ora, ti sfido a colpire la guancia destra di qualcuno... Come fai?
Posta così la questione, dovrei finirla qui ancor prima di incominciare perché mi toccherebbe rispondere con le stesse parole di POLYMETIS:
Gesù qui sta semplicemente dicendo: non accettate le sfide.
Per cui, la sfida non è raccolta!!!!!
Ad ogni modo, per amore della discussione, proseguirò nella mia riflessione...
Se sei destrimano e dai uno schiaffo, colpirai la guancia sinistra, non la destra. Per colpire la guancia destra devi fare un mano rovescio, gesto che si usa per sfidare una persona,
Hai scritto bene: “
SE” e avresti perso una eventuale scommessa! Perché si dà il caso che io sono...mancino e se dovessi colpire la guancia destra di qualcuno, posso garantirti che questi avrebbe stampato sulla pelle in modo netto e chiaro l’impronta del palmo della mia mano sinistra corredata di tutte le falangi, falangine e falangette!!!
Riconosco che la mia frase non fosse molto chiara (sarà perché erano circa le tre del mattino quando l’ho formulata?); la riporto per comodità:
"Com’è comprensibile, si tratta di una straordinaria ed eccezionale “increspatura” di un lineare insegnamento scandito dalla non-violenza, obiettivo da perseguire non solo in conformità del precetto di porgere (passivamente?) l’altra guancia, considerato da molti come atteggiamento cieco e remissivo (che può benissimo essere un metodo efficace che riscuote fattivi risultati in determinati momenti storici)"
Gesù ci dice, inequivocabilmente, di non rispondere alla violenza con la violenza e uno schiaffo (dato col palmo o col dorso di una mano) è un atto violento ancor prima che di sfida; con esso si esprime disprezzo verso colui a cui è dato e chiaro segno di sopraffazione, di intimidazione, di intolleranza e di assoggettamento; spesso vi si ricorre quando si è carenti di validi argomenti con cui controbattere. Per molti, “
porgere l’altra guancia” è sinonimo di passività, di remissione, di cieco martirio privo di scopo. Eppure, quando Gesù fu percosso sulla guancia da un soldato del Sinedrio durante la sua Passione (poco importa se fu usato il palmo o il dorso della mano), egli chiese ragione di tale azione al fine di suscitare nel milite una crisi che, ponendolo di fronte alle sue responsabilità, lo inducesse a riflettere sull’atto appena compiuto al fine di fargli valutare la giustezza, la convenienza e l’opportunità del gesto. Questa si chiama
“non-violenza attiva”, pratica che condivido pienamente!
Il tuo messaggio andava bene fino a questa frase, dove è tutto crollato nuovamente nel tuo irenismo integralista.
Noto che "l’ingegnere edile", esperto nelle costruzioni logico-sintattiche, non ha perso la discutibile abitudine di appiccicare a destra e a manca etichette di merito quale personale metodo di classificazione dei propri interlocutori. Irenismo integralista, confesso che questa proprio mi mancava; come diceva la buonanima di Massimo Troisi in un suo famoso film:
"Mò me lo segno", così se mi capiterà di incontrare qualcun altro che avrà la pretesa di dirmi chi sono potrò aggiungerci questo “
cameo” che sembra anche mettere in uno stato di soggezione chi lo sente:
“
...E se non le basta, le dico pure che sarei affetto da un irenismo integralista!” Notevole!
Ma su quale punto sarebbe crollato il mio messaggio?
A mio modesto parere, il compimento di un atto violento nei termini su descritti può rappresentare per un cristiano un atto necessario nella sua eccezionalità, ma per nulla giusto o giustificabile!!! (FREDDIE)
Sembravi infatti ammettere che sebbene la violenza non sia certo la cosa migliore, tuttavia può essere necessaria. Poi invece hai introdotto la distinzione che, seppure è necessaria, non per questo è giustificabile. Ma che cosa vorrebbe mai dire? E' chiaro o no che in certi casi non ricorrere alla violenza sarebbe un male peggiore, perché farebbe danni ad altri? La giustificazione si ha proprio quando è la ragione a dettarci qualcosa. (POLYMETIS).
POLYMETIS coglie solo l’ultima aggettivazione della mia conclusione e la contesta con ragione. Ammetto di convenire con l’affermazione che la violenza è anche giustificabile se messa in relazione con lo stato di assoluta necessità che l’ha generata rendendola un’azione estremamente eccezionale. La sua replica, pertanto, afferma e conferma la giustificabilità della violenza, ma non la sua “
giustezza”. Quindi, anche cancellando quel “
giustificabile”, la mia affermazione, a mio parere, non crolla perché un atto violento, per quanto possa essere considerato necessario, eccezionale e giustificabile non è MAI
giusto!
Qui stiamo facendo, viste le premesse, della storia ipotetica. La frase di Trianello era del tipo “se ci fosse stata una causa valida, allora”. Il fatto che queste cause non ci siano mai state, e dunque Francesco dopo la sua conversione non abbia mai preso in mano le armi, non confuta di una virgola il discorso di Trianello, il quale dice semplicemente che, se ci fosse stato bisogno, allora San Francesco non era contro la violenza tout court.
Ma anche TRIANELLO stava facendo, viste le premesse, della storia ipotetica; lo conferma quel “
se”. Non essendosi verificata la condizione che indica POLYMETIS, se da un lato i fatti non confutano le tesi di TRIANELLO, è pur vero che neanche le avvalorano. Le considerazioni di TRIANELLO, nel caso specifico, non sono più valide delle mie! Non si sono verificati quei fatti storici che avrebbero potuto confutare l’una o l’altra tesi. Punto!
Per avvalorare l’affermazione di Trainello non è di alcun rilievo che Francesco non abbia mai compiuto azioni del genere, infatti egli non ha sostenuto che San Francesco abbia preso in mano le armi bensì che non condannava tout court chi le prendeva in mano, ergo il pensiero del Santo, chiaramente espresso al Sultano, è già una confutazione del San Francesco pacifista ad ogni costo. E’ un errore: Francesco
partecipò alle crociate e ne approvava gli scopi.
Non posso rispondere ad ogni singolo punto, così come è nell’ordine, ma risponderò in maniera da comprendere, se possibile, ogni affermazione compresa nel brano evidenziato. Parto dall’ultima affermazione: Francesco partecipò alle crociate e ne approvava gli scopi.
Per prima cosa, occorre capire cos’è una crociata per l’uomo del XIII secolo. La crociata non è una “g
uerra santa” (per quanto molti la intendono in questo modo), essa è un “
pellegrinaggio armato” scopo del quale era la conquista, la difesa o – dopo il 1187 – la riconquista dei Luoghi Santi. Proprio ai primi del Duecento stava nascendo attorno alla crociata tutta una scienza giuridica che l’avrebbe trasformata in una macchia di formidabile pressione politica e fiscale tale da impedire ogni opposizione basata su un concetto pacifico di missione. E questo è il primo motivo per cui Francesco non si oppose (o non poté opporsi) alla crociata. Altro motivo per cui Francesco, senza alcun dubbio uomo di pace, non avrebbe potuto contestare la crociata era di natura disciplinare. La crociata bandita nel 1213,,e combattuta con alterne vicende, era figlia diretta e primogenita della Chiesa; a differenza delle spedizioni del secolo precedente, era stata in quel caso la Chiesa di Roma, e in primissima persona papa Innocenzo III, a volerla con tutte le forze e ad imporla come sforzo corale dell’intera cristianità raccolta intorno alla cattedra di Pietro. Già c’era, e non da pochi anni, chi predicava contro la crociata: ed erano innanzitutto gli eretici. Francesco non poteva non distinguersi da loro se non attraverso un solo ma inequivocabile tipo di scelta: la disciplina nei confronti della Chiesa, l’obbedienza. Non c’è da stupirsi se Francesco non ha mai detto una parola contro la crociata. Il farlo sarebbe stato equivalente a una contraddizione rispetto all’intero suo messaggio. E, poi, il tacere per obbedienza non equivale affatto all’approvare. Spesso, chi tace non acconsente affatto: tace e basta!!!!!! Francesco sapeva che la crociata offriva una condizione ideale per mettere alla prova i Minori nei confronti dei crociati, il cui accampamento era la negazione di quel che avrebbe dovuto essere, e nei confronti dei fedeli dell’Islam, in primis del Sultano. Francesco vedeva nella crociata l’occasione del martirio; e nel martirio la forma più alta e più pura della testimonianza cristiana. A conferma di ciò è la Regola del 1221 (che non riporto, ma che può essere oggetto di lettura da chi vi è interessato a conoscerne il contenuto).
Eppoi, siamo certi che i fatti siano andati come li descrive frate Illuminato? No, perché le testimonianze al riguardo sono, tutto sommato, scarse; nessuna è propriamente certa. Le vicende dell’incontro tra Francesco e il Sultano sono state narrate in modo diverso da fonti crociate e fonti francescane, tra queste vi è la versione di Giacomo da Vitry, vescovo d’Acri; a questa si aggiunge quella del cronista Ernoul che continua la testimonianza di Guglielmo di Tiro, testimone oculare della missione di “
due chierici” presso il Sultano. Tommaso da Celano offre un’altra versione dell’evento. Giordano da Giano dà altri particolari dell’evento. Su questo episodio, il più diffuso dei cronisti francescani è Bonaventura che accenna addirittura ad una sorta di conversione da parte del Sultano. Tante versioni e nessuna propriamente certa, nemmeno quella di frate Illuminato. Il fatto di essere presente al faccia-a-faccia tra Francesco ed il Sultano non è garanzia (specie per quei tempi) di veridicità!
Per quanto riguarda l’osservazione che il cantico: “
Signore fa di me una strumento della tua pace...” sia l’opera di uno scritto apocrifo, inventato nel 1912 l’obiezione più spontanea che mi viene è:
“
E con questo?”
Anche se (e sottolineo: “
SE”) le parole del brano non sono riconducibili al Santo, in esse vi è certamente lo spirito di Francesco. L’anonimo autore avrà certamente interpretato quello spirito presente in tutta la vita di Francesco né più né meno come hanno fatto gli autori dei Vangeli apocrifi (i cui racconti sono in parte accettati, o quantomeno non confutati, dalla Tradizione della Chiesa) o gli autori degli stessi Vangeli Canonici nei riguardi di Gesù! Inoltre, ogni volta che leggo quelle parole, sia in testi cattolici che in quelli “laici”, la paternità è sempre attribuita a Francesco. Strano che la Chiesa Cattolica lasci credere questo ai lettori, se non fosse ragionevolmente certa che ricalchi lo spirito di Francesco (e non sia contro la dottrina della stessa Chiesa)!!!!!
Mi fermo qui perchè penso di correre il rischio di stendere il solito "lenzuolo"...
Un fraterno saluto.
Freddie
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Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto. Il tuo volto, Signore, io cerco.