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Nel tritacarne del sorvegliante: illeso

Ultimo Aggiornamento: 03/06/2009 19:49
01/06/2009 17:54
 
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"Convocato" dal sorvegliante di circoscrizione ho deciso di rispondere alla chiamata.

Persona gradevole, umanamente parlando. Un tu per tu di oltre un'ora. All'inizio ha lasciato che mi lasciassi andare alle mie invettive anti-religiose, dove molto sinceramente ho espresso le mie perplessità sul concetto di "fede", ovunque inteso come cosa positiva ma che a me non piace per nulla. Ho parlato anche del mio disagio lungo anni e anni, da quando ero piccolo, vissuto all'interno della congregazione: una marea di divieti, di forzature, di conflitti con me stesso e gli altri.

Credevo di aver ben espresso la mia critica, che va al di là del credo dei Testimoni; è una critica ben più ampia e profonda sulla spiritualità, sull'esistenza di Dio, sui valori che animano la nostra società - se davvero la religione è utile.

La reazione è stata inaspettata per un verso, scontata per l'altro. "Hai qualche peccato nascosto, qualche cosa di cui la tua coscienza deve liberarsi e che non ti permette di riavvicinarti a Dio?".

Considerato che mi sto chiedendo se Dio esiste o meno, e considerato che adesso il concetto di peccato che posseggo è decisamente diverso da quello insegnato dai Testimoni, la cosa mi ha stupito.
Io non credo nell'esistenza delle automobili e te mi vieni a dire che forse la macchina non va perché manca la benzina?

Poi, riflettendo, ho capito. Il suo dubbio, quello che voleva inculcarmi, ha una funzione ben precisa: spostare l'attenzione su di me. Il problema, i problemi, non sono quelli di cui ho parlato io. Il problema è la mia coscienza e i miei peccati. Non credo più non perché ho aperto gli occhi, ma perché Dio non mi concede il suo spirito.
Il suo dubbio è l'unica strategia possibile per farmi tornare all'ovile.

"Dammi retta, liberati la coscienza. Ti sentirai meglio. Parla con un tuo anziano, quel che sarà sarà", ci siamo congedati così.

Non lo farò. Non ho bisogno di confessori. Non ho giudici terreni né coscienza sporca, non ho "relazioni con Geova" da salvaguardare. Però so cosa farò la prossima volta: non risponderò a nessuna chiamata.
01/06/2009 18:30
 
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Re:
elghorn84, 01/06/2009 17.54:

"Convocato" dal sorvegliante di circoscrizione ho deciso di rispondere alla chiamata.

Persona gradevole, umanamente parlando. Un tu per tu di oltre un'ora. All'inizio ha lasciato che mi lasciassi andare alle mie invettive anti-religiose, dove molto sinceramente ho espresso le mie perplessità sul concetto di "fede", ovunque inteso come cosa positiva ma che a me non piace per nulla. Ho parlato anche del mio disagio lungo anni e anni, da quando ero piccolo, vissuto all'interno della congregazione: una marea di divieti, di forzature, di conflitti con me stesso e gli altri.

Credevo di aver ben espresso la mia critica, che va al di là del credo dei Testimoni; è una critica ben più ampia e profonda sulla spiritualità, sull'esistenza di Dio, sui valori che animano la nostra società - se davvero la religione è utile.

La reazione è stata inaspettata per un verso, scontata per l'altro. "Hai qualche peccato nascosto, qualche cosa di cui la tua coscienza deve liberarsi e che non ti permette di riavvicinarti a Dio?".

Considerato che mi sto chiedendo se Dio esiste o meno, e considerato che adesso il concetto di peccato che posseggo è decisamente diverso da quello insegnato dai Testimoni, la cosa mi ha stupito.
Io non credo nell'esistenza delle automobili e te mi vieni a dire che forse la macchina non va perché manca la benzina?

Poi, riflettendo, ho capito. Il suo dubbio, quello che voleva inculcarmi, ha una funzione ben precisa: spostare l'attenzione su di me. Il problema, i problemi, non sono quelli di cui ho parlato io. Il problema è la mia coscienza e i miei peccati. Non credo più non perché ho aperto gli occhi, ma perché Dio non mi concede il suo spirito.
Il suo dubbio è l'unica strategia possibile per farmi tornare all'ovile.

"Dammi retta, liberati la coscienza. Ti sentirai meglio. Parla con un tuo anziano, quel che sarà sarà", ci siamo congedati così.

Non lo farò. Non ho bisogno di confessori. Non ho giudici terreni né coscienza sporca, non ho "relazioni con Geova" da salvaguardare. Però so cosa farò la prossima volta: non risponderò a nessuna chiamata.




E cosa ti saresti aspettato? Che cominciasse a fare autocritica? Che ti dicesse che il tuo modo di vedere le cose fosse plausibile?
Il suo scopo è chiaro: Farti tornare all'ovile, non sia mai che un dubbio lo assalisse che sei matto...


Io e Elghorn ci siamo incontrati qualche giorno fa, sono stato benissimo in sua compagnia ha una profondità che raramente ho visto in ragazzi della sua età.
Nei suoi occhi brillava una sincerità ed una sensibilità disarmante.
Spero che chi ti circonda non riesca a spegnere mai queste tue qualità, sarebbe un vero peccato!

Ti voglio bene
Mario
01/06/2009 18:35
 
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"Clichè Teocratico" come amo chiamarlo adesso . . .

Parliamo - hai qualcosa di cui liberarti? - Geova non ti benedice se - Dopo ti sentirai meglio - bla bla bla . . .


Elghorn, ci illudiamo ogni volta che qualcosa sia cambiato davvero. Ci illudiamo che loro abbiano capito, finalmente.

Speriamo dentr, in fondo al nostro cuore che gli altri comprendano che le nostre ragioni sono di ordine superiore. Che trascendono la pochezza dei diverbi e delle malefatte.

Tuttavia un muro di gomma ci spinge all'indietro, ogni volta. Non vale la pena combatterli questi mulini a vento . . .








01/06/2009 18:48
 
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elghorn84, 01/06/2009 17.54:

"Convocato" dal sorvegliante di circoscrizione ho deciso di rispondere alla chiamata.

Persona gradevole, umanamente parlando. Un tu per tu di oltre un'ora. All'inizio ha lasciato che mi lasciassi andare alle mie invettive anti-religiose, dove molto sinceramente ho espresso le mie perplessità sul concetto di "fede", ovunque inteso come cosa positiva ma che a me non piace per nulla. Ho parlato anche del mio disagio lungo anni e anni, da quando ero piccolo, vissuto all'interno della congregazione: una marea di divieti, di forzature, di conflitti con me stesso e gli altri.

Credevo di aver ben espresso la mia critica, che va al di là del credo dei Testimoni; è una critica ben più ampia e profonda sulla spiritualità, sull'esistenza di Dio, sui valori che animano la nostra società - se davvero la religione è utile.

La reazione è stata inaspettata per un verso, scontata per l'altro. "Hai qualche peccato nascosto, qualche cosa di cui la tua coscienza deve liberarsi e che non ti permette di riavvicinarti a Dio?".

Considerato che mi sto chiedendo se Dio esiste o meno, e considerato che adesso il concetto di peccato che posseggo è decisamente diverso da quello insegnato dai Testimoni, la cosa mi ha stupito.
Io non credo nell'esistenza delle automobili e te mi vieni a dire che forse la macchina non va perché manca la benzina?

Poi, riflettendo, ho capito. Il suo dubbio, quello che voleva inculcarmi, ha una funzione ben precisa: spostare l'attenzione su di me. Il problema, i problemi, non sono quelli di cui ho parlato io. Il problema è la mia coscienza e i miei peccati. Non credo più non perché ho aperto gli occhi, ma perché Dio non mi concede il suo spirito.
Il suo dubbio è l'unica strategia possibile per farmi tornare all'ovile.

"Dammi retta, liberati la coscienza. Ti sentirai meglio. Parla con un tuo anziano, quel che sarà sarà", ci siamo congedati così.

Non lo farò. Non ho bisogno di confessori. Non ho giudici terreni né coscienza sporca, non ho "relazioni con Geova" da salvaguardare. Però so cosa farò la prossima volta: non risponderò a nessuna chiamata.





Ciao caro Elghorn,
dalla tua conclusione comprendo comunque che l'incontro ti è stato di una qualche utilità dandoti una non necessaria ma positiva conferma che, aldila di quanto essi pensano, Tu stai bene, con te stesso soprattutto.

Di per sè, il solo fatto che il sorvegliante abbia insinuato, seppur in modo velato, che tu possieda "problemi spirituali o di coscienza" è immorale.

Che il loro sia il "giusto ovile" è ancora da confermare e che possiedano in esclusiva lo Spirito di Dio, anche.

Se hai o meno una relazione con Dio è affar tuo e di nessun altro e se qualcuno deve raccogliere la confessione dei peccati, quello è sempre e solo Dio, e nessun'altro, semprechè, comunque, Tu creda nell'esistenza di una Entità invisibile Superiore.

Ma che Tu creda o no in un Dio, è solo con te stesso che devi fare i conti e solo nei confronti di colui che si riflette al mattino, quando ti fai la barba, che hai l'obbligo di dare risposte e spiegazioni.

Con simpatia

01/06/2009 18:55
 
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La reazione è stata inaspettata per un verso, scontata per l'altro. "Hai qualche peccato nascosto, qualche cosa di cui la tua coscienza deve liberarsi e che non ti permette di riavvicinarti a Dio?".

Forse era un esorcista.
01/06/2009 19:31
 
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Re: Re:
(Mario70), 01/06/2009 18.30:

Io e Elghorn ci siamo incontrati qualche giorno fa, sono stato benissimo in sua compagnia ha una profondità che raramente ho visto in ragazzi della sua età.
Nei suoi occhi brillava una sincerità ed una sensibilità disarmante.




Ricambio di cuore le parole d'affetto, non per educazione ma per convinzione.
Troppo buono.
Ti abbraccio, ci si vede presto
01/06/2009 19:40
 
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Re:
[QUOTE:94376727=elghorn84, 01/06/2009 17.54
"Hai qualche peccato nascosto, qualche cosa di cui la tua coscienza deve liberarsi e che non ti permette di riavvicinarti a Dio?".


"Dammi retta, liberati la coscienza. Ti sentirai meglio. Parla con un tuo anziano, quel che sarà sarà"




Queste frasi ti hanno recato sconcerto perchè hai capito che quel signore non aveva ascoltato nulla del tuo sfogo.
Avresti anche potuto raccontargli che era stata, che sò, una farfalla a suggerirti in sogno, che uscendo da qualsiasi tipo di religione, ti saresti presto comperato una ferrari.
L'effetto sarebbe stato identico, come le sue risposte.
Gabriella
01/06/2009 20:40
 
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Re:
elghorn84, 01/06/2009 17.54:

"Convocato" dal sorvegliante di circoscrizione ho deciso di rispondere alla chiamata.

Persona gradevole, umanamente parlando. Un tu per tu di oltre un'ora. All'inizio ha lasciato che mi lasciassi andare alle mie invettive anti-religiose, dove molto sinceramente ho espresso le mie perplessità sul concetto di "fede", ovunque inteso come cosa positiva ma che a me non piace per nulla. Ho parlato anche del mio disagio lungo anni e anni, da quando ero piccolo, vissuto all'interno della congregazione: una marea di divieti, di forzature, di conflitti con me stesso e gli altri.

Credevo di aver ben espresso la mia critica, che va al di là del credo dei Testimoni; è una critica ben più ampia e profonda sulla spiritualità, sull'esistenza di Dio, sui valori che animano la nostra società - se davvero la religione è utile.

La reazione è stata inaspettata per un verso, scontata per l'altro. "Hai qualche peccato nascosto, qualche cosa di cui la tua coscienza deve liberarsi e che non ti permette di riavvicinarti a Dio?".

Considerato che mi sto chiedendo se Dio esiste o meno, e considerato che adesso il concetto di peccato che posseggo è decisamente diverso da quello insegnato dai Testimoni, la cosa mi ha stupito.
Io non credo nell'esistenza delle automobili e te mi vieni a dire che forse la macchina non va perché manca la benzina?

Poi, riflettendo, ho capito. Il suo dubbio, quello che voleva inculcarmi, ha una funzione ben precisa: spostare l'attenzione su di me. Il problema, i problemi, non sono quelli di cui ho parlato io. Il problema è la mia coscienza e i miei peccati. Non credo più non perché ho aperto gli occhi, ma perché Dio non mi concede il suo spirito.
Il suo dubbio è l'unica strategia possibile per farmi tornare all'ovile.

"Dammi retta, liberati la coscienza. Ti sentirai meglio. Parla con un tuo anziano, quel che sarà sarà", ci siamo congedati così.

Non lo farò. Non ho bisogno di confessori. Non ho giudici terreni né coscienza sporca, non ho "relazioni con Geova" da salvaguardare. Però so cosa farò la prossima volta: non risponderò a nessuna chiamata.




Ha ragione Mario, dimostri una maturità ben rara in persone di 25 anni. Secondo te, quel sorvergliante ci è o ci fa? Voglio dire, credeva in quello che ti diceva o si atteneva al ruolo peché pensava di non potersi permettere di andare oltre?


Un saluto a tutti, TDG e non.
01/06/2009 20:54
 
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Grazie caro Edinz.

No io credo che semplicemente lui effettivamente la pensi in quel modo. E' convinto di aver fatto l'analisi giusta: "Questo non crede più per auto-assolversi".
E poi, comunque, anche loro, a loro volta, vengono indottrinati a trovare rapide soluzioni a problemi ben più radicati.

A un certo punto mi ha chiesto: "Dimmi, sinceramente, ma adesso sei felice?". Ho risposto: "No, e probabilmente non lo sarò mai. Ma rispetto a prima sto molto meglio".

[SM=x570892]

01/06/2009 21:57
 
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elghorn84, 01/06/2009 20.54:

Grazie caro Edinz.

No io credo che semplicemente lui effettivamente la pensi in quel modo. E' convinto di aver fatto l'analisi giusta: "Questo non crede più per auto-assolversi".
E poi, comunque, anche loro, a loro volta, vengono indottrinati a trovare rapide soluzioni a problemi ben più radicati.

A un certo punto mi ha chiesto: "Dimmi, sinceramente, ma adesso sei felice?". Ho risposto: "No, e probabilmente non lo sarò mai. Ma rispetto a prima sto molto meglio".

[SM=x570892]





Comunque il sorvegliante ha fatto esattamente ciò che doveva fare: domande retoriche perchè elghorn esprimesse quelle risposte di routine che confermassero o smentissero i dubbi. Non c'era veramente l'intenzione di "ascoltare", solo di sentire superficialmente risposte meccaniche.

Non era in suo potere e nemmeno rientrava negli schemi un discorso "cuore a cuore", tant'è vero che la "patata" doveva essere gestita dagli anziani locali.

01/06/2009 23:50
 
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E’ proprio sconfortante dover troppo spesso rendersi conto di quale pasta sono fatti molti sorveglianti di circoscrizione, proprio coloro che dovrebbero aver cura dei “fratelli”.
Umanità, interesse per i sentimenti dei propri simili, di cui danno prova, soprattutto nei momenti più delicati della vita dei loro fratelli TDG, è pari a “ zero” .

Spesso parlando con loro, sperando in una mediazione per i nostri affanni di coniugi divisi dalle dottrine geoviste, , mi sono trovata davanti a MURI DI GOMMA, persone
aride, preoccupate solo degli interessi di congregazione e non certo del destino dell’individuo.

Sono abbastanza rari quelli che lasciano parlare il cuore, e quasi sempre si ritrovano in controtendenza con gli affari di congregazione e della W.T. magari prima o poi sono proprio quelli che pagano questa dimostrazione di umanità.


02/06/2009 00:00
 
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Re:
Daniela47, 01/06/2009 23.50:



E’ proprio sconfortante dover troppo spesso rendersi conto di quale pasta sono fatti molti sorveglianti di circoscrizione, proprio coloro che dovrebbero aver cura dei “fratelli”.
Umanità, interesse per i sentimenti dei propri simili, di cui danno prova, soprattutto nei momenti più delicati della vita dei loro fratelli TDG, è pari a “ zero” .

Spesso parlando con loro, sperando in una mediazione per i nostri affanni di coniugi divisi dalle dottrine geoviste, , mi sono trovata davanti a MURI DI GOMMA, persone
aride, preoccupate solo degli interessi di congregazione e non certo del destino dell’individuo.

Sono abbastanza rari quelli che lasciano parlare il cuore, e quasi sempre si ritrovano in controtendenza con gli affari di congregazione e della W.T. magari prima o poi sono proprio quelli che pagano questa dimostrazione di umanità.




...il tutto, con buona pace del pastore che lasciava tutte le altre pecorelle per cercare quell'unica che si era smarrita...
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Signore, Ti ringrazio di essere Ateo!
02/06/2009 11:31
 
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Vorrei solo aggungere a tutto quel che è stato detto che non hanno alcuna preparazione per gestire casi di questo genere. Non sono assolutamente in grado di entrare in sintonia con la mente di un'altra persona e di aiutarla. Non seguono alcun corso e spesso arrecano più danni che benefici.

Senza voler offendere coloro che non hanno studiato (tra l'altro tra questi ci sono anch'io che sono una semplice ragioniera), ma certi tipi di interventi sulle persone vanno fatti da persone competenti.
Non perchè uno si legge la TG e la SV da 30 anni (che tra l'altro letta una-lette tutte) è in grado di intervenire sulla fede o sulla mancanza di fede di un altro, o sui suoi comportamenti, i suoi dubbi...

Tra l'altro persone col paraocchi per cui tutto è riconducibile a: "studi? preghi? hai commesso peccati? hai oggetti di provenienza satanica?" e punto!!!!! A loro è stato insegnato che ogni problema deriva da una di queste quattro cause, quindi come possono argomentare seriamente uscendo dagli schemi?????????

Antonella

"Ognuno sta solo sul cuor della terra, trafitto da un raggio di sole. Ed è subito sera."
(S. Quasimodo)
02/06/2009 11:56
 
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Premesso il fatto che siamo più o meno coetanei, nel mio caso gli anziani rispettarono un copione simile al tuo. Quando mi incontrai con due di loro per esporre i miei dubbi sulle basi dottrinali e organizzative, la prima domanda che mi fecero serviva a "invogliarmi" a raccontare i miei eventuali peccati nascosti, come se il problema fosse in qualche peccato che mi impediva di credere nella loro spazzatura religiosa.

Da lì a poco consegnai la lettera.
02/06/2009 13:54
 
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Re:
elghorn84, 01/06/2009 17.54:

"Convocato" dal sorvegliante di circoscrizione ho deciso di rispondere alla chiamata.

Persona gradevole, umanamente parlando. Un tu per tu di oltre un'ora. All'inizio ha lasciato che mi lasciassi andare alle mie invettive anti-religiose, dove molto sinceramente ho espresso le mie perplessità sul concetto di "fede", ovunque inteso come cosa positiva ma che a me non piace per nulla. Ho parlato anche del mio disagio lungo anni e anni, da quando ero piccolo, vissuto all'interno della congregazione: una marea di divieti, di forzature, di conflitti con me stesso e gli altri.

Credevo di aver ben espresso la mia critica, che va al di là del credo dei Testimoni; è una critica ben più ampia e profonda sulla spiritualità, sull'esistenza di Dio, sui valori che animano la nostra società - se davvero la religione è utile.

La reazione è stata inaspettata per un verso, scontata per l'altro. "Hai qualche peccato nascosto, qualche cosa di cui la tua coscienza deve liberarsi e che non ti permette di riavvicinarti a Dio?".

Considerato che mi sto chiedendo se Dio esiste o meno, e considerato che adesso il concetto di peccato che posseggo è decisamente diverso da quello insegnato dai Testimoni, la cosa mi ha stupito.
Io non credo nell'esistenza delle automobili e te mi vieni a dire che forse la macchina non va perché manca la benzina?

Poi, riflettendo, ho capito. Il suo dubbio, quello che voleva inculcarmi, ha una funzione ben precisa: spostare l'attenzione su di me. Il problema, i problemi, non sono quelli di cui ho parlato io. Il problema è la mia coscienza e i miei peccati. Non credo più non perché ho aperto gli occhi, ma perché Dio non mi concede il suo spirito.
Il suo dubbio è l'unica strategia possibile per farmi tornare all'ovile.

"Dammi retta, liberati la coscienza. Ti sentirai meglio. Parla con un tuo anziano, quel che sarà sarà", ci siamo congedati così.

Non lo farò. Non ho bisogno di confessori. Non ho giudici terreni né coscienza sporca, non ho "relazioni con Geova" da salvaguardare. Però so cosa farò la prossima volta: non risponderò a nessuna chiamata.




[SM=g1537334] ..

Caro vai avanti per la tua vita..come dice Mario non lasciare che tutto questo ti cambi...ormai lo sappiamo com'e' DI COSA CI STUPIAMO?


Eva [SM=g1660613]
Contatto Skype: candye11
02/06/2009 14:45
 
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Re:
Daniela47, 01.06.2009 23:50:



E’ proprio sconfortante dover troppo spesso rendersi conto di quale pasta sono fatti molti sorveglianti di circoscrizione, proprio coloro che dovrebbero aver cura dei “fratelli”.
Umanità, interesse per i sentimenti dei propri simili, di cui danno prova, soprattutto nei momenti più delicati della vita dei loro fratelli TDG, è pari a “ zero” .

Spesso parlando con loro, sperando in una mediazione per i nostri affanni di coniugi divisi dalle dottrine geoviste, , mi sono trovata davanti a MURI DI GOMMA, persone
aride, preoccupate solo degli interessi di congregazione e non certo del destino dell’individuo.

Sono abbastanza rari quelli che lasciano parlare il cuore, e quasi sempre si ritrovano in controtendenza con gli affari di congregazione e della W.T. magari prima o poi sono proprio quelli che pagano questa dimostrazione di umanità.




sweetymi02.06.2009 11:31

Vorrei solo aggungere a tutto quel che è stato detto che non hanno alcuna preparazione per gestire casi di questo genere. Non sono assolutamente in grado di entrare in sintonia con la mente di un'altra persona e di aiutarla. Non seguono alcun corso e spesso arrecano più danni che benefici.



[SM=x570923] Brian
03/06/2009 18:16
 
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Re:
elghorn84, 01/06/2009 20.54:

Grazie caro Edinz.

No io credo che semplicemente lui effettivamente la pensi in quel modo. E' convinto di aver fatto l'analisi giusta: "Questo non crede più per auto-assolversi".
E poi, comunque, anche loro, a loro volta, vengono indottrinati a trovare rapide soluzioni a problemi ben più radicati.

A un certo punto mi ha chiesto: "Dimmi, sinceramente, ma adesso sei felice?". Ho risposto: "No, e probabilmente non lo sarò mai. Ma rispetto a prima sto molto meglio".

[SM=x570892]





----------------------------------------------------------------------

Vorrei rimarcare quanto detto dal sorvegliante alla fine dell'incontro avuo con Elghorn: "Dimmi, sinceramente, ma adesso sei felice ?"

Questa è la conclusione di come intendono far sempre tornare i loro conti.

Praticamente, secondo i loro canoni dovrebbe essere impossibile essere "felici", quando si è usciti dall'organizzazione.
Questo vorrebbero dimostrare.

Al contrario sarebbe molto più opportuno per certi SORVEGLIANTI, guardare un pò più a fondo i propri figli, scrutarli un pò meglio, forse potrebbero scorgere molte cose che li sorprenderebbe, VEDERE se questi figli, nati nella verità, si sentono veramente felici di
trovarsi là dentro.

Oppure se il terrorismo psicologico, per cui si sentono costretti a restare, nonostante quel malessere strisciante di cui si sentono molto spesso pervasi, con quale termine si può chiamare -

Sono proprio sicuri che "LA FELICITA'" stia di casa nelle Sale del Regno ?



03/06/2009 19:11
 
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elghorn84, 01/06/2009 17.54:

"Convocato" dal sorvegliante di circoscrizione ho deciso di rispondere alla chiamata.

Persona

La reazione è stata inaspettata per un verso, scontata per l'altro. "Hai qualche peccato nascosto, qualche cosa di cui la tua coscienza deve liberarsi e che non ti permette di riavvicinarti a Dio?".


Poi, riflettendo, ho capito. Il suo dubbio, quello che voleva inculcarmi, ha una funzione ben precisa: spostare l'attenzione su di me. Il problema, i problemi, non sono quelli di cui ho parlato io. Il problema è la mia coscienza e i miei peccati. Non credo più non perché ho aperto gli occhi, ma perché Dio non mi concede il suo spirito.
Il suo dubbio è l'unica strategia possibile per farmi tornare all'ovile.




un amico mi ha riferito di una circostanza accaduta realmente 2-3 mesi fa nella sua cong.ne.
un sorv. chiede ad un fratello di farsi intervistare e di narrare la sua esperienza all'ass. di circ.
alla fine gli chiede di aggiungere che quando stava nel mondo non era felice e non si sentiva a posto.
il fratello replica (durante le prove) che non corrispondendo a verità quanto chiesto non se la sente di dire questa cosa.
il sorv. lascia cadere la cosa ma all'assemblea durante il suo racconto lo interrompe e gli dice:
... perchè tu quando eri nel mondo non eri soddisfatto della vita che conducevi vero? (parola più parola meno)...
ma purtroppo il fratello replica come la volta prima:
no caro fratello, quando ero nel mondo stavo bene e non mi sentivo affatto in colpa, anche se ora stà meglio con i tdg....

nelle cong.ni i sorv. di circ.ne spesso devono raccogliere le briciole dei presenti alle adunanze e del numero dei procl.ri di ogni cong.ne che appartiene alla loro zona perchè i conti devono tornare, come anche il numero dei pionieri regolari che deve essere in crescita.

ma chi lo ha detto che deve essere sempre in crescita?
e dove stà scritto che il pastore non deve lavorare?
ma paolo (sorv. di circ.ne di un tempo) non fabbricava le tende per mantenersi?
certo poi i fratelli delle cong.ni di allora lo aiutavano.
ma non rispondeva a delle percentuali di crescita obbligatorie.

ricordo male o è la strada stretta che porta alla vita?
quella che sceglieranno in pochi?


la mia riflessione è che i sorv. di distr. e/o di circ. come altri (membri della betel, speciali, ecc.) che dedicano il 100% del loro tempo nell'organizzazione alla fine hanno un lavoro da gestire, come tutti noi.
questo significa che devono rispondere alle solite regole di percentuali di crescita, obiettivi ecc ecc.
come in tutte le aziende e/o confessioni religiose.


03/06/2009 19:49
 
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quando vengono sono prevenuti
quando sono venuti da me ho notato nel loro attegiamento che erano prevenuti, e cercavano solo di scavare per sapere le magagne. ma non hanno nessuna voglia di aiutarti veramente, quello che riescono a dare è solo quello che vuole la wt$ lavorare per essa.
se non lo fai sei uno che non ha lo spirito santo hai peccati nascosco. solo questo gli frulla nella testa e niente altro. dare o contividere un dono spirituale, non è possibile. perchè non hanno doni. questo è il motivo
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