prays, 10/04/2009 16.25:
Direi che a questo punto l’aspetto principale è chiaro, l’accusa che ci viene mossa è che se si fanno annunci in cui si chiede di contribuire, tali annunci stimolerebbero una sorta di obbligo morale che di conseguenza annullerebbe la “volontarietà” del gesto.
A margine di questo fatto, c’è poi l’assurda teoria secondo cui anche fare una qualsiasi specie di resoconto delle spese, in cui si fa sapere quanto si è speso, quanto si è ricevuto e qual è perciò la cifra mancante, costituirebbe una specie di estorsione subliminale (ma neanche tanto) che OBBLIGA di fatto la povera vedova tdG a privarsi delle sue uniche monetine, che OBBLIGA il povero capofamiglia a privare del pane i propri figli, che OBBLIGA il coscienzioso tdG a contribuire non una ma due o più volte. La definisco assurda perché da una parte si grida allo scandalo per una presunta mancanza di trasparenza nel modo in cui le contribuzioni vengono raccolte e utilizzate, mentre dall’altra ci si sdegna quando le spese vengono rese note. Così, se non dico niente sono un ladro, se dico qualcosa sono un estorsore. Vabbè…
Non ho capito perchè hai inserito alcuni capitoli in cui più o meno coattivamente si richiedeva denaro ai fedeli.
Se per dire che ciò che è scritto va comunque, per tradizione, rispettato o per confermare che, dal momento che non è scritto che allora si facesse un resoconto delle spese, sempre per tradizione, non debba oggi essere fatto.
Gabriella