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doppia vita

Ultimo Aggiornamento: 25/03/2009 18:50
24/03/2009 14:36
 
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Amici nati nella "verità", o introdotti dai genitori fin da piccoli, avete mai fatto doppia vita mentre eravate tdG? E voi genitori, vi siete mai accorti, o avete sospettato qualcosa dei vostri figli? O avete scoperto tutto dopo?

Io ammetto di averlo fatto.

In età prescolare nessun problema, ero il classico bambino modello, ma alle elementari ho cominciato a sentire il disagio dell'essere diverso e del non poter partecipare a molte normali attività, e così nel giro d'un paio d'anni ho scoperto la scappatoia della doppiezza.
Ho cominciato a costruirmi una posizione di compromesso: aiutavo a costruire il presepe ma non facevo gli auguri di natale, accettavo dolci ma non auguravo buon compleanno, e non c'era bisogno di raccontare tutto a casa...
Alle medie situazione adolescenziale critica, con situazioni eccessive anche rispetto al normale comportamento per quell'età, ma quasi sempre ben coperte.

A ben guardare, comunque, ero colto dal tipico "sguardo spento", cosa di cui in effetti si accorse una sorella tdG, che mi aveva conosciuto da bambino, e poi mi aveva rivisto dopo anni, già ragazzino. Era la moglie di un sorvegliante, e riferi la cosa a mia madre, che allora cominciò a preoccuparsi.
Il fatto è che ero comunque convinto della "verità", e a volte ero improvvisamente colto dal terrore di essere distrutto se la fine fosse arrivata in quel momento, ma nello stesso tempo non sapevo rinunciare a una vita normale...

In congregazione, invece, il mio migliore amico era un piccolo integralista (o almeno così appariva), e mi sentivo a disagio anche confrontandomi a lui.

Sapete come è andata a finire? Che a un certo punto mi sono fatto forza, e ho intrapreso quella che credevo la strada giusta, mi sono battezzato, e dopo poco ho anche intrapreso la strada del pioniere, ausiliario prima e quindi regolare.

Alla fine, solo le circostanze della vita mi hanno portato fuori, e non so se con le mie sole forze ci sarei riuscito, qualora in quelle circostanze non fosse stata convolta tutta la mia famiglia...









24/03/2009 14:43
 
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Facevi dei piccoli compromessi, più che una doppia vita.

Fino ad un certa età, direi 15 anni, non mi concedevo neanche quelli. A malincuore ovviamente.

Dopo diversi anni mi sono rivisto con alcuni amici di elementari e medie: tutti si ricordavano quel mio essere diverso, e tutti si accorgevano quanto ne soffrissi. E anche a loro dispiaceva. La cosa mi ha colpito molto.

Per noi, ormai, è andata. Spero - anzi, ne sono certo - di far risparmiare cose simili ai miei futuri figli.
24/03/2009 18:33
 
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Non lo so se erano solo piccoli compromessi. Forse all'inizio, da piccolo.

Successivamente, di nascosto, violavo deliberatamente e pesantemente le regole. Ad esempio, giocavo la schedina, fumavo (ma senza respirare), avevo qualche ragazzina (ma senza far nulla di concreto), in qualche occasione ho rubacchiato nei negozi, o dalla cassetta della letteratura mentre mia madre faceva le pulizie, ecc...
Ma andavo anche in sala, commentavo, predicavo in giacca cravatta e borsa, magari incassando la testa tra le spalle se mi vedeva qualche compagno.

Quindi in determinate circostanze credo di essere andato oltre il comportamento considerato normale per un ragazzino.
Se non avessi avuto determinate regole, e non mi fossero state imposte limitazioni sulla partecipazione ad attività sane che mi erano state proposte (sport, teatro, ecc.), sono convinto che avrei avuto un'adolescenza nella normalità.

(P.S. mia madre, quando intuì che qualcosa non andava in me, mi disse che si sarebbe suicidata se avessi lasciato la verità)

Tutto questo prima della svolta che ci fu a 16 anni, con il battesimo.


Nella mia stessa scuola, ma in un'altra classe, c'era il figlio di un anziano molto severo, un ragazzo timido e silenzioso, che passò tutto il primo anno a marinare (lo vedevo spesso in sala giochi). Fui contattato dal preside, per avvertire il padre delle continue assenze. L'anziano con me negò vigorosamente, fatto sta che alla fine dell'anno il ragazzo venne bocciato e non tornò mai più a scuola...

Si per noi è acqua passata...

Per quanto riguarda i figli, non impedirò in nessun modo che si possano sentire a loro agio con il loro mondo. Certamente non impedirò loro di realizzarsi, e non negherò nessuna normale e sana attività.
Dei valori e poche semplici regole certamente servono, ma basta il semplice buon senso per capire quali siano quelle normali...



[Modificato da Al Nair 24/03/2009 18:43]
24/03/2009 18:54
 
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RE
Se parliamo di doppia vita...presumo che debba entrarci anche io...durante quei lunghissimi 5 anni a fianco del peggior testimone di geova esistente sulla terra...eh si...mi ricordo in particolare quando gli dicevo che andavo da varie zie per poter uscire da sola....una volta venne un mio amico non tdg a trovarmi per andare a cena fuori insieme, e io mi inventai la scusa di un'amica di famiglia con l'enfisema polmonare alla quale dovevo smontare l'apparecchio portatile...ma quando mai si smonta che quello è l'erogatore di ossigeno...eh gia..oppure di un'altra volta, questa volta il giorno del "mesiversario"... che invece di stare con il mio terribile fidanzato..(un giorno magari vi raccontero di cosa sono capaci certi fidanzati tdg)..ho inventato un pranzo con una zia che non vedevo da dieci anni(quando magari l'ho vista il giorno prima hehe!!!!)..per andare poi con il mio migliore amico non tdg ai Castelli a mangiare la porchetta o quando in segreto ho comprato un telefonino nuovo con un'altra scheda per farmi rintracciare dai miei senza sentire lui...cosa non si fa per sopravvivere...che se fossero meno intrasigenti, forse le persone starebbero meglio e queste storie di doppia vita non si verificherebbero....
Voi che ne dite? Comunque sono situazioni che anche se difficili secondo me permettono di andare avanti, come ho detto prima di sopravvivere in un mare di regole che rendono la vita impossibile...comunque meno male che non sono andata avanti, non mi sono battezzata e non l'ho sposato se no chissa che fine avrei fatto ora!!!!!


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[Modificato da Trottola31 24/03/2009 18:59]
24/03/2009 22:25
 
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voglia di evadere.....

I nostri figli hanno sofferto anche loro dell'essere Tg.

Il figlio aveva vergogna di passare in giacca e cravatta davanti agli amici, cosi si toglieva la cravatta....ma é stato abbastanza saggio

Una figlia andava in servizio sempre con una sorella di 3-4 anni più vecchia che lei, pensavo fosse più matura, dunque in buona compagnia invece, andavano assieme al raduno e poi si separavano uscendo ciascuna col suo moroso....

Compleanni e festività a scuola: io cercavo di non farglielo pesare lasciandoli liberi perché all'inizio dell'anno avvertivo la maestra delle nostre posizioni poi li lasciavo fare...mangiavano la torta, ma non me lo dicevano....

Verso i 16, 17 anni andava via di casa con una gonna e poi a scuola se la cambiava mettendo ....quella corta....

Poi altre birichinate sta a loro raccontarle...

Tutte ste cose, le abbiam sapute solo ultimamente....
........................
"Dubitare di tutto o credere a tutto sono due soluzioni altrettanto comode che, l'una come l'altra, ci dispensano dal riflettere"
Henri Poincaré




Claudia
25/03/2009 10:25
 
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Il senso della comunità.

I figli dei Testimoni, al contrario dei figli di molte comunità religiose, vivono costantemente in una comunità.
Con questo non voglio assolutamente negare che in altre confessioni non vi sia spirito di accoglienza e tutela nei confronti dei minori, se i genitori sono religiosi, i loro figli cresceranno anche nella comunità, ma non avranno, questo è il senso del mio ragionamento, l'opportunità di viverci quanto i figli di Testimoni.
Fino all'età prescolare, i bimbi sono convinti che il mondo sia la famiglia e la comunità, con uguaglianza di pensiero, di intenti, di usanze.
Quando però inizia il loro percorso scolastico, si rendono conto di entrare in un'altra comunità composta di individui i più diversi tra loro, non solo, ma usi a celebrare ricorrenze a loro ignote,
a esplicare pensieri e a perseguire intenti diversi dai loro.
L'impatto, specie per bimbi in tenera età è, molte volte sconvolgente, altre doloroso.
Quale delle due comunità scegliere?
Senza dubbio quella dei genitori, ma e le amicizie che nascono con i nuovi compagni? E' davvero così brutto accettare un dolce? Aiutare ad addobbare per una festa?
E poi, stare in disparte mentre gli altri fanno attività non permesse è così triste, senza contare poi l'intolleranza di alcuni compagni che si rivoltano con ingiurie o angherie contro di loro, i "diversi".
Così, pian piano, alcuni giungono a compromessi, in molti casi banali, in altri casi si ribellano, chiedono aiuto con l'atteggiamento e in pochi, credo, possono capirli.
Questa a mio avviso è una forma di crudeltà inaudita verso creature che debbono iniziare una vita, un percorso, lasciati in balia di un mondo che non è stato loro spiegato se non come manifestazione satanica, ma un mondo in cui dovranno vivere e confrontarsi.

Gabriella
25/03/2009 10:39
 
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Re:
Vecchia Marziana, 25/03/2009 10.25:

Il senso della comunità.

I figli dei Testimoni, al contrario dei figli di molte comunità religiose, vivono costantemente in una comunità.
Con questo non voglio assolutamente negare che in altre confessioni non vi sia spirito di accoglienza e tutela nei confronti dei minori, se i genitori sono religiosi, i loro figli cresceranno anche nella comunità, ma non avranno, questo è il senso del mio ragionamento, l'opportunità di viverci quanto i figli di Testimoni.
Fino all'età prescolare, i bimbi sono convinti che il mondo sia la famiglia e la comunità, con uguaglianza di pensiero, di intenti, di usanze.
Quando però inizia il loro percorso scolastico, si rendono conto di entrare in un'altra comunità composta di individui i più diversi tra loro, non solo, ma usi a celebrare ricorrenze a loro ignote,
a esplicare pensieri e a perseguire intenti diversi dai loro.
L'impatto, specie per bimbi in tenera età è, molte volte sconvolgente, altre doloroso.
Quale delle due comunità scegliere?
Senza dubbio quella dei genitori, ma e le amicizie che nascono con i nuovi compagni? E' davvero così brutto accettare un dolce? Aiutare ad addobbare per una festa?
E poi, stare in disparte mentre gli altri fanno attività non permesse è così triste, senza contare poi l'intolleranza di alcuni compagni che si rivoltano con ingiurie o angherie contro di loro, i "diversi".
Così, pian piano, alcuni giungono a compromessi, in molti casi banali, in altri casi si ribellano, chiedono aiuto con l'atteggiamento e in pochi, credo, possono capirli.
Questa a mio avviso è una forma di crudeltà inaudita verso creature che debbono iniziare una vita, un percorso, lasciati in balia di un mondo che non è stato loro spiegato se non come manifestazione satanica, ma un mondo in cui dovranno vivere e confrontarsi.

Gabriella



[SM=x570923] ... per me l'infanzia non è stata drammatica, forse perchè non ho mai imposto il mio "non fare certe cose" con atteggiamento di superiorità come altri bimbi TDG, che sembravano aver scritto in fronte "voi siete del mondo, noi siamo bravi e sappiamo tutto già a 6 anni" (uuuh come mi davano fastidio i piccoli geni della sala, mi parevano già vecchi a 6 anni) e poi forse perchè mi son trovata in contesti scolastici rispettosi e di apertura mentale... tuttavia, l'analisi che fai cara Gabriella è profonda e non fa una grinza!
I ragazzi che crescono da TDG o vivono una doppia vita (o cmq in maniera molto liberale) oppure, i più, non sanno rapportarsi con le persone di fuori... sono spaesati ed in difficoltà... per di più i rapporti che si creano all'interno della congregazione, in maggioranza, non sono basati su profonda conoscenza e sincera amicizia, ma su una conoscenza superficiale e sul fare le stesse cose insieme... al di fuori di quello, spesso e volentieri non c'è nulla...

... è triste doverlo ammettere... è stata forse la cosa che più mi ha ferito durante l'adolescenza...

[SM=g1537336]

Mac
25/03/2009 13:32
 
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Carissimi
La mia infanzia è stata caratterizzata da continui interventi da parte degli anziani che chiamati da mia madre, visto che era sola nella verità, mi hanno fatto piangere molte volte.
Mi riufiutavo di mangiare un dolce al compleanno, ma Dio solo sa quanto avrei voluto.
Rifiutavo di partecipare a recite scolastiche sulle festività natalizie, ma solo Dio sa come ero dispiaciuto per non poterlo fare.
Quando divenni un pò più grande alle medie iniziavo a vedere i ragazzini con la fidanzatina che si sbaciucchiavano, io lo desideravo volevo anch' io provare, ma la paura di essere scoperto mi ha sempre fregato.
Da ragazzino, 15 16 anni ero piacente, 1,80 cm e ben piazzato facevo palestra, ci sono state diverse ragazze che avrebbero voluto godere della mia compagnia, ma io come un "cretino" invece le predicavo!
Una volta una mi ha detto " tu sei Gay"!Di dentro fremevo, l'ormone gridava "vendetta " ma non l' ho mai ascoltato, però lo desideravo tanto. Il paradosso è che avevo comunque i sensi di colpa perchè lo desideravo e avrei voluto ed ero convinto che Geova non mi approvava ugualmente.
Gli ormoni comunque erano forti così giovanissimo mi fidanzai con una sorella, lì ho vissuto una doppia vita,........ non l' ho mai fatto, ma ci siamo andati vicino, non l' ho mai confessato agli anziani , avevamo i sensi di colpa e non lo volevamo ripetere, ma poi .....
Eravamo entrambe molto giovani così ci siamo lasciati dopo poco tempo perchè eravamo caratterialmente incompatibili.
Ho un bellissimo ricordo di quella giovane sorella che non ho mai più rivisto, con lei c'è stata una sorte di iniziazione.
Ora che sono sposato da molti anni e ho dei figli, mi rivedo in loro e so cosa provano, Dio come vorrei che i miei figli evitassero tutta la frustrazione e le umiliazioni che ho avuto io a causa della religione!!!

In conclusione , non voglio annoiarvi, io ritengo di aver avuto una doppia vita e l' ho ancora ora, e so per certo che l' hanno avuta "tutti" i ragazzi TDG che ho conosciuto, io mi definisco un santo a loro confronto.
Ciao
25/03/2009 13:55
 
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provo molta tristezza e rabbia a sentire certe esperienze... ringrazio Dio di avermi fatto nascere da una famiglia cattolica...
[SM=g27823]
25/03/2009 18:40
 
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Re: Carissimi
blauauge1, 25/03/2009 13.32:

Mi riufiutavo di mangiare un dolce al compleanno, ma Dio solo sa quanto avrei voluto.
Rifiutavo di partecipare a recite scolastiche sulle festività natalizie, ma solo Dio sa come ero dispiaciuto per non poterlo fare.
Quando divenni un pò più grande alle medie iniziavo a vedere i ragazzini con la fidanzatina che si sbaciucchiavano, io lo desideravo volevo anch' io provare, ma la paura di essere scoperto mi ha sempre fregato.
Da ragazzino, 15 16 anni ero piacente, 1,80 cm e ben piazzato facevo palestra, ci sono state diverse ragazze che avrebbero voluto godere della mia compagnia, ma io come un "cretino" invece le predicavo!
Una volta una mi ha detto " tu sei Gay"!Di dentro fremevo, l'ormone gridava "vendetta " ma non l' ho mai ascoltato, però lo desideravo tanto. Il paradosso è che avevo comunque i sensi di colpa perchè lo desideravo e avrei voluto ed ero convinto che Geova non mi approvava ugualmente.
Gli ormoni comunque erano forti così giovanissimo mi fidanzai con una sorella, lì ho vissuto una doppia vita,........ non l' ho mai fatto, ma ci siamo andati vicino, non l' ho mai confessato agli anziani , avevamo i sensi di colpa e non lo volevamo ripetere, ma poi .....
Eravamo entrambe molto giovani così ci siamo lasciati dopo poco tempo perchè eravamo caratterialmente incompatibili.
Ho un bellissimo ricordo di quella giovane sorella che non ho mai più rivisto, con lei c'è stata una sorte di iniziazione.
Ora che sono sposato da molti anni e ho dei figli, mi rivedo in loro e so cosa provano, Dio come vorrei che i miei figli evitassero tutta la frustrazione e le umiliazioni che ho avuto io a causa della religione!!!

In conclusione , non voglio annoiarvi, io ritengo di aver avuto una doppia vita e l' ho ancora ora, e so per certo che l' hanno avuta "tutti" i ragazzi TDG che ho conosciuto, io mi definisco un santo a loro confronto.
Ciao


Mi ritrovo molto nella tua esperienza...anche io ero una santa che si sentiva in colpa perchè desiderava mangiare la torta, andare alla festa, avere il fidanzatino...ma non si poteva perchè geova mi avrebbe fulminato [SM=x570881]. Ti hanno chiamato gay? A me suora, zitella...io che ero sempre e perennemente cotta di qualcuno del "mondo" mai che fosse stato un tdg e per questo mi sentivo in colpa. In realtà una santa lo ero davvero, solo che il senso di colpa m'invadeva...
25/03/2009 18:50
 
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Re: Re:
_mackenzie_, 25/03/2009 10.39:



... per di più i rapporti che si creano all'interno della congregazione, in maggioranza, non sono basati su profonda conoscenza e sincera amicizia, ma su una conoscenza superficiale e sul fare le stesse cose insieme... al di fuori di quello, spesso e volentieri non c'è nulla...
[SM=g1537336]

Mac



Concordo. Anche nel mio caso, nonostante trascorressi molto tempo con alcuni coetanei anche al di fuori delle attività teocratiche, e apparentemente ci fosse una grande amicizia, non si sono mai instaurati rapporti profondi in cui potevo essere veramente sincero.


In generale ho l'impressione che la questione della doppia vita abbia coinvolto prevalentemente chi è nato nella "verità".

In altri casi, ad esempio di ragazzi portati dentro già grandicelli, e spesso da un solo genitore, ho notato che diversi erano palesemente insofferenti verso le adunanze, le restrizioni, ecc. e questo ha favorito una normale evoluzione delle loro scelte, alla luce del sole.




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