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The Italian History X -LA STORIA DI DOGGG-

Ultimo Aggiornamento: 06/02/2009 15:04
04/02/2009 18:17
 
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Ho rifletutto parecchio sul senso da dare al raccontare la mia storia. Spero in cuor mio che nn sia egocentrismo o solo la voglia di “vuotare il sacco”. Ma che in me, nel raccontare ciò che racconto, ci sia la voglia-possibilità-determinazione e CAPACITA’ di aiutare qualcun altro.
Un utente nel mio topic di presentazione citò “scherzi a parte”, come a denunciare in quel che leggeva qualcosa si surrueale e bizzarro. Ecco, il rischio, forse, è quello che la mia esperienza sia fin troppo “mia”, e mal si combaci con le varie esperienze raccolte nel sito.
Mi sono domandato: mettere nero su bianco quel che è stato ed è, potrà essere realmente utile a qualcuno? Ho letto con stupore, con la lucidità che porta il dopo, il tenore del mio topic di presentazione e le relative mie risposte. L ho trovate vaghe, grigie, e in fin dei conti neppure così fermamente piene di condanna al severo credo geovista. Quindi ecco la domanda: potranno queste parole essere d esempio, aiutare a nn fare “incespicare” il prossimo? Aiutare, come hanno fatto altre esperienze riportate nel sito, a mettere in guardia e dare l altolà? O la mia è una storia forse troppo personale e forse molto confusa, ed ecco che non riesco dare un senso al mio pensiero e forse al mio credo. Comunque sia cominciamo, prendete i popcorn e restate ad ascoltarmi.
THE ITALIAN HISTORY X
La storia di Doggg

Perché questo titolo? Perché riprende il titolo di un film a cui Io sono molto legato (American History X), e che mi ha visto “rivedermi” in uno dei protagonisti del film (il fratello minore del nazista). Il film chiaramente ha una tematica politica, ma se si va a scavare oltre la superficie si potranno trovare elementi in cui Io mi sono ritrovato: il raggiro che porta il fanatismo, un credo disgustoso, il voler credere fortemente a qualcosa, anche se si sa che questa cosa è sbagliata, il non accettare di fronte a se stessi che forse si è finiti in un vicolo cieco. Il ragazzo che scriveva la sua tesina metteva una croce tedesca a penzolare sul monitor, Io ho messo qui vicino la “bibbia fai da te” dei Testimoni.

PRIMA PARTE

Sono nato in una famiglia di lavoratori. Perché dico questo? Perché per i miei la cosa più importante era il lavoro. Solo il lavoro. Tutto il resto era niente. Insignificante. Nullo. Da sempre dimostravano quanto fosse importante il lavoro. Mai un assenza ingiustificata a lavoro, neppure per malattia. Lo stesso metro di giudizio lo applicavano a me, all epoca, quando studiavo, la scuola significava lavoro, quindi era impossibile pensare di saltarla o solo di non volerci andare. Se mi beccavo l influenza il massimo consentito a casa erano 3 giorni. Guai, a chiedere di rimanere a letto, per nessun motivo al mondo si poteva evitare la scuola. Per i miei quello era il mio lavoro. L aria che respiravo tra i compagni di classe, certo, era del tutto diversa. Madri indulgenti, oppure seriamente preoccupate, facevano rimanere i figli se avevano un raffreddore, una preoccupazione oppure un interrogazione a cui nn erano preparati.
I miei con me suonavano una musica diversa. Non si poteva proprio osare mettere in discussione di fare i compiti, andare a lezione o lamentarsi solamente. Era vietato. D altronde loro davano un esempio gigante e mostruoso: lavoravano lavoravano lavoravano.
In questo contesto non c era spazio per i sentimenti. Sei triste? Sei confuso? Sei insoddisfatto? La ragazza ti ha lasciato? Zero totale, non si avevano risposte, conferme, né pacche sulle spalle. Men che meno calore umano. Era come parlare ai muri. Ossia, alla fine si smetteva proprio di parlare, le domeniche a pranzo o le cene di tutti i giorni, venivano consumate nel silenzio più totale. A far un po’ di rumore la tv perennemente accesa e la possibilità di guardare qualcosa che nn fosse il proprio piatto. Le comunicazioni erano: a scuola come è andata? I compiti l hai fatti? Poi, con la mia entrata nel mondo del lavoro, le domande sono solo cambiate di oggetto, ossia: il lavoro come è andato? Ti stai impegnando?
Naturalmente non pensiate che i miei erano ferventi capitalisti, perché infatti non lo erano, per loro il lavoro era lavoro e non facevano differenze tra l imprenditore e lo spazzino. Ma era necessario (FONDAMENTALE) che ognuno si sforzasse, si impegnasse, desse il massimo. E, badate bene, se facevano questo, non era un fregio ma assolutamente una cosa che BISOGNAVA FARE per chissà quale ancestrale senso del dovere assoluto.
Questo non è nulla di nuovo se ci pensate bene, i miei erano di estrazione contadina, ossia con genitori umili che avevano zappati campi, quindi avevano quel tipo MICIDIALE di concezione delle cose. Lavorare e basta. Non importa la gioia, la soddisfazione, oppure i desideri la depressione o i mal di testa….. quelle erano solo parole vuote. Potevi attraversare il paradiso o l inferno MA dovevi lavorare. Punto e basta.
Questo esempio così, questa impostazione così mi ha veramente fatto deragliare, pian piano, senza che me ne accorgessi.
Chiaramente anche la spiritualità o i divertimenti erano semplici corollari al lavoro. Ossia quando si aveva del tempo libero si poteva certo andare in disco al cinema MA ASSOLUTAMENTE questo non doveva portare via tempo al lavoro. MAI. Addirittura non era neppure spronato il parlare di una giornata bella oppure di un film visto. Cioè quelle cose lì erano delle perdite di tempo quindi neanche degne di menzione. Le uniche domande erano: il lavoro? ….. chiaramente non è che si poteva lamentarsi del lavoro, i colleghi, le scorrettezze etc etc (cose comuni ad ogni professione) NON SIA MAI!!! Subito venivo liquidato con frasette del tipo come “nn stare sempre a lamentarti”, “tutti passano su queste cose, non sei speciale” etc etc. Proprio cercavano il silenzio stampa. Come si dice a Roma: mangia sto pappone e zitto!
Che sconforto!!!
Anche la religione finiva nel tritacarne: non importava se fossi diventato scientologista, politeista o testimone o rimanevo cattolico…….era proprio ininfluente!!!!! Anzi non degnato di un minimo di interesse o stranezza. Bhaaaaaaaaaaaaaaa!!!! (i movimenti descritti non sono stati presi a caso ma fanno parte sempre del mio cammino, magari farò un topic d approfondimento separato).
I testimoni perciò catalizzavano DA SEMPRE la mia attenzione. Anzi, ero morbosamente attratto da loro. Chiaramente da ragazzino, quando chiesi lumi a mia madre su quei strani personaggi che suonavano i campanelli, mia madre alzava spallucce e diceva: ”gente che ama perder tempo”.
Quindi crescevo e l etichetta che mia madre aveva affibiato loro, me li rendeva tremendamente simpatici. Ma tanto.
La mia vita scorreva placida in apparenza ma difficile e sommossa nel dentro. Ci davo dentro col lavoro come mammina e papino mi avevano insegnato e infatti i frutti (economici) si vedevano. I soldi –che ironia!!!- arrivavano e Io li buttavo letteralmente dalla finestra. Non sapevo come spenderli e non gli davo senso….. anzi, si poteva dire che il quel periodo non aveva proprio senso la mia vita. Mi sentivo insoddisfatto, lo comunicavo ai miei e venivo guardato con sospetto e disprezzo (non uso aggettivi a caso): le domande –se Io,poveretto, cercavo di aprirmi- erano: Cosa hai intenzione di fare???? Non la fare troppo lunga, non credi di stare esagerando?.
Vabbè, se nn fosse che in un torrido agosto, per cui ero fermo col lavoro e mi ritrovavo a non saper che cacchio fare del lavoro e della mia vita (come avevo ingurgitato bene la pappa dei miei genitori!!! Lavora lavora lavora e non chiederti mai nulla), trovo in una strada deserta uno zelante fratellino con fratellino al seguito che mi parla di Dio, la resurrezione bla bla bla bla bla.
Io sorrido, caxxo! Quanto mi sento bene dentro! Il mio sorriso diventa un sorriso da ebete, avrei voluto dare un abbraccione a questo estraneo per quanto mi sentivo bene. La mia mente a manetta mi diceva: “”ma guarda un po’ questo qui, ad agosto col caldo infernale perde tempo con me, manco mi conosce e mi parla di tutta sta roba qui!! Se lo vedesse mia madre…….”
O signore, come ridevo dentro, quel pensiero mi rendeva l ometto al mio fianco veramente mitico e simpatico,,, e daglie che la mia mente continuava a ripetermi la frase: “guarda un po’ questo qui..”.
Forse non lo sapevo neppure Io ma l amore per il mondo dei Testimoni di Geova era appena fiorito.
Iniziarono le telefonate in cui quel fratellino e un Anziano autorevole si cominciarono far presenti. Prima solo amichevoli, poi amorevoli, poi insistenti.
Le telefonate le nascondevo ai miei genitori, cosi come la bibbia e le rivistine e il libro della conoscenza (che era grigio topo). Ero veramente eccitatissimo di questa situazione, questo parlare questo comunicare che NON AVEVA NESSUNA correlazione col lavoro….. anzi parlavamo di Dio!!!! Praticamente la vivevo come una trasgressione pazzesca verso tutti gli insegnamenti dei miei!!!! Io che non penso al lavoro ma penso a DIO!!! Mia madre che faccia avrebbe fatto!!!! Ogni volta ero sempre piu contento. La cosa fantastica che veramente mi facevano amare i testimoni era il loro disprezzo assoluto per il lavoro, l anziano vedendo che era un tasto che aveva facilità nel entrare in empatica con me, faceva tutti esempi allucinanti che lo riguardavano e altri esempi di fratelli: Lui non faceva straordinari, del lavoro praticamente nn gliene fregava nulla, non entrava mai in competizione, oltre quell ora faceva “cadere la penna”, poi c erano altri fratelli che del lavoro nn gliene fregava nulla, alcuni si erano licenziati etc etc etc
Mi dicevo: Oh, questi sono MITICI!!! Hanno capito tutto della vita!!
Appena entrato in sala l impressione fu piacevolissima, tutti mi sorridevano, mi parlavano… vabbè la solita menata del love bombing. Io mica cero andato come uno scemo, mi ero documentato sul sito di Achille, quindi sapevo tutto lo zozzume che c era da sapere su di loro….. ma nulla, che vi debbo dire: a me i testimoni stavano/stanno simpatici.
Accettai uno studio biblico, lo facevo di nascosto e di domenica, per nn intaccare il mio “amato” lavoro e per meglio nasconderlo ai miei, che di domenica non facevano storie se uscivo proprio perché era il giorno in cui nn si lavora.
Nascondevo Svegliatevi e Torre in mezzo alle mie riviste di VG …. Manco fossero giornaletti porno, sperando che mia madre nn se accorgesse mai….. ma forse in cuor mio ero anche curioso di sapere cosa diavolo mi avesse urlato. Comunque fu sempre una cosa segreta e nn fui mai “scoperto”.
Lo studio mi piaceva da pazzi, l Apocalisse l adoravo e mi piaceva tutto quelllo stile di vita menzionato dalle riviste…. E del concetto assoluto e pesante del lavorare nn c era traccia! (l Anziano mi diceva: il lavoro serve a sopravvivere, nient altro. Ero contentissimo di questa cosa, sia che Dio lo pensasse così o meno).
C era solo una cosa che mi scocciava, e tanto. Tra l'altro presente ancora oggi che sono di nuovo studente biblico, si ripropone e sempre mi sconcerta.
L autentico ODIO che hanno i testimoni per i cattolici/cattolicesimo. Badate bene, Io ero un cattolico all acqua di rose, si vabbe tutta la brava trafila: battesimo, comunione etc etc ect ma nn me ne fregava nulla, men che meno andavo in chiesa.
In questa cosa secondo me i testimoni sbagliano, ogni volta l Anziano vomitava improperi maledizioni sciagure contro la chiesa cattolica. Bho, pensavo Io, gli staranno antipatici… nulla, continuava. Mica difendevo nessuno Io, ma niente sembrava un chiodo fisso. Tanto che Io gli dico: ma a forza di parlarne male la rendete simpatica, la chiesa cattolica!!! Non l avessi mai detto! Mi si è stranito, ho capito che potevo parlare di tutto ma nn di quell argomento, che veramente sbroccava! Infatti poi ogni domenica mi faceva: sei convinto? Sei convinto? Con aria truce…Io gli dicevo: si si si, perché nn era prorpio aria.
Faccio grandi progressi, evito discorsi strani e scomodi (pazzesco!!! Parlavamo di tutto, dalle sedute spiritiche agli influssi del satanismo ma del cattolicesimo, per carità si incupiva).
Dopo diversi mesi vengo invitato ad una festicciola organizzata a casa di un fratello, al che li –dopo quello che capisco- mi domando se sto andando oltre….. praticamente vabbè c e la solita satira del prete che prende schiaffoni, si mangia si ride e si sta bene, nel tardo pomeriggio vengono due sorelline, una alquanto slurposa, questa praticamente non mi stacca gli occhi di dosso…. Ora, vabbe che sono carino ma non è che sono tom cruise, questa addirittura mi porta le cose da mangiare!!!!pazzesco!!!! Cioè, non mi fa alzare e mi porta la torta, il bicchiere, bhooooooooooo dico. Certo l idea è quella: “sta ragazza è da sposare”, però no, il pensiero me lo tolgo dalla testa (mi da perfino lei il num di cell, senza nemmeno che glielo chiedo, roba da pazzi!!! ), perché mi da tanto l idea della cosa precostruita, un po viscida. Infatti il severo Anziano la domenica successiva mi chiede: Allora, hai fatto qualche conoscenza?. Io: “si ho conosciuto un sacco di gente, molto simpatica”. All anzianone gli è un altro po cascato il mandibolone. Avrà pensato: ma come nn mi dice nulla della sorellina in questione, manco un accenno? Vi giuro che me la ridevo sotto i baffi.
Comunque lo studio proseguiva bello e placido e tranquillo, poi però ho conosciuto in quel periodo una ragazza (del mondo) che 3 anni dopo è diventata mia moglie. Lei è un mito, TOTALMENTE COMUNICATIVA, la sera gli debbo dire per scherzo: ma nn ti spegni mai? Parla parla parla, l ho scelta oltre perché mi piace fisicamente anche perché è il contrario di mia madre, cioè non arida, rigida, zero parole. Per carità nn ci ha fatto mancare nulla la rispetto e la amo come madre, ma con quella cavolo di impostazione ”o il lavoro o la morte” mi ha reso la vita impossibile.
Purtroppo con nefaste conseguenze ancora oggi. Le vedremo nella seconda parte. [SM=x570893]
FINE DELLA PRIMA PARTE


ps: preparato con word, da sapere se ci sono problemi di grandezza o impaginazione
04/02/2009 19:28
 
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Caro doggg,
i tuo genitori, così come li hai descritti, mi sembrano persone molto tristi.
Ti sei mai chiesto cosa li ha fatti diventare così?
Le loro origini, dici, ma secondo me deve essere intervenuto, nella loro vita, un insieme di circostanze tali da far loro rinnegare qualsiasi altra cosa che non fosse una sicura fonte di sostentamento.
Anche i miei genitori erano molto severi sulla onestà di comportamenti, ma non mi hanno mai negato empatia, amore e mi hanno insegnato ad amare il mio prossimo.
Capisco che quando sei stato avvicinato dai Testimoni, quell'affettività che ti è mancata, ti abbia attirato.
Ma avrai già scoperto che il loro amore, tranne rari casi, è condizionato dal fatto che tu ti possa battezzare.
Comunque, se questa pantomima di amore ti riscalda, goditela se vuoi, fino a che puoi.
Con affetto.
Gabriella Prosperi
04/02/2009 21:01
 
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Re:
Vecchia Marziana, 04/02/2009 19.28:

Caro doggg,
i tuo genitori, così come li hai descritti, mi sembrano persone molto tristi.
Ti sei mai chiesto cosa li ha fatti diventare così?
Le loro origini, dici, ma secondo me deve essere intervenuto, nella loro vita, un insieme di circostanze tali da far loro rinnegare qualsiasi altra cosa che non fosse una sicura fonte di sostentamento.
Anche i miei genitori erano molto severi sulla onestà di comportamenti, ma non mi hanno mai negato empatia, amore e mi hanno insegnato ad amare il mio prossimo.
Capisco che quando sei stato avvicinato dai Testimoni, quell'affettività che ti è mancata, ti abbia attirato.
Ma avrai già scoperto che il loro amore, tranne rari casi, è condizionato dal fatto che tu ti possa battezzare.
Comunque, se questa pantomima di amore ti riscalda, goditela se vuoi, fino a che puoi.
Con affetto.
Gabriella Prosperi



Non ho idea del perchè. Sembra impossibile ma la comunicazione è zero. Molto spesso i rapporti freddi, formali, senza nessun interesse che descrivete per descrivere i rapporti in sala del regno (susate per il gioco di parole), li vedi-li ho visti nella mia famiglia.
più che triste è una famiglia tragica, senza possibilità di appello.

Per lavoro giravo/giro in scooter, e ho avuto uno di quegli incidenti che spesso accadano ai "centauri" (macchina finita addosso), per fortuna a parte un GROSSO spavento non mi sono fatto un graffio, stessa cosa dicasi dello scooter a parte l ammaccatura e parabrezza rotta (poca cosa). Da mia moglie ho avuto partecipazione all evento e sono riuscito, per cosi dire, ad "alaborare" la paura e il senso dello scampato pericolo. Vabbè, insomma ci siamo fatti una bella chiacchierata sui pericoli in città, sulla gente quanto è distratta, vari improperi all automobilista etc etc. Di fatto mi sentivo meglio. Assolutamente meglio. In una sola parola: capito.
Riferisco la cosa a mia madre e il silenzio è assoluto. Certo, si è assicurata che non mi fossi rotto nulla ma l unica frase riuscita è: "stavi facendo il tuo dovere".
No grazie, Io nn ci sto. Veramente.
Altra cosa: i benedetti natali, pasqua con i soliti parenti... mai a ragionare o chiedersi: ci stanno simpatici i parenti, che ne so, vale la pena fare sempre la solita tiritera. Nulla. Nulla.

1000 volte meglio la falsità di un testimone, che la freddezza disarmante di una persona sincera (ma poi sincera.... ma de che?)

OT: ecco poi già al mio secondo post di "esperienze" uscir fuori il motivo perchè poi raccontare la mia storia non è che sia un bene, perchè alla fine lo dico da me, solidarzzo con il carnefice (il geovismo) e non offro una lucida analisi di quel che è e dei danni che arreca.



05/02/2009 09:56
 
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Re: Re:
doggg, 04/02/2009 21.01:



1000 volte meglio la falsità di un testimone, che la freddezza disarmante di una persona sincera (ma poi sincera.... ma de che?)

OT: ecco poi già al mio secondo post di "esperienze" uscir fuori il motivo perchè poi raccontare la mia storia non è che sia un bene, perchè alla fine lo dico da me, solidarzzo con il carnefice (il geovismo) e non offro una lucida analisi di quel che è e dei danni che arreca.



Io non la vedo in questo modo.
Ognuno di noi viene da esperienze diverse e, se gli va, può tranquillamente reccontarle, perchè, sono sicura, contribuiscono ad aiutare gli altri e anche noi stessi.
Quanto ti ho scritto non era un giudizio, ma un'analisi di quanto ho compreso e un invito a fare attenzione.
Vedi, di fronte ad ogni altro culto non mi sarei permessa di invitarti alla prudenza, ma sapendo quanto male ti può fare questo MRA, dopo ciò che già hai vissuto, non mi sono potuta trattenere.
Continua, se vuoi, a raccontare, ti sono vicina.
Gabriella Prosperi
06/02/2009 13:00
 
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Il modo in cui hai narrato dei tuoi genitori e la loro tensione verso il lavoro e i soldi mi ha fatto tornarer in mente una fantastica prosa di Giorgio Gaber "IL PELO".

Goditela, se già non la conoscevi e benvenuto.


------------------------------------------------
Il MALE sono quelli che impongono la propria autorità come verità assoluta e non si dispongono alla verità come autorità assoluta.



06/02/2009 15:04
 
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Re:
Ancientofdays, 06/02/2009 13.00:

Il modo in cui hai narrato dei tuoi genitori e la loro tensione verso il lavoro e i soldi mi ha fatto tornarer in mente una fantastica prosa di Giorgio Gaber "IL PELO".

Goditela, se già non la conoscevi e benvenuto.




FANTASTICA. A dire poco.

Conoscevo Gaber, ed è/era un GRANDE ma "il Pelo" mi mancava proprio.

Si, debbo dire-purtroppo- molto attinente alla forma mentis che mi hanno dato i miei.

Se posso, per così dire, continuare la citazione culturale vi invito a "rispolverare" quella magnificenza che è la "Fattoria degli Animali".
In questo romanzo -a detti di alcuni, sbagliando completamente, imo- considerato per l infanzia c è uno dei protagonisti che ha un che di tragico, di orribile nella sua tragedia: il Cavallo Gondrav, che stremato dal tanto lavoro, dalla laboriosità, sai sogni (inculcati dai maiali) finisce per essere portato a macellare, dopo che aveva passato la vita a lavorare e credere nell'etica del lavoro.
Quella figura, fin da ragazzo, mi ha ricordato sempre l impostazione dei miei genitori. Io, mi dicevo non finirò MAI come Gondrav.

Infatti, per quanti sbagli sto facendo o per il fatto che mi sono attaccato ad un credo distruttivo, comunque so in cuor mio di NON finire come il cavallo Gondrav.


Ti ringrazio per aver postato questa "perla" nel mio topic [SM=g1660613]


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