Polymetis, 19/01/2009 20.07:
Sì li include, e solitamente si racconta quello che gli ebrei di oggi pensano di se stessi, accettando così una prospettiva unilaterale. Io invece intendo mettere in crisi questo sistema sin dalle fondamenta. E' noto che gli storici non necessariamente sono filosofi, e dunque spesso non si rendono conto dell'incoerenza logica di quanto insegnano.
Ahia! Se in un tale corso si racconta unicamente quello che gli ebrei di oggi pensano di se stessi, allora dovresti quanto meno abbandonare i testi e gli autori suggeriti dal piano di studi della tua Facoltà. Che l'autocoscienza ebraica di un ebreo sefardita del medioevo in diaspora, quella di un esseno vissuto all'epoca del II Tempio in Palestina, ed un ebreo riformato americano di oggi, vadano lette tutte alla medesima stregua, è piuttosto...ehm... "singolare".
:-) Sò che è tuo diletto mettere in crisi un dato sistema sin dalle sue fondamenta, e tutto ciò, implica che tu ne abbia quanto meno già una qualche immagine prestabilita. Quella immagine che ti ha fornito il corso che hai frequentato, suppongo. Però, mosso dall'irrefrenabile e allettante impulso di rosicchiarti un bell' osso, rischi di addentare un suo surrogato (magari un osso di plastica riciclata). Cioè, mi chiedo, perchè partire alla confutazione di ciò che, sai già in anticipo "taroccato"?
Il fatto che si definisca nuovo Israele, se questa definizione è legittima (ed ho argomentato perché a mio avviso lo sia), rende automaticamente non apostasia il convertirsi da quello che tu chiami ebraismo al cristianesimo. Il fatto che la definizione "Nuovo Israele" renda i cristiani solo un sottoinsieme dell'Israele più grande, che comprende anche quelli che tu chiami ebrei, non scalfisce di un millesimo la mia argomentazione, perché sempre di passaggio da ebrei ad ebrei si tratterebbe, in questo caso passaggio da un insieme ad un sottoinsieme. Ma i sottoinsiemi, come insegna la matematica, fanno sempre parte dell'insieme maggiore. Se un italiano si trasferisce in Lombardia, sottoinsieme dell'Italia, è sempre italiano.
La definizione di "nuovo Israele" o di "vero Israele" = Popolo di Dio, corpo di Cristo, tempio dello Spirito, che la Chiesa da a se stessa unilateralmente, ha tratti squisitamente teologi e, non è mio interesse, andare a toccare tematiche teologiche altrui, solo piuttosto ribadire che la Chiesa non si è mai autodefinita, "popolo ebraico", nè ha avvertito l'esigenza di richiamarsi a quelli che costituiscono i tratti distintivi caratteristici di un popolo storico particolare. D'altro canto, nel Catechismo della Chiessa Cattolica, alla voce
"Qual è il rapporto della Chiesa cattolica con il popolo ebraico?", non si legge che essa senta di farne parte, nè opera distinzioni tra un'ipotetica definizione di ebreo "pre" o "post" 70 d.C. Mostra di riconoscere semplicemente il proprio rapporto/legame con il popolo ebraico per il fatto che Dio lo scelse primo fra tutti ad accogliere la sua Parola e che, da esso proviene Gesù (secondo la carne). Ed ancora che, una migliore conoscenza della fede e della vita religiosa del popolo ebraico, quali sono professate e vissute ancora al presente, possa aiutare a comprendere meglio certi aspetti della liturgia cristiana, ect...
[Modificato da Topsy 20/01/2009 02:31]