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Via i crocifissi, viva la Spagna

Ultimo Aggiornamento: 09/12/2008 23:02
26/11/2008 17:07
 
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Re:
peraskov, 26/11/2008 14.10:



Cara Topsy,

se tu tagli la mia citazione proprio nel punto dove espongo le divergenze è anche possibile dire che siamo d’accordo, ma la realtà è che tu stai affermando che una cultura non deve manifestare i propri segni in pubblico, per non urtare la sensibilità delle altre,




Ma caro Sandro, rendere obbligatorio l'esposizione di un simbolo religioso di una unica religione non è multiculturalità, è appiattamento culturale (quello che tu dici di temere).

Nelle nostre scuole si obbliga ad esporre unicamente il crocifisso e l'insegnamento della religione cattolica, ancora oggi, nonostante l'incremento di religioni differenti in concreto professate.

Il contesto italiano è cambiato si deve puntare all' integrazione di ciascuno nella società. Altrimenti occorre tristemente constatare l' incompiuta realizzazione del principio di laicità delle istituzioni pubbliche. La partità di trattamento, costituzionalmente garantito dal nostro ordinamento in materia religiosa, richiede che tutti i soggetti possano legittimamente pretendere di essere rappresentati nell'esposizione dei simboli presso i locali di strutture pubbliche.

Fintanto che non si risca a praticare questa via, allora sarebbe leggittimo fare in modo che luoghi pubblici di incontro e confronto come le scuole, costituiscano spazi neutri, dato che "l’atteggiamento dello Stato (laico) non può che essere di equidistanza e imparzialità nei confronti» di tutte le confessioni religiose".





Qui credo si faccia molta confusione: lo stato riconosce che alcuni segni e simboli sono rappresentativi in modo rilevante della sua cultura e della sua storia, ma non può farlo per altri che invece con la sua storia non c’entrano affatto oppure abbiano avuto un ruolo di scarsa rilevanza, perché questi di fatto non “rappresentano” la sua cultura, le sue radici, la sua identità profonda.




Perfetto, quello che tu hai appena scritto è il modello di uno Stato confessionale, non "laico". Lo Stato confessionista fa propri i valori e i principi religiosi di unica confessione religiosa considerata più importante, e la privilegia rispetto a tutte le altre, anche favorendo l'esposizione pubblica dei suoi soli simboli. L'obbligo dell'esposizione dei crocifissi nelle aule scolastiche difatti risale alla legislatura di epoca fascista, a nome di un sistema costituzionale (Statuto Albertino) che sanciva la religione cattolica, la sola religione dello Stato.

Ma, oggi lo Statuto Albertino, non è più in vigore, e la religione cattolica non è la sola religione di Stato. Lo Stato non è più "confessionale".


Permettimi, Il tuo concetto di multiculturalità e diversità mi pare di comprendere sarebbe il seguente (corregimi se sbaglio):
"Unicamente il simbolo religioso della religione cattolica deve obbligatoriamente restare esposto in strutture pubbliche, quello delle altre minoranze religiose no, poichè lo Stato deve privilegiare la religione culturalmente più "importante" (quella cattolica, appunto) in quanto il contributo delle altre fedi religiose alla vita della comunità è, ed è stato, di scarsa rilevanza".

Questa per te sarebbe integrazione multiculturale!? E' il bene prezioso della ricchezza della diversità, dove è finito? Non è questa piuttosto la difesa in estremis di uno "status quo"? Ovvero, "così fu un tempo", ed unicamente così deve continuare a restare (sebbene il contesto attuale sia mutato, e mutevole).





La legge, in uno stato democratico, è l’espressione della volontà della maggioranza



La legge di uno Stato di diritto, democratico e pluralista si fonda sull'espressione della volontà della maggioranza e al contempo sul rispetto e sulla garanzia delle minoranze. Lo Stato cioè subordina l'espressione della volontà della maggioranza al rispetto dei principi costituzionali che tutelano le minoranze nazionali, garantendo il divieto di "discriminazioni".



non credo sia corretto parlare di legge quando ci piace e di “imposizione” quando non ci piace. Le regole della democrazia sono accettate da tutti, anche da chi, in qualche caso, sta dalla parte della minoranza.



Mai studiato Diritto Pubblico e Costituzionale?





Lo stato laico italiano riconosce, per lo meno fino ad oggi, un valore non solo religioso al simbolo della croce.




Hai detto bene : "non solo religioso", ovvero "religioso lo è", e non lo si può contestare. Quanto ha dichiarato il Consiglio di Stato e la Corte di Cassazione sono a tutt'oggi difatti oggetto di dibattito da parte dei costituzionalisti italiani; le sentenze di questi organi di Stato non sono definitive, possono venire ribaltate da quelle della Corte Costituzionale (pensa alla sentenza con cui nel 2005 è stato dichiarato illegittimo "il più grave trattamento sanzionatorio riservato alle offese alla religione cattolica che determina una «inammissibile discriminazione» nei confronti delle altre confessioni religiose").

PS.
Convertendo unicamente ogni oggetto religioso di culto della confessione cattolica in simbolo culturale, un domani chissà, si dovrà obbligatoriamente far spazio anche al rosario, e alle immagini delle Madonne e dei Santi, assieme ai crocifissi, per ricacciare indietro (come si usa fare contro i vampiri!) le richieste dei cittadini italiani favorevoli all'integrazione multiculturale.

Scherzi a parte, non è moltiplicando in modo esponenziale l'esposizioni di simboli religiosi per le vie che si tutela il nostro patrimonio storico e culturale, ma con programmi scolastici di approfondimento circa le molteplici radici storiche che hanno forgiato la nostra attuale identità (Diritto Romano + filosofia greca + principi illuministi + valori religiosi giudaico-cristiani, ect), assieme a percorsi di educazione civica.




Posso anche informarmi su tutti i tipi di scuole esistenti in Israele, ma la presenza di scuole con diversa impostazione non modifica minimamente la sostanza del discorso.



Difatti non alcun senso rifarsi ai modelli legislativi di altri Paesei, nè quello francese, nè quello tedesco o israliano, poichè l'Italia decide in riferimento al proprio ordinamento giuridico e alla luce delle interpretazioni della Costituzione offerte dalla Corte Costituzionale (i pareri delle altre Corti possono essere riesaminate e riattualizzate).


[Modificato da Topsy 26/11/2008 18:39]
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