.Se il crocifisso è solo uno degli infiniti segni della memoria della nostra storia (ma non esclusivo), rimuovendolo dalla pareti di una scuola o di un tribunale, non stiamo rinnegando la nostra storia, ma eventualmente solo una sua infinitesima parte, ma se anche così fosse, tutti noi avremmo da tempo rinnegato la nostra italianità dato che a scuola alle pareti non troviamo esposto il "tricolore";la nostra Carta Costituzionale (Art. 12) ha indicato nella bandiera il nostro simbolo nazionale. Ma non è così. Nessuno italiano si sente meno italiano se in classe non si sbandiera il tricolore.
Devo dire che non mi riconosco nella tua idea di multiculturalità: la multiculturalità non può essere l’azzeramento dei segni della propria cultura; per multiculturalità io credo si debba intendere l’esatto contrario, l’accettazione di culture diverse, la loro possibilità di affermazione e di manifestazione. Quindi culture che manifestano i propri segni, simboli, storie, memorie e non culture che debbono essere costrette a nasconderli, per poter convivere. Nessuna di queste categorie è di per se “offensiva” per le altre, a meno che le altre non siano esse stesse “insofferenti” verso ciò che è diverso da loro, ma in questo caso sono proprio loro a non riconoscersi multiculturali. La multiculturalità non può nascere mai dall’azzeramento, dall’appiattimento di ogni cultura, ma dall’accoglimento di tutte. Non è eliminando le tracce della propria storia che le culture si incontrano, si confrontano: questo è semplicemente un impoverimento culturale pazzesco.
Naturalmente ogni cultura, ogni gruppo, ogni etnia, ogni stato, ha i suoi segni prevalenti, quelli che hanno caratterizzato la sua storia, il suo cammino, i suoi rapporti sociali, la sua fede e lo stato italiano ha riconosciuto anche nel crocifisso uno di questi segni, perciò lo espone nei luoghi statali, pubblici.
Ma per quale benedetto motivo questi segni, queste memorie, debbono essere considerati offensivi, prevaricatori, omologanti? E perché solo la croce? Non mi sembra fuori luogo parlare di cristofobia…
Lo stato non impone a te, privato, di utilizzare i simboli della cultura nella quale si riconosce, né impedisce a te, privato, di vivere la tua cultura nei modi che ritieni più opportuni ma, negli spazi che sono i suoi, mette dei simboli che rappresentano per lui dei valori storici, importanti, rappresentativi.
Data la natura multiculturale della società israeliana , le scuole sono suddivise in quattro gruppi: 1)scuole statali, 2) scuole religiose statali (nelle quali viene dato rilievo agli studi ebraici, alla tradizione e all’osservanza); 3)scuole arabe e druse (nelle quali l’insegnamento si svolge in arabo e viene data particolare attenzione a storia, religione e cultura araba e drusa; 4)scuole private. L'ex-direttrice ha affrontato il tema delle scuole religiose statali.In Israele non e' obbligatorio l'insegnamento della religione ebraica nelle scuole pubbliche non religiose. Quanto alla mezuzah sull'architrave della scuola, rimango bassita, non mi è dato sapere di che parli l'autrice dell'intervista, dato che le mezzuzot stanno per normativa religiosa ebraica, sullo stipite delle porte, ad altezza d'uomo e destra rispetto a chi entra, a portata della mano (perchè va sfiorata ad ogni passaggio); non va posta sulle porte di solo transito. E' ammessa agli stipiti di ogni porta di una abitazione privata ebraica, o di un edificio privato aperto al pubblico, come gli alberghi.
Se parliamo di stato multiculturale, parliamo di scuole statali. Secondo il tuo concetto di multiculturalità nelle scuole statali non dovrebbe esserci alcun segno di una parte, anche se numericamente nettamente prevalente sulle altre, cioè democraticamente scelto. La signora Jona parlava di “tutte le scuole ebraiche” e di “tutte le istituzioni statali”. Direi molto peggio, secondo il tuo punto di vista, che non nell’oppressiva Italia. Per la cronaca la signora Jona è stata insegnante ad Haifa dal 1965 al 1987 e direttrice didattica dal 1987 al 2002 per cui, anche se tu resti basita, credo che lei sappia di cosa stia parlando.
Le frasi in questione si trovano in una intervista fatta da Anna Segre, anche lei di origine ebraica, riportata integralmente al sito
http://www.hakeillah.com/2_04_07.htm
shalom
Sandro
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Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia (Matteo 5,11)