25/11/2008 16:48 |
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peraskov, 25/11/2008 7.25:
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Il crocefisso è uno degli infiniti segni della memoria di questa storia.
Condivido.
Quello che trovo veramente negativa è la mentalità che c’è dietro, decisamente imbarazzante, per cui uno stato è multiculturale quando fa sparire ogni segno pubblico della sua stessa storia e cultura, relegandola in ambito solo privato; però, curiosamente, questa strana forma di multiculturalità vale solo per i simboli cristiani.
Se il crocifisso è solo uno degli infiniti segni della memoria della nostra storia (ma non esclusivo), rimuovendolo dalla pareti di una scuola o di un tribunale, non stiamo rinnegando la nostra storia, ma eventualmente solo una sua infinitesima parte, ma se anche così fosse, tutti noi avremmo da tempo rinnegato la nostra italianità dato che a scuola alle pareti non troviamo esposto il "tricolore";la nostra Carta Costituzionale (Art. 12) ha indicato nella bandiera il nostro simbolo nazionale. Ma non è così. Nessuno italiano si sente meno italiano se in classe non si sbandiera il tricolore.
Stato multiculturale = casa di tutti gli italiani. Non mi riconosco in un Paese che impone come obbligatoria per legge l'esposizione di un unico simbolo religioso in un luogo pubblico, ne che con sentenza si decreti la sua rimozione. Lasciamo ad ogni scuola statale la possibilità di decidere cosa esporre in aula, di volta in volta sulla base della composizione religiosa di ciascuna classe, diamo voce a tutti i componenti della nostra società attuale.
Nessuno mi ha risposto quando ho parlato della presenza del Budda in pubblico nei paesi buddisti, perché in realtà nessuno si scandalizza per questo: solo la croce scandalizza.
Io vivo in Italia, uno Stato laico e pluralista (almeno nelle intenzioni), non in Cina, ne in Paesi islamici. Quando e se, questi Paesi accoglieranno il concetto di laicità, dovranno affrontare lo stesso genere di problemi che sono sorti in Spagna, Italia o Francia.
Non mi risulta che sia così: ho letto una intervista ad una ex direttrice didattica di Haifa, tale Giulia Saroussi Jona...
Data la natura multiculturale della società israeliana , le scuole sono suddivise in quattro gruppi: 1)scuole statali, 2) scuole religiose statali (nelle quali viene dato rilievo agli studi ebraici, alla tradizione e all’osservanza); 3)scuole arabe e druse (nelle quali l’insegnamento si svolge in arabo e viene data particolare attenzione a storia, religione e cultura araba e drusa; 4)scuole private.
L'ex-direttrice ha affrontato il tema delle scuole religiose statali.In Israele non e' obbligatorio l'insegnamento della religione ebraica nelle scuole pubbliche non religiose. Quanto alla mezuzah sull'architrave della scuola, rimango bassita, non mi è dato sapere di che parli l'autrice dell'intervista, dato che le mezzuzot stanno per normativa religiosa ebraica, sullo stipite delle porte, ad altezza d'uomo e destra rispetto a chi entra, a portata della mano (perchè va sfiorata ad ogni passaggio); non va posta sulle porte di solo transito. E' ammessa agli stipiti di ogni porta di una abitazione privata ebraica, o di un edificio privato aperto al pubblico, come gli alberghi.
[Modificato da Topsy 25/11/2008 19:14] |
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