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può una favola insegnarci qualche cosa?

Ultimo Aggiornamento: 30/12/2008 23:00
16/11/2008 22:56
 
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vi saluto in CRISTO SIGNORE

miei cari fratelli e sorelle

continuando


"SONO MORTA ANCH’IO
Gli assassini inseguono Pinocchio e,
dopo averlo raggiunto,
lo impiccano a un ramo della Quercia grande

Pinocchio è proprio spacciato! Inseguito dai neri assassini, il burattino raggiunge quello che per Collodi era il vertice della sua assimilazione all’uomo: la morte come porto inesorabile di ognuno. Un finale amaro per la sua fiaba. Così al libro pone la parola “fine”! Ma i suoi “piccoli lettori”, che avevano dovuto cedere all’inizio del libro - ricordate? -, sono loro ora a far continuare la storia, per una logica del simbolo che solo essi avevano saputo intravedere nella favola. Collodi la riprenderà dopo quattro mesi di sospensione.

Pinocchio vive tre ore di agonia, appeso all’albero: come l’ “Uomo”, che Pilato presentò come archetipo della sofferenza e della morte, quando disse: “Ecco l’uomo!” (Gv 19,5). In quel momento supremo d’angoscia - come per l’uomo Gesù - il pensiero del burattino va al padre:
quando, aspetta aspetta, vide che non compariva nessuno, proprio nessuno, allora gli tornò in mente il povero babbo... Oh, babbo mio!... se tu fossi qui!
“Elì, Elì, lemà sabactàni; cioè: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato!”. Il Padre è sempre l’unico che resta alla fine: come un grido di nostalgia anche per chi, nelle sue scorribande, se ne è sempre allontanato.

Prima di giungere a quel punto, quando ancora fuggiva agli inseguitori, Pinocchio aveva intravisto una salvezza:
vide fra mezzo al verde cupo degli alberi biancheggiare in lontananza una casina candida come la neve.
E subito si disse:
se avessi tanto fiato da arrivare fino a quella casa, forse sarei salvo. E via a corsa disperata di quasi due ore!
Quando sono ormai caduti tutti gli “aquiloni” delle fatue illusioni umane, si corre ai ripari. Si ricupera quell’annuncio nebuloso ricevuto nella fanciullezza di un’altra vita, di un altro mondo, ... di una salvezza promessa! La Chiesa appare ancora come l’unica arca di salvezza nel naufragio dell’esistenza ...: potessi ritornare là, potessi riavere la fede di quei giorni!
Ma è un ricupero difficoltoso. Chi vi ha vagato lontano per molto tempo e ha sperimentato disinganni, delusioni, amarezze... non ha più il coraggio di credere, non si fida più di nessuno. Ha rotto la speranza nella verità e nel bene. Dio e la Chiesa e la verità e l’amore gli appaiono come un’utopia, una nostalgia ...!
Questo perché, già all’inizio, è mancato un approccio serio alla fede, capace di fondarne con intelligente documentazione la credibilità per un “assenso razionale” (come dice san Pietro). Chi della fede e della Chiesa ha solo quell’immagine incipriata da prima comunione non riesce più a servirsene da adulto. Gli sembrerà cosa morta e sbiadita, come una favola lontana in cui rifugiarsi come mito sentimentale, chiusa al bisogno concreto di salvezza dell’uomo emancipato del ventunesimo secolo. Quale grande peccato “in causa” è quello di crescere come cervelloni competenti in ogni materia e professionalità, ma con il cervello rimasto nano per quel che riguarda le conoscenze della fede! Chi del catechismo sa solo quel che ha imparato fino alla cresima avrà della fede una idea da bambino, per nulla significativa di fronte ai problemi della vita matura!
A Pinocchio,
dopo aver bussato e dato calci e zuccate nella porta, apparve una bella Bambina, coi capelli turchini e il viso bianco come un’immagine di cera. “Sono morta anch’io, disse, e aspetto la bara che venga a portarmi via”.
A furia di dire che la Chiesa è roba vecchia e morta... anche quel barlume sincero che ognuno ha di Dio gli parrà roba smorta, rispetto ai riflettori che invadono ed esaltano “la scena di questo mondo”!

Ogni luce sembra spegnersi e ogni speranza svanire nel buio della morte che incalza inesorabile... Per fortuna, come vedremo nel seguito della storia, l’accertamento di morte di Pinocchio era prematuro e poco fondato."


chi sa quanti leggendo tale post rileggeranno anche la loro "disfatta....."
"Ma è un ricupero difficoltoso. Chi vi ha vagato lontano per molto tempo e ha sperimentato disinganni, delusioni, amarezze... non ha più il coraggio di credere, non si fida più di nessuno. Ha rotto la speranza nella verità e nel bene. Dio e la Chiesa e la verità e l’amore gli appaiono come un’utopia, una nostalgia ...!"

Questo perché, già all’inizio, è mancato un approccio serio alla fede....

CONTINUA!


grazie [SM=x570890] [SM=x570892] [SM=x570890]


vi saluto in CRISTO RISORTO
[Modificato da cavdna 16/11/2008 23:01]
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