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"Inchiesta sul Cristianesimo", altolà abbiamo sbagliato tutto, parola di Augias

Ultimo Aggiornamento: 06/11/2008 08:23
24/09/2008 07:12
 
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o che l'uso dell'espressione "Figlio di Dio" nei Vangeli non implichi necessariamente identità ontologica con la divinità, e ancora che il NT dimostri come sia avvenuta in modo progressivo, un'evoluzione di significato in senso cristologico del titolo suddetto



E' evidente che su questo tema la pensiamo in modo diametralmente opposto. Io sono dell'idea che Gesù pretese in vita di essere Dio e che se questa pretesa, nei Vangeli, appare con più chiarezza in Giovanni questo non significa che non sia ampiamente ventilata (anche se con un linguaggio teologicamente certamente un po' più acerbo) nei sinottici. Tra le altre cose, sono tra coloro che pensano che proprio il Vangelo secondo Giovanni, anche se probabilmente scritto alcuni decenni dopo rispetto ai sinottici, su molti punti sia il testo storicamente più attendibile a riguardo di alcuni particolari concernenti la vita e l'insegnamento di Gesù. Sono inoltre persuaso del fatto che proprio i testi più antichi del NT, vale a dire le lettere paoline, ci pongono di fronte ad una fede che si basa sull'idea di Gesù morto per i “nostri” peccati, la quale non è una speculazione di Paolo, ma un dato della fede da lui ricevuto (e sarebbe qui interessante fare un'analisi di alcuni testi specifici per poterlo dimostrare) e quindi appartenente all'immagine che di Gesù avevano coloro che fin dal principio erano stati con lui. Sono convinto anche che questa idea sia ampiamente rintracciabile nell'insegnamento del Nazzareno così come questo ci viene restituito dai Vangeli canonici. Del resto, l'idea di un peccato ereditato non era nuova nella cultura giudaica (essendo “patrimonio” della corrente enochista), l'originalità di Paolo è stata solo quella di aver additato Adamo come colui attraverso il quale il peccato è entrato nel mondo (ed anche qui ci sarebbero da versare fiumi di virtuale inchiostro per cercare di chiarire che cosa in realtà Paolo intendesse dire parlando di ciò). Inoltre, a differenza tua, sono convintissimo che Paolo avesse già chiara l'idea di Gesù come Dio incarnato, senza la quale verrebbe meno la coerenza infra-testuale sia di alcuni dei suoi scritti particolari che del complesso della sua opera (anche volendosi limitare agli scritti che sono certamente usciti dalla sua penna e volendo tralasciare la letteratura deuteropaolina). Ad esempio, se Paolo non avesse pensato a Cristo come Dio, verrebbe meno (come ho cercato di dimostrare anche qui più volte criticando le posizioni dottrinali dei TdG) la coerenza interna dell'epistola ai Romani, tanto per fare un esempio, con il suo concetto di grazia “sovrabbondante” meritata dal sacrificio del Figlio di Dio.



Per questo non trovo alcuna relazione tra il rendere noto il contenuto dei dibattiti in ambito accademico di questi ultimi decenni e la volontà di negare i dogmi della Chiesa Cattolica. Le verità di fede del cristianesimo non saranno mica messe in pericolo da questo genere di ricerche. Ne convieni?




Convengo, ma fino ad un certo punto. Il Cristianesimo è una religione storica, per cui ci sono alcuni dati “storici” che sono fondamentali per il medesimo. A mio avviso, non è possibile fare una cesura netta tra il Gesù storico ed il Gesù della fede, proprio perché la fede cristiana si fonda su alcuni eventi che pretendono di essere storici (primo fra tutti la Risurrezione di Cristo). Ad esempio, il voler negare (come fanno diversi studiosi ebrei) che il Gesù “storico” pretendesse di essere Dio, il voler negare che il Gesù “storico” abbia insegnato “con autorità” ponendosi al di sopra della legge e del Tempio, significa voler negare uno dei fondamenti del Cristianesimo. Lo so che ad alcuni farebbe molto comodo il ridurre Gesù di Nazaret ad un pio ebreo umano (troppo umano) o ad un esponente giudaico della scuola cinica, ma quello che io contesto è che questa “riduzione” possa essere sostenuta in base ad una lettura coerente dei documenti di cui disponiamo.
La questione, appunto, è che qui non si contesta il desiderio di divulgare determinate teorie (per quanto di frangia) sulla figura di Gesù, ma la pretesa di voler spacciare queste teorie come delle certezze, tacendo totalmente di tutti quei dati che e tutte quelle considerazioni che tali teorie, invece, rendono assai fragili. Come ho detto già in questa discussione, infatti, io sono persuaso del fatto che se il Cristianesimo è ragionevole, lo deve anche al fatto che i suoi fondamenti storici possono essere verificati da chiunque abbia la pazienza e l'obbiettività per dedicarsi ad una seria ricerca sulle origini del del medesimo e, in particolare, attorno alla figura del suo fondatore e dei suoi primi discepoli.

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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

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