Non sono credente; chi mi ha già letto sul forum lo sa, perché più volte l'ho dichiarato, o comunque lo avrà almeno intuito. Partendo da questo presupposto, capisco che per me sia più semplice restare sereno di fronte a scritti che, presumo (non ho letto il libro di Augias), non concedono nulla alla divinità di Cristo ma ne raccontano come di una vicenda umana e storica. Capisco altresì, che per un uomo di fede sia blasfemo o quantomeno irriverente parlare in termini storici del personaggio Gesù. Però, penso che bisognerebbe non tacciare a priori di falso ogni tentativo di portare alla luce i fatti così come la storia li ha disegnati. La ricerca storica, sebbene fallibile, credo la si debba considerare per quella che è, se partiamo, ovviamente, dal presupposto che colui che l'ha condotta lo ha fatto con onestà intellettuale. Certo, se si pensasse che l'Augias della situazione ha solo cercato di infangare il cristianesimo, sarei il primo a considerare il suo libro indegno di essere letto.
Insomma, voglio dire che vi sono persone che hanno sensibilità religiosa e che s'accontentano (non è dispregiativo) di quanto viene loro raccontato dai Vangeli, per restare a Gesù, e altre che hanno bisogno di capire al di là, o al di qua a seconda di come la si guarda, della fede. Entrambe le posizioni sono legittime ed entrambe possono godere di una propria
intellighenzia, sempreché rispettosa dell'"avversario".
Un saluto a tutti, TDG e non.