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Investire nel Fotovoltaico

Ultimo Aggiornamento: 15/10/2008 03:03
21/09/2008 11:00
 
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In questi giorni la mia famiglia sta concludendo le pratiche di installazione di un impianto fotovoltaico domestico. Un impianto fotovoltaico è costituito da una serie di pannelli solari e da un inverter che, sfruttando l’energia irradiata dal sole, la convertono in energia elettrica di uso comune.

Un simile impianto ci permetterà per circa 25-30 anni di risparmiare totalmente il costo che deriva dalle “bollette” enel. Per la nostra famiglia (che attualmente ha un contratto di erogazione da 5Kw) si tratta di un risparmio di circa 1400 € all’anno.

Il ricorso al fotovoltaico è reso particolarmente conveniente dal “conto energia”, cioè un sistema di incentivazione statale a lungo termine che si basa sull’energia prodotta, e dai diversi contributi locali cumulabili al conto energia (in Sardegna la regione finanzia per il 20% il costo dell’impianto).

Il “conto energia” permette a chi si installa un impianto FV di ricevere bimestralmente un assegno dal GSE (Gestore Servizi Elettrici), una società statale che è nata per diffondere il più possibile anche in Italia il ricorso all’energia solare. Tale assegno bimestrale ha un importo che dipende direttamente dalla quantità di energia PRODOTTA dal proprio impianto. PRODOTTA: non dipende quindi dall’energia effettivamente consumata o dall’energia messa in rete, bensì dalla semplice capacità tecnica del proprio impianto di produrre energia.

Nel nostro caso specifico, installando un impianto Mitsubishi da 5 KW, è stata calcolata una resa effettiva di 7.087 KWh all’anno. Il GSE paga ogni KW prodotto 0,46 € (pannelli architettonicamente integrati) . Annualmente quindi, lo Stato si impegna a pagare ogni nuovo PRODUTTORE di energia elettrica: nel nostro caso, il GSE paga 0,46€ x 7087 kwh = 3.260 € in assegni bimestrali da 543,26 €.

Per semplicità calcoliamo il flusso di cassa mensile in entrata: 543,26/2 = 271,63 €

A cui si aggiunge anche la minor uscita di cassa dovuta al risparmio da bolletta enel: 1400/12 = 116,67

Il beneficio economico mensile totale quindi è, in termini non attualizzati, 271,63 + 116, 67 = 388,30 €


Il GSE si impegna a pagare questo contributo per 20 anni. Non solo: lo scenario futuro più probabile a proposito del costo dell’energia, vede i prezzi in continuo aumento, per cui il risparmio di bolletta potrebbe presto essere molto superiore ai 116,67 € calcolati…

Immaginate quindi di poter compiere un investimento che vi permetta di ricevere per vent’anni un beneficio economico cumulato di almeno 388,30 € (ovviamente tale beneficio dipende dalla capacità produttiva dell’impianto: esistono anche impianti più piccoli a seconda delle reali esigenze delle famiglie, che producono meno e che quindi sono meno incentivati, ma che d’altra parte costano anche molto di meno!).

Il grado di sicurezza di tale flusso positivo è pari a quello di un qualsiasi titolo di stato: si tratta perciò di un impiego di capitale più sicuro di un conto corrente bancario, e molto, molto più redditizio di un qualsiasi BOT, CCT o altro titolo a reddito fisso emesso dallo Stato. In verità, è molto più redditizio di molte rischiose speculazioni finanziarie messe in atto da professionisti della finanza.

Ma per calcolare la redditività di un progetto, è naturale, occorre conoscerne il costo. Il nostro impianto fotovoltaico costerà 32.100 € chiavi in mano (compreso di IVA, spese burocratiche, progettazione, installazione e sopralluoghi).

Nell’ipotesi di disporre di tale somma, è possibile calcolare il tempo necessario per ammortizzare l’impianto e il rendimento medio annuo dell’investimento.

L’investimento iniziale si recupera in 32.100/ (3260+1400) anni = 6,88 anni. Circa sette anni dunque.

Una volta ammortizzato l’impianto il contributo GSE rimane, come pure il risparmio in bolletta, per altri 13 anni.

In termini percentuali, il tasso di rendimento è: (3260+1400) /32100 = 0,1452 = 14,52%

Ovviamente per avere un tasso di rendimento preciso occorrerebbe attualizzare i flussi futuri (visto che un euro oggi vale più che un euro domani … ) ma il tasso di rendimento rimane comunque compreso tra il 10 e il 14 %.

Se aggiungiamo anche l’azione dei contributi regionali o comunali (nel nostro caso si riceve un contributo in conto capitale del 20%, pari a 32100 * 0,20 = 6.420) il tasso di rendimento è ancora più elevato:
(3260 + 1400) / (32100 -6420) = 18,15%

Sicuramente è meglio farsi un fotovoltaico piuttosto che lasciare i soldini in banca, alla posta,o investiti in azioni, obbligazioni o titoli di stato.

E chi non dispone di tutti questi soldi che fa? L’impianto fotovoltaico conviene lo stesso anche per loro?

Certo!

Le banche stanno concedendo sia prestiti personali (sino a 30.000 €) che mutui chirografari (senza garanzie reali e a tasso fisso) a condizioni particolarmente vantaggiose per l’acquisto di impianti fotovoltaici. Le banche sanno che il PD (probabilità di default, rischio di insolvenza) è per questi investimenti prossimo allo zero per cui concedono i prestiti con facilità sorprendente, senza altra garanzia che il vincolo di destinazione, cioè l’impegno che il finanziamento venga effettivamente utilizzato per realizzare un fotovoltaico, a tassi di interesse fissi piuttosto bassi e senza spese di istruttoria e accesso.

È possibile contrattare quindi finanziamenti a 8, 10 o più anni. Ovviamente più anni dura il mutuo, minore sarà la rata mensile da corrispondere.

E’ possibile per esempio contrattare una rata mensile di 280 sino a 320 € nell’ipotesi di finanziamenti a 8 o 10 anni.

Ma se ricordiamo che il beneficio economico dell’investimento è di 388 € mensili, è evidente che il fotovoltaico presenta margini di rendimento anche durante la prima decina d’anni di ammortamento.

Per una qualsiasi famiglia i dettagli cambieranno. Ognuno può fare (o farsi fare) i calcoli in base alla propria specifica situazione.
Basti sapere che è possibile coprire interamente la rata del mutuo con il contributo statale del GSE e con il risparmio sulla bolletta. In effetti, il costo dell’operazione è ZERO, perché facilmente ammortizzabile da chiunque, anche dai meno abbienti. E ricordiamoci che dopo l’ottavo o decimo anno, il contributo GSE non va più alla banca per restituire il finanziamento, ma entra direttamente nelle nostre tasche.

La scelta del fotovoltaico infine, non è solo un investimento straordinariamente conveniente dal punto di vista economico per famiglie e imprese: è anche un atto concreto attraverso il quale è possibile cambiare davvero in meglio questo mondo.

Quella solare è un’energia pulita e gratuita. Se tutti coloro che hanno a disposizione un tetto ricorressero al solare, in breve tempo riusciremmo ad abbattere la domanda di petrolio necessario per la produzione di energia, renderemmo superfluo il ricorso al nucleare e sosterremo la domanda residuale di energia esclusivamente con fonti rinnovabili (idroelettrico ed eolico).

Riuscite a immaginare il significato di ciò per l’ambiente e per l’economia mondiale?
Avete già in mente l'impatto che uno scenario del genere avrebbe su fattori quali: occupazione, produzione, pil, qualità della vita, prezzo della benzina per le auto, emissioni nell’atmosfera, comodità domestiche eccetera?

E’ quindi nell’interesse di tutti che il fotovoltaico si diffonda il più possibile: al momento attuale questa diffusione è particolarmente conveniente anche dal punto di vista dei singoli bilanci familiari, perché permette l’ottenimento di una vera e propria rendita.
Perché non considerare questa ipotesi per la propria famiglia? Perché non parlarne con quanti più possiamo? [SM=x570880]

Gianluca
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Gianluca
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