E' pur vero che anche tra i Cattolici, però...
Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
Penso sia importante riflettere su questo passaggio ritenuto da molti, anche fra i cattolici, il passo su cui si fonda l’istituzione della scomunica. E’ pur vero che la Chiesa Cattolica ha l’autorità per stabilire chi sia in comunione oppure no con la Comunità dei Credenti (in verità si deve parlare più di ratifica, di un prendere atto da parte della Chiesa della decisione di chi, volontariamente, non intende seguirne gli insegnamenti, la guida), ma il brano citato ha un altro significato ben più profondo ed impegnativo per chi si dichiara discepolo di Gesù. Infatti, con l’indicazione di considerare pagano o pubblicano chi non ascolta i moniti della comunità il Maestro non intende sostenere che bisogna lasciare quest’ultimo “ai fatti propri” o disinteressarsi di lui oppure di tenerlo a distanza. Semmai, è l’esatto contrario; con questa frase Gesù ci dice di stare alle sue calcagna, di non mollarlo, di recuperarlo con tutti i mezzi ed azioni possibili così come ha fatto lui stesso (oltre tutto, si consideri il contesto in cui queste parole sono inserite; in particolare, i passi immediatamente precedenti e successivi). E come Gesù ha trattato pubblicani e pagani, nel Vangelo? Tra i primi, si è scelto addirittura un apostolo (Matteo); poi, c’è l’episodio di Zaccheo e la fantastica parabola che mette a confronto due diversi modi di pregare: quello del fariseo e quello del pubblicano. Il tutto, senza perdere di vista l’affermazione che i pubblicani, insieme alle prostitute, precederanno molti nel Regno dei Cieli!!!
I pagani, invece, sono stati i primi a cui Gesù si è rivolto all’inizio della sua vita pubblica, in Galilea; In diverse circostanze i pagani hanno dato prova di avere più fede degli stessi Israeliti: basti pensare al centurione romano il cui servo fu guarito; alla donna Cananea; a uno dei dieci lebbrosi (un Samaritano, un eretico) che tornò indietro per lodare Dio dopo la sua guarigione; alla Samaritana (eretica, anch’ella. Potremmo dire, un’apostata) a cui Gesù le rivelò i segreti del Regno; ai pagani il Signore pensò di inviare l’”Apostolo delle Genti”, Paolo perché annunciasse loro il Vangelo. Infine, per quanto mi ricordo, Gesù portò ad esempio un Samaritano, in una sua famosa parabola, quale campione di carità!!!...
Alla luce di quanto ho scritto, si può dedurre che Gesù - lungi dal porre limiti o condizioni – vuole i suoi discepoli impegnati a 360 gradi nel perdonare e nel correggere con carità fraterna i fratelli (tutti, nella fede e non) che a causa delle debolezze umane inciampano lungo il cammino; così come si richiede la stessa carità nell’accettare la correzione che altri potranno impartire loro.
Un fraterno saluto.
Freddie
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Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto. Il tuo volto, Signore, io cerco.
[Modificato da !Freddie! 08/09/2008 16:27]