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Dimissioni CCTdG Art. 5

Ultimo Aggiornamento: 13/08/2008 16:02
11/08/2008 09:32
 
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Possibile mantenere la segrete le dimissioni?
Propongo, per chi non si è ancora dissociato, questo quesito:
Un TdG che non vuole più far parte dell'ente giuridico CCTdG, ai sensi delle leggi vigenti sulla privacy, può richiedere che le sue dimissioni art. 5 dalla CCTdG NON SIANO RESE NOTE tramite annuncio pubblico? [SM=x570868]
Ammetto però che le sale del regno sono ambienti dove il gossip è di casa [SM=x570879] e di conseguenza sarebbe risaputo da tutti con le relative conseguenze (ostracismo), ma sarebbe pure possibile eventualmente sporgere denuncia di violazione privacy se in sala tutti sono a conoscenza di dimissioni che un ex socio della CCTdG non vuole rendere note per non subire discriminazioni in vari campi della vita che non hanno nulla a che vedere con l'appartenenza ad un'ente giuridico?
Ciao a tutti [SM=x570868] [SM=x570925]
[Modificato da apostata felice 11/08/2008 09:35]
11/08/2008 11:48
 
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E perché una persona si dovrebbe dimettere senza poi che si sappia che si è dimesso?
La congregazione considera le dimissioni ai sensi dell'art. 5 alla setssa stregua di una "dissociazione" e nei confronti dei dimessi si comporta come nei confronti di chi si dissocia.
Viene cioè fatto un annuncio in cui si comuncia che tale persona non è più TdG.

Ecco l'articolo che è stato pubblicato nel km del gennaio 2007:



Si veda anche qui:
www.infotdgeova.it/varie/art5.php

Achille
[Modificato da Achille Lorenzi 11/08/2008 11:48]
11/08/2008 12:58
 
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Ma l'obiezione che voglio portare all'attenzione non riguarda l'essere parte dell'organizzazione di geova ma il credere o meno alla dottrina geovista: se un TdG che crede alla dottrina geovista ritiene di non riconoscersi più nella CCTdG, la stessa CCTdG quale ente morale potrebbe essere diffidata dal comunicare ai propri soci la posizione dell'ex socio in quanto facendolo rivela di fatto dati sensibili riguardanti la privacy dell'ex socio, nel caso in esame le sue credenze religiose, inoltre si può facilmente dimostrare che rivelare le dimissioni anche se trasformate in "dissociazione", comporta di fatto all'ex socio la possibilità di subire discriminazione ed ostracismo da coloro che ritiene suoi correligionari, pertanto l'annuncio di dissociazione può configurarsi come rivelazione pubblica dolosa di dati sensibili.
Voi cosa ne pensate? [SM=g1537332]
11/08/2008 13:41
 
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apostata felice ha scritto:

Ma l'obiezione che voglio portare all'attenzione non riguarda l'essere parte dell'organizzazione di geova ma il credere o meno alla dottrina geovista: se un TdG che crede alla dottrina geovista ritiene di non riconoscersi più nella CCTdG...

Vogliamo passare da una domanda di puro carattere astratto/accademico alla realtà?
Come potrebbe un TdG "che crede alla dottrina geovista" disconoscere la Congregazione che in Italia rappresenta appunto tale dottrina?
Fammi un esempio reale che serva a far capire in maniera concreta come possa esistere una tale situazione.

Achille
11/08/2008 14:19
 
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Re:
Achille Lorenzi, 11/08/2008 13.41:

apostata felice ha scritto:

Ma l'obiezione che voglio portare all'attenzione non riguarda l'essere parte dell'organizzazione di geova ma il credere o meno alla dottrina geovista: se un TdG che crede alla dottrina geovista ritiene di non riconoscersi più nella CCTdG...

Vogliamo passare da una domanda di puro carattere astratto/accademico alla realtà? Come potrebbe un TdG "che crede alla dottrina geovista" disconoscere la Congregazione che in Italia rappresenta appunto tale dottrina? Fammi un esempio reale che serva a far capire in maniera concreta come possa esistere una tale situazione. Achille

Luigi Fallacara, Vito Pucci e Marco Piccioni, ti dicono qualcosa questi tre esempi noti a tutti? [SM=g1537159]
11/08/2008 14:31
 
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apostata felice, 11/08/2008 14.19:

Luigi Fallacara, Vito Pucci e Marco Piccioni, ti dicono qualcosa questi tre esempi noti a tutti?

Sì, ma vorrei che tu mi spiegassi, in maniera chiara e con parole tue, come sia possibile accettare in tutto le dottrine dei TdG e nello stesso tempo non volersi identificare nella congregazione che in Italia rappresenta e diffonde tali dottrine.
Io, finora, non sono riuscito a comprenderlo.

Achille
11/08/2008 14:53
 
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Re:
Achille Lorenzi, 11/08/2008 14.31:

Sì, ma vorrei che tu mi spiegassi, in maniera chiara e con parole tue, come sia possibile accettare in tutto le dottrine dei TdG e nello stesso tempo non volersi identificare nella congregazione che in Italia rappresenta e diffonde tali dottrine.
Io, finora, non sono riuscito a comprenderlo.

Achille



Forse perché la congregazione, o meglio l’ente giuridico stesso, ha fatto compromesso con lo Stato Italiano siglando uno statuto che è conforme ai principi della costituzione ma che al contempo è contrario alla disciplina dei Tdg? Le semplici dimissioni da un ente giuridico descritte nel codice civile, infatti, non prevedono l’emarginazione prevista dottrinalmente dalla confessione dei Tdg, onde per cui lo statuto è un compromesso della dottrina Tdg con lo Stato.
Siccome questo statuto è italiano in quanto statuto della sola CCTG che è l’ente locale rappresentativo in Italia ed è diverso dalla confessione religiosa allora, in coscienza una persona può prenderne anche le distanze dall'ente giuridico CCTG pur accettando tutte le dottrine dei Tdg.

Un altro motivo, molto più importante, potrebbe essere lo sdegno per essere stati inclusi a propria insaputa all’interno di un ente giuridico senza esserne stati dovutamente informati prima. Per questioni di puro e semplice principio un Tdg potrebbe decidere di non volerne più essere parte.
Che rilevanza dottrinale aveva questa decisione dal punto di vista dell’appartenenza cristiana ai Tdg prima del famoso ministero del regno che ha incluso fra i dissociati anche i dimissionari? Nessuna! Perché il libro ‘Organizzati’, testo fondante di dottrina, non prevedeva nemmeno questo tipo di particolarità.

Riguardo alla violazione della privacy ventilata da Apostata Felice c’è da dire che in una qualunque associazione i membri appartenenti alla stessa hanno diritto di sapere chi sono gli altri membri che ne fanno parte. Ciò riguarda anche l’ente giuridico CCTG. Il punto è che però la lettera di rassegnazione delle dimissioni (ex. Articolo 5) deve essere rettificata dall’organo competente che è a Roma. Però mi pare che i membri abbiano diritto di sapere se un altro membro è ancora socio o no, perciò non sono del tutto certo che annunciarlo sia una violazione della sua privacy.





[Modificato da Bicchiere mezzo pieno 11/08/2008 14:54]
La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico
11/08/2008 15:07
 
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Bicchiere mezzo pieno ha scritto:

Forse perché la congregazione, o meglio l’ente giuridico stesso, ha fatto compromesso con lo Stato Italiano siglando uno statuto che è conforme ai principi della costituzione ma che al contempo è contrario alla disciplina dei Tdg? Le semplici dimissioni da un ente giuridico descritte nel codice civile, infatti, non prevedono l’emarginazione prevista dottrinalmente dalla confessione dei Tdg, onde per cui lo statuto è un compromesso della dottrina Tdg con lo Stato.
Siccome questo statuto è italiano in quanto statuto della sola CCTG che è l’ente locale rappresentativo in Italia ed è diverso dalla confessione religiosa allora, in coscienza una persona può prenderne anche le distanze dall'ente giuridico CCTG pur accettando tutte le dottrine dei Tdg.

"Apostata felice" non parlava di ente giuridico ma di Congregazione, che non sono la stessa cosa. Tanto per essere precisi.
Inoltre a me francamente sembra che ci si stia appigliando a dei cavilli: un qualsiasi Statuto in genere riporta a sommi capi finalità ed obiettivi di un'associazione. Può essere quindi che certi dettagli procedurali non vengano contemplati nello Statuto. Nel caso specifico, detta in parole povere, le dimissioni ai sensi dell'art. 5, secondo quanto ulteriormente precisato dalla Congregazione, sono da intendere come dissociazione.

Un altro motivo, molto più importante, potrebbe essere lo sdegno per essere stati inclusi a propria insaputa all’interno di un ente giuridico senza esserne stati dovutamente informati prima. Per questioni di puro e semplice principio un Tdg potrebbe decidere di non volerne più essere parte.

Stiamo comunque sempre parlando di essere soci di un ente giuridico. Prima si parlava di appartenenza alla Congregazione, che è un'altra cosa.

Che rilevanza dottrinale aveva questa decisione dal punto di vista dell’appartenenza cristiana ai Tdg prima del famoso ministero del regno che ha incluso fra i dissociati anche i dimissionari? Nessuna! Perché il libro ‘Organizzati’, testo fondante di dottrina, non prevedeva nemmeno questo tipo di particolarità.

A me pare che semplicemente la Congregazione, messa di fronte a queste critiche ed attacchi di carattere legale, abbia voluto rimediare, specificando in maniera più precisa cosa si intende per "dimissioni" e cosa accade ai "dimissionari".

Riguardo alla violazione della privacy ventilata da Apostata Felice c’è da dire che in una qualunque associazione i membri appartenenti alla stessa hanno diritto di sapere chi sono gli altri membri che ne fanno parte. Ciò riguarda anche l’ente giuridico CCTG. Il punto è che però la lettera di rassegnazione delle dimissioni (ex. Articolo 5) deve essere rettificata dall’organo competente che è a Roma. Però mi pare che i membri abbiano diritto di sapere se un altro membro è ancora socio o no, perciò non sono del tutto certo che annunciarlo sia una violazione della sua privacy.

E' quello che penso anch'io.

Ciao
Achille
[Modificato da Achille Lorenzi 11/08/2008 15:07]
11/08/2008 15:24
 
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Nel caso specifico, detta in parole povere, le dimissioni ai sensi dell'art. 5, secondo quanto ulteriormente precisato dalla Congregazione, sono da intendere come dissociazione.



Infatti tali atti procedurali non vengono contemplati nello Statuto ma dal Codice Civile il quale non prevede l’emarginazione e anzi visto che deve seguire i principi previsti dall’ordinamento giuridico e dalle leggi speciali europee fra cui il diritto di poter cambiare religione e fede senza per questo essere discriminati, allora l’adesione ai principi del Codice Civile mi sembra in chiaro conflitto con la dottrina prevista dalla confessione dei Tdg.


Apostata felice" non parlava di ente giuridico ma di Congregazione, che non sono la stessa cosa. Tanto per essere precisi.



A me pareva il contrario. Ha scritto:
“Un TdG che non vuole più far parte dell'ente giuridico CCTdG, ai sensi delle leggi vigenti sulla privacy, può richiedere che le sue dimissioni art. 5 dalla CCTdG NON SIANO RESE NOTE tramite annuncio pubblico?”

Mi sembra proprio che parlasse proprio del fatto che uno si senta ancora Tdg ma voglia prendere le distanze dall’ente giuridico. Poi se ho capito male Apostata potrà anche correggermi.


A me pare che semplicemente la Congregazione, messa di fronte a queste critiche ed attacchi di carattere legale, abbia voluto rimediare, specificando in maniera più precisa cosa si intende per "dimissioni" e cosa accade ai "dimissionari".



Il che è un cambiamento! Perché prima non era così. Mi pare inoltre che un anno di tempo sia un tempo incredibilmente lungo per capire che dimettersi equivale a dissociarsi visto che i miei anziani lo capirono subito tant’è che volevano fare l’annuncio di dissociazione dalla sala del regno la settimana successiva mentre invece la Betel li ha fermati! Senza contare poi che nel 2003 anche lo stesso Vito Pucci si era dimesso dallo stesso ente giuridico e la confessione ha continuato a considerarlo un fratello a tutti gli effetti. Evidentemente su questa equivalenza data per scontata c’è qualcosa che non va.
Comunque dimettersi dall’ente rappresentativo è una cosa che ha carattere solo legale, perché l’ente rappresentativo è solo legale, mentre dissociarsi è a carattere anche religioso perché uno si dissocia dalla religione. Non capisco a mezzo di quale scrittura della Sacra Bibbia il CD abbia compreso che anche dimettersi da un suo ente rappresentativo equivale a lasciare la sua religione giacchè di enti giuridici nella Bibbia nemmeno si parla ma si parla solo di Chiesa o Congregazione (intesa in senso religioso)!


E' quello che penso anch'io



Infatti, su questo siamo perfettamente d’accordo.

Ciao [SM=x570892]




[Modificato da Bicchiere mezzo pieno 11/08/2008 15:25]
La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico
11/08/2008 15:30
 
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Sono d`accordo che un menbro di un ente abbia diritto di sapere se un altro membro è ancora socio effettivo, tuttavia ciò dovrebbe avvenire solo su specifica richiesta all`ente, tantomeno tramite annuncio pubblico alla congregazione di cui fa religiosamente parte e che coinvolge le credenze ed è all`origine di discriminazione, emarginazione ed ostracismo.
[Modificato da apostata felice 11/08/2008 15:37]
11/08/2008 15:38
 
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Re:
apostata felice, 11/08/2008 15.30:

Sono d`accordo che un menbro di un ente abbia diritto di sapere se un altro membro è ancora socio effettivo, tuttavia ciò dovrebbe avvenire solo su specifica richiesta all`ente, tantomeno tramite annuncio pubblico che coinvolge le credenze ed è all`origine di discriminazioni.



E anche tu non hai affatto torto! Però questo discorso può essere fatto solo una volta in cui il giudice ha stabilito che dissociarsi da una confessione e dimettersi dal suo ente rappresentativo non sono la stessa cosa. Prima che venga chiarito questo è un po' difficile comprendere tutti i diritti e i doveri concernenti le dimissioni.
Posso dirti che in linea teorica se le cose stanno come l'avvocato Cirpiani che rappresenta Luifi Fallacara alla causa di Bari, allora hai ragione.




La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico
11/08/2008 15:53
 
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Bicchiere mezzo pieno ha scritto:

A me pareva il contrario. Ha scritto:
“Un TdG che non vuole più far parte dell'ente giuridico CCTdG, ai sensi delle leggi vigenti sulla privacy, può richiedere che le sue dimissioni art. 5 dalla CCTdG NON SIANO RESE NOTE tramite annuncio pubblico?”

Mi sembra proprio che parlasse proprio del fatto che uno si senta ancora Tdg ma voglia prendere le distanze dall’ente giuridico. Poi se ho capito male Apostata potrà anche correggermi.

Hai ragione, Congregazione ed Ente giuridico sono stati accomunati.
Io comunque rimango dell'idea che se un TdG crede effettivamente nella "dottrina geovista" non si dimetterà dall'ente giuridico che rappresenta tale dottrina. E anche se ci sono dei punti che possono essere discussi, tipo alcuni dettagli dello Statuto, il TdG che crede e si identifica nella dottrina della Congregazione non utilizzerà questi dettagli per fare causa all'Ente che rappresenta tale dottrina.

Ciao
Achille
[Modificato da Achille Lorenzi 11/08/2008 15:53]
11/08/2008 16:09
 
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Re:
Achille Lorenzi, 11/08/2008 15.53:

Bicchiere mezzo pieno ha scritto:

A me pareva il contrario. Ha scritto:
“Un TdG che non vuole più far parte dell'ente giuridico CCTdG, ai sensi delle leggi vigenti sulla privacy, può richiedere che le sue dimissioni art. 5 dalla CCTdG NON SIANO RESE NOTE tramite annuncio pubblico?”

Mi sembra proprio che parlasse proprio del fatto che uno si senta ancora Tdg ma voglia prendere le distanze dall’ente giuridico. Poi se ho capito male Apostata potrà anche correggermi.

Hai ragione, Congregazione ed Ente giuridico sono stati accomunati.
Io comunque rimango dell'idea che se un TdG crede effettivamente nella "dottrina geovista" non si dimetterà dall'ente giuridico che rappresenta tale dottrina. E anche se ci sono dei punti che possono essere discussi, tipo alcuni dettagli dello Statuto, il TdG che crede e si identifica nella dottrina della Congregazione non utilizzerà questi dettagli per fare causa all'Ente che rappresenta tale dottrina.

Ciao
Achille



Il punto è se la persona in oggetto cosidererà dettagli quelli che per te sono dettagli oppure questione di importanza fondamentale. Se il sapere che a tua insaputa ti hanno fatto entrare all'interno di un ente può renderti sdegnato allora ecco che uno vanta i suoi diritti per uscirne. Questo non è intentar causa perchè ci si è semplicemente dimessi.
Se poi la Congregazione corre ai ripari danneggiando la manifestazione di volontà del dimissionari facendo credere a tutti che si sia dissociato, allora egli ha pieno titoli di difendersi legittimamente. La causa quindi nasce per la violazione fatta sui suoi diritti.
Non penso che uno avrebbe fatto causa così se dal 2003, quando Pucci si dimise senza problemi, al 2007 le cose non fossero cambiate. Se invece mi si vuole far passare per quello che non sono allora è giusto che faccio causa.

E' poi che problema c'è? Giacchè considerano il dimissionario un dissociato, egli non è più un Tdg, giusto? E quindi può portare in causa anche la CCTG quando vuole. [SM=g1543794]
Se non l'avessero equiparato a un dissociato invece non avrebbe portato in causa nessuno e quindi il suo comportamento sarebbe sempre stato coerente. [SM=g27823]

Ciao. [SM=x570892]



[Modificato da Bicchiere mezzo pieno 11/08/2008 16:10]
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11/08/2008 16:24
 
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Bicchiere mezzo pieno ha scritto:

Il punto è se la persona in oggetto cosidererà dettagli quelli che per te sono dettagli oppure questione di importanza fondamentale...

Io sto parlando dei TdG in genere. I TdG che io ho conosciuto, di fronte a domande o a questioni che riguardano lo Statuto o ad altri particolari di carattere associativo/legale, avrebbero al massimo chiesto chiarimenti e spiegazioni. E anche se avessero deciso di dimettersi da tale ente, non avrebbero poi assunto una posizione di aperto conflitto con la Congregazione. Ma qui evidentemente stiamo parlando di TdG al di fuori del comune, dato che non sono semplicemente persone che accettano in tutto le dottrine della congregazione/ente dei TdG, ma si definiscono "TdG aperti al pluralismo". Come ho osservato più volte, una simile definizione stride in maniera assoluta con le credenze dei TdG, rivelandosi a mio parere una vera contraddizione di termini.
Ma di questo abbiamo già parlato molte volte.
Per ritornare nel tema della domanda posta da "Apostata felice", io penso che la congregazione abbia dei diritti associativi, fra i quali credo vi sia anche quello di annunciare se una persona è ancora parte dell'Ente giuridico o meno.
Ma, visto che la questione è stata portata davanti ai giudici, ne avremo la conferma quanto appunto il giudice si esprimerà.
In ottobre, sempre se non ci saranno altri rinvii.

Achille
[Modificato da Achille Lorenzi 11/08/2008 16:50]
11/08/2008 16:37
 
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Caro Achille,

il Tdg con la “mentalità aperta al pluralismo” come giustamente dici è un Tdg fuori dal comune. La cosa che non accetta sicuramente non è l’obbedienza alle disposizioni di chi prende la direttiva ma l’obbedienza cieca di fronte anche a contraddizioni o modus comportamentali discutibili. Non è quindi un rigetto delle dottrine della WTS nella sua interezza ma esclusivamente sul non accettare passivamente una disciplina impartita pur ritenendola ingiusta.
Ma questo non vuol dire che egli abbia abbandonato tutte le dottrine WTS o che non creda più nelle dottrine fondamentali dei Tdg.
L’unica differenza è che si può dire che rispetto al classico Tdg egli sia diverso, sostenendo che già sia, coil suo modo di fare, al di fuori dell’ortodossia dottrinale (anche se in questo caso io parlerei di prassi e non di ortodossia). Io invece penso di no, ma queste sono opinioni personali.

Resta il fatto che fino al momento in cui non è stato estromesso dalla confessione con l’annuncio dal podio, il Tdg ‘pluralista’ non ha svolto alcuna azione legale contro nessuno, ma che tale azione è stata fatta solo in seguito. Siccome egli non viene più considerato un Tdg però non c’è più alcun problema.


Per ritornare nel tema della domanda posta da "Apostata felice", io penso che la congregazione abbia dei diritti associativi, fra i quali credo vi sia anche quello di annunciare se una persona è ancora parte dell'Ente giuridico o meno.
Ma, visto che la questione è stata portata davanti ai giudici, ne avremo la conferma quanto appunto il giudice si esprimerà.
In ottobre, sempre se non ci saranno altri rinvii.



Speriamo perché sarebbe anche ora che la giurisprudenza si esprimesse in merito.



[Modificato da Bicchiere mezzo pieno 11/08/2008 16:40]
La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico
12/08/2008 15:02
 
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Re: Re:
Bicchiere mezzo pieno, 11/08/2008 15.38:



E anche tu non hai affatto torto! Però questo discorso può essere fatto solo una volta in cui il giudice ha stabilito che dissociarsi da una confessione e dimettersi dal suo ente rappresentativo non sono la stessa cosa. Prima che venga chiarito questo è un po' difficile comprendere tutti i diritti e i doveri concernenti le dimissioni.
Posso dirti che in linea teorica se le cose stanno come l'avvocato Cirpiani che rappresenta Luifi Fallacara alla causa di Bari, allora hai ragione.


...il Tdg con la “mentalità aperta al pluralismo” come giustamente dici è un Tdg fuori dal comune. La cosa che non accetta sicuramente non è l’obbedienza alle disposizioni di chi prende la direttiva ma l’obbedienza cieca di fronte anche a contraddizioni o modus comportamentali discutibili. Non è quindi un rigetto delle dottrine della WTS nella sua interezza ma esclusivamente sul non accettare passivamente una disciplina impartita pur ritenendola ingiusta.
Ma questo non vuol dire che egli abbia abbandonato tutte le dottrine WTS o che non creda più nelle dottrine fondamentali dei Tdg.
L’unica differenza è che si può dire che rispetto al classico Tdg egli sia diverso, sostenendo che già sia, coil suo modo di fare, al di fuori dell’ortodossia dottrinale (anche se in questo caso io parlerei di prassi e non di ortodossia). Io invece penso di no, ma queste sono opinioni personali.







Scusami Gianluca, ne abbiamo già parlato tempo fa, ma rileggendo quanto hai detto, e che ho evidenziato in grassetto, mi sento presa in causa.

Io mi sono dimessa dall'organizzazione in base all'art. 5 dello statuto, ma più ragiono sui motivi della causa legale intentata dal Fallacara, e più spero che non si verifichi quello che lui vuole.

Ho ragionato sul fatto che se vincesse la causa ottenendo di rimanere Testimone di Geova anche se non più socio dell'ente giuridico, allora tornerei a dover essere sottomessa all'organizzazione religiosa, quindi sarebbe possibile ritrovarmi in casa 2 anziani che mi chiederebbero cosa voglio fare: se rimanere Testimone di Geova a livello religioso (in tal caso dovranno revocare l'annuncio e io tornerei a essere TdG anche se non più socia a livello legale) in questo caso sarebbero spinti a formare un comitato giudiziario per apostasia; oppure mi chiederebbero se voglio dissociarmi anche dalla RELIGIONE dei TdG, quindi non revocherebbero l'annuncio ma io risulterei dissociata.

Se mi sono dimessa, l'ho fatto perchè non sono più d'accordo con le loro dottrine, quasi in TOTO!
L'unica cosa su cui sono rimasta d'accordo sono i loro consigli sulla buona convivenza col prossimo e altre norme comportamentali che però si possono trovare, non solo nella Bibbia, ma anche in qualsiasi altra religione cristiana.

Il Testimone di Geova aperto al prulalismo non lo concepisco; secondo me NON E' PIU' TESTIMONE DI GEOVA ed è giusto che si faccia l'annuncio in sala.

Non è giusto che l'annuncio sia uguale per tutti!
Non è giusto l'ostracismo che ne deriva in quanto ognuno dovrebbe essere libero di cambiare religione quanto vuole.


SU QUESTO SI DOVREBBE COMBATTERE!!!

Non so se sono stata chiara.


Ciao, a stasera [SM=x570864] Ely

------------------






[Modificato da Elyy. 12/08/2008 15:04]


"Poca scienza allontana da Dio, ma molta scienza riconduce a Lui". (Louis Pasteur)




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Cara Elyy,


allora tornerei a dover essere sottomessa all'organizzazione religiosa, quindi sarebbe possibile ritrovarmi in casa 2 anziani che mi chiederebbero cosa voglio fare:



No! Essendo che tu non sei più socia aderente della CCTG qualunque comitato decidessero di fare a te sarebbe assolutamente illegittimo e illegale. I comitati giudiziari sono considerati validi solo in virtù dell’esistenza dell’ente giuridico, altrimenti sono impugnabili di fronte alla legge. Ci provino pure a farti un comitato giudiziario quando tu non sei più un socio aderente; sarebbe come se facessero un comitato giudiziario a un qualunque cittadino italiano. L’unico motivo per cui loro potrebbero farti un comitato è qualora tu voglia che lo facciano; qualora tu desideri ottemperare a tutte le procedure disciplinari previste dalla confessione religiosa. Altrimenti, è questo il punto, loro non possono farti nulla, tranne appunto il fare qualcosa di illegale che tu potresti contestare benissimo.


Se mi sono dimessa, l'ho fatto perchè non sono più d'accordo con le loro dottrine, quasi in TOTO!



Altrimenti avresti voluto dissociarti completamente giusto? Quindi si è stati costretti a cercare una qualunque strada in modo da non venire calpestati nella nostra dignità e nei nostri diritti da esseri umani! C’è stata una forzatura nel tuo comportamento affinchè tu non venisi violata. Ecco perchè la causa in oggetto non è stata impostata per il solo riconoscimento a una persona di ritenersi un Tdg anche se non più socio aderente dell’ente rappresentativo, ma riguarda anche l’emarginazione perenne e assoluta riservata a tutti i dissociati/disassociati dai comitati giudiziari dei Tdg. L’atto di citazione dello studio legale Cipriani tocca proprio la conflittualità fra i principi dell’ordinamento giuridico italiano e la prassi disciplinare della WTS nei confronti dei propri ex-membri.


Non è giusto che l'annuncio sia uguale per tutti!
Non è giusto l'ostracismo che ne deriva in quanto ognuno dovrebbe essere libero di cambiare religione quanto vuole.

SU QUESTO SI DOVREBBE COMBATTERE!!!

Non so se sono stata chiara.



Certo che lo sei stata. Sei stata chiarissima. E mi treovi d'accordo anche se dico che siano entrambi gli aspetti da affrontare in giurisprudenza. Quello del tdg aperto al pluralismo per la possibilità di un Tdg di essere Tdg anche se non vuole far parte di nessuna associazione legale, e quello di un ex-Tdg, che proprio si disconosce dalla confessione dei Tdg, di poter cambiare religione liberamente senza dover essere discriminato da nessuno per la scelta fatta.

Non a caso saranno entrambi i soggetti che saranno trattati nella causa di Fallacara.


La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico
12/08/2008 15:44
 
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Re:
Bicchiere mezzo pieno, 12/08/2008 15.26:

Cara Elyy,


Non a caso saranno entrambi i soggetti che saranno trattati nella causa di Fallacara.





Che io sappia il secondo aspetto (quello sull'ostracismo) verrà trattato SOLO in caso di perdita riguardo al primo (il dividere le dimissioni dall'ente giuridico, rispetto al lato religioso dell'organizzazione)

Sei quindi sicuro che per il primo aspetto il Fallacara perderà?

E poi, dici che non avrebbero diritto di farmi un comitato giudiziario, ma i comitati giudiziari li hanno sempre fatti, a prescindere dalla nascita dell'ente giuridico in Italia.
La RELIGIONE stessa dei TdG prevede un comitato giudiziario in caso di anomalie da loro rilevate, e QUALE GIUDICE POTREBBE IMPEDIRE A UNA RELIGIONE DI ATTUARE LE PROPRIE DISPOSIZIONI INTERNE???

Per questo la causa doveva essere incentrata UNICAMENTE sull'ostracismo derivante dalla fuoriuscita, E'QUESTO CHE E' ILLEGALE
non i comitati giudiziari che, penso, ogni religione attua, in un modo o in un altro, per allontanare dalla propria organizzazione chi pecca impunemente o chi non ne vuole più far parte.


Ely



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12/08/2008 16:26
 
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Che io sappia il secondo aspetto (quello sull'ostracismo) verrà trattato SOLO in caso di perdita riguardo al primo (il dividere le dimissioni dall'ente giuridico, rispetto al lato religioso dell'organizzazione)

Sei quindi sicuro che per il primo aspetto il Fallacara perderà?



No, io sono sicuro che il Fallacara vincerà. E vincerà proprio sul discorso dimissioni in quanto non è possibile paragonare le dimissioni da un ente giuridico/legale alla dissociazione da un movimento religioso. Sono due cose separate, per tutti i motivi che non sto qui a ripetere e di cui si è già discusso ampiamente in passato.
Il fatto è che nella causa in oggetto si è anche interessato l’avvocato Faraon il quale ha dato la sua piena disponibilità alla raccolta delle adesioni ai sensi dell’articolo 105, adesioni in relazione non soltanto alle dimissioni ma anche e soprattutto alle dissociazioni/disassociazioni, delle quali se non si parlerà nella causa di Luigi verranno trattate in una causa successiva alla stessa che nascerà proprio sulla libertà religiosa e sul diritto di professare e cambiare fede senza ripercussioni e discriminazioni.
Le adesioni dei dissociati/disassociati non saranno inutilmente buttate via ma piuttosto, se nella causa di Fallacara si passerà al secondo punto perché l’avvocato Cipriani perderà il primo allora verranno trattate nella stessa causa in quanto la questione della libertà religiosa verrà trattata immediatamente. Diversamente se invece si vincerà sulla faccenda delle dimissioni dall’ente giuridico allora grazie verrà aperta una successiva causa (class/action) appositamente per tutti i dissociati/disassociati.

Questi sono gli ulteriori nuovi sviluppi che penso interessino un po’ di più a tutti.


E poi, dici che non avrebbero diritto di farmi un comitato giudiziario, ma i comitati giudiziari li hanno sempre fatti, a prescindere dalla nascita dell'ente giuridico in Italia.



Prima della costituzione dell’ente giuridico legali i Testimoni di Geova non avevano ancora un grande piede qui in Italia. Nessuno si interessava alla loro opera e alle loro procedure interne. Inoltre i principi fondamentali in relazione ai diritti umani inviolabili ancora non erano stati definiti formalmente ma erano in via di elaborazione sempre maggiore all’interno dell’ordinamento giuridico italiano e delle leggi europee. Oggigiorno il comitato giudiziario che sentenzia l’espulsione per un soggetto a livello nazionale, è regolamentato dalla costituzione dell’ente giuridico; visti i principi fondamentali consolidatesi nella giurisprudenza non sarebbe più possibile effettuarli a chi non faccia parte dell’ente giuridico stesso senza dover andare contro alla legge.
Ecco perché non avrebbero alcun potere su un dimesso.


La RELIGIONE stessa dei TdG prevede un comitato giudiziario in caso di anomalie da loro rilevate, e QUALE GIUDICE POTREBBE IMPEDIRE A UNA RELIGIONE DI ATTUARE LE PROPRIE DISPOSIZIONI INTERNE???



La religione lo prevede e ha istituito il comitato giudiziario secondo le normative previste dal codice civile, perché altrimenti tale procedura sarebbe illegale! Le disposizioni interne, per quanto riguarda i Tdg, sono diretta conseguenza del fatto che esiste un ente giuridico che rappresenta legalmente la confessione, altrimenti sarebbero illegali e il giudice eccome se potrebbe intervenire.


Per questo la causa doveva essere incentrata UNICAMENTE sull'ostracismo derivante dalla fuoriuscita, E'QUESTO CHE E' ILLEGALE
non i comitati giudiziari che, penso, ogni religione attua, in un modo o in un altro, per allontanare dalla propria organizzazione chi pecca impunemente o chi non ne vuole più far parte.



Certo! Ma a differenza della Chiesa Cattolica che è uno stato a sé stante le altre religioni per comminare la scomunica devono avere un ente rappresentativo a cui i membri devono essere associati per poter svolgere l’espulsione legalmente. E’ diretta conseguenza di ciò che se un membro non è più socio aderente dell’ente giuridico, qualunque comitato gli venisse fatto non avrebbe alcun valore su di lui e perciò sarebbe impugnabile di fronte alle autorità competenti.

La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico
13/08/2008 16:02
 
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Re:
[QUOTE:84950540=Bicchiere mezzo pieno, 12/08/2008 16.26
Il fatto è che nella causa in oggetto si è anche interessato l’avvocato Faraon il quale ha dato la sua piena disponibilità alla raccolta delle adesioni ai sensi dell’articolo 105, adesioni in relazione non soltanto alle dimissioni ma anche e soprattutto alle dissociazioni/disassociazioni, delle quali se non si parlerà nella causa di Luigi verranno trattate in una causa successiva alla stessa che nascerà proprio sulla libertà religiosa e sul diritto di professare e cambiare fede senza ripercussioni e discriminazioni.
Le adesioni dei dissociati/disassociati non saranno inutilmente buttate via ma piuttosto, se nella causa di Fallacara si passerà al secondo punto perché l’avvocato Cipriani perderà il primo allora verranno trattate nella stessa causa in quanto la questione della libertà religiosa verrà trattata immediatamente. Diversamente se invece si vincerà sulla faccenda delle dimissioni dall’ente giuridico allora grazie verrà aperta una successiva causa (class/action) appositamente per tutti i dissociati/disassociati.

Questi sono gli ulteriori nuovi sviluppi che penso interessino un po’ di più a tutti.





Bene, allora è probabile che darò il mio contributo nel caso si farà una causa essenzialmente contro l'ostracismo e a favore della libertà religiosa.
Nel caso il Fallacara perdesse la sua causa principale o, vincendola, si decidesse di parlare ugualmente dell'ostracismo, penso ci sarà anche il tempo per aderire all'art. 105 nel corso di quella stessa causa, visti i lunghi tempi necessari alle cause giuridiche in Italia.

Grazie, Ely.

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[Modificato da Elyy. 13/08/2008 16:03]


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