Achille Lorenzi, 18/08/2008 11.39:
Senza entrare nel merito della concreta e reale applicazione di queste norme "legali", osservo solo che in tutti i casi menzionati si parla appunto di leggi specifiche, di norme chiaramente definite, nelle quali agli israeliti era imposto di seguire un determinato comportamento. La coscienza qui non c'entrava, si parla appunto di Legge. Certamente a nessuno, limitandosi a seguire la voce della coscienza, sarebbe mai venuto in mente di fare certe cose dettate dalla Legge.
Per me qui ti sbagli. Prendi per scontato che nessuno in coscienza avrebbe seguito volontariamente certe norme della Legge, ma probabilmente prendi come metro di misura la tua coscienza (ma ci metto pure la mia in questo caso).
Un ebreo convinto di far parte del popolo scelto da Dio, convinto che la Legge fosse un espressione della guida di Dio, perchè non avrebbe dovuto ubbidire a tale Legge (per quanto certe norme ci possano sembrare illogiche e "inumane") spinto dalla voce della sua coscienza?
No, facevano la figura di persone che seguivano un minuzioso codice legale di comportamento.
Non liquidare l'argomento con tanta facilità. Davvero pensi che molti non potessero trovare "strano" un popolo che aveva una legge che gli diceva di vestirsi in un certo modo; quando doveva lavarsi; che siccome tu non eri israelita, ma un immorale cananeo, non era il caso che facessi il "pensierino" di metter su famiglia con quella brava ragazza del paese vicino?
Ma si trattava appunto di un codice scritto, in cui erano esposte circa 600 norme che secondo la Tradizione ebraica sarebbero state provvedute direttamente da Dio al Sinai.
Non capisco questo specificare che la Legge fosse un codice scritto. La Legge mosaica prima di essere un codice legislativo, era un codice religioso e morale, per cui interveniva proprio in molti aspetti che riguardavano la sfera personale. Mi vengono in mente non solo le norme sull'abbigliamento o quelle igeniche, ma anche i comandi "non
devi desiderare le cose degli altri", "
Devi amare il tuo Dio"; "
Devi amare il tuo prossimo"; comandi che nessun legislatore umano poteva né controllare né sanzionare, ma che di fatto "obbligavano moralmente" l'israelita a una determinata condotta... Ma era forse un obbligo se la sua coscienza gli diceva che era giusto?
E la "coscienza umana" - di ogni tempo e cultura - ritiene essere assolutamente inaccettabile e sbagliato che si lasci morire un bambino che potrebbe essere salvato solo con un trasfusione di sangue.
Avrei un paio di argomentazioni a questo riguardo, ma siccome ho sempre ritenuto troppo delicato questo argomento per trattarlo in un luogo come un forum (anche perchè si da sempre l'impressione che a uno faccia piacere che un bambino muoia e che lo si faccia intenzionalmente), se non ti dispiace lascio perdere. In questo caso svicolo (come direbbe aramis) volontariamente.
Può darsi che in certi casi coscienza e religione coincidessero.
In fondo è soltanto questo che io intendevo dire quando tu hai fatto una differenza tra la mia coscienza e quella dl CD, come se le due cose dovessero essere per forza diverse.
Come ho detto sopra, non sempre comunque questo accade.
Certamente, come non sempre accade che i sentimenti naturali abbiano per forza il sopravvento sulla coscienza.