Infotdgeova -LiberaMente- Lo scopo di questo forum è principalmente quello di analizzare gli insegnamenti dei Testimoni di Geova in chiave critica, onde evidenziare gli errori e le contraddizioni presenti nelle dottrine e nella prassi del gruppo

Quando eri TdG avresti acconsentito alle trasfusioni se fossero state indispensabili a salvare una vita?

  • Messaggi
  • aramisdherblay
    00 08/08/2008 21:42
    Riproponiamo l'interessante sondaggio sulle trasfusioni, dato che alcuni utenti hanno dichiarato di aver sbagliato a votare a causa di una non corretta comprensione della domanda del sondaggio precedente.
    Potete votare di nuovo in questo sondaggio.
    Naturalmente possono farlo, anzi sarebbe auspicabile che lo facessero, anche coloro che sono ancora Testimoni di Geova.

    [Modificato da aramisdherblay 08/08/2008 21:48]
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    otello44
    Post: 141
    Registrato il: 03/05/2008
    Utente Junior
    00 08/08/2008 23:00
    Io sono ancora TG anche se inattivo.
    Ci tengo a dire che ho autorizzato la trasfusione per mia madre che era in pericolo di vita in barba a tutti i comitati e senza nessun senso di colpa, perche' ho capito che questa regola non e' certo da Dio.
    Ho votato ! Otello44 [SM=x570869]
  • Agharti64
    00 08/08/2008 23:03
    Ho risposto 6, ma devo chiarire.

    Non avrei dubbi se si trattasse di me. Non ne avrei nemmeno se si trattasse di una persona (come mio padre) che non è tdG, autorizzerei la trasfusione, se fosse la sua volontà. Non avrei nemmeno dubbi sul da farsi se si trattasse di mia moglie, la persona che amo di più al mondo. So come la pensa e non potrei mai andare contro la sua coscienza, non me lo perdonerebbe mai.

    Se avessi figli... ecco, la risposta riguarda questo caso specifico.
  • aramisdherblay
    00 08/08/2008 23:11
    Re:
    Agharti64, 08/08/2008 23.03:

    Ho risposto 6, ma devo chiarire.

    Non avrei dubbi se si trattasse di me. Non ne avrei nemmeno se si trattasse di una persona (come mio padre) che non è tdG, autorizzerei la trasfusione, se fosse la sua volontà. Non avrei nemmeno dubbi sul da farsi se si trattasse di mia moglie, la persona che amo di più al mondo. So come la pensa e non potrei mai andare contro la sua coscienza, non me lo perdonerebbe mai.

    Se avessi figli... ecco, la risposta riguarda questo caso specifico.




    Giusto per capirci. Se si trattasse di te o di tua moglie rifiuteresti la trasfusione.

    Per i figli non sai... Bene. Allora ti chiedo: se avessi figli quindi non esiteresti a lasciarli senza padre o senza madre?


    Saluti


    (per inciso ti auguro di vivo cuore di non doverti mai trovare in una simile situazione)
    [Modificato da aramisdherblay 08/08/2008 23:13]
  • Agharti64
    00 09/08/2008 09:40
    Re: Re:
    aramisdherblay, 08/08/2008 23.11:




    Giusto per capirci. Se si trattasse di te o di tua moglie rifiuteresti la trasfusione.

    Per i figli non sai... Bene. Allora ti chiedo: se avessi figli quindi non esiteresti a lasciarli senza padre o senza madre?


    Saluti


    (per inciso ti auguro di vivo cuore di non doverti mai trovare in una simile situazione)

    Coscienza vs sentimenti... bella gara, non c'è che dire. Nel caso specifico credo che vincerebbe la coscienza.

    Fortunatamente non mi troverò mai in una situazione del genere.

    [SM=g1543902]




    [Modificato da aramisdherblay 09/08/2008 10:01]
  • aramisdherblay
    00 09/08/2008 10:02
    Re: Re: Re:
    Agharti64, 09/08/2008 9.40:

    Coscienza vs sentimenti... bella gara, non c'è che dire. Nel caso specifico credo che vincerebbe la coscienza.

    Fortunatamente non mi troverò mai in una situazione del genere.

    [SM=g1543902]








    Bene. Scusami se allora ti pongo un'ulteriore domanda: ti pare logico un Dio che ti imponga di andare contro i tuoi naturali sentimenti di amore verso i figli? (i quali sentimenti dovrebbero essere simili a quelli che Lui nutre per te, essendo tu un suo figlio)?



    [scusami, avevo modificato il tuo messaggio invece di quotare]
  • francocoladarci
    00 09/08/2008 19:31
    Riguardo alla trasfusione di sangue non ho mai avuto incertezze, mi auguravo di non trovarmi mai in simili circostanze, ma se ciò fosse accaduto non avevo dubbi nell'accettarla.
    Franco
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    Achille Lorenzi
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    00 10/08/2008 06:47
    Agharti64 ha scritto:

    Coscienza vs sentimenti... bella gara, non c'è che dire. Nel caso specifico credo che vincerebbe la coscienza.

    La coscienza del CD.
    Difatti se domani il CD dicesse che accettare una trasfusione in simili circostanze è una decisione personale, la "coscienza" di tutti i TdG improvvisamente permetterebbe loro di accettare le trasfusioni.
    E' già sueccessa la stessa cosa con le vaccinazioni, i trapianti, alcuni emoderivati e molti altri insegnamenti che nel corso degli anni sono stati modificati.
    Prima dei "nuovi intendimenti" i TdG, "seguendo la loro coscienza", sarebbero morti o si sarebbero fatti processare ed arrestare pur di non violare le regole.
    Il giorno dopo il "nuovo intendimento" tutto invece viene accettato senza tanti problemi "di coscienza".
    Qui la coscienza non c'entra nulla. Siamo solo in presenza di assurde interpretazioni di uomini, e di un sistema totalitario dove non è consentita una vera autonomia decisionale e di pensiero ed una vera e libera possibilità di scelta.

    Achille
    [Modificato da Achille Lorenzi 10/08/2008 07:03]
  • .gandhi.
    00 10/08/2008 13:33
    Re:
    Achille Lorenzi, 10/08/2008 6.47:

    Agharti64 ha scritto:

    Coscienza vs sentimenti... bella gara, non c'è che dire. Nel caso specifico credo che vincerebbe la coscienza.

    La coscienza del CD.
    Difatti se domani il CD dicesse che accettare una trasfusione in simili circostanze è una decisione personale, la "coscienza" di tutti i TdG improvvisamente permetterebbe loro di accettare le trasfusioni.
    E' già sueccessa la stessa cosa con le vaccinazioni, i trapianti, alcuni emoderivati e molti altri insegnamenti che nel corso degli anni sono stati modificati.
    Prima dei "nuovi intendimenti" i TdG, "seguendo la loro coscienza", sarebbero morti o si sarebbero fatti processare ed arrestare pur di non violare le regole.
    Il giorno dopo il "nuovo intendimento" tutto invece viene accettato senza tanti problemi "di coscienza".
    Qui la coscienza non c'entra nulla. Siamo solo in presenza di assurde interpretazioni di uomini, e di un sistema totalitario dove non è consentita una vera autonomia decisionale e di pensiero ed una vera e libera possibilità di scelta.

    Achille


    Quando ci vuole ci vuole...è inutile prendersi in giro!!
    Quoto al 100%

    marco


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    wolfstenio
    Post: 165
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    Utente Junior
    00 11/08/2008 18:47
    IO ho frequentato le adunanze quasi per 10 anni,è non ho mai smesso di trasfondermi. [SM=g1543794] all'inizio lo zelo per la societa' era forte quasi da smettere di curarmi, ma per mia fortuna ho mantenuto la testa sul collo. [SM=g1537159]
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    Achille Lorenzi
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    Utente Gold
    00 11/08/2008 19:10
    wolfstenio, 11/08/2008 18.47:

    IO ho frequentato le adunanze quasi per 10 anni,è non ho mai smesso di trasfondermi. all'inizio lo zelo per la societa' era forte quasi da smettere di curarmi, ma per mia fortuna ho mantenuto la testa sul collo.

    E se tu avessi dato loro retta - seguendo la coscienza (o meglio, l'incoscienza) del CD - a quest'ora non saresti qui.

    Leggete l'esperienza di wolfstenio: www.infotdgeova.it/esperienze/wolfstenio.php

    Ciao
    Achille


  • aramisdherblay
    00 11/08/2008 20:25
    Re:
    wolfstenio, 11/08/2008 18.47:

    IO ho frequentato le adunanze quasi per 10 anni,è non ho mai smesso di trasfondermi. [SM=g1543794] all'inizio lo zelo per la societa' era forte quasi da smettere di curarmi, ma per mia fortuna ho mantenuto la testa sul collo. [SM=g1537159]




    Quindi il tuo voto è 4....
  • Agharti64
    00 16/08/2008 10:41
    Re: Re: Re: Re:
    aramisdherblay, 09/08/2008 10.02:




    Bene. Scusami se allora ti pongo un'ulteriore domanda: ti pare logico un Dio che ti imponga di andare contro i tuoi naturali sentimenti di amore verso i figli? (i quali sentimenti dovrebbero essere simili a quelli che Lui nutre per te, essendo tu un suo figlio)?



    [scusami, avevo modificato il tuo messaggio invece di quotare]

    Credo che siano molte le leggi di Dio che potenzialmente potrebbero mettermi nella condizione di andare contro i miei naturali sentimenti. Non per questo ritengo ingiuste o cattive le norme di Dio.

    [SM=g1543902]



  • Agharti64
    00 16/08/2008 10:48
    Re:
    Achille Lorenzi, 10/08/2008 6.47:

    Agharti64 ha scritto:

    Coscienza vs sentimenti... bella gara, non c'è che dire. Nel caso specifico credo che vincerebbe la coscienza.

    La coscienza del CD.
    Difatti se domani il CD dicesse che accettare una trasfusione in simili circostanze è una decisione personale, la "coscienza" di tutti i TdG improvvisamente permetterebbe loro di accettare le trasfusioni.
    E' già sueccessa la stessa cosa con le vaccinazioni, i trapianti, alcuni emoderivati e molti altri insegnamenti che nel corso degli anni sono stati modificati.
    Prima dei "nuovi intendimenti" i TdG, "seguendo la loro coscienza", sarebbero morti o si sarebbero fatti processare ed arrestare pur di non violare le regole.
    Il giorno dopo il "nuovo intendimento" tutto invece viene accettato senza tanti problemi "di coscienza".
    Qui la coscienza non c'entra nulla. Siamo solo in presenza di assurde interpretazioni di uomini, e di un sistema totalitario dove non è consentita una vera autonomia decisionale e di pensiero ed una vera e libera possibilità di scelta.

    Achille

    Non mi sembra particolarmente strano che la mia coscienza sia in armonia con ciò che insegna la mia religione. Se non lo fosse farei altre scelte.

    Ciò non vuol dire che nel momento della difficoltà i sentimenti, la paura, o qualcos'altro, io non decida di agire in maniera diversa.

    [SM=g1543902]


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    mancagraziella
    Post: 844
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    Utente Senior
    00 16/08/2008 10:58
    re Agharti
    Come fai a dire che il divieto della trasfusione è una norma di Dio?
    Per favore? Dio vieta ben altro ! Ad esempio l'omicidio!
    Grazia [SM=x570865]
  • aramisdherblay
    00 16/08/2008 18:46
    Re: Re:
    Agharti64, 16/08/2008 10.48:

    Non mi sembra particolarmente strano che la mia coscienza sia in armonia con ciò che insegna la mia religione. Se non lo fosse farei altre scelte.

    Ciò non vuol dire che nel momento della difficoltà i sentimenti, la paura, o qualcos'altro, io non decida di agire in maniera diversa.

    [SM=g1543902]






    Condivido ciò che dici. E' ovvio che uno si conformi agli insegnamenti della propria religione ed è anche ovvio che essendo un essere umano, sia soggetto ai sentimenti umani come la paura.

    Il problema sta nel fatto che gli insegnamenti della tua religione cambiano un po' troppo spesso. E quindi come fai ad essere sicuro che quello che in un determinato momento storico ritieni il volere di Dio, in un successivo momento storico non possa essere tutto il contrario? Ad esempio, per rimanere in ambito medico, i trapianti prima erano vietati, e quindi giustamente tu avresti rifiutato un trapianto. Ora sono concessi. A me sinceramente pare inaffidabile un sistema simile....

    Poi ovviamente ognuno crede a ciò che vuole, ci mancherebbe......


    Saluti
  • aramisdherblay
    00 16/08/2008 18:49
    Re: Re: Re: Re: Re:
    Agharti64, 16/08/2008 10.41:

    Credo che siano molte le leggi di Dio che potenzialmente potrebbero mettermi nella condizione di andare contro i miei naturali sentimenti. Non per questo ritengo ingiuste o cattive le norme di Dio.

    [SM=g1543902]







    Evidenzio questa tua frase perché mi piacerebbe approfondire.... Ovviamente è chiaro che io parlo di sentimenti positivi quali l'amore per un figlio. E' ovvio che la legge di Dio va contro il sentimento dell'odio, ad esempio (ma anche qui paradossalmente ci sarebbe da discutere perché pare che a volte Dio chieda di odiare).

    Ma non voglio andare fuori tema quindi se è il caso apro un 3D altrove....
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    Achille Lorenzi
    Post: 10.544
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    00 17/08/2008 09:02
    Agharti64 ha scritto:

    Non mi sembra particolarmente strano che la mia coscienza sia in armonia con ciò che insegna la mia religione. Se non lo fosse farei altre scelte.

    Non penso che la coscienza e gli insegnamenti di una religione debbano necessariamente coincidere.
    La coscienza fa parte dell'intimo di ogni essere umano, e non dipende da ciò che viene insegnato da una religione.
    La Bibbia stessa, parlando di coloro che non avevano una legge (o una specifica religione) afferma che costoro osservavano "la legge" seguendo la loro coscienza:

    «...essi dimostrano che quanto la legge comanda è scritto nei loro cuori, perché la loro coscienza ne rende testimonianza e i loro pensieri si accusano o anche si scusano a vicenda» (Rom. 2:15).

    Ad ogni essere umano, in quanto tale, l'idea di lasciar morire un bambino che potrebbe essere salvato solo con una trasfusione appare ripugnante ed inaccettabile. E questo perché la coscienza umana fa comprendere quanto tale comportamento sia assurdo.
    E' solo perché i TdG devono ubbidire agli 'intendimenti' del CD che costringono le "loro coscienza" ad accettare un tale insegnamento.
    Ma se "domani" il CD - come ha fatto già con altri insegnamenti analoghi - riconoscesse finalmente che Dio non vuole una cosa del genere e che ognuno è davvero libero di scegliere, secondo la sua coscienza, se accettare o meno una trasfusione di sangue in simili circostanze, sicuramente moltissimi, se non tutti i TdG acconsentirebbero alla trasfusione se questa fosse l'unico modo per salvare la vita dei loro figli.
    Attualmente tale "libera scelta" non esiste, anche solo considerando il fatto che chi davvero seguisse la sua coscienza, acconsentendo alla trasfusione, verrebbe escluso ("dissociato") dalla congregazione, con le pesantissime conseguenze sociali che ben conosciamo.

    A questo proposito, è davvero illuminante e significativa la seguente drammatica testimonianza:



    Achille
    [Modificato da Achille Lorenzi 17/08/2008 09:24]
  • OFFLINE
    Gocciazzurra
    Post: 2.775
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    00 17/08/2008 13:51
    Oltre alla drammacità della storia mi ha colpito la perla di saggezza del CD contenuta in una loro rivista riferita ai disassociati/fuoriusciti dall' organizzazione:

    "sembrano dei forsennati, come se fosse inoculato in loro il virus dell'idrofobia satanica"

    Ma che simpatici [SM=x570889]
  • Jon Konneri
    00 17/08/2008 14:08
    Ma loro non insegnano l'amore verso il prossimo ,"amerai il prossimo tuo come te stesso"DA QUI SI VEDONO I FRUTTI CHE NON SONO BUONI.
    (E' una falsa religione.)
  • Agharti64
    00 18/08/2008 11:08
    Re:
    Achille Lorenzi, 17/08/2008 9.02:

    Agharti64 ha scritto:

    Non mi sembra particolarmente strano che la mia coscienza sia in armonia con ciò che insegna la mia religione. Se non lo fosse farei altre scelte.

    Non penso che la coscienza e gli insegnamenti di una religione debbano necessariamente coincidere.
    La coscienza fa parte dell'intimo di ogni essere umano, e non dipende da ciò che viene insegnato da una religione.
    La Bibbia stessa, parlando di coloro che non avevano una legge (o una specifica religione) afferma che costoro osservavano "la legge" seguendo la loro coscienza:

    «...essi dimostrano che quanto la legge comanda è scritto nei loro cuori, perché la loro coscienza ne rende testimonianza e i loro pensieri si accusano o anche si scusano a vicenda» (Rom. 2:15).

    Ad ogni essere umano, in quanto tale, l'idea di lasciar morire un bambino che potrebbe essere salvato solo con una trasfusione appare ripugnante ed inaccettabile. E questo perché la coscienza umana fa comprendere quanto tale comportamento sia assurdo.
    E' solo perché i TdG devono ubbidire agli 'intendimenti' del CD che costringono le "loro coscienza" ad accettare un tale insegnamento.
    Ma se "domani" il CD - come ha fatto già con altri insegnamenti analoghi - riconoscesse finalmente che Dio non vuole una cosa del genere e che ognuno è davvero libero di scegliere, secondo la sua coscienza, se accettare o meno una trasfusione di sangue in simili circostanze, sicuramente moltissimi, se non tutti i TdG acconsentirebbero alla trasfusione se questa fosse l'unico modo per salvare la vita dei loro figli.
    Attualmente tale "libera scelta" non esiste, anche solo considerando il fatto che chi davvero seguisse la sua coscienza, acconsentendo alla trasfusione, verrebbe escluso ("dissociato") dalla congregazione, con le pesantissime conseguenze sociali che ben conosciamo.

    Achille

    L'israelita che era soggetto alla Legge, agiva in armonia con essa perchè "obbligato" dalle regole e dal timore dell'eventuale punizione, oppure ubbidiva perchè pensava che fosse giusto farlo? In altri termini, seguiva la coscienza della Legge (dei sacerdoti e dei giudici che erano predisposti a farla osservare) o la propria, personale, coscienza?

    Un genitore che portava davanti agli anziani un figlio ribele, ubriacone e ghiottone (Deut. 21:18-21) sapendo che poteva finire lapidato, lo faceva perchè lo diceva la sua religione o perchè lo diceva la sua coscienza? E una donna che rimaneva vedova senza figli e doveva farsi mettere incinta dal fratello del marito defunto, perchè ubbidiva? E un/una giovane che non poteva frequentare né sposare altri giovani che non fossero israeliti, seguiva la propria coscienza, o quella di chi?

    E una persona delle nazioni che, come dice Paolo, "per natura" facevano le cose della Legge perchè spinti dalla coscienza, come credi considerassero queste, come anche altre, norme seguite dagli israeliti? Non è che ai loro occhi gli israeliti ci facevano un po' la figura dei "condizionati mentali"?

    Quando Paolo fa il ragionamento contenuto in Romani non sta certo dicendo che le persone delle nazioni facevano TUTTO ciò che diceva la Legge. L'israelita invece, che per nascita era soggetto alla Legge, non aveva scelta, DOVEVA ubbidire. Che lo facesse obbligato da delle norme o dalla propria coscienza era una questione tra lui e Dio. Ma se effettivamente lo faceva con coscienza, che problema c'era? Era un fanatico? Un bigotto? Un condizionato mentale? Oppure gli insegnamenti della propria religione coincidevano (in effetti dovevano coincidere) con la propria coscienza?

    [SM=g1543902]

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    Achille Lorenzi
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    00 18/08/2008 11:39
    Agharti64 ha scritto:

    L'israelita che era soggetto alla Legge, agiva in armonia con essa perchè "obbligato" dalle regole e dal timore dell'eventuale punizione, oppure ubbidiva perchè pensava che fosse giusto farlo? In altri termini, seguiva la coscienza della Legge (dei sacerdoti e dei giudici che erano predisposti a farla osservare) o la propria, personale, coscienza?

    Un genitore che portava davanti agli anziani un figlio ribele, ubriacone e ghiottone (Deut. 21:18-21) sapendo che poteva finire lapidato, lo faceva perchè lo diceva la sua religione o perchè lo diceva la sua coscienza? E una donna che rimaneva vedova senza figli e doveva farsi mettere incinta dal fratello del marito defunto, perchè ubbidiva? E un/una giovane che non poteva frequentare né sposare altri giovani che non fossero israeliti, seguiva la propria coscienza, o quella di chi?

    Senza entrare nel merito della concreta e reale applicazione di queste norme "legali", osservo solo che in tutti i casi menzionati si parla appunto di leggi specifiche, di norme chiaramente definite, nelle quali agli israeliti era imposto di seguire un determinato comportamento. La coscienza qui non c'entrava, si parla appunto di Legge. Certamente a nessuno, limitandosi a seguire la voce della coscienza, sarebbe mai venuto in mente di fare certe cose dettate dalla Legge.

    E una persona delle nazioni che, come dice Paolo, "per natura" facevano le cose della Legge perchè spinti dalla coscienza, come credi considerassero queste, come anche altre, norme seguite dagli israeliti? Non è che ai loro occhi gli israeliti ci facevano un po' la figura dei "condizionati mentali"?

    No, facevano la figura di persone che seguivano un minuzioso codice legale di comportamento. Ma si trattava appunto di un codice scritto, in cui erano esposte circa 600 norme che secondo la Tradizione ebraica sarebbero state provvedute direttamente da Dio al Sinai.

    Quando Paolo fa il ragionamento contenuto in Romani non sta certo dicendo che le persone delle nazioni facevano TUTTO ciò che diceva la Legge.

    E' ovvio, Paolo parla della coscienza umana e non della Legge nel suo insieme. Paolo dice che ci sono molte cose che gli uomini fanno e avvertono essere intimamente giuste o ingiuste seguendo per natura "la Legge", come il fatto che rubare, uccidere, tradire il coniuge, mentire, ecc, sia essenzialmente sbagliato. E la "coscienza umana" - di ogni tempo e cultura - ritiene essere assolutamente inaccettabile e sbagliato che si lasci morire un bambino che potrebbe essere salvato solo con un trasfusione di sangue.

    L'israelita invece, che per nascita era soggetto alla Legge, non aveva scelta, DOVEVA ubbidire. Che lo facesse obbligato da delle norme o dalla propria coscienza era una questione tra lui e Dio. Ma se effettivamente lo faceva con coscienza, che problema c'era? Era un fanatico? Un bigotto? Un condizionato mentale? Oppure gli insegnamenti della propria religione coincidevano (in effetti dovevano coincidere) con la propria coscienza?

    Può darsi che in certi casi coscienza e religione coincidessero.
    Come ho detto sopra, non sempre comunque questo accade.
    Stiamo parlando però di quello che era imposto agli Ebrei dalla Legge e non di ciò che viene richiesto ai Cristiani.

    Non è mai esistita nessuna legge in cui si dicesse di lasciar morire un bambino piuttosto che salvarlo con una trasfusione di sangue. Questa è una "legge" inventata da Brooklyn e non da Dio.
    Ma anche la stessa Legge di Mosè, nel caso fosse stata messa in pericolo la vita di una persona, non doveva essere seguita fanaticamente al punto di causare la perdita di tale vita.
    Per esempio, il comandamento sul Sabato, riportato nel Decalogo, non richiedeva un’assoluta astinenza da qualsiasi "lavoro" - queste erano le interpretazioni legalistiche dei Farisei -, ma si doveva agire secondo lo spirito di tale legge, che era stata data per il bene dell’uomo, come ogni altro comandamento di Dio (cfr. Marco 2: 27,28).

    Si poteva quindi salvare una vita in giorno di Sabato, se questo avesse dovuto comportare un lavoro? Secondo i Farisei sì: in tale giorno era consentito tirare fuori da un pozzo una pecora, un toro od una persona che vi fossero caduti. Eppure questo avrebbe davvero significato, secondo la lettera della legge, compiere un faticoso lavoro - immaginate la fatica e le persone necessarie per sollevare un toro! -, mentre la Legge imponeva di non fare "nessun lavoro" durante il sabato (Esodo 20:10). L’interpretazione farisaica, ben attestata fin dall’epoca maccabaica (cfr. 1 Mac. 2:39-41), stabiliva chiaramente che, ogni qualvolta fosse in pericolo, la vita doveva avere la precedenza sul sabato (Joma’ VIII, 6). È interessante anche notare che un’altra corrente del giudaismo contemporaneo a Gesù, quella degli esseni, non ammetteva neppure che si salvassero delle vite di sabato: «Ogni uomo vivo che di sabato cade in un buco pieno d’acqua o in qualche altro posto, non si può farlo risalire con una scala, con una corda o un altro oggetto» (Documento di Damasco XI, 16 ss.).
    In Luca 14:5 tuttavia si legge: «Chi di voi, se suo figlio o il toro cade in un pozzo, non lo tira immediatamente fuori in giorno di sabato?» Nessuno obiettò alla domanda di Gesù in merito all’opportunità di agire in questo modo, evidentemente perché questa era la prassi comunemente seguita, anche da coloro che accettavano le rigide ed estremistiche interpretazioni farisaiche (più moderate comunque di quelle degli esseni). Si trattava di salvare la vita di una persona o di un animale (cfr.Deut.22:4).
    Nel caso di un animale o di una persona in pericolo di vita, nemmeno questi intransigenti "interpreti" della Legge avevano qualcosa da ridire se si agiva per salvarli, anche se questo avesse significato lavorare (nel pieno senso del termine) di sabato, violando quindi la lettera del comandamento.
    È evidente che lo stesso modo di comportarsi va seguito nel caso del sangue. Come abbiamo detto più volte, il comando di non mangiare sangue serviva ad inculcare il rispetto per la vita. È quindi del tutto contrario allo spirito di tale comando "astenersi dal sangue" fino al punto da rinunciare alla vita, la realtà da esso simboleggiata! Un esempio: l’anello matrimoniale è un simbolo del matrimonio; sarebbe ragionevole avere per tale simbolo un rispetto tale che, messi di fronte alla scelta tra il sacrificare la vera nuziale e la propria moglie, si avesse un rispetto tale per l’anello al punto da preferirlo al coniuge? (Esempio tratto dal libro Alla ricerca della libertà cristiana, di R. Franz, ex membro del CD, p. 386, nota 23).

    Saluti
    Achille
    [Modificato da Achille Lorenzi 18/08/2008 11:41]
  • Agharti64
    00 20/08/2008 10:19
    Re:
    Achille Lorenzi, 18/08/2008 11.39:

    Senza entrare nel merito della concreta e reale applicazione di queste norme "legali", osservo solo che in tutti i casi menzionati si parla appunto di leggi specifiche, di norme chiaramente definite, nelle quali agli israeliti era imposto di seguire un determinato comportamento. La coscienza qui non c'entrava, si parla appunto di Legge. Certamente a nessuno, limitandosi a seguire la voce della coscienza, sarebbe mai venuto in mente di fare certe cose dettate dalla Legge.

    Per me qui ti sbagli. Prendi per scontato che nessuno in coscienza avrebbe seguito volontariamente certe norme della Legge, ma probabilmente prendi come metro di misura la tua coscienza (ma ci metto pure la mia in questo caso).

    Un ebreo convinto di far parte del popolo scelto da Dio, convinto che la Legge fosse un espressione della guida di Dio, perchè non avrebbe dovuto ubbidire a tale Legge (per quanto certe norme ci possano sembrare illogiche e "inumane") spinto dalla voce della sua coscienza?


    No, facevano la figura di persone che seguivano un minuzioso codice legale di comportamento.

    Non liquidare l'argomento con tanta facilità. Davvero pensi che molti non potessero trovare "strano" un popolo che aveva una legge che gli diceva di vestirsi in un certo modo; quando doveva lavarsi; che siccome tu non eri israelita, ma un immorale cananeo, non era il caso che facessi il "pensierino" di metter su famiglia con quella brava ragazza del paese vicino?


    Ma si trattava appunto di un codice scritto, in cui erano esposte circa 600 norme che secondo la Tradizione ebraica sarebbero state provvedute direttamente da Dio al Sinai.

    Non capisco questo specificare che la Legge fosse un codice scritto. La Legge mosaica prima di essere un codice legislativo, era un codice religioso e morale, per cui interveniva proprio in molti aspetti che riguardavano la sfera personale. Mi vengono in mente non solo le norme sull'abbigliamento o quelle igeniche, ma anche i comandi "non devi desiderare le cose degli altri", "Devi amare il tuo Dio"; "Devi amare il tuo prossimo"; comandi che nessun legislatore umano poteva né controllare né sanzionare, ma che di fatto "obbligavano moralmente" l'israelita a una determinata condotta... Ma era forse un obbligo se la sua coscienza gli diceva che era giusto?


    E la "coscienza umana" - di ogni tempo e cultura - ritiene essere assolutamente inaccettabile e sbagliato che si lasci morire un bambino che potrebbe essere salvato solo con un trasfusione di sangue.

    Avrei un paio di argomentazioni a questo riguardo, ma siccome ho sempre ritenuto troppo delicato questo argomento per trattarlo in un luogo come un forum (anche perchè si da sempre l'impressione che a uno faccia piacere che un bambino muoia e che lo si faccia intenzionalmente), se non ti dispiace lascio perdere. In questo caso svicolo (come direbbe aramis) volontariamente.


    Può darsi che in certi casi coscienza e religione coincidessero.

    In fondo è soltanto questo che io intendevo dire quando tu hai fatto una differenza tra la mia coscienza e quella dl CD, come se le due cose dovessero essere per forza diverse.


    Come ho detto sopra, non sempre comunque questo accade.

    Certamente, come non sempre accade che i sentimenti naturali abbiano per forza il sopravvento sulla coscienza.

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    Achille Lorenzi
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    Registrato il: 17/07/2004
    Utente Gold
    00 20/08/2008 11:36
    Agharti64 ha scritto:

    Per me qui ti sbagli. Prendi per scontato che nessuno in coscienza avrebbe seguito volontariamente certe norme della Legge, ma probabilmente prendi come metro di misura la tua coscienza (ma ci metto pure la mia in questo caso).

    Evidentemente non parliamo delle stesse "certe cose" della Legge. Io intendevo dire che certi comportamenti, dettati da regole molto "particolari", non sarebbero mai venute in mente a nessuno, semplicemente seguendo la voce della coscienza. Per esempio:

    "Non mangerete nessun grasso, né di bue, né di pecora, né di capra",
    "Mangerete ogni animale che ha l'unghia spartita, il piede forcuto, e che rumina",
    "Considererete abominevole tutto ciò che non ha né pinne né squame nelle acque", ecc., ecc.

    Si trattava di leggi scritte che venivano osservate appunto perché facevano parte di un codice, ma che nessuno, senza conoscere tale codice, avrebbe osservato semplicemente seguendo la sua coscienza.

    Ciao
    Achille
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    brian67
    Post: 275
    Registrato il: 18/11/2008
    Utente Junior
    00 22/02/2009 11:40
    Per quanto riguarda dottrine, insegnamenti scritturali, ciò che Dio vuole che si faccia o no. Il tdg in linea di massima un ha una coscienza propria. Per i tdg è più importante quello che dispone il CD. Che a suo dire né sa più di noi comuni mortali. Davanti a una decisione anche se c´è in gioco la vita, i tdg leali all’organizzazione, chiudono i canali della coscienza e si lasciano trasportare da ciò che è giusto secondo il CD. Anche se la sua coscienza dovesse per un istante suonare, (per così dire) subito verrebbe messa a tacere dando ampio spazio al modo di pensare comune dei “fratelli”.

    Ascoltate la coscienza.
    w05 1/10 14 Se vogliamo che la coscienza ci aiuti dobbiamo darle ascolto. Solo quando reagiamo con prontezza agli stimoli della nostra coscienza educata secondo la Bibbia ne traiamo beneficio.
    g86 8/4 14È proprio quando si agisce in base agli stimoli della propria coscienza educata secondo le norme bibliche che se ne trae beneficio.

    La WTS da un lato insegna ad ascoltare la coscienza nel prendere decisioni. Perché se la ignorassimo potremmo essere sopraffatti dal rimorso, oltre che alle conseguenze per non averla ascoltata. Dall’altro lato ci corregge se ci lasciamo guidare da essa. Incolpandoci di non avere una coscienza bene addestrata. Alla fine dopo una persona ha ascoltato le disposizioni del CD l’individuo vivrebbe con la frustrazione di essere andato contro la propria coscienza. E con la soddisfazione di aver ubbidito al CD (dio). Chi non ha vissuto questa situazione non può capire cosa significhi vivere nelle mani di un altro. Vi posso assicurare (non per esperienza personale) che non è affatto una bella sensazione.

    La realtà è che se dovessimo prendere posizione secondo coscienza, l’organizzazione calpesterebbe la nostra coscienza come se non avesse alcun valore.
    Andando contro coscienza secondo le scritture è un peccato, ma non secondo il CD.
    Brian