Achille Lorenzi, 09/07/2008 7.32:
E questo prete, oltre a fare maggiore chiarezza, è anche piuttosto critico verso il modo in cui i suoi confratelli (prete e vescovo) si sono comportati.
Da notare comunque che sarebbe stata prevista una cerimonia religiosa, anche se solo al cimitero:
«Il parroco ha infatti proposto la celebrazione delle esequie attraverso una liturgia della parola, e non nella Messa. E' questa una delle possibili celebrazioni che la Chiesa prevede, ed in effetti disposizioni specifiche in materia di pastorale delle persone divorziate e risposate, prevedono questa possibilità.
Ma le stesse disposizioni specifiche dicono anche ben chiaramente che nulla impedisce ad una persona divorziata e risposata di ricevere un degno funerale cristiano. E questo è un fatto».
Questo religioso cita anche un articolo del "Giornale" in cui si menziona un altro ipotetico particolare: «...una presunta passata frequentazione con gli aborriti testimoni di Geova» (
www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=122992 ).
Io comunque, al di la della legittimità o meno del comportamento di questo parroco in questo specifico caso, trovo più "scandalosa" la rabbiosa reazione dei "fedeli": mi da l'impressione che per certi credenti tutto sia in qualche modo
dovuto, sia un "diritto", come quello che si può avere e pretendere in quanto cittadini dello Stato, senza che sia necessaria una fedeltà ai contenuti della fede, compresa una certa coerenza comportamentale.
Achille