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c'e' qualcuno qui che ha lavorato alla Betel?

Ultimo Aggiornamento: 07/08/2008 18:43
31/07/2008 02:57
 
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Ultima parte....
Avete mai sentito parlare un Sorvegliante mentre descrive la vita alla Betel? Avete mai letto, in qualche Torre di Guardia o nel libro “Proclamatori” delle attività svolte alla Betel? Una di queste attività è la preparazione dello studio Torre di Guardia. Tante volte avevo sentito dire: “Dovremmo imitare i beteliti, che nella giornata di lunedì si preparano insieme lo “studio” Torre di Guardia!” Infatti, appena arrivai a Roma una delle “raccomandazioni” fu quella di presenziare alla preparazione dello “studio” Torre di Guardia, che si svolgeva nella sala del regno al “1281”.

Mi chiedevo come si svolgesse! Arrivò il Lunedì sera (mi pare alle 19.00) e mi presentai in sala del regno. Erano tutti vestiti come si usa essere “addobbati” per una delle tradizionali adunanze. Un usciere mi invita a sedermi in uno dei posti liberi all’estrema destra della sala del Regno. E adesso? A me sembrava un’adunanza più che una preparazione! Il conduttore sale sul podio (come all'adunanza) insieme al lettore di turno. Non ricordo se si iniziava con un cantico, ma certamente la preghiera iniziale e quella finale non mancavano.

Il lettore legge il primo paragrafo e il conduttore fa la domanda. Fui sorpreso dal fatto che rispondevano solamente i fratelli seduti nelle prime file; poi mi spiegarono che erano già preparati e che solo loro potevano rispondere. Quindi, di fatto, si assisteva ad un’adunanza vera e propria che era il “doppione” dell’ adunanza che si sarebbe tenuta la domenica seguente. In realtà non era una preparazione, perché si svolgeva come un’adunanza vera e propria e i fratelli che erano nelle file anteriori della sala erano già preparati. Così accade che per lo studio della Torre di Guardia molti utilizzano almeno 2 ore alla settimana (una il lunedì sera ed una alla domenica per l’adunanza) e probabilmente un’altra ora per la preparazione personale, che deve avvenire ovviamente prima del lunedì sera.

Ora, col senno di poi, capisco il motivo per il quale la “società” insiste sullo studio della Torre di Guardia, costringendo di fatto i beteliti ad assistere a questa adunanza almeno due volte la settimana. Nelle pagine della Torre di Guardia è espresso il volere del Corpo Direttivo, e la dirigenza vuole essere sicura che i pensieri esposti nella Torre di Guardia vengano recepiti in modo totale dai singoli Testimoni di Geova ed in particolar modo dai beteliti.
Ovviamente qualcuno, di tanto in tanto saltava l’appuntamento, ma era bene farsi vedere perché, come ho evidenziato all’inizio di questa storia, tutti sono osservati e i “privilegi” ai beteliti risultano essere un’ambizione. Anzi, per molti la priorità è quella di rendersi quasi indispensabili per non rischiare di essere mandati via.

Molti beteliti lavorano al “1281” sin da giovanissimi (18-20 anni) e alcuni, a 40 anni suonati, sono ancora celibi. Quindi si può dire che questi fratelli hanno passato l’intera “vita lavorativa” all’interno dei cancelli della betel e che non hanno mai conosciuto “il lavoro nel mondo”, e soprattutto, non hanno mai provato le responsabilità da assolvere derivanti dal dover vivere all’interno della società umana che per loro (i beteliti) è satanica. Da aggiungere anche il fatto, a mio avviso grave, che a nessun betelita viene versato alcun contributo previdenziale, quindi se un’ individuo che ha lavorato alla betel per 30 anni viene mandato via, si ritrova senza un lavoro, senza una casa, senza un curriculum e soprattutto senza una pensione per affrontare la vecchiaia.

A fronte di ciò, i quarantenni prima menzionati stanno ben attenti a come si muovono. Ho sentito più di un fratello dire: “Se mi sposo mi manderebbero via, perché la moglie non sarebbe accettata, a meno che non svolga una professione che interessa loro….di sorelle che fanno le pulizie e che stirano ce ne sono anche troppe!” Parlando, diverso tempo dopo l’ultimo mio periodo da temporaneo alla betel (2001), con uno di loro che era in procinto di sposarsi, notai una certa preoccupazione. Le sue parole furono: “Ho cinquant’ anni, come faccio ad andare a lavorare in un’ azienda del mondo? Come faccio a vivere con mille euro al mese? Non ho una casa e la mia auto cade a pezzi, ne dovrei comprare un’altra! Gabriele, non ho voglia di andare a lavorare alla mia età, speriamo mi permettano di andare a servire in qualche sala delle assemblee come custode.”

Di fatto in questo luogo (la betel) è in vigore lo stesso status-quo che esiste a Cuba. Ti danno vitto e alloggio, tu produci per loro senza stipendio e senza previdenza sociale, senza che tu possa produrre della ricchezza da accantonare per il tuo futuro. Dipendi in tutto e per tutto da loro e più il tempo passa e più tale dipendenza diventa quasi indispensabile. Per contro, se per qualche motivo, esci da questo “circolo” sei in guai seri, per non parlare dei danni emotivi!

Questo stato di fatto produceva, e credo lo faccia ancora, una certa omertà. E’ innegabile che dove c’è l’uomo esiste la disonestà, esiste la corruzione, esistono le ingiustizie. Tutto questo esiste anche alla betel e nella mia breve carriera da temporaneo non potei non rendermi conto che quel luogo non era diverso da tutte le altre realtà lavorative “del mondo”. Qualche volta, vedendo una delle cose che parrebbero, ad ogni persona di buon senso, essere una vera e propria ingiustizia, chiesi ad un’ anziano: “Ma possibile che nessuno dice niente?” Mi rispose: “L’ ultima volta che ho aperto bocca mi hanno spedito in stamperia, e mi è andata bene, pensa se mi mandavano via a 48 anni! Credimi, è meglio star zitti”! Suppongo che fosse superfluo ribattere ad un’ affermazione di questo tipo.

Andando verso la conclusione, per non tediarvi oltre, vorrei parlarvi un po’ della biblioteca. Si trova (penso ancora adesso) nella palazzina principale del “1281”, dove è situata anche la Sala del Regno, la sala da pranzo e gli alloggi. Mi colpirono i libri “antichi” della “Società”. Sugli scaffali si potevano ammirare gli studi sulle scritture del pastore Russell (sette, sei più uno) e tutti i libri che la WTS aveva stampato nella sua storia. Mi venne detto che potevo consultarli in biblioteca, ma che non potevo portarli via. Qualche anno dopo, mentre cominciavo a fare qualche approfondimento sulla “Società”, mi ricordai della biblioteca della betel. Mi serviva assolutamente verificare il contenuto del libro “Il mistero è compiuto", che era il settimo volume degli studi sulle scritture stampato nella sua prima versione nel 1916. Telefonai ad uno dei miei amici beteliti e gli chiesi se poteva andare in biblioteca e fotocopiarmi delle pagine. Disse di sì e mi promise di chiamarmi il giorno seguente. Quando mi richiamò rimasi esterrefatto dalle sue parole: “ Gabriè, non posso fare nessuna fotocopia, in biblioteca non ci sono più i libri vecchi, li hanno tolti!”
“Come li hanno tolti”, gli dissi, “fattelo dare da chi di dovere e fai le fotocopie” aggiunsi. “Ho già chiesto, ma mi hanno risposto che i libri tolti dalla biblioteca sono solo per uso interno del reparto degli scrittori e che non si possono fare fotocopie”!
E’ inutile dire quanto rimasi deluso. Ma la faccenda non faceva che confermare quello che sospettavo. Mentivano (la WTS) sul proprio passato e togliendo le vecchie pubblicazioni eliminavano le prove del loro inganno.

In definitiva, dopo la mia esperienza alla betel, posso dire al di là di ogni ragionevole dubbio, che in quel luogo non c’è nulla di particolarmente divino, come d’altra parte non c’è nulla di satanico come qualcuno, esagerando, ha affermato. E’ solo un luogo come un altro, è solo una grande azienda, dove ho conosciuto persone buone e gentili e dove ho visto altri che di arroganza e doppiezza ne avevano da vendere. Ho visto espresso il ricatto morale nei confronti di individui che sono consapevoli di dipendere in tutto e per tutto da quella realtà. Ho visto pionieri regolari non fare nemmeno un’ora di servizio al mese, salvo poi andare alle assemblee a raccontare esperienze dal podio per far credere di essere beteliti e pionieri allo stesso tempo-sig! (più di una volta, alle prove delle assemblee, ho visto i sorveglianti chiedere agli intervistati di “colorire” un po’ l’esperienza per renderla più interessante; a casa mia questo si chiama mentire, ma a quanto pare questa è regolare prassi alle assemblee!); ho visto proprietà che non hanno nulla a che vedere con lo “spirito di semplicità” che la “Società Torre di Guardia” pretende dai singoli Testimoni di Geova. Ho visto un luogo dove ho avuto l’ impressione che il fine ultimo è quello di stampare più pubblicazioni possibili, e poco importava che chi faceva i doppi turni non andava nemmeno alle adunanze. Ho visto persone felici e convinte di quello che facevano, ma ho visto molti visi tristi e spenti.

Insomma, ancora una volta, questa organizzazione mi ha dato conferma di essere doppia di parola e di fatti, idealizzando i propri fedeli con metodi alquanto discutibili, mentendo e creando nell’ immaginario degli ignari Testimoni di Geova delle realtà che assolutamente non solo non esistono, ma che sono ben lontane dall’essere il paradiso spirituale tanto propagandato.

Questa volta è finita davvero!! [SM=g1543794]
Buonanotte
Gabriele Traggiai
[Modificato da gabriele traggiai 31/07/2008 03:09]
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