Polymetis, 05/06/2008 12.23:
"di poesia che parliamo, mi piace molto di più la versione della TNM. "
Evidentemente non hai fatto il liceo classico e non sei laureato in lettere, perché quel tipo di traduzione è esattamente qualla che viene fatta in quarta ginnasio da chi è alle prime armi con latino e greco e dunque riempie le versioni di costrutti sintattici che in italiano sono uno sgorbio, perché ha paura di essere troppo poco letterale. In questo caso poi non stanno neppure traducendo dall'ebraico ma dall'inglese.
Se vuoi parlare di traduzione mi fermo qua; non sono assolutamente in grado di sostenere una conversazione di questo tipo. Io commentavo semplicemente la "poeticità" di una frase. So bene che la Poesia è ben più che la semplice scelta di parole e che dunque un critico prenderà in esame anche altri parametri per il suo giudizio, ma al mio orecchio "profano" continua a piacere di più "ascendere" piuttosto che "mettere sopra". Poi, non ho la minima idea di come suoni la frase in ebraico.
Il discorso è pieno di frasi involute, come per dire "gioia" che diventa "ascendere Gerusalemme al di sopra della mia principale causa di allegrezza."
Qui c'è un'inesattezza. "Gioia" diventa semplicemente "allegrezza", e non tutta la frase che dici tu, per cui non mi sembra di vedere involuzioni di qualche tipo. Forse, "ogni" che diventa "principale causa di" risulta un po' involuto, ma continua a piacermi di più. Questione di gusti, immagino...
"L'uso del pleonasmo non piace a tutti e molti lo considerano semplicemente un errore grammaticale, ma anche qui, se parliamo di poesia, ci sta tutto."
In primis la TNM usa "tuo proprio" e forme simili ovunque, non solo nei salmi, inoltre la poesia va resa con scorrevolezza, non con un costrutto sintattico che in italiano risulta farraginoso e impossibile. C'è pure la ripetizione di "trattare" due volte nelle stessa frase.
"Tuo proprio"; "a me mi" e altre, siamo sicuri che siano proprio (opss!) del tutto sbagliate?
"E' un modo per rafforzare il concetto: "Il trattamento che tu, Babilonia, hai usato con noi, proprio quello che sei abituata a usare, bè, è "esattamente" lo stesso con cui sarai ripagata". "
Guarda che tu non hai scritto che ha fatto la WTS, anzi, tu stesso hai omesso per ben due volte il pronome personale, hai scritto "sei abituata" e "sarai ripagata" senza il "tu", e non hai usato nessun "tuo proprio", evidentemente il tuo orecchio si rifiuta. Sappiamo entrambi che scrivere così in italiano è stilisticamente scadente. Ma è tutto l'impianto della frase ad essere sbagliato, bastava un "beato chi ti renderà quanto ci hai fatto", e invece si è finiti in una frase che sembra una strada tortuosa in salita " Felice sarà colui che ti ricompenserà Col tuo proprio trattamento col quale tu ci hai trattati".
Io non sto scrivendo un romanzo, né una poesia; sto scrivendo in un forum e di conseguenza mi sforzo di farlo nella maniera più corretta possibile. Non è il mio orecchio che si rifiuta, nel parlato di tutti i giorni non ci presto così tanta attenzione.
Il punto è che certi modi di rendere la lingua italiana (figure retoriche) sarebbero considerati degli errori assoluti in un compito scolastico o in un pezzo giornalistico, come anche in un discorso di qualche politico, ma non lo sono in un'opera letteraria o in una poesia. Se non fosse così bisognerebbe riscrivere intere frasi dei
Promessi Sposi, come anche di altri capisaldi della letteratura italiana.
[Modificato da Agharti64 06/06/2008 10:14]