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GIOVANNI 5:28,29

Ultimo Aggiornamento: 25/04/2008 19:05
23/04/2008 21:07
 
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Ho letto il trattato nel sito che mi hai indicato (non l’avevo mai letto prima) e trovo sorprendente questo concetto del Nuovo Catechismo cattolico:

“ La chiesa nel suo insegnamento afferma l'esistenza dell'inferno e la sua eternità. Le anime di coloro che muoiono in stato di peccato mortale, dopo la morte discendono immediatamente negli inferi, dove subiscono le pene dell'inferno e il fuoco eterno" (2) - Nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica.
"L'inferno esiste ... Dunque nell'inferno c'è fuoco. Eppure è tutt'altra cosa da una sinistra rosticceria, un'altra cosa, checché ne abbiano pensato gli antichi, da quel fuoco delle viscere della terra, che i vulcani sputano sulla superficie di questa ... Si parla di fuoco perché il fuoco è di tutti gli elementi quello che produce il dolore più intenso, ma è un fuoco che brucia senza distruggere. Un fuoco di cui bisogna farsi un'idea degna di quel che rappresenta; qualcosa che, per quanto reale sul piano del corpo, è sostanzialmente spirituale, poiché si tratta ancora e sempre di Dio, della sua creatura intelligente e del rapporto esistente tra loro quando nella creatura non è più possibile una conversione dal peccato e da parte di Dio non c'è più che giustizia e collere ... Non potendo più affrancarsi dall'esistenza, il dannato ha perduto per sempre, e lo sa, il senso della propria esistenza e con lui la verità del proprio essere" (3). - Yves Congar”

Non riesco a credere che un Dio d’Amore possa permettere o addirittura ideare un tormento del genere e in più, immediatamente dopo la morte del malvagio, indicando così che il giudizio avviene subito, in barba alla scrittura di Giovanni 5:28,29

Condivido questa interessante osservazione:


I lagers nazisti, le cui sole immagini ci riempiono d'orrore, alla cui vista parecchi liberatori che erano combattenti rotti a ogni emozione, svennero o fuggirono, al confronto dell'inferno "cristiano" appaiono come luoghi edenici, poiché essi avevano tre possibilità non previste nell'inferno "cristiano": la liberazione, che per alcuni si concretizzò, la salvezza eterna, nella quale numerosi continuarono a credere, e comunque la pace della morte.
L'inferno "cristiano" prevede invece che alla fine dei tempi, eliminata la morte, all'universo della comunione con Dio, corrisponderà sempre qualcosa di peggio di questa: il regno della disperazione e della sofferenza indicibili, qualunque siano le forme. E tutto ciò dovrebbe essere considerato emanazione e progetto del Dio che la Sacra Scrittura definisce "amore".

Mentre questo è un concetto in cui mi piacerebbe continuare a credere ma essendo troppo simile a quello dei Testimoni di Geova, lo ritengo da verificare:

In questa visione la morte non è vita diversa ma l'esatto contrario della vita, cioè la non vita, il silenzio assoluto. Dice l'Ecclesiaste, confermato dal resto della Scrittura:
"Nel soggiorno dei morti dove tu vai, non v'è più né lavoro, né pensiero, né scienza, né sapienza" (6). E' ovvio che dove non v'è pensiero non possono esservi né gioia né sofferenza.
Adamo, all'alba dell'umanità, non fu minacciato di sofferenze eterne, ma di ritorno al non essere, poiché l'essere è unicamente frutto della comunione

Questo concetto non parla dell’anima: dove va dopo la morte della parte materiale? E quando? [SM=g1543785]

[SM=g1543902] Maripak


[Modificato da Maripak 23/04/2008 21:08]
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