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E allora... mi presento anche io

Ultimo Aggiornamento: 05/03/2008 19:29
02/03/2008 17:35
 
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Perché sono ateo
berescitte, 01/03/2008 15.46:


>Mi diede da leggere anche qualche pubblicazione, che pur non scalfendo minimamente le mie idee in materia religiosa, destò in me ammirazione per gli insegnamenti dei TdG.
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Anch’io ero cattolico praticante ma non come te “fino ai 21 anni” bensì dai “17 in poi” e recuperato da una vita atea alla fede. Forse è per questo che tutti i tentativi dell’ateismo di riconquistarmi sono falliti.
E sono falliti miseramente, proprio perché non hanno destato in me alcuna ammirazione ma certezza di essere cose sbagliate, “gli insegnamenti dei TdG”. Quegli insegnamenti (una sorta di surrogato) destano ammirazione solo a chi non sa di possedere già il caffè. E io a 21 anni avevo già acquisito da 4 anni di studio intenso tutta la ricchezza della mia figliolanza adottiva di Dio che forse molti cattolici, anche praticanti, non percepiscono distintamente.

Con ciò non voglio dirti che farò di tutto per convertirti. E’ solo il Signore che converte. Ma se sei disposto a confrontare le tue convinzioni con quelle di vari foristi, ti renderai conto che la tua posizione di ateo lascia molto a desiderare quanto a ragionevolezza e come cosa da preferirsi..

E credimi, tu puoi anche ricoprirla d’oro la tua fatina geovista ma non potrai mai persuaderla che l’ateismo è migliore che la sua fede (e in questo avrebbe ragione lei). Se per caso, infatuata di te, ti accetterà lo farà sicuramente ritenendoti un essere inferiore, carne da macello, che, se non riuscirà a portarti alla sua fede, utilizzerà solo ai fini dell’Organizzazione; come faceva il popolo eletto di Israele con gli schiavetti stranieri “non residenti”.
E sarà anche tassativo che i vostri figli dovranno essere educati in quella fede divenendo testimoni di Geova sin da piccoli. E se tu ti opporrai decisamente allora ti sbatterà fuori casa succhiando i relativi alimenti per sé e prole.

Comunque tu da “irriducibile ateo”, a mio avviso, sei più nei guai di qualsiasi credente di qualsiasi fede. Tu stai sereno e credi che sia importante costruire una torre sapendo già che prima che la finisci crollerà. Per me sei fuori di logica. Io capisco solo il non credente che si qualifica “agnostico” e non ateo, e rimane aperto alla ricerca e analisi di qualsiasi verità, anche se il suo interlocutore ipotizza e tratta l’esistenza di una verità/realtà religiosa ultraterrena.
I miei più sperticati auguri, anche perché sei “nel mezzo del cammin di nostra vita”.
Berescitte



Caro Berescitte,

ogni credenza, o teoria, o ipotesi, non scaturisce in genere dal nulla, ma prende corpo da un’osservazione, da una rilevazione, dal verificarsi di un fenomeno o di un evento: insomma, ha un suo innesco.
L’ipotesi dell’esistenza di Dio scaturisce, forse, dalla necessità di spiegare e dare un senso all’esistente. Ma non è altro che un’ipotesi ingenua, e di impronta prettamente umana, più che il frutto di una rivelazione; tanto è vero che non esiste, e non è esistita nel corso dell’umanità, una sola idea di Dio, bensì ve ne sono molteplici: proiezioni di desideri e auspici umani.

Io non vedo la necessità di un Dio per spiegare il mistero in cui siamo avvolti, per il semplice fatto che non vedo la necessità, e tanto meno la possibilità, di spiegare un mistero. Se poi, come fanno i TdG, si pretende di portare la Bibbia come prova incontestabile di una presenza trascendente, rispondo che le teorie scientifiche hanno bisogno di prove ben più consistenti per stare in piedi.
Così come credo che il problema della giustificazione delle origini non sia risolto, se poi occorre dare conto delle origini di Colui che ha originato il tutto. Tanto vale credere fin da subito che eterno è l’universo materiale di cui facciamo tutti parte, invece di spostare la prerogativa di eternità su un’entità chiamata Dio; e tanto vale pensare, quindi, che non siamo nient’altro che nel pieno di una corrente evolutiva, probabilmente senza né un’origine né una fine.

Se poi ci si vuole illudere, lo si faccia pure, ché non c’è nessuna controindicazione, e si vivrà quasi sicuramente meglio con la prospettiva di un seguito oltremondano.
Nemmeno una professione di ateismo, è vero, può essere corroborata da prove scientifiche, ed è essa stessa una credenza; ma, tra la posizione di chi inventa una cosa non potendone dimostrare la veridicità, e la posizione di chi quella cosa non la riconosce, mi sembra più sensata la seconda.
Sarebbe sensato, ad esempio, affermare l’esistenza di un asino volante (naturalmente con ali adeguate alla sua mole fisica), motivandola con la considerazione, peraltro sacrosanta, che né la logica matematica né la scienza sono in grado di negarla?
Ricorrendo a questa pseudologica si possono spacciare per vere le fantasie più disparate.
Da qui, secondo me, la superiore ragionevolezza, e razionalità, di una posizione ateistica rispetto ad una religiosa, la quale ha più che altro un pur rispettabilissimo fondamento emozionale.

Riguardo all'ammirazione destata in me dagli insegnamenti dei Tdg, mi riferivo non agli insegnamenti in materia di dottrina, che non mi interessano un granché, quanto alle loro prescrizioni in fatto di morale, che ritengo molto condivisibili.
Il loro sistema di valori è molto simile al mio.

Ciao, Antonio
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