Deve sottoporsi a un trapianto ...
Deve sottoporsi a un trapianto di midollo osseo per sconfiggere la leucemia. Ma i suoi genitori, testimoni di Geova, non vogliono che riceva trasfusioni di sangue. Lei, appena sedicenne, scrive un biglietto ai medici: "Per me una trasfusione è peggio di una violenza sessuale ma vorrei parlare con uno psicologo". Viene accontentata e alla fine sceglie per la vita, decide per il "sì". Altra storia: un bambino nato con la sindrome di down, in più una malformazione cardiaca, i suoi genitori si oppongono all'intervento al cuore, giudicando che la vita del figlio non è degna di essere vissuta. Intervengono i medici che decidono diversamente, l'operazione si fa, oggi il bambino sta bene.
Sono due dei quindici episodi di "interventi al limite" in un groviglio tra medicina, etica, cultura, religione, valori, che i pediatri di Padova si trovano ogni anno ad affrontare. Impresa ardua se non ci fosse il Comitato di bioetica del dipartimento di Pediatria che si riunisce ogniqualvolta si presenta all'attenzione un caso-limite. Storie in bilico tra la lotta per la vita, l'accanimento terapeutico, la qualità dell'esistere e le cure all'infanzia malata terminale. Fino a che punto può e deve giungere la terapia e dove arrestarsi in nome della dignità umana? Se ne parlerà domani e venerdì nell'aula magna del Bo al convengo "Problemi etici in pediatria": relatori italiani ed esteri parleranno di argomenti "scomodi" come la limitazione o la sospensione delle cure nel neonato e nel bambino, il diritto ad avere un figlio "perfetto" (ma esiste?) in un viaggio tra cure futili, cure compassionevoli, interruzione di gravidanza al limite della vitalità, eutanasia. Si affronteranno casi di bambini con malattie irreversibili, totalmente dipendenti dalle macchine, di neonati gravemente malformati, di prematuri estremi: tutte tipologie di pazienti presenti nei nostri ospedali ai quali la medicina non sa dare risposte chiare e certe perché chiamano in causa valori etici, religiosi, giuridici. Ma chi decide per questi bambini, e sulla base di quali principi? «Non tutto quello che tecnicamente si può fare va fatto: sarebbe - spiega il professor Corrado Viafora del dipartimento di Filosofia nonché membro del Comitato di Bioetica della Pediatria - una mancanza di rispetto per la sacralità della vita. Va piuttosto analizzato caso per caso, ascoltando una pluralità di voci».
Federica Cappellato
Fonte:
www.gazzettino.it/VisualizzaArticolo.php3?Luogo=Padova&Codice=3594216&Data=2007-11-28&Pagina=L%...
Ciao
Bruno
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