TESTIMONE DI GEOVA
Piccioni, l’hacker ha agito in zona
BORGOMANERO
Svolta nelle indagini per la scomparsa di Emo Piccioni: l’investigatore svizzero, che collabora con le autorità italiane, ha individuato la località da dove è partito l’attacco telematico che ha messo «ko» il forum, nel sito elvetico, dedicato alle ricerche del Testimone di Geova borgomanerese scomparso il 31 ottobre 2005. Piccioni viveva a Fontaneto e aveva un’attività a Borgomanero. Il detective Daniele Marcis, ingaggiato dalla famiglia, vanta 17 anni di servizio nel Corpo Guardie di confine svizzere: qui era responsabile del servizio informazioni, poi capo del servizio antidroga. Nel 2004 ha fondato a Lugano «Paradiso», agenzia investigativa che si occupa in modo particolare di persone scomparse. E’ a lui che si sono rivolti l’anno scorso il figlio di Piccioni, Marco, e la moglie dello scomparso, Enza Gentina. Ora Marcis presenta i primi risultati. «Alcuni mesi fa il nostro sito, e in particolare il forum che avevamo attivato, è stato messo fuori uso da un attacco mirato di hacker. Dopo investigazioni, siamo riusciti a individuare la località da cui è partito questo attacco. Per questo provvederemo a formalizzare la denuncia nei confronti dei responsabili anche presso le autorità italiane». L’attacco al sito svizzero è partito dall’Italia del Nord Ovest, proprio dalla zona dove viveva Piccioni: «Secondo me si tratta di una manovra disperata, fatta da chi si è sentito braccato e ha tentato di chiudere un forum che stava dando risultati importanti ai fini delle ricerche». Chi non vuole che si parli di Emo Piccioni - che sparì da Prato Sesia dove si era recato in seguito a una telefonata anonima - non si è limitato all’attacco informatico: «Ci sono state numerose minacce. Questo comprova che a qualcuno dia molto fastidio che si cerchino informazioni su questo caso». Marcis già questa estate ha incontrato il magistrato che si occupa del caso Piccioni, la dottoressa Mara De Donà, con cui ha iniziato una importante collaborazione. L’investigatore svizzero è convinto che il cerchio si stia stringendo sempre di più nei confronti di chi si è reso responsabile del sequestro Piccioni: «Sono dell’avviso, dopo tutte le informazioni acquisite, che il sequestro sia stato opera di una, due persone al massimo, anche se queste magari si sono potute servire di qualche altro soggetto, ma semplicemente come manovalanza». Marcis è poi dell’avviso che il sequestro, e il probabile omicidio del Testimone di Geova, siano avvenuti nella zona: «Certamente tutto è stato svolto in un’area abbastanza circoscritta, comunque non lontana dal luogo in cui è stata ritrovata l’automobile di Emo Piccioni». Infine: «Le speranze che Piccioni siano ancora in vita - aggiunge Marcis - sono davvero ridotte ai minimi termini». Anche se, ovviamente, la famiglia dell’imprenditore ancora spera di rivedere un giorno il pensionato.
Fonte:
www.lastampa.it/search/albicerca/ng_articolo.asp?IDarticolo=1652432&sezion...[Modificato da Achille Lorenzi 17/09/2007 07:22]