La storia
Fuga a Pucket con il mistero del caso Piccioni
FONTANETO D’AGOGNA
Daniele Marcis, l’investigatore privato svizzero che avrebbe scoperto indizi importanti sul caso Piccioni e che è a sua volta scomparso dalle fine del 2007, in realtà vive tranquillo in Thailandia, nelle vicinanze di Pucket. A fare luce su questo «giallo nel giallo» è Lorella Marcis, la sorella, che vive e lavora anche lei in Svizzera. «Mio fratello ha deciso di lasciare completamente la Svizzera ed il genere di vita che conduceva qui per andarsene lontano e tagliare completamente i ponti con tutto. E’ partito nel mese di novembre del 2007 - dice Lorella Marcis - dall’aeroporto di Agno, in Canton Ticino, diretto a Bangkok». La donna aggiunge che «alcuni ticinesi mi hanno poi segnalato di averlo visto prima in quella città, poi a Pucket. Non vuole più avere niente a che fare con il passato, tanto che, quando, preoccupata, sono andata dalla polizia cantonale per segnalarne la scomparsa, dopo qualche tempo mi ha mandato a dire che era meravigliato che lo cercassi. Non vuole più fare sapere niente di sè». L’ex investigatore, secondo il racconto della sorella, si è rifatto una vita in Thailandia, dove avrebbe aperto una ditta specializzata in informatica: «Lui in realtà non è scomparso, ha deciso di andarsene via, non informando nessuno».
Quindi cade anche l’ipotesi della fuga in un luogo sconosciuto perchè minacciato da qualcuno, legato magari alla scomparsa di Emo Piccioni, il Testimone di Geova sparito da Borgomanero il 31 ottobre 2005, e di cui lui si occupava nelle indagini? «Le indagini di Piccioni non hanno niente a che fare con la scelta di mio fratello - risponde Lorella Marcis - o almeno io sono convinta di questo. E la conferma viene da un fatto molto preciso: chi vuole davvero scomparire o teme per la propria vita, non se ne va con un regolare visto di soggiorno come ha fatto lui». Resta però il fatto che Marcis si stava occupando della scomparsa di Emmo Piccioni, che aveva sostenuto di avere scoperto indizi importanti e che aveva additato la pista delle sette sataniche come quella più probabile per svelare il mistero della scomparsa del Testimone di Geova. «Mi spiace veramente per la famiglia Piccioni e per tutti quelli che si sono affidati a lui per le loro ricerche, ma purtroppo non ha lasciato detto nè scritto nulla, e non vuole contatti di nessun genere», dice Lorella Marcis: «Io so che certamente in Thailandia sta bene, non so perchè abbia fatto questa scelta così improvvisa».
A questo punto però possono essere lette in una luce completamente diversa tutte le dichiarazioni di Marcis, comprese quelle rilasciate a Novara il 23 agosto del 2007, dopo l’incontro in Procura con il magistrato che ha coordinato le indagini sul caso Piccioni, la dottoressa Mara De Donà. Marcis sostenne di essere stato minacciato di morte perchè stava individuando i colpevoli, aggiunse che il suo sito Internet era stato colpito dagli hacker, e ribadì che le sue indagini lo inducevano a concludere che i satanisti avevano voluto eliminare Piccioni. «Purtroppo - dice Enza Gentina, moglie di Piccioni - scomparso Marcis, non abbiamo ricevuto la documentazione delle sue indagini, così come stiamo ancora aspettando il dossier raccolto dalla Procura dopo l’archiviazione del caso».
Fonte:
www.lastampa.it/search/albicerca/ng_articolo.asp?IDarticolo=1945673&sezion...