25/07/2007 10:00 |
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Ieri sera era tardi, ma adesso cercherò di spiegare meglio:
Sinceramente, credo che il problema di The Red baron sia sostanzialmente questo: come è possibile che un demone, un seguace di Satana, dica la verità su Cristo e su Paolo che indica la via di salvezza?
Se prendiamo il testo greco ci si evince che è la donna che grida, la schiava insomma, ma quando Paolo si rivolge "seccato" si rivolge invece allo "spirito di divinazione" che è in lei (questo sempre secondo il testo greco che dovremmo sempre avere davanti).
Il "gridare" come ho già spiegato è un vocabolo che in questi casi richiama l'esorcismo secondo il vocabolario neotestamentario. Mentre il fatto che Paolo sia "seccato" è da attribuirsi al fatto che la missione carismatica cristiana è liberatrice e non sopporta che l'uomo sia schiavo del male, dall'altro lato il demone non può fare altro che proclamare già la vittoria di Cristo e di chi annuncia la verità e lo si evidenzia proprio perchè il demone, che fino ad allora era abituato ad una vita egocentrica e autoreferenziale, tirando quante più anime verso l'idolatria, invece è costretto a dire la verità perchè... è uno sconfitto. Fino ad allora, infatti, quel demone con spirito di divinazione faceva concentrare la "verità" su se stesso. La gente si affidava a lui per sapere cosa fare e cosa non fare e per questo faceva guadagnare soldi ai padroni. Ma quando vede Paolo che annuncia la via di salvezza, il demone non può fare altro che dire che è Cristo ad essere la vita e che Paolo la sta annunciando, sebbene il demone sappia che lì, in quella sua confessione, c'è la sua sconfitta.
Ogni bene
Marco |
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