“Bisognerebbe verificare, fatte le debite proporzioni, qual è il surplus statistico delle altre città, solo così si potrebbe davvero sostenere che a Lourdes il numero di guarigioni è maggiore.”
Ma resterebbe comunque falso il ragionamento di Odifreddi secondo cui si avrebbero addirittura più probabilità di guarire stando a casa, una battuta infelice. Infatti, anche se a Lourdes non succedesse nulla di miracoloso, non si vede perché la percentuale di guarigioni naturali dovrebbe essere inferiore a Lourdes rispetto che a Milano. Avrebbe dovuto dire che andando a Lourdes o non andandoci si avevano le stesse proprietà. Dire che a Lourdes se ne hanno meno equivale a sostenere che sia una città con un centrale nucleare a fianco, e non invece quella magnifica valle verde attraversata da un fiume che è. Inoltre, resta sbagliata l’idea di applicare le percentuali di guarigioni dal cancro a qualunque malattia.
“Sì, ma né a Brescia e né a Venezia si sono avuti 100.000.000 di malati in 150 anni”
La prima cosa sensata che hai scritto, ma postula ancora quel dato di cui ho fanno notare l’impossibilità di rilevarlo.
“Sì, ma tu basi la tua statistica sulle poche volte che sei stato a Lourdes, e questo, logicamente, non lo puoi fare.”
Non ti sto offrendo nessun teorema, ti sto semplicemente dicendo che la maggior parte della gente che va a Lourdes è sanissima. Non sono andato a Lourdes in una ipotetica “giornata del sano” ma in una settimana normalissima. Io sono andato poche volte dici? E tu quante volte sei andato per poter affermare che la maggior parte della gente che ci va è malata? Ma come ti fa a venire in mente una cosa simile? Quelli sono luoghi dello spirito, e la maggior parte dei cattolici di questo pianeta è sanissima. E’ ovvio che i pellegrini siano in maggioranza sani, perché in quei luoghi si va indipendentemente da qualunque malattia.
“Ma che tu abbia studiato una singola patologia psichiatrica come la schizofrenia con Galimberti non me ne frega un emerito baffo”
Ma cosa hai capito… E’ una figura retorica. Si cita un singolo per esemplificare l’intero. Se avessi voluto dirti che sono un grecista ti avrei detto qualcosa del tipo “io studiavo Omero mentre tu stavi a divertirti”. Io non ho studi di medicina o di neurologia alla base, ne ho di psicanalisi e psicologia, ma questo fa parte della formazione umanistica di qualunque filosofo assieme a materie antropologiche, storiche e letterarie.
“llora avresti dovuto scrivere "non si guarisce al di fuori del contesto religioso" e non solo "non si guarisce".”
Ma mi sembra ovvio che se sto scrivendo di miracoli io sostenga che le guarigioni in ambito religioso esistono. Per fare un esempio ho riportato l’esempio di un miracolo in cui una gamba è ricresciuta, ma nessuno, anche se sostiene la veridicità di questo miracolo, si metterebbe a specificare “le gambe non ricrescono tranne che in ambito religioso”. Direbbe semplicemente “le gambe non ricrescono, dunque il fatto che sia ricresciuta è miracoloso”. Questo intendo dire quando parlo di alcune malattie degenerative del sistema nervoso , le quali sono ben più gravi di una gamba tagliata, semplicemente non è così semplice vederlo. Una gamba danneggiata la può vedere chiunque, per sapere che una crisi dei percorsi sinaptici è più grave ci vuole una competenza scientifica.
“Appunto quindi il giudicare un evento come “miracolo” è qualcosa di soggettivo, che ha a che fare più con la sensazione che con la ragione.”
Esiste qualcosa che non sia soggettivo? La ragione è universale nei suoi principi, ma la sua applicazione è nel contingente e come tale è sempre vincolata dai tuoi a priori.
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)