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Gertoux e la più antica testimonianza della pronuncia Geova

Ultimo Aggiornamento: 19/01/2008 19:36
13/02/2007 19:14
 
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Scritto da: Biceleon 06/01/2007 20.15
Il titolo del paragrafo afferma, riguardo il nome di Dio, che abbiamo la più antica testimonianza a favore della “pronuncia” Geova. Questa sarebbe veramente una prova schiacciante, sempre se fosse vero!

Ad onor del vero debbo dire che il titolo al articolo in originale dato da Gertoux è meno categorico, si vede che i traduttori tdg ne sanno o sono molto più convinti dello stesso Gertoux.

[Modificato da Biceleon 07/01/2007 12.46]




Nell’indice del libro di Gertoux, che verrà pubblicato in Italia nei prossimi mesi, all’appendice B c’è un articolo intitolato Pronuncia del nome y-h-w3, correggo quindi quanto quotato, la convinzione dei traduttori tdG è al pari Gertoux.

Ritornando alla discussione, è interessante quanto dice Jean Leclant in un suo articolo Le “Tétragramme” à l’époque d’Aménophis III. Leclant è uno degli egittologi più titolati della Francia, tra l’altro accompagnò Michela Giorgini in Sudan dove lavorò con lei per 17 anni a Soleb.

Alla nota n. 3 in riferimento al problema di trascrizione afferma:

«Segno per segno, essa darà: Y-H-W3-W. Il segno finale è sicuramente una W; questo potrebbe essere eventualmente un semplice complemento del segno del cappio (Gardiner, Sign-list V 4). Però quest’ultimo, al posto del valore abituale W3, può presentare quella di W (W. Edel-M. Mayrhofer, in Orientalia 40, 1971, p. 6 ; W. Helck, Die Beziehungen Ägyptens zu Vorderasien im 3. und 2 Jht. V. Chr., 2a ed., Wiesbaden 1971, p. 545-546). Di fronte alle divergenze di trascrizione: yhw3 (S. Herrmann), Yahwo (A. Caquot), Yhw (E. Edel, Biblische Notizen 11, 1980, p. 68), si sottolineerà che il problema meriterebbe di essere ancora precisato dagli specialisti di “scrittura sillabica”. Si veda anche recentemente W. Helck, “Grundsätzliches zur sog. 'Syllabischen Schreibung’", in Studien zur altägyptischen Kultur, 1989, p. 121-143 (in particolare p. 124).»

Quella di Leclant è un ulteriore conferma che dal geroglifico di Soleb non si può ricavare il corretto nome di Dio. Riguardo all’articolo citato di W. Helck sulla scrittura sillabica sono riuscito a recuperarne una copia, attendo solo che mi arrivi.

Una piccola osservazione; nella traduzione fatta dagli anonimi tdG dell’articolo di Gertoux si legge:

« Secondo il competente studioso di ebraico André Caquot, il Nome Yahwe o Iaoue è una spiegazione teologica piuttosto che filologica del nome di Dio.»

Questa affermazione lascia quasi del tutto indifferente i cristiani visto l’importanza che danno alla questione, ma non Gertoux & c. che sono alla spasmodica ricerca di prove che il nome di Dio si pronunci Geova.
Ebbene, giusto per dare un dispiacere a Gertoux, rifacendoci al suddetto studioso André Caquot sappiamo che, grazie a Leclant, egli traduce il geroglifico di Soleb Yahwo.
A me potrebbe pure andare bene quanto dice questo “competente studioso di ebraico”, non credo che sia lo stesso per Gertoux, che forse in proposito lo riterrà “incompetente”.

Ritornando a Jean Leclant ecco come conclude il suo articolo:

«E’ evidente che il nome scritto sullo scudo di Soleb è da considerare corrispondente al “tetragramma” del dio della Bibbia YHWH. Il nome di Dio è apparso inizialmente in qualità di nome di luogo. (A Caquot, in Histoire des Religions, 1, Encyclopédie de la Plaiade, 1970, p. 390: “succede che nomi di luoghi diventano nomi di dei”.)»
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