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Gertoux e la più antica testimonianza della pronuncia Geova

Ultimo Aggiornamento: 19/01/2008 19:36
06/01/2007 20:15
 
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Tempo fa su un sito di tdG ho letto la traduzione in italiano di un articolo di Gérard Gertoux, la cosa che attiro di più la mia attenzione fu il paragrafo:

La più antica testimonianza archeologica é in favore della pronuncia Geova

Questa antica testimonianza si trova nel tempio di Soleb, fatto edificare da Amenhotep III o Amenofis III (1402 a.C. – 1364 a.C.), questi si trova a circa 500 km a sud di Assuan, in Sudan, ed è dedicato ad Amon-Ra e all'"immagine vivente" di Amenhotep III, Nebmaatra, Signore della Nubia che si eleva a figlio di Amon, assimilato a Khonsu. Il tempio fu eretto per testimoniare il fatto che Amenhotep III fu divinizzato quando era ancora in vita.

L’immagine che segue è una riproduzione scientifica della colonna col geroglifico riportato da Gertoux:



Fonte: www.gudsnavnet.no/arkeologi.htm

Questa di seguito, invece, è una sua riproduzione grafica con la traduzione fatta da Gertoux:



Fonte: gertoux.online.fr/divinename/exceptional/Egyptian%20Hierog...

Per completare ecco la traduzione del articolo di Gertoux:

«Questo scritto è facile da decifrare. Tuttavia si puo' trascrivere questa frase scritta in caratteri geroglifici con: "t3 s3-sw-w y-h-w3-w". Questa espressione è vocalizzata in modo convenzionale con "ta’ sha’suw yehua’w", che puo' essere tradotta con: "terra dei beduini quelli di yehua’".

Queste iscrizioni contengono un numero di parole sufficiente a consentire una comparazione. Inoltre questi beduini Shasu di solito significano per gli egiziani un tipo di beduini che vivono con i loro beni (bundles), nella regione del Sinai del nord. Alcuni specialisti preferiscono identificare Yehua con uno sconosciuto nome di località. Ad ogni modo, questa distinzione è impossibile da dimostrare, come anche nel caso di nomi di luoghi biblici come: "terra di Giuda" (Dt 34:2); "terra di Ramses" (Gn 47:11); o con la lista dei nomi di luoghi egiziani di Thutmosis III "[terra di] Jacob-El"; "[terra di] Josep-El".

Ad ogni modo si nota una pessima abitudine nella vocalizzazione di questo nome Yhw3, perché la totalità dei dizionari indica yhw’, illeggibile, oppure Yahweh, che non è in accordo con la vocalizzazione convenzionale, ma mai Yehua’. Alcuni specialisti obiettano rigardo alla scarsa conoscenza delle vocali delle parole egiziane, cosa vera. Tuttavia per parole straniere, come nel presente caso, gli egiziani usavano una specie di alfabeto standardizzato con matres lectionis, vale a dire usando semi-consonanti come fossero vocali. In questo modo si ottengono le equivalenze: 3 = a, w = u, ÿ = i, e questo é il preciso motivo per cui la lettura con il metodo convenzionale offre risultati accettabili. Ad esempio, nella stele di Merneptah datata 13° secolo prima della nostra era, il nome Israele é trascritto in geroglifici come Yÿsri3l, che è possibile leggere: Yisrial (col sistema convenzionale), risultato da non disprezzare. Nondimeno alcuni specialisti che rifiutano il sistema classico, leggono questo nome Yasarial a motivo della sua antichità. Tuttavia circa un millennio prima, presso Ebla, si puo' leggere il nome Israil, che condraddice la versione Yasarial. Cosi' con la conoscenza attuale, il sistema convenzionale di lettura dei geroglifici costituisce la migliore alternativa, e con questo metodo il nome (o nome di luogo) Yhw3 viene "tecnicamente letto" Yehua’.»

Testo originale: gertoux.online.fr/divinename/faq/A16.htm

Il titolo del paragrafo afferma, riguardo il nome di Dio, che abbiamo la più antica testimonianza a favore della “pronuncia” Geova. Questa sarebbe veramente una prova schiacciante, sempre se fosse vero!

Ad onor del vero debbo dire che il titolo al articolo in originale dato da Gertoux è meno categorico, si vede che i traduttori tdg ne sanno o sono molto più convinti dello stesso Gertoux.

Ritornando a noi, per conoscere la pronuncia di una parola bisogna avere sia le consonanti che le vocali, purtroppo sia nella lingua ebraica che in quella egizia non abbiamo le vocali, e come nel ebraico biblico nella lingua egizia non sappiamo come vanno inserite le vocali.

A tal proposito vediamo cosa ci dice un esperto in materia:

«La scrittura egiziana segna soltanto lo scheletro consonantico della parola, tralasciando le vocali. A varie riprese, soprattutto nelle fasi più tarde della lingua, sono stati però fatti tentativi per cercare di rendere, pur se in maniera approssimativa, parziale e niente affatto sistematica, anche la vocalizzazione della parola. A motivo di questa grafia incompleta (caratteristica comunque di altre grafie antiche e moderne, quali la fenicia, l’ebraica e l’araba), ci è estremamente difficile, se non impossibile, sapere l’esatta pronuncia dei termini. Questo non costituiva invece alcun problema per un antico egiziano, il quale sapeva, leggendo, mettere al posto giusto le vocali giuste (così come un arabo o un ebreo moderno non hanno difficoltà a leggere un testo nella loro lingua, pur scritto senza far uso dei segni normalmente utilizzati per indicare le vocali). Ma l’antico egiziano è ormai una lingua morta e nessuno sa più quale fosse la pronuncia esatta dei termini. Ignorando quali fossero effettivamente la natura, il timbro e la posizione delle vocali all’interno delle singole parole, per leggere un testo egiziano, composto da una sequenza interminabile di consonanti, e quindi impronunciabile, è diventata consuetudine generale degli studiosi inserire un suono “e” tra le varie consonanti (prt si legge pertanto peret, nfrt si legge neferet, e così via). Inoltre, alcuni suoni semiconsonantici e altri rappresentanti fonemi caratteristici delle lingue camito-semitiche, vengono pronunciati come vocali “a”, “i” e “u”. La pronuncia di un egittologo moderno è pertanto artificiale e risulterebbe incomprensibile per qualsiasi antico abitante della Valle del Nilo: i due potrebbero comunicare solo per iscritto!» - Alberto Elli Guida ai geroglifici. Lingua e scrittura degli Egiziani, Ed. A. Vallardi, 1997, pp. 26-27

Quindi ad oggi, se gli ebrei non conosco la pronuncia del nome di Dio nella loro lingua, vi è più che nessun egittologo ne tanto meno Gertoux può pretendere di conoscere la pronuncia di Dio dai geroglifici egizi.

Questo basterebbe per chiudere l’argomento, ma mi riservo di postare in seguito qualche approfondimento sull’argomento.

[Modificato da Biceleon 07/01/2007 12.46]

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