Come accade quasi sempre quando si critica la TNM, ci sono alcuni TdG che cercano qua e là delle Bibbie che contengano espressioni simili a quelle utilizzate nella TNM, concludendo che se la TNM è in errore lo sono anche questi traduttori. Oppure che la TNM è corretta, perché ci sono anche altre versioni bibliche si esprimono nello stesso modo.
Per esempio, per quanto riguarda l'espressione "il mio proprio divano" vengono citate altre versioni (ed altri versetti) in cui ricorre un'espressione simile:
- 1Corinzi 10:33 come io stesso mi sforzo di essere gradito a tutti in ogni cosa, non cercando il
mio proprio vantaggio ma quello di molti, affinché siano salvati. (Nuova Diodati)
- 1Corinzi 10:33 sì come anch'io compiaccio a tutti in ogni cosa, non cercando l'utile
mio proprio, ma quello de' molti, affinché siano salvati. (Luzzi)
- Filemone 19 Io, Paolo, lo scrivo di
mio proprio pugno: Io lo pagherò; per non dirti che tu mi sei debitore perfino di te stesso. (Luzzi)
Questo è un tentativo di distogliere l'attenzione dal soggetto di cui si discute: il versetto in questione è Salmo 6:6, e non altri passi. Si dovrebbero quindi citare delle Bibbie che in
quel particolare versetto traducono come la TNM.
Per quanto riguarda i succitati versetti, si può comunque notare come la versione di Luzzi non sia la più recente e aggiornata (del 1994), ma quella ormai obsoleta del 1924. Si può anche osservare che nel passo di 1Cor. 10:33 poteva esistere un valido «motivo per aggiungere il "proprio" al "mio". Infatti la frase è: "Non cerco la mia volontà, ma la volontà di Colui che mi ha mandato". Mettendo il "propria" Luzzi vuole distinguere maggiormente la volontà del parlante dalla volontà di chi lo ha mandato, istituendo una differenziazione tra due volontà. Lo fa in senso rafforzativo. In greco:
to thelema to emon = "la volontà quella mia", contrapposta a quella di "Colui che mi ha mandato"» (A. Nicolotti).
E si noti poi che nella più recente versione della Bibbia di Luzzi il "mio proprio" è scomparso:
«...così come anch'io compiaccio a tutti in ogni cosa, cercando non l'utile mio ma quello dei molti, perché siano salvati» (Nuova Riveduta)
Anche in Filemone "mio proprio pugno" è un'espressione rafforzativa, con cui Paolo vuole sottolineare che la lettera è stata scritta
proprio da lui, e non da qualche suo scrivano (come avveniva in altri casi).
Nel Salmo 6:6 invece il letto è del salmista e non ci sono altri letti, e non serve quindi nessun rafforzativo.
E non ci sono quindi traduzioni "moderne e comprensibili" che inseriscano un "mio proprio" in tale versetto.
Ci sono nella versione di Luzzi anche altri casi in cui si usa l'espressione "mio proprio" (Gen. 39:6, 41:11) e qui il "proprio" non serve quale rafforzativo. Tuttavia nella più recente edizione di tale Bibbia i passi sono stati resi in un italiano moderno, togliendo dal testo un modo di esprimersi che era piuttosto comune nell'ottocento.
«Potifar lasciò tutto quello che aveva nelle mani di Giuseppe; e non s'occupava più di cosa alcuna, tranne del suo proprio cibo. - Or Giuseppe era di presenza avvenente e di bell'aspetto» (Genesi 39:6, versione del 1924)
«Potifar lasciò tutto quello che aveva nelle mani di Giuseppe; non s'occupava più di nulla, tranne del cibo che mangiava. Giuseppe era avvenente e di bell'aspetto» (versione del 1994).
«L'uno e l'altro facemmo un sogno, nella medesima notte: facemmo ciascuno un sogno, avente il suo proprio significato» (Gen. 49:11, versione del 1924).
«L'uno e l'altro facemmo un sogno nella stessa notte: facemmo ciascuno un sogno con un significato particolare» (versione del 1994).
Quindi anche questo modo di tradurre Salmo 6:6 da parte della TNM dimostra che non si tratta affatto di una traduzione scritta in un "italiano moderno e comprensibile", e il tentativo di citare altre versioni ormai obsolete non fa che confermare tale conclusione.
Achille
[Modificato da Achille Lorenzi 05/11/2006 9.18]