Appare evidente ad ogni persona obiettiva che la parola “canapè”, è un anacronismo, dato che richiama alla mente dei lettori “moderni” un tipico divanetto settecentesco. Gli stessi anonimi revisori della TNM se ne sono resi conto e, nel 1987, hanno sostituito questo temine con il più moderno “divano”.
Ma è corretto inserire in questo passo tale parola (divano)?
Sempre nel newsgroup FIRT, Andrea Nicolotti ha espresso alcune interessanti osservazioni in merito all’uso in Salmo 6:6 di tale termine.
Rispondendo ad un TdG che aveva citato (parzialmente) un dizionario bibilico, Nicolotti si è così espresso:
> (Psalms 6:6)
> Easton's Bible Dictionary
> The Jewish bedstead was frequently merely the divan or
> platform along the sides of the house
Potevi citarlo tutto, che non fa mai male e fa riflettere molto meglio:
Easton's Bible Dictionary (del 1897....)
BED
(Heb.
mittah), for rest at night (Exodus 8:3; 1 Samuel 19:13,15,16, etc.); during sickness (Genesis 47:31; 48:2; 49:33, etc.); as a sofa for rest (1 Samuel 28:23; Amos 3:12). Another Hebrew word (er'es) so rendered denotes a canopied bed, or a bed with curtains (Deuteronomy 3:11; Psalms 132:3), for sickness (Psalms 6:6; 41:3).
In the New Testament it denotes sometimes a litter with a coverlet (Matthew 9:2,6; Luke 5:18; Acts 5:15).
The Jewish bedstead was frequently merely the divan or platform along the sides of the house, sometimes a very slight portable frame, sometimes only a mat or one or more quilts. The only material for bed-clothes is mentioned in 1 Samuel 19:13. Sleeping in the open air was not uncommon, the sleeper wrapping himself in his outer garment (Exodus 22:26,27; Deuteronomy 24:12,13).
Traduco:
LETTO
(Heb.
mittah), per il riposo di notte (Exodus 8:3; 1 Samuel 19:13,15,16, etc.); durante la malattia (Genesis 47:31; 48:2; 49:33, etc.); come un divano per il riposo (1 Samuel 28:23; Amos 3:12). Un'altra parola ebraica (er'es) resa in questo modo denota un letto a baldacchino o un letto con tendaggi (Deuteronomy 3:11; Psalms 132:3), per la malattia (Psalms 6:6; 41:3).
Nel Nuovo Testamento denota talvolta una lettiga con una coltre (Matthew 9:2,6; Luke 5:18; Acts 5:15).
La base (struttura) del letto ebreo era frequentemente soltanto il divano o la piattaforma lungo i lati della casa, talora una base trasportabile molto leggera (sottile), talora solamente una stuoia o una o più trapunte. L'unico materiale per le coperture è menzionato in 1 Sam 19:13 (pelo di capra, ndr).
Dormire all'aria aperta non fu insolito, il dormiente si avvolgeva nel proprio indumento esteriore (Exodus 22:26,27; Deuteronomy 24:12,13).
Questo dizionario ottocentesco ci insegna che
mittah è il letto, usato per dormire, per giacere se ammalati, o da usarsi come un divano per il riposo.
Poi ci dice che
er'es, che viene tradotto anche allo stesso modo, indica un letto a baldacchino o un letto con tendaggi per la malattia (e cita il Ps 6). Allora secondo questo dizionario che tu hai citato la traduzione TNM con "divano" è fuori posto, perché l'
er'es sarebbe un letto a baldacchino o con tendaggi.
Poi ricomincia a parlare del letto in generale spiegandoci che esso si poteva fare sul "divano", su un rialzo, su qualche struttura trasportabile, o poteva essere semplicemente appoggiato a terra su qualche stuoia.
Intelligentemente la
King James e altre traducono nel primo caso (
mittah) "bed", nel secondo (
er'es) "couch" per differenziare.
La seconda parola indica qualsiasi luogo su cui ci si sdraia, che sia un letto o un divano una coperta.
I traduttori italiani normalmente usano una volta "letto", l'altra volta "giaciglio", che ha lo stesso significato generico del
couch inglese. Giaciglio può essere il letto di casa mia o la paglia delle vacche.
Insomma, si evita di dare una definizione precisa del tipo di oggetto su cui si riposa.
Invece la TNM mettendo "divano" esplicita una cosa ben precisa a danno delle altre possibili, e sceglie di descrivere non l'oggetto (che è un luogo su cui dormire, ovunque sia fatto) ma una delle possibilità della fattura del medesimo, senza che il testo lo permetta.
Anzi, secondo il dizionario suddetto
er'es è un letto e non un divano (e chi mette tendaggi e baldacchini attorno ad un divano?)
Poi, che cosa è questo
divan (tenendo presente che la
King james usa
couch e non
divan)?
Un dizionario degli inizi del XX secolo (
Webster's Revised Unabridged Dictionary, vicino all'età del dizionario biblico che stiamo usando) definisce
divan come:
A cushioned seat, or a large, low sofa or couch; especially, one fixed to its place, and not movable.
Un sedile imbottito, o un largo, profondo sofà o giaciglio; specialmente, quello fissato al suo posto e inamovibile.
E ancora il
Merriam Webster's:
A large couch usually without back or arms often designed for use as a bed
Un largo giaciglio solitamente senza schienale e braccioli spesso progettato per essere usato come un letto.
Come vedi, il
divan inglese non è propriamente il divano italiano (che solitamente non è inamovibile ed è sempre largo e lungo e non si usa per dormire la notte e ha schienale e braccioli).
Quindi dicendo DIVANO in italiano come nella TNM non si identifica nemmeno con precisione il DIVAN di cui parla quel lessico inglese, che è una cosa diversa e pare fatta per essere usata come letto. In italiano il divano è una cosa che non si usa per dormire la notte (come dice di fare il nostro salmista).
Se il letto ebraico poteva ANCHE essere fatto su una struttura che serviva di giorno come divano, ciò non ci permette comunque di tradurre
er'es con "divano" in un contesto simile, tanto più che la riga sopra si parla di letto, e la cosa ci fa semplicemente pensare
a due sinonimi usati per non ripetersi.
Quindi "giaciglio e letto" sono espressioni molto ben azzeccate, perché onnicomprensive. "Divano" è selettivo e fuorviante (e non letterale, come spesso si dice essere la TNM, che forse sarà stata letterale nel tradurre
divan con divano, senza pensare che non sono la stessa identica cosa).
Link:
groups.google.it/group/free.it.religioni.tdgeova/msg/3e03658d... (il grassetto è mio).
Per quanto riguarda l’uso ripetitivo di sinonimi nella poesia ebraica, è interessante quanto si legge nel libro “Perspicacia” (it-1 pp. 753-754 Ebraico) a proposito delle “principali forme di parallelismo:
Il più importante elemento formale della poesia ebraica è il parallelismo: il ritmo non è ottenuto con la rima (come in italiano), ma con la simmetria del pensiero; è stato infatti definito “ritmo del senso”. Notate i due versi di Salmo 24:1:
A Geova appartiene la terra e tutto ciò che la riempie,
Il paese produttivo e quelli che vi dimorano.
Questo è un esempio di parallelismo sinonimico, in quanto il secondo verso ripete in parte il concetto del verso precedente, ma con altre parole. La frase “A Geova appartiene” è comune a entrambi, mentre “la terra” e “il paese produttivo” sono sinonimi poetici, come pure “ciò che la riempie” e “quelli che vi dimorano”
Si può senz’altro affermare che anche nel Salmo 6:6 si è in presenza di un “parallelismo sintetico”, in cui nella seconda parte del versetto si ripete con altre parole quanto detto nella prima parte. Per cui non ha senso parlare prima di
letto e poi di
divano, che sono due cose diverse, mentre è senz’altro corretto usare due termini similari come letto/giaciglio (Nuova Riveduta); giaciglio/letto (CEI); letto/giaciglio (Nuova Diodati); letto/giaciglio (Luzzi Riveduta).
Questo fatto evidentemente è stato compreso da tutti i traduttori, in quanto la parola “divano”, in questo passo, non si trova in nessuna traduzione né in italiano, né in altre lingue.
Provate a controllare:
www.blueletterbible.org/cgi-bin/versions.pl?book=Psa&chapter=6&verse=6&versi...
www.crosswire.org/study/passagestudy.jsp?key=Psalms+6%3A6#cv
www.crosswire.org/study/passagestudy.jsp?open=allBibles (la colonna a sinistra “All Translations”).
“Divano” (o
divan) non compare mai. Gli unici ad usare questo termine in Salmo 6:6 sono gli anonimi traduttori della TNM.
Saluti
Achille
[Modificato da Achille Lorenzi 06/11/2006 7.40]