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Il mio proprio divano che nuota

Ultimo Aggiornamento: 21/11/2006 23:51
04/11/2006 19:40
 
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A proposito del modo in cui la TNM rende il passo di Salmo 6:6, incolo parte di un interessante commento che Andrea Nicolotti ha inviato qualche tempo fa in un newsgroup:

Naturalmente, un italiano non direbbe mai che un letto nuota, se non in maniera estremamente figurata. Ma se potrebbe essere accettabile una frase del tipo "il mio letto nuota nelle mie lacrime", che per quanto brutta può rispecchiare un certo modo di dire, e dove il verbo è usato in senso intransitivo, mai sarebbe accettabile "tutta la notte faccio nuotare il mio
letto", in modo transitivo, perché in questo caso salta immediatamente a gli occhi di tutti l'insensatezza dell'atto del far nuotare un oggetto.

È chiaramente una traduzione inaccettabile che deriva dal fatto che una persona che non conosce bene la lingua italiana ha tradotto la TNM direttamente dall'inglese, rendendo to swim non in modo esplicitato, come suggeriva quel dizionario inglese sopra citato, ma traducendo in maniera pedestre, senza sapere che l'espressione "faccio nuotare il mio letto" in
italiano è inaccettabile in ogni senso. Quindi qui il problema non sta tanto nell'adesione al testo ebraico, quanto nella padronanza della lingua italiana del misterioso traduttore.

Tanto più inaccettabile è la frase successiva "Delle mie lacrime faccio traboccare il mio proprio divano". Il fatto di ripetere sempre "mio, mie" è dovuto all'uso inglese di dire sempre "my". (my couch with my tears, uso grammaticale che in italiano sarebbe sbagliato).
"Il mio proprio divano" è il peggio del peggio, perché fin dalle scuole elementari un errore come "mio proprio divano" sarebbe segnato con la penna rossa. Questo però un americano che traduce in italiano non lo sa.

Traduttore che nel 1967 faceva ancora peggio: "Mi sono affaticato con i miei sospiri; per tutta la notte faccio nuotare il mio divano. Con le mie lagrime faccio traboccare il mio proprio canapè". (italiano da vergogna)


Canapé settecentesco

Qui il fantomatico traduttore aveva problemi nel capire che di notte si dorme nel letto e non nel divano, e poi ha aggiunto "canapè" una divertente parola francese che indica quel divano a braccioli tipico dello stile settecentesco. Una traduzione anacronistica.
Sarebbe un po' come dire che un antico si siede su una poltrona, che io posso capire anche essere una sedia, ma so benissimo che le poltrone al tempo di Davide non c'erano, e nemmeno il sofà imbottito come i canapè.

Ma nel dizionarietto del traduttore del 1967 ci sono un sacco di canapè: Ad esempio, Sal. 41,3: "Geova stesso lo sosterrà su un canapè di malattia".
C'è da ridere fino a domani.

Link: groups.google.it/group/free.it.religioni.tdgeova/msg/1e819057...

04/11/2006 19:51
 
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se all'epoca ci fossero stati i traduttori on line, avrei potuto pensare che lo avessero usato..veramente bizzarre quelle traduzioni [SM=g27828] secondo me ha usato..la fantasia [SM=g27823]
04/11/2006 20:03
 
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Guardate un po' che versione parziale delle accuse danno i TdG:
freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=43257&idd=2902

Barnabino ha scritto che è criticata la parola divano perché anacronistica, ma è falso. Si critica: 1)Che la parola "divano" stia proprio in questo versetto, infatti siamo in un contesto notturno e non si dorme sui divani 2)La parola canapè, quella sì anacronistica.

Ad maiora
---------------------
Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
04/11/2006 22:25
 
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re
E' una traduzione dell'altro Mondo !!! [SM=x570868] [SM=x570869] [SM=x570870] omega
04/11/2006 23:50
 
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Re: re

Scritto da: =omegabible= 04/11/2006 22.25
E' una traduzione dell'altro Mondo !!! [SM=x570868] [SM=x570869] [SM=x570870] omega


No, no! Di altri divani causa la concorrenza [SM=g27816]
Si può nuotare nel divano durante un magnifico [SM=g27811] riposo, ma nella nuotata "se cadi" non si trova acqua ad ammortizzare il tonfo [SM=x570867] .

[SM=g27828] Vitale

La giustizia di ogni luogo é l'ingiustizia di ogni luogo.
Martin Luther King
05/11/2006 00:03
 
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Il mio PROPIO (lo so ,è stato più forte di me! [SM=x570874] )divano ,non si regge più in piedi,altro che nuotare [SM=x570888] [SM=x570881] [SM=x570881] [SM=x570881]
mi apro alla chiusura
05/11/2006 09:12
 
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Re:

Scritto da: Achille Lorenzi 04/11/2006 19.40
A proposito del modo in cui la TNM rende il passo di Salmo 6:6, incolo parte di un interessante commento che Andrea Nicolotti ha inviato qualche tempo fa in un newsgroup

.

Mi daresti il link per favore?, grazie

Richiesta OT: mi servirebbero dei link di disussione newsgroup in cui ha partecipato il Nicolotti.

Chi mi aiuta?
Grazie [SM=g27811]


http://andreabelli75.wordpress.com/

http://progettostudiodellabibbia.wordpress.com/
05/11/2006 09:12
 
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Come accade quasi sempre quando si critica la TNM, ci sono alcuni TdG che cercano qua e là delle Bibbie che contengano espressioni simili a quelle utilizzate nella TNM, concludendo che se la TNM è in errore lo sono anche questi traduttori. Oppure che la TNM è corretta, perché ci sono anche altre versioni bibliche si esprimono nello stesso modo.

Per esempio, per quanto riguarda l'espressione "il mio proprio divano" vengono citate altre versioni (ed altri versetti) in cui ricorre un'espressione simile:

- 1Corinzi 10:33 come io stesso mi sforzo di essere gradito a tutti in ogni cosa, non cercando il mio proprio vantaggio ma quello di molti, affinché siano salvati. (Nuova Diodati)

- 1Corinzi 10:33 sì come anch'io compiaccio a tutti in ogni cosa, non cercando l'utile mio proprio, ma quello de' molti, affinché siano salvati. (Luzzi)

- Filemone 19 Io, Paolo, lo scrivo di mio proprio pugno: Io lo pagherò; per non dirti che tu mi sei debitore perfino di te stesso. (Luzzi)

Questo è un tentativo di distogliere l'attenzione dal soggetto di cui si discute: il versetto in questione è Salmo 6:6, e non altri passi. Si dovrebbero quindi citare delle Bibbie che in quel particolare versetto traducono come la TNM.

Per quanto riguarda i succitati versetti, si può comunque notare come la versione di Luzzi non sia la più recente e aggiornata (del 1994), ma quella ormai obsoleta del 1924. Si può anche osservare che nel passo di 1Cor. 10:33 poteva esistere un valido «motivo per aggiungere il "proprio" al "mio". Infatti la frase è: "Non cerco la mia volontà, ma la volontà di Colui che mi ha mandato". Mettendo il "propria" Luzzi vuole distinguere maggiormente la volontà del parlante dalla volontà di chi lo ha mandato, istituendo una differenziazione tra due volontà. Lo fa in senso rafforzativo. In greco: to thelema to emon = "la volontà quella mia", contrapposta a quella di "Colui che mi ha mandato"» (A. Nicolotti).

E si noti poi che nella più recente versione della Bibbia di Luzzi il "mio proprio" è scomparso:
«...così come anch'io compiaccio a tutti in ogni cosa, cercando non l'utile mio ma quello dei molti, perché siano salvati» (Nuova Riveduta)

Anche in Filemone "mio proprio pugno" è un'espressione rafforzativa, con cui Paolo vuole sottolineare che la lettera è stata scritta proprio da lui, e non da qualche suo scrivano (come avveniva in altri casi).

Nel Salmo 6:6 invece il letto è del salmista e non ci sono altri letti, e non serve quindi nessun rafforzativo.
E non ci sono quindi traduzioni "moderne e comprensibili" che inseriscano un "mio proprio" in tale versetto.

Ci sono nella versione di Luzzi anche altri casi in cui si usa l'espressione "mio proprio" (Gen. 39:6, 41:11) e qui il "proprio" non serve quale rafforzativo. Tuttavia nella più recente edizione di tale Bibbia i passi sono stati resi in un italiano moderno, togliendo dal testo un modo di esprimersi che era piuttosto comune nell'ottocento.

«Potifar lasciò tutto quello che aveva nelle mani di Giuseppe; e non s'occupava più di cosa alcuna, tranne del suo proprio cibo. - Or Giuseppe era di presenza avvenente e di bell'aspetto» (Genesi 39:6, versione del 1924)

«Potifar lasciò tutto quello che aveva nelle mani di Giuseppe; non s'occupava più di nulla, tranne del cibo che mangiava. Giuseppe era avvenente e di bell'aspetto» (versione del 1994).

«L'uno e l'altro facemmo un sogno, nella medesima notte: facemmo ciascuno un sogno, avente il suo proprio significato» (Gen. 49:11, versione del 1924).

«L'uno e l'altro facemmo un sogno nella stessa notte: facemmo ciascuno un sogno con un significato particolare» (versione del 1994).

Quindi anche questo modo di tradurre Salmo 6:6 da parte della TNM dimostra che non si tratta affatto di una traduzione scritta in un "italiano moderno e comprensibile", e il tentativo di citare altre versioni ormai obsolete non fa che confermare tale conclusione.

Achille

[Modificato da Achille Lorenzi 05/11/2006 9.18]

05/11/2006 09:23
 
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andreiu2 ha scritto:

Mi daresti il link per favore?, grazie

Richiesta OT: mi servirebbero dei link di disussione newsgroup in cui ha partecipato il Nicolotti.

Avevo riportato il link alla fine del post: groups.google.it/group/free.it.religioni.tdgeova/msg/1e819057...

Per quanto riguarda altri interventi di Nicolotti in vari newsgroups, bata fare una ricerca con Google.
Vedi per esempio qui:

groups.google.it/groups/search?enc_author=lWSowhUAAAD4VkLOutHUEdehD7cq2j_BT7Yoy1IF3X38BlRy2WvZ_A&s...

Ciao
Achille
05/11/2006 13:25
 
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re in comico
....divani,sofà,canape'......e quando col prossimo intendimento proporranno il materasso PERMAFLEX ci sarà da ridere.....
omega [SM=x570867] [SM=x570867]
06/11/2006 07:37
 
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Appare evidente ad ogni persona obiettiva che la parola “canapè”, è un anacronismo, dato che richiama alla mente dei lettori “moderni” un tipico divanetto settecentesco. Gli stessi anonimi revisori della TNM se ne sono resi conto e, nel 1987, hanno sostituito questo temine con il più moderno “divano”.

Ma è corretto inserire in questo passo tale parola (divano)?
Sempre nel newsgroup FIRT, Andrea Nicolotti ha espresso alcune interessanti osservazioni in merito all’uso in Salmo 6:6 di tale termine.

Rispondendo ad un TdG che aveva citato (parzialmente) un dizionario bibilico, Nicolotti si è così espresso:

> (Psalms 6:6)
> Easton's Bible Dictionary
> The Jewish bedstead was frequently merely the divan or
> platform along the sides of the house

Potevi citarlo tutto, che non fa mai male e fa riflettere molto meglio:

Easton's Bible Dictionary (del 1897....)

BED
(Heb. mittah), for rest at night (Exodus 8:3; 1 Samuel 19:13,15,16, etc.); during sickness (Genesis 47:31; 48:2; 49:33, etc.); as a sofa for rest (1 Samuel 28:23; Amos 3:12). Another Hebrew word (er'es) so rendered denotes a canopied bed, or a bed with curtains (Deuteronomy 3:11; Psalms 132:3), for sickness (Psalms 6:6; 41:3).
In the New Testament it denotes sometimes a litter with a coverlet (Matthew 9:2,6; Luke 5:18; Acts 5:15).
The Jewish bedstead was frequently merely the divan or platform along the sides of the house, sometimes a very slight portable frame, sometimes only a mat or one or more quilts. The only material for bed-clothes is mentioned in 1 Samuel 19:13. Sleeping in the open air was not uncommon, the sleeper wrapping himself in his outer garment (Exodus 22:26,27; Deuteronomy 24:12,13).

Traduco:

LETTO
(Heb. mittah), per il riposo di notte (Exodus 8:3; 1 Samuel 19:13,15,16, etc.); durante la malattia (Genesis 47:31; 48:2; 49:33, etc.); come un divano per il riposo (1 Samuel 28:23; Amos 3:12). Un'altra parola ebraica (er'es) resa in questo modo denota un letto a baldacchino o un letto con tendaggi (Deuteronomy 3:11; Psalms 132:3), per la malattia (Psalms 6:6; 41:3).
Nel Nuovo Testamento denota talvolta una lettiga con una coltre (Matthew 9:2,6; Luke 5:18; Acts 5:15).
La base (struttura) del letto ebreo era frequentemente soltanto il divano o la piattaforma lungo i lati della casa, talora una base trasportabile molto leggera (sottile), talora solamente una stuoia o una o più trapunte. L'unico materiale per le coperture è menzionato in 1 Sam 19:13 (pelo di capra, ndr).
Dormire all'aria aperta non fu insolito, il dormiente si avvolgeva nel proprio indumento esteriore (Exodus 22:26,27; Deuteronomy 24:12,13).

Questo dizionario ottocentesco ci insegna che mittah è il letto, usato per dormire, per giacere se ammalati, o da usarsi come un divano per il riposo.
Poi ci dice che er'es, che viene tradotto anche allo stesso modo, indica un letto a baldacchino o un letto con tendaggi per la malattia (e cita il Ps 6). Allora secondo questo dizionario che tu hai citato la traduzione TNM con "divano" è fuori posto, perché l'er'es sarebbe un letto a baldacchino o con tendaggi.
Poi ricomincia a parlare del letto in generale spiegandoci che esso si poteva fare sul "divano", su un rialzo, su qualche struttura trasportabile, o poteva essere semplicemente appoggiato a terra su qualche stuoia.
Intelligentemente la King James e altre traducono nel primo caso (mittah) "bed", nel secondo (er'es) "couch" per differenziare.
La seconda parola indica qualsiasi luogo su cui ci si sdraia, che sia un letto o un divano una coperta.
I traduttori italiani normalmente usano una volta "letto", l'altra volta "giaciglio", che ha lo stesso significato generico del couch inglese. Giaciglio può essere il letto di casa mia o la paglia delle vacche.
Insomma, si evita di dare una definizione precisa del tipo di oggetto su cui si riposa.
Invece la TNM mettendo "divano" esplicita una cosa ben precisa a danno delle altre possibili, e sceglie di descrivere non l'oggetto (che è un luogo su cui dormire, ovunque sia fatto) ma una delle possibilità della fattura del medesimo, senza che il testo lo permetta.
Anzi, secondo il dizionario suddetto er'es è un letto e non un divano (e chi mette tendaggi e baldacchini attorno ad un divano?)
Poi, che cosa è questo divan (tenendo presente che la King james usa couch e non divan)?

Un dizionario degli inizi del XX secolo (Webster's Revised Unabridged Dictionary, vicino all'età del dizionario biblico che stiamo usando) definisce divan come:

A cushioned seat, or a large, low sofa or couch; especially, one fixed to its place, and not movable.

Un sedile imbottito, o un largo, profondo sofà o giaciglio; specialmente, quello fissato al suo posto e inamovibile.

E ancora il Merriam Webster's:

A large couch usually without back or arms often designed for use as a bed
Un largo giaciglio solitamente senza schienale e braccioli spesso progettato per essere usato come un letto.

Come vedi, il divan inglese non è propriamente il divano italiano (che solitamente non è inamovibile ed è sempre largo e lungo e non si usa per dormire la notte e ha schienale e braccioli).

Quindi dicendo DIVANO in italiano come nella TNM non si identifica nemmeno con precisione il DIVAN di cui parla quel lessico inglese, che è una cosa diversa e pare fatta per essere usata come letto. In italiano il divano è una cosa che non si usa per dormire la notte (come dice di fare il nostro salmista).
Se il letto ebraico poteva ANCHE essere fatto su una struttura che serviva di giorno come divano, ciò non ci permette comunque di tradurre er'es con "divano" in un contesto simile, tanto più che la riga sopra si parla di letto, e la cosa ci fa semplicemente pensare a due sinonimi usati per non ripetersi.
Quindi "giaciglio e letto" sono espressioni molto ben azzeccate, perché onnicomprensive. "Divano" è selettivo e fuorviante (e non letterale, come spesso si dice essere la TNM, che forse sarà stata letterale nel tradurre divan con divano, senza pensare che non sono la stessa identica cosa).
Link: groups.google.it/group/free.it.religioni.tdgeova/msg/3e03658d... (il grassetto è mio).

Per quanto riguarda l’uso ripetitivo di sinonimi nella poesia ebraica, è interessante quanto si legge nel libro “Perspicacia” (it-1 pp. 753-754 Ebraico) a proposito delle “principali forme di parallelismo:
Il più importante elemento formale della poesia ebraica è il parallelismo: il ritmo non è ottenuto con la rima (come in italiano), ma con la simmetria del pensiero; è stato infatti definito “ritmo del senso”. Notate i due versi di Salmo 24:1:
A Geova appartiene la terra e tutto ciò che la riempie,
Il paese produttivo e quelli che vi dimorano.

Questo è un esempio di parallelismo sinonimico, in quanto il secondo verso ripete in parte il concetto del verso precedente, ma con altre parole. La frase “A Geova appartiene” è comune a entrambi, mentre “la terra” e “il paese produttivo” sono sinonimi poetici, come pure “ciò che la riempie” e “quelli che vi dimorano”
Si può senz’altro affermare che anche nel Salmo 6:6 si è in presenza di un “parallelismo sintetico”, in cui nella seconda parte del versetto si ripete con altre parole quanto detto nella prima parte. Per cui non ha senso parlare prima di letto e poi di divano, che sono due cose diverse, mentre è senz’altro corretto usare due termini similari come letto/giaciglio (Nuova Riveduta); giaciglio/letto (CEI); letto/giaciglio (Nuova Diodati); letto/giaciglio (Luzzi Riveduta).

Questo fatto evidentemente è stato compreso da tutti i traduttori, in quanto la parola “divano”, in questo passo, non si trova in nessuna traduzione né in italiano, né in altre lingue.
Provate a controllare:

www.blueletterbible.org/cgi-bin/versions.pl?book=Psa&chapter=6&verse=6&versi...
www.crosswire.org/study/passagestudy.jsp?key=Psalms+6%3A6#cv
www.crosswire.org/study/passagestudy.jsp?open=allBibles (la colonna a sinistra “All Translations”).

“Divano” (o divan) non compare mai. Gli unici ad usare questo termine in Salmo 6:6 sono gli anonimi traduttori della TNM.

Saluti
Achille

[Modificato da Achille Lorenzi 06/11/2006 7.40]

07/11/2006 14:00
 
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Se un giorno mi lasciassi ispirare dall'italiano della NM mi sentirete parlare del

mio, esclusivo, distinto, proprio,personale,riservato, assegnato, in dotazione, PC.
E sbaglierebbe chi per questo immaginasse che sono molti.
----------------------
est modus in rebus
16/11/2006 06:43
 
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Un amico che segue il forum senza partecipare mi ha inviato il seguente commento in merito al "canapè" di Salmo 6:6, presente nella TNM del 1967:

...
forse ho risolto il mistero del famoso canapé (Salmo 6,6) della TNM

Si potrebbe trattare di una traduzione maldestra dell'inglese "canopy" che vuol dire un po' di tutto come letto, baldacchino, padiglione.....

e che c'entra ben poco con il canapé italiano che è un divanetto imbottito e fornito di spalliera e braccioli

Pare che derivi dal greco konopêion cioè "zanzariera" (che parrebbe derivare da kónops "zanzara")

Nell'autorevole Revised Standard Version del 1971 ho trovato "canopy" ben 6 volte che ti riporto
...

CANOPY E' ANCHE QUI?

2Samuele 22:12 He made darkness around him his canopy, thick clouds, a gathering of water.
[Si avvolse di tenebra tutto intorno; acque scure e dense nubi erano la sua tenda. (CEI)]

1Re 7:6 And he made the Hall of Pillars; its length was fifty cubits, and its breadth thirty cubits; there was a porch in front with pillars, and a canopy before them.
[Costruì il vestibolo delle colonne, lungo cinquanta cubiti e largo trenta. Sul davanti c'era un vestibolo e altre colonne e davanti ad esse una tettoia. (CEI)]

Salmi 18:11 He made darkness his covering around him, his canopy thick clouds dark with water.
[aveva fatto delle tenebre la sua stanza nascosta; aveva posto intorno a sé, per suo padiglione, l'oscurità delle acque, le dense nubi dei cieli. (Nuova Riveduta)]

Isaia 4:5 Then the LORD will create over the whole site of Mount Zion and over her assemblies a cloud by day, and smoke and the shining of a flaming fire by night; for over all the glory there will be a canopy and a pavilion.
[allora verrà il Signore su ogni punto del monte Sion e su tutte le sue assemblee come una nube e come fumo di giorno, come bagliore di fuoco e fiamma di notte, perché sopra ogni cosa la gloria del Signore sarà come baldacchino. (CEI)].

Geremia 43:10 and say to them, 'Thus says the LORD of hosts, the God of Israel: Behold, I will send and take Nebuchadrezzar the king of Babylon, my servant, and he will set his throne above these stones which I have hid, and he will spread his royal canopy over them.
[Quindi dirai loro: Dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Ecco, io manderò a prendere Nabucodònosor re di Babilonia, mio servo; egli porrà il trono su queste pietre che hai sotterrate e stenderà il baldacchino sopra di esse. (CEI)]

Ezechiele 41:25 And on the doors of the nave were carved cherubim and palm trees, such as were carved on the walls; and there was a canopy of wood in front of the vestibule outside.
[Sulle porte erano dipinti cherubini e palme come sulle pareti: un portale di legno era sulla facciata dell'atrio all'esterno. )CEI)].
---------------

Quindi i traduttori italiani della TNM del 1967 avrebbero reso l'inglese canopy con l'anacronistico canapè.
Mentre se confrontiamo i passi succitati della Revised Standard Version con le traduzioni italiane comprendiamo che canopy significa qualcos'altro.

Saluti
Achille

[Modificato da Achille Lorenzi 16/11/2006 6.48]

21/11/2006 23:51
 
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Sì, Achille... [SM=g27823]

...il "konopèion", nella sua accezione principale, era una sorta di finissima reticella di tessuto che veniva fissata al soffitto e che scendeva a proteggere su ogni lato il giaciglio onde il "dormiente" non si ridestasse divorato da zanzare e insetti vari. [SM=g27822]

Era un uso tipico dei greci che, mercè le condizioni climatiche dell'Ellade, non mancavano d'ogni sorta di insetti molesti per buona parte dell'anno. [SM=g27822]

Riporto, a seguire, la definizione dell'Etimologico Pianigiani, uno dei vocabolari più autorevoli della lingua italiana.



In verità, dunque, la traduzione italiana "canapè" non è che il risultato grossolano di un'interpretazione lessicale arbitraria ed erronea del testo inglese della King Version da parte degli estensori (perchè traduttori non li si può chiamare dal momento che non hanno tradotto un accidente) della TNM, fatto che denunzia tutta l'impreparazione, la malafede e la grossolanità di chi si è "occupato" della TNM.

Vediamo un po'...

Come si può osservare scorrendo il lemma del Pianigiani, la parola italiana "canapè" è l'esito dell'evoluzione morfologica e semantica (di significato) del sostantivo latino "canopèum".

"Canopèum" deriva a sua volta dal greco "konopèion" che indica, per l'appunto, il giaciglio protetto dal sottile telo che serviva a tener lontani "oi kònopoi" ossia "le zanzare" (che in greco sono di genere maschile).

In lingua italiana "canopèum" può felicemente e appropriatamente rendersi con "conopeo": l'uso di questa voce, è attestato da diversi vocabolari Greco-Italiano come quello di di L. Rocci, così come il Liddel-Scott editio minor, il La Magna-Maratona, e il nuovo GI della Loescher.

E' chiaro che non si tratta di una parola d'uso comune. In una conversazione-tipo non parleremo certo di conopeo, ma al limite di letto a baldacchino o di letto dotato di zanzariera. Per conoscere termine e relativo significato occorre avere una certa dimestichezza con la lingua greca e la sua traduzione, poichè soltanto in questo campo capiterà d'usare un simile e particolarissimo vocabolo.

Ma di dimestichezza col greco, giova ancora ripeterlo, chi ha tradotto la TNM in italiano non ne aveva neppure in misura minima.

Il fatto che si traduca "canopy" con "canapè", parola nata successivamente a "conopeo" mercè una modificazione della "o" in favore della "a" e atta a designare un oggetto del tutto diverso (un divanetto), è a mio parere un indizio significativo di come i "traduttori" italiani ignorassero la lingua greca e si limitassero a tradurre (male) il testo inglese con il conseguente profluvio di amenità con cui ci dilettiamo noi ora.

Chi ha tradotto ha agito cialtronescamente operando una resa "a tarallucci e vino" del testo inglese, sostanzialmente invariato rispetto alla King Version che già non era immune da vizi. Roba da mettersi le mani nei capelli, insomma.

Ora, probabilmente. il termine "canopy" in inglese indica, senza variazioni morfologiche, anche ciò che noi abbiamo chiamato in italiano "conopeo".

Pertanto possiamo dar buona la resa del traduttore inglese della King Version che probabilmente ha tradotto l'accusativo "ten klinen" del testo inglese con "canopy" con una certa cognizione di causa.

Considerato infatti il contesto storico era più corretto tradurre "canopy" che non "bed" o altro sinonimo di "letto", giacchè è piuttosto probabile che, essendovi in Palestina un clima simile a quello mediterraneo si dormisse su giacigli dotati di zanzariere e quindi su "conopei".

Poi sono arrivati i traduttori "diretti e moderni" che han partorito la TNM... e qui si ride, Amici!!!

Ecco il colpo di genio!

Gli "zelanti" traduttori debbono aver pensato, leggendo "canopy" sulla King Version: "Uff... che strazio tutti 'sti paroloni obsoleti! Canapè? Ma dai, per favore! Modernizziamo un pochino: DIVANO... un bel divano! Ecco quel che fa per noi, perdiana! [SM=g27828] "

E fu così che venne fuori "divan"! [SM=g27816]

Certo, ignorando il greco, non potevano sapere cosa fosse mai un "canopy" nel senso di "conopeo".

E così, al momento della traduzione italiana, "divano" fu ancora! [SM=g27829]

Come poi il nostro Eroe Divano sia anche riuscito a farsi quattro vasche in un mare di secrezioni oculari è storia che già conoscete. [SM=g27824]

Con buona pace della consultazione diretta delle fonti storiche (greche ed ebraiche) annunziata con enfasi dalla WTS in occasione della stampa della prima Bibbia geovista. [SM=g27829]

Dunque ricapitolando:

I ATTO

testo greco: "ten klinen".

II ATTO

la King Version rende con "canopy". Può essere ritenuta una scelta valida.

III ATTO (il dramma)

la TNM non traduce, ma traslittera la King Version per manifesta ignoranza dei "traduttori". Però si pensa bene di sostituire l'ammuffito "canopy-canapè" con un più moderno "divan-divano" made in USA! [SM=g27822] Geniale.

(Volete mettere? Molto più comodo che rompersi le scatole su tutti quei fragmenta scritti con strani caratteri, deve aver pensato la WTS! Suvvia... siamo seri, non è che ci occorre proprio la Bibbia: ci basta un librone da cui estrapolare qualche frase da maneggiare secondo il comodo nostro!)

IV ATTO (la catastrofe)

Arriva la Cavalleria!!! [SM=g27822] Si traduce finalmente in italiano e arrivati a Salmi 6.6 ai "piccoli traduttori" non par vero: "Divan? Divano no? Che altro volete che sia? Come? [SM=x570872] Raffronto col testo greco? Eh? Ma chi lo conosce il greco? Ebraico? Ma volete scherzare? Via... abbiamo altro da fare!"

Tipo annunciare un messaggio misconosciuto da loro stessi e straordinariamente "self made".

Ed eccoci qui! [SM=g27829]

Santa Notte! [SM=g27822]

Michele

PS: ah... non sognatevi neppure per sbaglio di utilizzare questo mio canovaccio di argomentazione con dei tdg. Perchè sapete cosa vi risponderanno? "Noi siamo gente pragmastica, caro Lei, sa? Non ci fermiamo a vagliare inutili sottigliezze." Certo... il regno del sig. Geova WTS da Brooklyn è più importante, quello di Dio può aspettare. [SM=g27829]

bene valete! [SM=x570865]

Michele

[Modificato da Elrond di Gran Burrone 22/11/2006 19.20]

"Conosco la metà di voi soltanto a metà; e nutro, per meno della metà di voi, metà dell'affetto che meritate". (Bilbo Baggins)


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