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Milingo ordina vescovi 4 preti sposati

Ultimo Aggiornamento: 09/12/2006 09:58
26/09/2006 06:21
 
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La Stampa Web 25/9/2006
Il movimento «Married Priest Now» è stato fondato dall'Arcivescovo nel luglio scorso

L'ombra sinistra di uno scisma si profila sul pontificato di Benedetto XVI. Ieri 24 settembre, mons. Emanuel Milingo, arcivescovo emerito di Lusaka, ha ordinato 4 vescovi sposati membri del movimento internazionale «Married Priests Now», da lui fondato negli Usa lo scorso luglio. Lo annuncia in una nota don Giuseppe Serrone, fondatore dell'Associazione dei sacerdoti lavoratori sposati, tornato da pochi giorni da New York, dove si è recato con la moglie Albana per partecipare alla seconda convention del movimento tenuta dal 17 al 19 settembre. Don Serrone aveva seguito Milingo negli Stati Uniti anche in luglio, quando l'arcivescovo africano aveva abbandonato in segreto la residenza di Zagarolo dove era tornato nuovamente a celebrare le sue messe di guarigione essendo stato riammesso nella Chiesa Cattolica.

Nella nota, don Serrone definisce la consacrazione episcopale di 4 sacerdoti sposati «un evento che segna una svolta nel cammino per il riconoscimento dei diritti civili ed ecclesiali delle famiglie dei sacerdoti sposati sparsi nel mondo».

«Un gesto coraggioso quello di mons. Milingo che getta le basi per un tentativo di rinnovamento all'interno della Chiesa Cattolica», commenta don Serrone che ha reso noto l'elenco dei vescovi consacrati illecitamente da Milingo. Ecco i loro nomi: George Augustus Stallings Jr. di Washington, Peter Paul Brennan di New York, Patrick Trujillo di Newark, e Joseph Gouthro, di Las Vegas. Nel comunicato dell'Associazione dei sacerdoti lavoratori sposati è riportata anche una dichiarazione di George Augusts Stallings che spiega di essere stato «ordinato validamente non solo vescovo, ma anche vescovo cattolico romano».

L'8 settembre 2006 il prefetto della Congregazione dei Vescovi, card. Giovanni Battista Re aveva inviato a mons. Milingo una lettera di «ammonizione canonica» che invitava l'arcivescovo emerito di Lusaka a scrivere, entro il 15 ottobre 2006, al Romano Pontefice, una lettera di «pentimento» per non incorrere nella «sospensione canonica» prevista dal diritto ecclesiale.

«La lettera del card. Re - afferma oggi don Giuseppe Serrone - era stato un ennesimo atto discriminatorio e di vessazione verso tutti i sacerdoti sposati del mondo che si trovano in condizioni simili a quelle di Mons. Milingo. La logica della legge è completamente opposta all'amore evangelico. Basta - conclude il comunicato - con i soprusi e le violazioni dei più elementari diritti umani, che nel caso dei sacerdoti sposati e delle loro famiglie, vengono ancora oggi perpetrate, da numerosi uomini di Chiesa».
www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/200609articoli/11272gi...

Vitale

La giustizia di ogni luogo é l'ingiustizia di ogni luogo.
Martin Luther King
26/09/2006 08:08
 
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re
Dalla 1° Tim 3:1 e segg.:
"Certa è questa parola: Se uno aspira all'ufficio di vescovo,desidera un'opera buona. Bisogna dunque che il vescovo sia irreprensibile,marito di una sola moglie,sobrio,assennato,costumato,ospitale,atto ad insegnare,non dedito al vino nè violento,ma sia mite,non litigioso,non amante del danaro,che governi bene la propria famiglia e tenga i figlioli in sottomissione e in tutta riverenza(che se uno non sa governare la propria famiglia,come potrà aver cura della chiesa di Dio?),che non sia novizio,affinchè,divenuto gonfio d'orgoglio,non cada nella condanna del diavolo.

Conclusioni pratiche:
Quel cretino dell'apostolo Paolo non conosceva il rito latino!!!! [SM=g27825] [SM=g27828] omega
26/09/2006 09:40
 
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Re: re

Scritto da: =omegabible= 26/09/2006 8.08
Dalla 1° Tim 3:1 e segg.:
"Certa è questa parola: Se uno aspira all'ufficio di vescovo,desidera un'opera buona. Bisogna dunque che il vescovo sia irreprensibile,marito di una sola moglie...

Conclusioni pratiche:
Quel cretino dell'apostolo Paolo non conosceva il rito latino!!!! [SM=g27825] [SM=g27828] omega


Che c'entra San Paolo con una regola che la Chiesa Latina si è data in seguito?
Che il celibato obbligatorio non sia una prescrizione di diritto divino lo sanno tutti.
Che la Chiesa, nella sua scelta pastorale di eleggere pastori che ritiene adatti secondo i tempi, sia passata dal sacerdozio coniugato a quello celibatario non risulta che avesse proibizioni divine per deciderlo in piena autonomia.

La Chiesa cioè ha posto tale regola nella piena coscienza di star gestendo un diritto ecclesiastico; se così non fosse avrebbe dovuto rendere obbligatorio il celibato anche ai cattolici d'Oriente, il che non ha fatto.E anzi, mi correggo: non avrebbe dovuto "rendere obbligatorio" poiché non sarebbe stata lei a renderlo tale, ma ricordare solo che era regola di diritto divino, perciò imprescindibile (come fa quando qualcuno pretende che essa annulli un matrimonio; cosa che non è nelle sue facoltà).

Per aver fatto tale scelta celibataria, qui, in Occidente, ha avuto dei motivi di utilità pastorale suggeriti dai tempi. E se un giorno abolirà il celibato anche per i preti nostrani lo farà per gli stessi motivi. Motivi di migliore utilità pastorale, che al momento attuale, con i tempi che corrono, non vede come siano più opportuni che non il mantenimento del celibato per i suoi consacrati.
Ciascuno di noi, non trattandosi di diritto divino e perciò di regola di fede da credere, ha il diritto di dissentire da tale scelta (salvo magari poi ad ammettere con alcuni vescovi d'Oriente che tra loro i preti non sposati funzionano molto meglio [SM=g27823] ) ma non quello di condannarla in nome di Cristo.
Non bisogna andare oltre ciò che è scritto, né arrogarsi funzioni dirigenziali che Gesù ha concesso ai dirigenti della Sua Chiesa.
----------------------
est modus in rebus
26/09/2006 10:19
 
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>>>Un gesto coraggioso quello di mons. Milingo che getta le basi per un tentativo di rinnovamento all'interno della Chiesa Cattolica», commenta don Serrone che ha reso noto l'elenco dei vescovi consacrati illecitamente da Milingo
----------------------------------
Non c'è più "religione".
La Chiesa cattolica ha usato e tollerato i metodi del prestigiatore da fiera paesana di Milingo, perchè, con le sue cialtronate, portava "cassetta" di fedeli creduloni. Poi quando ha ritenuto abbia passato il segno sposando la signorina Maria Sung portando come corredo di nozze un'altra religione, sono cominciati i guai "canonici".
Questo don Serrone non ha certo da menar vanto per il suo mivimento, se la bandiera è l'imbroglio e l'abuso della credulità delle menti deboli, usate da Milingo.
Se la Chiesa Apostolica Cattolica Romana ha usato questa bassezza morale, deve essere copiata?

Ciao
Maurizio
26/09/2006 13:09
 
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ma perchè aggiungere pesi agli uomini oltre ciò che è consentito ?
perchè in ossequio alla propria umana tradizione,continare a sostenere un punto di vista che non affonda le sue radici nel volere divino ?

tra l'altro,non me ne vogliate amici cattolici,ma io posso non ritenere le restrizioni imposte dal rito,concausa nello sviluppo di atteggiamenti sessualmente deviati.

lo so,lo so...tutto il mondo è paese...ma la cronaca degli ultimi anni ha rilevato un'elevata incidenza di queste tristi situazioni in alcuni ambiti specifici,questo è innegabile.

mi rendo conto di toccare un argomento molto delicato,delicatissimo e sono pronto a rivedere la mia posizione,per questo avrei piacere di sviluppare con voi tale argomento.a mio avviso nel rito latino c'è qualcosa che non và e questa espressione: "La logica della legge è completamente opposta all'amore evangelico" riportata nell'articolo citato, evoca in me gli stessi sentimenti che nutro per il legalismo asettico della WTS.

sperando di non aver offeso nessuno,
ciao
bruno

[Modificato da giainuso 26/09/2006 13.11]

26/09/2006 13:27
 
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MACUMBA
Pederzini non essere irriverente, io ho sempre saputo che Milingo è potentissimo contro la macumba africana.

26/09/2006 14:57
 
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(ANSA)- CITTA' DEL VATICANO, 26 SET - Monsignor Emmanuel Milingo e' stato scomunicato essendo in progressiva aperta rottura della comunione con la Chiesa. Il 24 Milingo aveva ordinato 4 vescovi sposati che sono incorsi nello stesso provvedimento. Milingo 'e' incorso nella scomunica latae sententiae prevista dal Canone 1382 del Codice di diritto canonico'.Tutti e quattro i sacerdoti facevano parte del movimento internazionale ''Married Priest Now'', fondato dal prelato africano a Washington nel luglio scorso.

© Ansa
26/09/2006 15:32
 
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Re:

Scritto da: maurizio pederzini 26/09/2006 10.19
>>>Non c'è più "religione".
Ciao
Maurizio


Riconosco che su queste cose non c'é da scherzare, ma se volete c'è la mia di "religione", così non dovrò più lavorare [SM=x570892]

Vitale

La giustizia di ogni luogo é l'ingiustizia di ogni luogo.
Martin Luther King
26/09/2006 16:02
 
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Re: Re: re

Scritto da: berescitte 26/09/2006 9.40

Che c'entra San Paolo con una regola che la Chiesa Latina si è data in seguito?
Che il celibato obbligatorio non sia una prescrizione di diritto divino lo sanno tutti.
Che la Chiesa, nella sua scelta pastorale di eleggere pastori che ritiene adatti secondo i tempi, sia passata dal sacerdozio coniugato a quello celibatario non risulta che avesse proibizioni divine per deciderlo in piena autonomia.

La Chiesa cioè ha posto tale regola nella piena coscienza di star gestendo un diritto ecclesiastico; se così non fosse avrebbe dovuto rendere obbligatorio il celibato anche ai cattolici d'Oriente, il che non ha fatto.E anzi, mi correggo: non avrebbe dovuto "rendere obbligatorio" poiché non sarebbe stata lei a renderlo tale, ma ricordare solo che era regola di diritto divino, perciò imprescindibile (come fa quando qualcuno pretende che essa annulli un matrimonio; cosa che non è nelle sue facoltà).

Per aver fatto tale scelta celibataria, qui, in Occidente, ha avuto dei motivi di utilità pastorale suggeriti dai tempi. E se un giorno abolirà il celibato anche per i preti nostrani lo farà per gli stessi motivi. Motivi di migliore utilità pastorale, che al momento attuale, con i tempi che corrono, non vede come siano più opportuni che non il mantenimento del celibato per i suoi consacrati.
Ciascuno di noi, non trattandosi di diritto divino e perciò di regola di fede da credere, ha il diritto di dissentire da tale scelta (salvo magari poi ad ammettere con alcuni vescovi d'Oriente che tra loro i preti non sposati funzionano molto meglio [SM=g27823] ) ma non quello di condannarla in nome di Cristo.
Non bisogna andare oltre ciò che è scritto, né arrogarsi funzioni dirigenziali che Gesù ha concesso ai dirigenti della Sua Chiesa.



C'entra l'apostolo Paolo, c'entra eccome!!!
Ascolta bene, caro Bery, cosa dice lo stesso in altra parte:
"Se qualcuno stima di essere profeta o spirituale (e voglio sperare che tu lo sia) riconosca che le cose che io vi scrivo sono comandamenti del Signore." 1°Cor. 14:37.
Quindi il vescovo DEVE essere sposato,DEVE avere famiglia ecc. ecc. - La CCR derogando da questi comandamenti non può essere la chiesa che Cristo lasciò con una struttura ben diversa.
Ma,siccome poi i "dirigenti della Sua Chiesa" ne sanno più di Dio è parso bene a loro modificare le cose!!
Che non bisogna andare oltre ciò che è scritto (1° Cor. 4:6) è il motto della mia vita e me lo vieni a ripetere proprio te!!! Cerchiamo di essere seri!!! C'è poco da dirigere quì. Bisogna OBBEDIRE e basta!!
Se si crede alle Scritture,ovviamente. [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828] Ciao omega

[Modificato da =omegabible= 26/09/2006 16.03]

26/09/2006 23:14
 
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Replicando...
Per GIAINUSO:

ma perchè aggiungere pesi agli uomini oltre ciò che è consentito ?


Il celibato non è un’imposizione che la Chiesa pone ai suoi consacrati, ma è (o dovrebbe essere) prima di tutto una scelta individuale, frutto di una profondissima meditazione e riflessione oltre che personale testimonianza dell’amore totale verso Gesù e della volontà di seguirlo secondo le sue stesse parole : Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto ed avrà in eredità la vita eterna” (Mt 19, 29) e ancora: [C]“Ed egli rispose: “In verità vi dico, non c’è nessuno che abbia lasciato casa o moglie o fratelli o genitori o figli per il regno di Dio che non riceva molto di più nel tempo presente e la vita eterna nel tempo che verra” (Lc. 18, 29-30). Marco è più esplicito: “ Gesù gli (a Pietro) rispose: “ in verità vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna.” [/C](Mc.10, 29-30).
Se io scelgo di non mangiare più gelati e questa scelta è maturata dopo attenta e lunga riflessione, quello che per gli altri (che non possono far a meno di mangiare gelati) è un sacrificio - inteso come sofferenza e rinuncia -per me è una cosa perfettamente naturale; non sento il peso della privazione, non è una rinuncia semplicemente perché non la considero tale. Nella mia vita posso fare a meno dei gelati! Per chi li ama questo può sembrare inconcepibile. Un esempio tratto dalla mia vita personale: In passato mi piacevano molto gli hamburger comprati al Mac Donald’s. A seguito della guerra e dell’invasione dell’Iraq da parte degli USA e per esprimere il mio dissenso per quell’atto ignominioso ho deciso di “boicottare” gli hamburger non mangiandoli più. Oggi non ne sento minimamente la mancanza, non ho ripensamenti al riguardo, sono libero dal desiderio di gustarli; posso passare davanti ad un punto-ristoro senza rallentare minimamente il mio passo (o affrettarlo, per non cadere in tentazione). Per chi gli hamburger li adora, la mia scelta non è compresa nè condivisa. Lo stesso dicasi per coloro che da soli e senza aiuto esterno smettono di fumare, di bere, ecc…
La Chiesa non impone il celibato. Solo che, se si vuol diventare preti - e fino a prova contraria esserlo è ancora una scelta personale (La Chiesa Cattolica non è come l’Inghilterra la Francia, la Spagna ed ogni altro paese che abbia una Marina Militare dove in passato venivano mandati appositi “arruolatori” nelle bettole e per le strade per reclutare coattivamente come marinai i disperati e mendicanti che capitavano loro a tiro) - tale scelta non può prescindere a tutt’oggi dall’accogliere (ripeto: che sia in primis individuale, responsabile, motivata) il celibato: se lavoro in banca non posso prescindere dal maneggiare il denaro; se mi arruolo in polizia, di portare una pistola (e quindi di essere consapevole di poterla usare)…Aggiungo che non si diventa prete dall’oggi al domani, ma dopo anni di seminario in cui la scelta vocazionale intrapresa è sempre posta dinanzi al seminarista fino all’accoglimento dei voti. Diverso discorso è la capacità di mantenere tale scelta, di essere ad essa fedele; qui gioca la coscienza di ognuno. Se si è ancora seminarista, allora si deve avere il coraggio di riconoscersi deboli e quindi di abbandonare (non è un disonore) e scegliere altre vie, altri modi per servire con gioia il Signore. Se si è preti, si può sempre tornare alla condizione di laicato. Anche qui il passaggio non avviene di punto in bianco, ma dopo un lungo travaglio personale che non va banalizzato, bensì rispettato e sul quale non si può né si deve scherzare, a mio avviso.

non me ne vogliate amici cattolici,ma io posso non ritenere le restrizioni imposte dal rito,concausa nello sviluppo di atteggiamenti sessualmente deviati

Le premesse del tuo ragionamento sono errate, secondo me. Se il matrimonio –come istituto - fosse davvero la panacea, la soluzione al problema dei preti non sposati, come mai lo stesso non dà prova di brillanti esempi tra i laici che ne beneficiano? Riguardo poi gli “atteggiamenti sessualmente deviati” quali: pedofilia ed omosessualità, che deriverebbero da una presunta quanto imposta astinenza, voglio ricordare che la pedofilia è una devianza mentale e che prescinde dall’essere sposati o meno. Anzi, le cronache ci informano di insospettabili professionisti (avvocati, medici, imprenditori, ecc…) e uomini di “esemplare rispettabilità” coniugale che sono stati trovati in possesso di materiale pedopornografico, che abusano di minori, che sono dediti a pratiche sadomaso. I peggiori episodi di abusi sui minori avvengono in ambito familiare da parte di padri, madri, zii (“felicemente” sposati)… Riguardo l’omosessualità, personalmente non la considero una deviazione sessuale bensì “altro tipo di amore” o “amore espresso in differente modo” (quando è vissuto similmente all’amore etero: come offerta gratuita l’uno dell’altro, rispetto delle rispettive individualità, fiducia reciproca, fedeltà…). Non è causa diretta di mancato matrimonio; diversamente, dovremmo spiegarci come mai il conduttore Cecchi Paone - nonostante sia stato sposato con figli – viva oggi un rapporto omosessuale. E non è un caso isolato! Semmai, solo quello più famoso…
In quanto alla libido, quella colpisce tutte le classi, le età, le condizioni sociali, dell’uomo. Sposato o meno.

Per OMEGABIBLE:

Accanto ai tuoi riferimenti paolini aggiungo ciò che è scritto nel Vangelo di Matteo cap 19, 10-12 dopo che Gesù aveva affermato l’indissolubilità del matrimonio:
[C]“Gli dissero i discepoli: “Se questa è la condizione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi”. Egli rispose loro: “Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Vi isono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca””.


Paolo è sempre il grande apostolo delle genti, ma è un apostolo. Io, però, ho anche la parola del Maestro che è pur sempre…il Maestro!!!!!! [SM=g27828]

Un fraterno saluto.

Freddie
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Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto. Il tuo volto, Signore io cerco.

[Modificato da !Freddie! 26/09/2006 23.16]

[Modificato da !Freddie! 26/09/2006 23.23]

[Modificato da !Freddie! 26/09/2006 23.26]

[Modificato da !Freddie! 26/09/2006 23.29]

26/09/2006 23:38
 
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X freddie
Spiegati meglio: Paolo sconfessa Gesù o Gesù sconfessa Paolo.
Perchè se così non fosse il tuo intervento dice molto poco.
Ciao omega [SM=g27828]
26/09/2006 23:52
 
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Premesso che sono convinto che sia solo consigliato il celibato, non imposto in nessun versetto bibblico.

Io mi pongo delle domande a riguardo:
1 Come può un sacerdote celibe dare dei consigli pratici (non tirati fuori da un manuale)a una coppia di fedeli che fiduciosi si rivolgono per ricevere un'aiuto su una crisi di coppia, laddove ci siano dei problemi delicati?

2 Come può un sacerdote celibe dare dei consigli pratici (non tirati fuori da un manuale) a un genitore che fiducioso gli si rivolge per ottenere un aiuto su come affontare un problema che trova nell'educare un figlio?

3 Come può comprendere il sacerdote celibe il sentimento che c'è nella coppia di coniugi che stanno affrontando una situazione difficile?

4 Come può capire il sentimento di un genitore verso i suoi figli?

[Modificato da Dario.from.CS 27/09/2006 0.08]

Dario Piraino




Le religioni che chiamiamo false erano una volta vere.

Ralph Waldo Emerson

27/09/2006 00:04
 
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Per OMEGABIBLE
Nessuna "battaglia" tra chi sconfessa chi!
Volevo solo far presente che come tu hai trovato nelle parole di Paolo fondamento alle tue tesi, io avevo trovato nelle parole del Maestro (e quindi si supporrebbe...più autorevole!!!!) il fondamento delle mie.
In realtà volevo solo mettere in luce, come ho già scritto in altri post, che ognuno può trovare nella Bibbia un versetto, una parola, una citazione a sostegno di quel che dice - e fin qui va tutto bene - innescando (o correndo il rischio di innescare), però, anche un circolo vizioso che porta due o più interlocutori a battersi a colpi di versetti sperando così di trovare quello che mette definitivamente fuori gioco gli altri per qualità e/o quantità...
E questo succede non solo quando si incontrano dei TdG (esperienza diretta ed indiretta), ma anche quando si vuole confrontare (o scontrarsi, per meglio dire) con esponenti di altre religioni.
Il mio rispetto ed affetto nei tuoi confronti rimangono comunque inalterati! [SM=x570889] [SM=x570864] [SM=g27828]

Un fraterno ed affettuoso abbraccio.

Freddie
-----------------------------
Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto. Il tuo volto, Signore, io cerco.
27/09/2006 00:24
 
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Scritto da: =omegabible= 26/09/2006 23.38
Spiegati meglio: Paolo sconfessa Gesù o Gesù sconfessa Paolo.
Perchè se così non fosse il tuo intervento dice molto poco.
Ciao omega [SM=g27828]

Nessuno dei due sconfessa l'altro,è ovvio.

Il comune amico Freddie cita due versetti,ma dimentica in relazione a cosa gesù si riferisse,a questo proposito basti leggere il verso 9 che in sintesi dice che un uomo puo divorziare dalla moglie solo in caso di adulterio.

Essendo per gli Ebrei una "regola nuova ",perchè abituati a lasciare le propie mogli per sciocchezze,ai suoi discepoli sembrò a ragione di vedere il matrimonio sotto una luce diversa.
Di solito abbandonavano le mogli per sposarne subito un altra,magari più giovane e aitante.

Per queste persone,che consideravano le donne solo come semlici oggetti sessuali e che avrebbero avuto difficoltà a rimanere fedeli alle propie mogli,se desiderosi di divenire cristiani,sarebbe stato per loro più conveniente non sposarsi affatto,e di conseguenza siccome i rapporti sessuali vengono accettati solo nell'ambito matrimoniale,sarebbero diventati come eunuchi.

Ovviamente non c'entra nulla con i requisiti che Paolo menziona per svolgere il ruolo del vescovo.

Tuttavia non bisogna concludere che Paolo,incitasse tutti coloro che aspiravano a divenire vescovi a sposarsi.
Essendo celibe,si sarebbe autoescluso dall'incarico affidatogli da Dio.

In realta',essere marito di una sola moglie,avrebbe distinto il cristiano e soprattutto il vescovo,da coloro che praticavano la poligamia,ormai non più accettata da Dio.
____________________________________________________

PER FREDDIE:

In realtà,scegliere di non mangiare piu gelati o amburgher,non mi sembra si possa per nessun motivo al mondo mettere in relazione con la rinuncia a sposarsi o la negazione ad avere una famiglia.
E che dire dei propi istinti sessuali?
Si può rinunciare facilmente ad essi così come rinunci a un alimento?
Non credo propio.

Ai preti,vescovi ecc...,si dovrebbe dare la possibilita di sposarsi se vogliono,perchè è vero che è stata una loro rinuncia quando hanno preso i voti(e così che si dice?)ma il tempo cambia le persone; quindi perchè costringere un prete a rinunciare al propio incarico,a cui crede e in cui ha dedicato tutto se stesso,se ha deciso di sposarsi?
NON E' FORSE UN RICATTO BELL'E BUONO CHE PER DI PIU' NON HA NESSUN FONDAMENTO CRISTIANO???????????????????
mi apro alla chiusura
27/09/2006 00:36
 
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Per dario.from. CS
C]Premesso che sono convinto che sia solo consigliato il celibato, non imposto in nessun versetto bibblico.

Io mi pongo delle domande a riguardo:
1 Come può un sacerdote celibe dare dei consigli pratici (non tirati fuori da un manuale)a una coppia di fedeli che fiduciosi si rivolgono per ricevere un'aiuto su una crisi di coppia, laddove ci siano dei problemi delicati?

2 Come può un sacerdote celibe dare dei consigli pratici (non tirati fuori da un manuale) a un genitore che fiducioso gli si rivolge per ottenere un aiuto su come affontare un problema che trova nell'educare un figlio?

3 Come può comprendere il sacerdote celibe il sentimento che c'è nella coppia di coniugi che stanno affrontando una situazione difficile?

4 Come può capire il sentimento di un genitore verso i suoi figli?


Il celibato è sempre una scelta personalissima che va abbracciata con coscienza, responsabilità e coerenza...
Ripeto che questa scelta non è imposta dalla Chiesa cattolica, ma essa la considera un requisito dal quale in questo momento storico(non essendo un obbligo divino o una verità di fede può sempre essere modificato) non si può prescindere. Nei riguardi di tale scelta da parte della Chiesa Cattolica si può solo essere favorevoli o contrari. Non penso ci si possa stracciare le vesti...

Tutte le domande trovano risposta se si considera che i rapporti di natura familiare citati, per quanto specifici, poggiano su un solo aspetto: quello dell'Amore. Allora, poco importa se i soggetti in causa siano un padre e un figlio o un marito e sua moglie o due amici o un professore ed un suo alunno ecc...nessun rapporto interpersonale può prescindere dall'Amore. Il prete non ci dà una mappa dettagliata di cosa dobbiamo fare per risolvere un problema (familiare, nello specifico), ma ci indica le direttrici principali, le linee sulle quali orientare le nostre azioni in vista della soluzione del problema...e dato che i preti e i consacrati hanno scelto di seguire Cristo sulla impervia, difficile, meravigliosa strada dell'Amore quelle casistiche su indicate sono proprio pane per i loro denti..... [SM=g27818]

un fraterno saluto.

Freddie
------------------
Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto. Il tuo volto, Signore, io cerco.
27/09/2006 00:58
 
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Per Bigpuffo
Certo che le parole sul celibato vanno anche viste alla luce dei versetti precedenti, ma non esclusivamente. Del resto, avevo citato anche altri brani tratti da Matteo, Luca e Marco che fanno capire che le rinunce fatte per Amore del Regno sono approvate da Gesù e già sulla Terra centuplicate in doni. Il carattere di volontarietà è comunque fatto salvo. Se poi è scelto come requisito storico (e quindi momentaneo) per gli appartenenti di una religione (la Cattolica), mi sembra che si voglia comandare in casa d'altri quando si danno giudizi di merito al di là del condividerne o meno determinate scelte che seppur non costituiscono un obbligo non sono nemmeno vietate o viste con vituperio dal Vangelo. Si potrebbe aggiungere che sia Paolo che lo stesso Gesù non erano sposati mentre Pietro lo era (anche se, forse, poteva essere vedovo). Quindi siamo di fronte ad una varietà di situazioni per cui non c'è una netta preferenza per l'uno o per l'altro. Sono scelte interne ad una determinata comunità che, come ho già detto prima, possono essere accolte o meno, ma non giudicate nel merito.
Nessun ricatto, infine, per coloro che non sentono di essere più fedeli alla scelta originaria (le motivazioni sono tante: dalle "tentazioni" del mondo ad un affievolirsi della vocazione ecc..), Si può servire Dio in tanti altri modi; la vita consacrata è solo uno dei tanti modi (direi il più completo, nonostante tutto!). Io, personalmente, non riuscirei ad essere un buon prete, ma posso essere un buon organista laico e per giunta credente!!!! [SM=g27828]

Un fraterno saluto.


Freddie
-------------------
Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto. Il tuo volto, Signore, io cerco.

[Modificato da !Freddie! 27/09/2006 1.03]

27/09/2006 10:44
 
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Re:

Scritto da: Dario.from.CS 26/09/2006 23.52
Premesso che sono convinto che sia solo consigliato il celibato, non imposto in nessun versetto bibblico.

Io mi pongo delle domande a riguardo:
1 Come può un sacerdote celibe dare dei consigli pratici (non tirati fuori da un manuale)a una coppia di fedeli che fiduciosi si rivolgono per ricevere un'aiuto su una crisi di coppia, laddove ci siano dei problemi delicati?

2 Come può un sacerdote celibe dare dei consigli pratici (non tirati fuori da un manuale) a un genitore che fiducioso gli si rivolge per ottenere un aiuto su come affontare un problema che trova nell'educare un figlio?

3 Come può comprendere il sacerdote celibe il sentimento che c'è nella coppia di coniugi che stanno affrontando una situazione difficile?

4 Come può capire il sentimento di un genitore verso i suoi figli?

[Modificato da Dario.from.CS 27/09/2006 0.08]




===============================================================

Ciao Dario,
Anch'io premetto che questa storia del celibato e delle ricorrenti discussioni comincia un pò ad essere stantia... [SM=g27819]. Per dire la mia, ritengo che se Cristo NON era sposato (anche se qualcuno favoleggia il contrario) forse la condizione migliore per l'uomo che ha la responsabilità del gregge sia quella del celibe. Così è, se si vuole trarre un insegnamento dallo "stato civile" del Signore Gesù. Il "lasciare tutto e seguirlo" è chiara espressione che occorre lasciare le cose del mondo... [SM=g27817]
Su questo argomento sono concordi tutti i sacerdoti che conosco.
Aggiungo che conosco anche un solo sacerdote (peraltro sospeso a divinis) che è sposato ed è mio collega. Conduce una vita MOLTO ritirata con la propria famiglia e si reca sempre in chiesa. Le rarissime volte che ha accennato alla sua crisi non ne ha mai, dico mai, fatto risalire la causa al matrimonio che ha contratto ma esclusivamente ad un proprio intimo convincimento sulla qualità della sua chiamata a Cristo. In altri termini non aveva abbastanza fede per offrire la sua vita a Cristo donandola per amore dei fratelli. [SM=g27819]

Tu argomenti :
1 Come può un sacerdote celibe dare dei consigli pratici (non tirati fuori da un manuale)a una coppia di fedeli che fiduciosi si rivolgono per ricevere un'aiuto su una crisi di coppia, laddove ci siano dei problemi delicati?
Mi sembra strano che si pensi che per dare consigli ad una coppia di fedeli occorre essere sposati! Spessissimo, ed anche personalmente, ho assistito ed assisto a discussioni in cui coppie in crisi accettano consigli da chiunque, sposato o meno, sia in grado di darli con AMORE. E poi, con la situazione di oggi, chi, sposato o no, può convincere chi è convinto dell'utilitarismo del matrimonio che esso è invece l'esatto opposto dell'egoismo personale e significa donarsi giornalmente all'altro e perdonare settanta volte sette?.
In questo chi si dona giornalmente al suo prossimo nella Chiesa è maestro..... [SM=g27811]

2 Come può un sacerdote celibe dare dei consigli pratici (non tirati fuori da un manuale) a un genitore che fiducioso gli si rivolge per ottenere un aiuto su come affontare un problema che trova nell'educare un figlio?

Io ho cinque figli e ti assicuro che sono assolutamente svantaggiato rispetto a chi non ha figli. I problemi che essi pongono sono difficili da affrontare a prescindere dallo stato civile. C'è gente sia sposata che non sposata che, se naturalmente dotata di personalità positiva portano alla riflessione i giovani con il loro esempio. Constato infatti che i presbiteri della mia parrocchia insieme ai diaconi riescono (non sempre purtroppo) a trovare parole efficaci per i giovani (pur sempre figli) senza ricorrere all'autoritarismo tipico dei genitori.
la tua terza e quarta domanda si riconducono alle prime due.
Vorrei anche che tu riflettessi sul concetto di "essere padre" e/o "essere madre" che è la qualità predominante ed il fine ultimo dell'unione sponsale. Si può essere padre e madre anche NON biologicamente, e, sicuramente, a mio parere, più efficacemente sotto tutti i punti di vista, quando si dona ai propri figli spirituali, di qualunque età essi siano, il tesoro della fede in Gesù Cristo. Con la Luce di Cristo dentro di sè non si inciampa mai e se si incontra nella Chiesa un fratello consacrato, il quale possiede questa Luce perchè l'ha fatta sua nella vita, si troverà un riferimento ed una ancora sicura per tutta la propria storia sia che tu sia un genitore sia che tu sia un figlio.
Una volta vidi un film dal titolo "la moglie del vescovo" ambientato e prodotto in Inghilterra e con protagonisti David Niven e Cary Grant. E' un pò vecchiotto, ma ben fatto. Ogni tanto lo fanno rivedere in TV. Pone un sacco di interrogativi ed è interessante perchè descrive delle situazioni, comuni a noi non consacrati, che certamente noi sottovalutiamo non vivendo il contrasto fra sacro e profano che il presbitero sposato, invece, vive.

Salutoni,
La pace del Signore sia con te.
Antonio




Utriusque suum
27/09/2006 10:51
 
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solo una precisazione.

non era mia intenzione accomunare omosessualità e pedofilia.
da quanto è venuto poi fuori da alcune risposte sembra che fosse dato per scontato tale accostamento,ma non era così nelle mie intenzioni.

aspetto ancora un pò per rispondere,per ora mi permetto solamente di rilevare che paragonare la rinuncia ad un panino con la rinuncia,non solo al sesso ma alla famiglia nel senso più ampio del termine,mi sembra un tantino fuori luogo.

un panino....per favore!

le altre considerazioni meritano invece di essere approfondite...

con stima e affetto [SM=x570892]
bruno

[Modificato da giainuso 27/09/2006 11.08]

27/09/2006 13:28
 
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Non si vive di solo pane...
Sottoscrivo in pieno e condivido la riflessione sviluppata da ALTEREGO45 di cui alcune premesse ho accennato nel mio ultimo post e che forse GIAINUSO non ha colto... [SM=x570888]

non era mia intenzione accomunare omosessualità e pedofilia.
da quanto è venuto poi fuori da alcune risposte sembra che fosse dato per scontato tale accostamento,ma non era così nelle mie intenzioni
.

Nel primo intervento di GIAINUSO si parlava di "comportamenti sessuali deviati". Io non ho inteso accumunare l'omosessualità alla pedofilia (nel mio intervento credo di essere stato chiaro in proposito); sostenevo, invece, che tali comportamenti non sono minimamente legati all'essere sposati o meno, nè sono una diretta causa del mancato matrimonio (dei preti, in particolare)! E' fuor di dubbio che nella mente collettiva quando si parla di comportamenti sessuali deviati si pensa subito alle due categorie prima indicate (e non solo). Soprattutto, quando ad essere protagonisti sono purtroppo dei preti.
Riguardo al mio esempio "paninaro", ricordo fino alla noia che un esempio, appunto, non è mai esaustivo di ciò che vuol rappresentare. Però, allo stesso tempo, mi aspettavo che eventuali lettori andassero un pò più in là della semplice lettera e che mettessero a fuoco il punto in questione: cioè, che ci sono cose che per alcuni sembrano insostituibili o difficili da rinunciare, mentre per altri questo non avviene quando sono liberi da ogni vincolo nella loro scelta. Spero che il prossimo esempio sia valutato con più ampio respiro; mi riferisco al fatto che ci sono state (e ci sono)persone facoltose, ricche, che hanno tutte le comodità che il progresso offre loro per poi lasciare tutto e, come dei novelli san Francesco, soli e con la loro "nudità" offrono la propria vita e se stessi verso gli ultimi del mondo, verso i lebbrosi dell'India, verso i disperati delle baraccopoli del Brasile...e questo è incomprensibile per coloro che sono immersi nelle comodità, nelle ricchezze...(per carità, non paragonate la rinuncia al matrimonio con la rinuncia alla "Punto" acquistata a rate. Ho troppa stima dell'altrui intelligenza!!!!)
In ogni caso è giusta l'osservazione di ALTEREGO45: la storia del celibato comincia ad essere stucchevole e viziosa perchè lungi dall'essere veramente occasione di riflessione, di comprensione, di dialogo, sta assumendo i contorni della pretestualità volta a condannare (sai che novità!) una determinata religione (indovinate quale?) e a darle addosso per lapidarla senza tanti complimenti..... [SM=x570882]
Chi è senza peccato, scagli la prima pietra... [SM=x570868]

Un fraterno saluto.

Freddie
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Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto. Il tuo volto, Signore, io cerco.

[Modificato da !Freddie! 27/09/2006 13.32]

27/09/2006 16:10
 
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Re: Re: Re: re

Scritto da: =omegabible= 26/09/2006 16.02


C'entra l'apostolo Paolo, c'entra eccome!!!
Ascolta bene, caro Bery, cosa dice lo stesso in altra parte:
"Se qualcuno stima di essere profeta o spirituale (e voglio sperare che tu lo sia) riconosca che le cose che io vi scrivo sono comandamenti del Signore." 1°Cor. 14:37.
Quindi il vescovo DEVE essere sposato,DEVE avere famiglia ecc. ecc. - La CCR derogando da questi comandamenti non può essere la chiesa che Cristo lasciò con una struttura ben diversa.
Ma,siccome poi i "dirigenti della Sua Chiesa" ne sanno più di Dio è parso bene a loro modificare le cose!!
Che non bisogna andare oltre ciò che è scritto (1° Cor. 4:6) è il motto della mia vita e me lo vieni a ripetere proprio te!!! Cerchiamo di essere seri!!! C'è poco da dirigere quì. Bisogna OBBEDIRE e basta!!
Se si crede alle Scritture,ovviamente. [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828] Ciao omega

[Modificato da =omegabible= 26/09/2006 16.03]




Non si tratta di essere seri ma di non essere schiavi delle due bisacce di Giove che ci fanno vedere solo i difetti degli altri.
Non puoi sperare, caro Omega, se lo fai, di essere immune dall'andare oltre ciò che è scritto. E non basta che tu ne abbia fattio il motto della tua vita perché sia sicuro che lo onorerai. Infatti...

Lo ribadisco: tu vai oltre ciò che è scritto dicendo “Quindi il vescovo DEVE essere sposato,DEVE avere famiglia ecc. ecc.”. Il passo della I Timoteo, 3,1ss non dice – non lo dice neanche in lettere minuscole figurati se con le maiuscole adoperate da te! - che DEVE sposarsi ma dice solo che deve avere solo una moglie, e siccome questa è una regola valida per tutti, era sottinteso che ne doveva avere una sola sia se era già sposato sia se intendeva sposarsi. Il che comporta che, dal momento che il matrimonio era libero (infatti né Paolo né Giovanni si sono mai sposati pur essendo Vescovi) che la regola era una norma restrittiva per chi voleva liberamente essere coniugato o restare tale (gli era proibita cioè la poligamia) e non che ogni Vescovo DOVEVA SPOSARSI PER ADEMPIERE UN MANDATO PROVENIENTE DA GESU.

Quanto alla citazione della 1 Corinti 14,37 è un’altra occasione per confermare il tuo andare oltre.
Infatti se il versetto che citi lo contestualizzi ti accorgi che si riferisce espressamente alla risoluzione di una confusione e rivalità di ruoli tra chi profetizzava e chi parlava in lingue. E perciò il contesto fa capire che il riferimento ad essere “comando del Signore” è da applicare non ad ogni detto di Paolo, che oltre a ricordare cose di diritto divino dava anche consigli, direttive e raccomandazioni del tutto occasionali e contingenti, oggi del tutto anacronistiche, ma è da applicare solo al fatto che la comunità era tenuta a procedere ordinatamente; cosa detta al v 33 e a conclusione della riprensione al v 40.

Estendere questo a dire che ogni prescrizione di Paolo era comando del Signore e perciò – come nei tuoi intenti – regola di diritto divino, è proprio un andare oltre lo scritto. Senza contare gli handicap a cui ti espone quando volessi sostenere tutt’oggi (il diritto divino infatti non va mai abolito) che le donne dovrebbero stare con capo coperto. Senza dire di Onesimo che Paolo ha rimandato al suo padrone raccomandandosi che lo tratti come un fratello. Ma era chiaro che, per il semplice fatto che l’ha sollecitato a tornare e non a sentirsi libero, restava schiavo, secondo il diritto giuridico dei tempi. E tuttavia sarebbe arduo sostenere che per questa mossa di Paolo è comando del Signore mantenere la schiavitù. [SM=g27834]
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27/09/2006 16:21
 
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Ho capito!!!! BISOGNA ESSERE CATTOLICI!!! [SM=x570867] [SM=x570867] [SM=x570867] Ciao omega [SM=g27828]
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Scritto da: !Freddie! 27/09/2006 13.28
Sottoscrivo in pieno e condivido la riflessione sviluppata da ALTEREGO45 di cui alcune premesse ho accennato nel mio ultimo post e che forse GIAINUSO non ha colto... [SM=x570888]

non era mia intenzione accomunare omosessualità e pedofilia.
da quanto è venuto poi fuori da alcune risposte sembra che fosse dato per scontato tale accostamento,ma non era così nelle mie intenzioni
.

Nel primo intervento di GIAINUSO si parlava di "comportamenti sessuali deviati". Io non ho inteso accumunare l'omosessualità alla pedofilia (nel mio intervento credo di essere stato chiaro in proposito); sostenevo, invece, che tali comportamenti non sono minimamente legati all'essere sposati o meno, nè sono una diretta causa del mancato matrimonio (dei preti, in particolare)! E' fuor di dubbio che nella mente collettiva quando si parla di comportamenti sessuali deviati si pensa subito alle due categorie prima indicate (e non solo). Soprattutto, quando ad essere protagonisti sono purtroppo dei preti.
Riguardo al mio esempio "paninaro", ricordo fino alla noia che un esempio, appunto, non è mai esaustivo di ciò che vuol rappresentare. Però, allo stesso tempo, mi aspettavo che eventuali lettori andassero un pò più in là della semplice lettera e che mettessero a fuoco il punto in questione: cioè, che ci sono cose che per alcuni sembrano insostituibili o difficili da rinunciare, mentre per altri questo non avviene quando sono liberi da ogni vincolo nella loro scelta. Spero che il prossimo esempio sia valutato con più ampio respiro; mi riferisco al fatto che ci sono state (e ci sono)persone facoltose, ricche, che hanno tutte le comodità che il progresso offre loro per poi lasciare tutto e, come dei novelli san Francesco, soli e con la loro "nudità" offrono la propria vita e se stessi verso gli ultimi del mondo, verso i lebbrosi dell'India, verso i disperati delle baraccopoli del Brasile...e questo è incomprensibile per coloro che sono immersi nelle comodità, nelle ricchezze...(per carità, non paragonate la rinuncia al matrimonio con la rinuncia alla "Punto" acquistata a rate. Ho troppa stima dell'altrui intelligenza!!!!)
In ogni caso è giusta l'osservazione di ALTEREGO45: la storia del celibato comincia ad essere stucchevole e viziosa perchè lungi dall'essere veramente occasione di riflessione, di comprensione, di dialogo, sta assumendo i contorni della pretestualità volta a condannare (sai che novità!) una determinata religione (indovinate quale?) e a darle addosso per lapidarla senza tanti complimenti..... [SM=x570882]
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Un fraterno saluto.

Freddie
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[Modificato da !Freddie! 27/09/2006 13.32]




caro freddie,
il tuo esempio "paninaro" era bellissimo e sicuramente mi ha trasmesso proprio l'idea che tu volevi sostenere e che hai puntualizzato in questo tuo ultimo post.

quello che io sostengo è che la complessità della scelta del celibato e l'universo di sensazioni a cui rinuncia chi fa tale scelta è così variegato che è sempre possibile che un uomo,desideroso di servire Dio con tutto se stesso,si renda successivamente conto di non aver analizzato ogni possibile risvolto.il processo di crescita di un individuo non termina a 20/30 o 40 anni,e con esso le esigenze e i desideri possono mutare,in considerazione di ciò,l'obbligo del celibato mi appare umanamente e ragionevolmente troppo gravoso.

poi dici che una orgnanizzazione religiosa ha il diritto di darsi una norma e una consuetudine ma da un punto di vista dottrinale quest'argomentazione non ha nessun valore.

non stiamo noi parlando di una qualsiasi associazione avente il diritto di darsi regole che non devono essere sindacate,stiamo parlando di un obbligo che uomini (di Chiesa) hanno deciso di imporre a chi,fedele cristiano cattolico,vuole servire il suo Dio "completamente" tra le fila di quella che ritiene essere la sola e unica chiesa di Cristo.

tu mi devi quindi dimostrare,a fronte di un manifesto disagio che una fetta del tuo clero accusa,che la presa di posizione intransigente di chi predica il celibato è assolutamente legittima alla luce delle indicazioni che Cristo stesso ha dato per indirizzare la sua Chiesa.

il problema è che in quanto autorità,la Chiesa non è chiamata a giustificarsi,nella sua ottica non è tenuta a farlo,il potere infatti non argomenta,il potere afferma e tanto deve bastare.


ciao
bruno

[Modificato da giainuso 27/09/2006 16.35]

27/09/2006 16:30
 
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Sul senso del versetto "marito di una sola moglie" ho scritto una lungo articolo all'inizio della discussione "per finirla col celibato". Quello non è un versetto pro-liberà di matrimonio ma un versetto pro-continenza, leggere per credere.

Ad maiora
---------------------
Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
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Re: re

Scritto da: =omegabible= 27/09/2006 16.21
Ho capito!!!! BISOGNA ESSERE CATTOLICI!!! [SM=x570867] [SM=x570867] [SM=x570867] Ciao omega [SM=g27828]


Che fai la butti sulla risata, come al solito?
Spero che ti renda conto che questo modo di fare non solo indica disprezzo da parte tua per chi cerca di trattarti da persona pensante (dedicandoti anche del tempo che il tuo modo di procedere fa pensare sprecato), ma indica anche che in verità tu non sai cosa rispondere a controcontestazioni ben argomentate.
Chi sa che i foristi non comincino a prenderne nota. [SM=g27829]
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27/09/2006 16:55
 
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hai preso per disprezzo una mia constatazione. Bah! [SM=g27825]
27/09/2006 19:44
 
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Re: re

Scritto da: =omegabible= 27/09/2006 16.55
hai preso per disprezzo una mia constatazione. Bah! [SM=g27825]



Questo bah! la dice lunga...
Tirando le somme, tu cerchi di gettare sul tappeto le tue tesi quasi sempre affermando e non argomentando. Lo dimostra la stessa brevità dei tuoi post.

Poi, alla reazione di qualcuno, te la cavi con una riga e quattro faccine sorridenti.

Oppure di un discorso ampio e articolato prendi solo un pezzetto che ritieni di poter contraddire e trascuri di controbattere tutto il resto.

Se l'altro insiste entrando bene in palla. Tu ricorri di nuovo alle battute; porti l'attenzione non sulle ragioni ma sulla appartenenza confessionale del contraddittore; corredi il tutto con le solite faccine (con preferenza quelle ironiche-riso-di-morto) e chiudi lì.

Io penso che tutti i foristi possano riscontrare questo tuo modo di procedere in linea di massima (salvo rare eccezioni) e sappiano trarne le logiche deduzioni.
----------------------
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27/09/2006 21:55
 
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Boh!!! [SM=g27816] [SM=g27828] [SM=g27825]

[Modificato da =omegabible= 27/09/2006 22.06]

[Modificato da =omegabible= 27/09/2006 22.08]

28/09/2006 14:01
 
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Il matrimonio ...... consigliato.
Il matrimonio ...... consigliato.

Scritto da: Dario.from.CS 26/09/2006 23.52

"Premesso che sono convinto che sia solo consigliato il celibato, non imposto in nessun versetto biblico. "
Concordo pienamente e aggiungo di più. é consigliato il matrimonio, certo non imposto, ma decisamente consigliato:


1Timoteo 3:1
Certa è quest'affermazione: se uno aspira all'incarico di vescovo, desidera un'attività lodevole.
Bisogna dunque che il vescovo sia irreprensibile, marito di una sola moglie, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare,
non dedito al vino né violento, ma sia mite, non litigioso, non attaccato al denaro,
che governi bene la propria famiglia e tenga i figli sottomessi e pienamente rispettosi....

E' bello sapere che nella Bibbia poi si ritrova ogni risposta ai dubbi spirituali, quando ci si affaccia "serenamente" e con cuore predisposto ad essa, piuttosto che violentarla per soddisfare le dottrine che, quando nascono al di fuori di essa, spesso la contraddicono pur vantandosi di basarsi su essa.

Un esempio è proprio il matrimonio e di come alcune religioni o fazioni di esse, che si professano Cristiane, e che dicono quindi di fondare il proprio credo su la Bibbia, lo vietino assolutamente.

All'ora torna in mente un altro passo:

1Timoteo 4:1
Ma lo Spirito dice esplicitamente che nei tempi futuri alcuni apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti seduttori e a dottrine di demòni,
sviati dall'ipocrisia di uomini bugiardi, segnati da un marchio nella propria coscienza.
Essi vieteranno il matrimonio e ordineranno di astenersi da cibi che Dio ha creati perché quelli che credono e hanno ben conosciuto la verità ne usino con rendimento di grazie.
Infatti tutto quel che Dio ha creato è buono; e nulla è da respingere, se usato con rendimento di grazie;
perché è santificato dalla parola di Dio e dalla preghiera.


E' anche grazie a queste "spaventose" deviazioni bibliche che altri, i Testimoni di Geova, trovano, giustamente, di che giudicare proponendosi come i "veri" che hanno la "verità"......

come dire .... una abisso chiama un'altro abisso...... [SM=g27819]

La cura ?

Alla Bibbia, alla Bibbia....... la Sua Parola, a Gesù a Gesù...Lui è il salvatore il resto, se Lui non è il cuore della nostra anima... è spazzatura.....

[Modificato da alex.kirk 28/09/2006 14.03]

28/09/2006 15:00
 
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Che c'entra San Paolo con una regola che la Chiesa Latina si è data in seguito?
Che il celibato obbligatorio non sia una prescrizione di diritto divino lo sanno tutti.

Che la Chiesa, nella sua scelta pastorale di eleggere pastori che ritiene adatti secondo i tempi, sia passata dal sacerdozio coniugato a quello celibatario non risulta che avesse proibizioni divine per deciderlo in piena autonomia.

La Chiesa cioè ha posto tale regola nella piena coscienza di star gestendo un diritto ecclesiastico; se così non fosse avrebbe dovuto rendere obbligatorio il celibato anche ai cattolici d'Oriente, il che non ha fatto.E anzi, mi correggo: non avrebbe dovuto "rendere obbligatorio" poiché non sarebbe stata lei a renderlo tale, ma ricordare solo che era regola di diritto divino, perciò imprescindibile (come fa quando qualcuno pretende che essa annulli un matrimonio; cosa che non è nelle sue facoltà

).



E' questo quello che non sopporto del cattolicesimo.


6 Mi meraviglio che così presto siate distolti da Colui che vi chiamò con l’immeritata benignità di Cristo [per passare] a un’altra sorta di buona notizia. 7 Ma non è un’altra; solo ci sono certuni che vi causano difficoltà e vogliono pervertire la buona notizia intorno al Cristo. 8 Comunque, anche se noi o un angelo dal cielo vi dichiarasse come buona notizia qualcosa oltre ciò che vi abbiamo dichiarato come buona notizia, sia maledetto. 9 Come abbiamo già detto, ora torno a dire di nuovo: Chiunque vi dichiari come buona notizia qualcosa oltre ciò che avete accettato, sia maledetto.

10 Infatti, cerco ora di persuadere gli uomini o Dio? O cerco di piacere agli uomini? Se ancora piacessi agli uomini, non sarei schiavo di Cristo. 11 Poiché vi rendo noto, fratelli, che la buona notizia da me dichiarata come buona notizia non è qualcosa di umano; 12 poiché non l’ho ricevuta dall’uomo, né mi è stata insegnata, se non mediante rivelazione da parte di Gesù Cristo.

La coerenza è bella quando la si possiede.

Saluti.
28/09/2006 19:46
 
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La coerenza non è offesa dal distinguere ciò che è di diritto divino da ciò che è di diritto ecclesiastico, ma al contrario dal mescolare e confondere i piani.
La regola PASTORALE del celibato, era una cosa che anche Lutero condivideva prima di fare lo scisma che non è stato fatto per via del celibato. Se avesse avuto coscienza che con quell'usanza si violava il diritto divino avrebbe protestato istantaneamente.
Se la Chiesa cattolica insegnasse un giorno che il matrimonio è dissolubile, tutti i cattolici degni di questo nome protesterebbero SUBITO dicendo che la Gerarchia s'è ammattita.
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