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Mistificazione della Bibbia

Ultimo Aggiornamento: 30/08/2006 14:21
27/08/2006 20:00
 
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Scritto da: Polymetis 25/08/2006 11.26
della bible belt.

Per topsy

“La tradizione giudaica insegna:"Il Sabato è stato dato a voi,ma non voi al sabato" (Mekilta a Esodo 31,13).”

La massima è la stessa di Gesù ma il significa è l’opposto. Cito da un articolo di Paolo Sacchi: “Porto l'esempio della massima di Gesù (Marco 2,27) «il sabato è fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato». Essa si ritrova anche nella letteratura rabbinica; la Mekilta a Esodo 31,13 (109b) attribuisce a R. Simon ben Menasya (fine del II secolo) una massima, se non identica, molto simile. Eppure il senso è l'opposto di quella di Gesù. In altri termini, abbiamo un'esegesi diversa di una stessa massima: il sabato è dato all'uomo (e non l'inverso), perché possa santificarsi; da qui la necessità dell'osservanza.” qui




Ciao Poly,
non mi meravigliano le considerazioni di P.Sacchi a riguardo,egli non ama troppo i parallelismi tra i detti di Gesù e la letteraturaa rabbinica.
Tuttuavia in realtà,è l'insieme della stessa letteratura rabbinica che in questo caso ci offre notevoli indicazioni riguardo la massima citata,e da questo studio esegeti e storici del pensiero ebraico rabbinico antico(Gunter Stemberger,Flusser ...) hanno colto l'intento dei maestri di Israele di evitare che le proibizioni prescritte per lo Shabbat potessero intaccare un altro principio basilare:la salvaguardia dell'incolumità personale e la sacralità della vita.


Se per un aspetto i maestri erano impegnati a rafforzare l'osservanza dei precetti(cosa non estranea neppure a Gesù)dall'altro erano preoccupati di evitare le degenerazioni di una applicazione eccessivamente letterale e rigorosa che, non sempre era dimostrazione di fedeltà al volere divino,nè di saggezza,nè di sapienza.
Essa poteva condurre ad un'osservanza cieca e senza discernimento o persino all'abbandono totale della Torah.
Dunque consapevoli che una rigida osservanza alla regola potesse essere causa di un danno maggiore che la sua infrazione, i maestri Farsei che non erano letteralisti,facevano uso giurisprudenziale della tradizione orale per una lettura e interpretazione sistematica delle Scritture ebraiche,preoccupati di renderne flessibile l'applicazione.
A ciò non sfugge neppure lo Shabbat.

Lo Shabbat come così tutta la Torah fu donata per condurre alla santificazione individuale ed è descritto nella letteratura rabbinica come un giorno di luce, e santità,essa è un dono, una grazia fatto all'uomo.
La Torah e i precetti in essa contenuti (santificazione dello Shabbat incluso)sono istruzioni per la vita,non per la morte.
La tradizione era insistente su questo punto,richiamandosi costantemente alle parole di Deuteronomio 30:"...ciò che io commando oggi è di amare il Signore tuo Dio e di percorrere le sue vie e di osservare i suoi precetti i suoi statuti e le sue leggi.Così tu vivrai e ti moltiplicherai...ed ho posto di fronte a te il bene ed il male, la morte e la vita, e tu sceglierai la vita,affinchè viva tu e la tua stirpe".

La tradizione rabbinica ha voluto intenderlo:"Sceglierai la vita sempre, anche se dovessi mancare ai miei precetti".
Per cui non solo è lecito,ma doveroso,violare lo Shabbat per far salva un vita.
"Profanate uno Shabbath, in modo ch'egli possa osservare molti Shabbatoth" (Yomah, 85b).
"Trasgredisci e non sarai ucciso",può trasgredire e salvare la vita,a meno che non si tratti di idolatria,impudicizia e spargimento di sangue" (Shan,74a).
Ovvero:""Il Sabato è stato dato a voi,ma non voi al sabato" (Mekilta a Esodo 31,13)
Lo shabbat è stato donato all'uomo(per la santificazione dell'individuo e di Dio),e non l'uomo "consegnato" ad esso.
Nutro immensa stima per P.Sacchi,tuttavia per lo studio del giudaismo rabbinico non mi sentirei di suggerire le sue opere,esso non è propriamente il suo specifico campo di ricerca.

A presto!




[Modificato da Topsy 27/08/2006 20.04]

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