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religione ed evoluzione

Ultimo Aggiornamento: 30/05/2009 06:06
27/09/2006 23:41
 
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Beh, di fronte ad un invito così perentorio non posso esimermi... [SM=g27823]
Immaginavo di ricevere qualche obiezione alle conclusioni del mio post, in quanto scritto a misura di forum, dove la necessità di stringatezza a volte va a danno della chiarezza, non mi sarei invece immaginato che mi venisse contestata la frase iniziale, a mio avviso, la più “tranquilla”.
Credo che all’origine ci sia un equivoco, almeno a giudicare dall’esempio del contadino che capisce la differenza tra una pianta vivente e una non vivente.
Non ho affermato che la chimica biologica abbia dimostrato che dai minerali nasca la vita, ma che tra le sostanze minerali e la vita non esiste un abisso inseparabile, il che mi sembra sostanzialmente differente.
E questa affermazione è facilmente dimostrabile, anche senza scomodare Pasteur e soci.
Cercherò di procedere maggiormente per gradi, precisando che io credo che tutto ciò che esiste sia opera dell’atto creativo, libero ed amorevole, di Dio-Trinità ed anche, come modus operandi, che il dato scientifico accertato obbliga il teologo a cercare di ricomprendere il dato rivelato all’interno di un punto di vista nuovo, più largo, con nuovi problemi da analizzare ed approfondire, mai da rifuggire.
In che modo allora è corretto affermare che tra il mondo minerale inanimato ed il mondo vivente ci siano vasi comunicanti e relazioni molto strette?

Proviamo ad andare insieme indietro nel tempo.
All’inizio di ciò che chiamiamo “il creato” ci sono per ora, ovviamente, solo teorie che forse resteranno sempre tali; probabilmente c’era l’immensamente semplice.
Poi, all’improvviso, un brulicare impressionante di corpi e corpuscoli elementari, positivi e negativi (protoni, elettroni, fotoni, neutroni e neutrini e chi più ne ha più ne metta).
Arrivano poi i corpi semplici, dall’idrogeno all’uranio.
Poi appaiono le macromolecole e corpi sempre più complessi.
Infine compaiono dei corpi con una caratteristica nuova: i viventi, ultimo dei quali l’uomo.
C’è in tutto questo percorso, durato una cifra impressionante di anni, una regola valida per tutti i corpi, sperimentalmente provata?
Si, c’è, ed essendo molto semplice, spesso viene dimenticata.
Tutti gli elementi di questa catena, nessuno escluso, neanche i viventi, sono tutti composti di nuclei ed elettroni, tutti derivano, per organizzazione, dall’unico tipo iniziale (e, ma questa è ancora una ipotesi, sembra che questa produzione di nuclei ed elettroni, sia avvenuta una volta per sempre).
La materia sta quindi continuamente formandosi ed evolve diventando sempre più complessa.

La scienza ci dice che tutto questo insieme di processi non è privo di costi: per un fenomeno conosciuto con il nome di entropia, ogni trasformazione porta con sé anche una perdita di energia, sotto forma di dispersione di calore, il che significa che la miscela che misteriosamente spinge tutto l’universo, seppure entro tempi ancora lunghissimi, se visti secondo le nostre misure, sembra destinata inevitabilmente a consumarsi.
C’è però un’altra regola che sembra governare questo movimento continuo della materia, ma occorre una maggiore attenzione e sensibilità per poterla valutare e valorizzare.
Vediamo.
Gli ultimi arrivati sulla terra sono gli animali pensanti, cioè gli uomini.
Prima ci sono stati gli altri animali.
Prima ancora c’erano i vegetali.
E prima ancora i minerali.
Se noi andiamo a cercare l’interno, inteso non dal punto di vista fisico, ma psichico, in ognuna di queste categorie, ci accorgiamo che esso appare inversamente proporzionale all’età di ogni categoria.
Negli ultimi arrivati, gli uomini, l’interno, l’aspetto psichico, è talmente evidente che diventa persino futile parlarne; anche nei penultimi (gli altri animali) esso appare ancora ben evidente: gli animali socializzano, giocano, scherzano, in un certo grado apprendono, memorizzano.
Nei vegetali appare più difficile riconoscere un interno, eppure osservandoli con attenzione, possiamo intravederlo anche in essi: io ho preso molti anni fa una pianta brasiliana che faceva bellissimi fiori arancione, all’inizio dell’estate, che in Brasile corrisponde al nostro inverno. Per sei anni non ha mai fatto alcun fiore, poi qualche anno fa ha cominciato a fiorire, verso la fine di novembre: si è “ricordata” e si è “adattata”.
Nei minerali non è possibile verificare un interno: ma questo significa che non c’è o semplicemente è troppo impercettibile per la nostra capacità di rilevarlo?
Riporto in proposito le parole del mio amico Teilhard: “Troppe volte lo abbiamo verificato sperimentalmente in questi ultimi tempi per dubitarne ancora: un’anomalia naturale non è mai altro se non l’eccesso, al punto di rendersi sensibile, , di una proprietà diffusa dappertutto allo stato impercettibile. Ben osservato, anche in un solo punto, un fenomeno ha necessariamente, in virtù dell’unità fondamentale del Mondo, valore e radici ubiquitari.”
Bene, per ora mi fermo qui, ma spero di avere quanto prima l’occasione per qualche altra puntata, anche perché ci sono infinite altre relazioni interessanti tra l’inanimato e l’animato.

Sandro

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Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia (Matteo 5,11)
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