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religione ed evoluzione

Ultimo Aggiornamento: 30/05/2009 06:06
24/09/2006 00:22
 
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evoluzione
ho recuperato il libro,e riporto i "pezzi" più significativi
Tra parentesi c'e la pagina da cui ho tratto la frase.


-parla della teoria di Darwin-
Se si entra nel dettaglio di questa teoria si incontrano almeno tre ordini di problemi
A)come si sono generate queste varianti?
B)In base a quale criterio alcuni di questi vengono selezionati positivamente e altri no?
C)Come si può arrivare attraverso un meccanismo così elementare e intrinsecamente erratico a produrre i mirabili adattamenti osservabili negli organismi viventi,nonché la loro incredibile complessità?

(11)Quello che riesce più difficile da accettare è la spiegazione darwiniana è il massiccio intervento del caso.E’ il caso e solo il caso quello che propone i nuovi varianti…..
Come dire che l’evoluzione naturale è la lima o la carta vetrata dell’evoluzione,mentre il progetto o prototipo sono prodotti del caso. In questa circostanza il ricorso al termine caso significa che potremmo,volendo,analizzare i meccanismi che portano alla comparsa di nuove varianti.Significa soltanto che la comparsa di queste varianti non è in alcun modo correlata alle esigenze degli individui della specie in questione,né a qualche cosa che sia accaduto precedentemente,ne alla direzione che prenderanno successivamente gli eventi.Non si tratta di una casualità incondizionata ma di una casualità specificamente riferita a un’ipotetica direzionalità degli eventi evolutivi.Più che di casualità si dovrebbe parlare di non direzionalità o non intenzionalità.Insomma il giusto contrario di ciò che ogni teoria ingenua dell’adattamento o lo stesso lamarckismo danno per scontato,il fatto cioè che i cambiamenti abbiano luogo sempre in una determinata direzione…..
E’ interessante notare che la scienza non riesce ancora,qui come altrove,a dirci come stanno esattamente le cose,ma ci dice con sicurezza come le cose non stanno

Vedremo in seguito che parallelamente all’operato della selezione naturale si deve ipotizzare un continuo e massiccio intervento del caso,questa volta sì incondizionato,nel forgiare la la realtà delle specie viventi.Come può un meccanismo così intriso di elementi casuali,come quello previsto dalla teoria neodarwiniana dell’evoluzione,promuovere un processo evolutivo come quello che si trova davanti ai nostri occhi e che ha portato a tante innovazioni e a tante strutture biologiche ottimamente adattate?Siamo così giunti alla terza domanda,quella di gran lunga più cruciale ed inquietante …..Darwin stesso espresse il suo sgomento davanti ad alcuni aspetti di questo problema,ad esempio a proposito dell’evoluzione dell’occhio

(17)la necessità di rendere conto della derivazione di tutta questa varietà da una sostanziale uniformità originaria,rappresenta la croce e la delizia di ogni teoria evoluzionistica,diremmo anzi che rappresenta il problema evolutivo per eccellenza.

(25)il vero problema di ogni teoria dell’evoluzione…

(26)-Darwin- individua due ordini principali di problemi:
Perché si osservano un certo numero di specie ben definite invece di una enorme varietà di forme di transizione fra una specie e l’altra portanti infinite sfumature di caratteri poco diversi tra loro?
Come si sono originati organi complessi e perfetti come l’occhio o i reni o comportamenti istintivi altamente articolati ed elaborati?
La prima domanda sembra avere una facile soluzione-le forme di transizione sono perdenti e vengono rapidamente eliminati-,mentre la seconda impegna ancora oggi i migliori ricercatori del campo

(55)il caso però ci mette lo zampino,eccome!Anche in questa circostanza per “caso si intende una mancanza di direzionalità e di intenzionalità.

(78)-parla degli incroci fra specie-In natura però non si giunge però fino a questo punto,essenzialmente perché generare nuovi individui è tremendamente antieconomico e la natura non ama gli sprechi ne tantomeno le stragi.Si riscontra invece la comparsa di tutta una serie di fenomeni sia a livello anatomo-funzionale che comportamentale,che contribuiscono ad evitare che individui di specie diverse arrivino ad accoppiarsi

(80)il caso e la selezione hanno prodotto due specie.
Ci troviamo di fronte ad un nuovo massiccio intervento del caso e soprattutto ad un chiaro esempio di rottura di simmetria,uno dei fenomeni cardine della storia del mondo,animato e inanimato.Il caso interviene almeno in tre modi diversi:nel produrre nuove mutazioni,nell’avvantaggiare alcuni individui e svantaggiarne altri,nel quadro di fluttuazioni casuali e nell’introdurre barrere fisiche o biologiche accidentali che separino tra di loro temporaneamente o in modo permanente,gruppi di individui.

(85)A tutt’oggi a nessuno è riuscito di dimostrare il passaggio di un solo carattere acquisito da una generazione all’altra e dobbiamo ritenere che ciò sia impossibile,anche se non tutti ancora adesso,accettano questa conclusione
Il fatto è che i caratteri acquisiti non vengono ereditati,o almeno non è accaduto fino ad oggi anche se ci sono persone che in cuor loro lo pensano e lo sperano.Oguno è libero di sperare ciò che vuole.Basta che non confonda la speranza con la certezza
(97)Nonostante questi problemi di fondo,il concetto di adattamento è uno di quelli più usati e più presenti nella mente di chi parla,professionalmente o meno,di evoluzione.Più o meno inconsciamente molti sono portati a concepire le varie specie come statuine di plastilina che possono assumere varie forme e acquistare varie caratteristiche sotto la spinta della selezione naturale che le modella sulle caratteristiche del loro ambiente.Non si tratta di un’immagine del tutto sconsiderata a patto che l’evoluzione naturale plasma,col tempo, ciò che è plasmabile.Plasma,cioè,ciò che non è vietato dalle leggi della fisica e della chimica e soprattutto ciò che è compatibile con l’esistenza di un genoma che deve permanere non molto diverso da se stesso e essere trasmesso da una generazione all’altra.Lìesistenza di un menoma trasforma la metafora del blocco di plastilina in quella del blocco di plastilina con un’anima di metallo all’interno.Queste limitazioni ineludibili-di natura fisica,chimica o biologica-che giocano il ruolo di condizioni al contorno per il processo evolutivo vero e proprio,ricevono a volte anche un nome specifico e vengono detti vincoli evolutivi,un tema che riprenderemo.
Avendo fatto queste precisazioni,non c’e dubbio che il concetto di adattamento e di adattabilità sia tra i più utili nel quadro delle nostre rappresentazioni del processo evolutivo

(99)Ancora una volta possiamo dire che la selezione naturale rifinisce e perfeziona secondo criteri suoi propri ciò che il caso le ha offerto

(114)un altro vincolo …è rappresentato dal genoma che contiene le istruzioni per il montaggio e il mantenimento di un organismo di una data specie e che passa da una generazione all’altra.La sua esistenza,la sua natura,i meccanismi della sua trasmissione e della sua interpretazione e realizzazione pongono necessariamente dei vincoli all’arbitrarietà dell’innovazione biologica.Qualsiasi cambiamento venga ad interessare un gruppo di individui non deve in primo luogo impedirne la riproduzione e non ha nessun significato biologico se non viene ereditato.(Ndr ma i caratteri acquisiti non si ereditano)(143)…Una serie di problemi di natura chimica , fisica e biologica ne hanno evidentemente impedito la comparsa per milioni e milioni di anni.Poi deve essere successo qualcosa,o più probabilmente una combinazione di parecchie cose,che ne hanno dapprima permesso e poi promosso l’esistenza…Una volta risolti i problemi che ne ostacolavano la comparsa,gli eventi biologici alla base dell’esplosione degli organismi pluricellulari hanno dato luogo alle diverse combinazioni di elementi anatomici e funzionali caratteristiche degli impianti corporei e dei corrispondenti piani generativi dei diversi gruppi di animali e piante.Quando e come è avvenuto tutto ciò?Questo è il problema principale della biologia evoluzionistica,un problema al quale ci piacerebbe avere una pronta risposta.Ma non ce l’abbiamo….
Ma i reperti fossili ci propongono un quadro leggermente diverso nella pratica ma non necessariamente nella teoria.Come abbiamo ripetutamente detto,i resti fossili e la biologia molecolare ci dicono che la maggior parte dei tipi animali oggi esistenti sono comparsi tutti insieme in un periodo di una decina di milioni di anni.
167)l’importante è che la teoria non ci conduca a fare previsioni che sono clamorosamente smentite dai fatti.Insomma la teoria dell’evoluzione,non sarà mai verificabile nel suo complesso,o in certi aspetti particolari,ma può benissimo vivere e prosperare se si articola su un certo numero di fatti verificati che siano logicamente connessi con quelli non verificabili o non verificabili al momento.Va anche detto che il numero di fatti verificabili e verificati nell’ambito dei fenomeni evolutivi è in continuo aumento e tutto lascia pensare che così sarà ancora per un bel po’.Se questo non dovesse accadere,e se anzi si dovessero registrare fatti contrari alla teoria stessa,sarà giocoforza abbandonarla,come accadrebbe per ognoi teoria scientifica

(168)Trasponendo questo interrogativo ai fenomeni evolutivi potremmo chiederci:chi spinge gli organismi viventi ad affrontare continuamente una serie di esami da parte dell’ambiente circostante senza estinguersi?Che cosa li costringe a continuare il gioco?La risposta è semplice:Niente.Succede e basta.Potrebbe non essere succsso e potrebbe anche non succedere più.(Mia considerazione:e la spiritualità?)

Resta in verità un problema fondamentale per quanto concerne le cause e le forze che promuovono l’evoluzione biologica e nello stesso tempo assicurano la continuità dei viventi

(169)Per quanto geniale e ardita possa essere la speculazione teorica,questa non può mai sostituirsi completamente all’osservazione sperimentale

(170)moriamo quindi per caso come siamo nati per caso.Tutto ciò che non è caso nel nostro mondo l’abbiamo immaginato e costruito noi.

Cosa ne pensate?



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