12/07/2006 20:35 |
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Scritto da: "Terminetor" 12/07/2006 20.11
La versione Cei, traduce cosi
17 In seguito il figlio della padrona di casa si ammalò. La sua malattia era molto grave, tanto che rimase senza respiro. 18 Essa allora disse a Elia: «Che c'è fra me e te, o uomo di Dio? Sei venuto da me per rinnovare il ricordo della mia iniquità e per uccidermi il figlio?». 19 Elia le disse: «Dammi tuo figlio». Glielo prese dal seno, lo portò al piano di sopra, dove abitava, e lo stese sul letto. 20 Quindi invocò il Signore: «Signore mio Dio, forse farai del male a questa vedova che mi ospita, tanto da farle morire il figlio?». 21 Si distese tre volte sul bambino e invocò il Signore: «Signore Dio mio, l'anima del fanciullo torni nel suo corpo». 22 Il Signore ascoltò il grido di Elia; l'anima del bambino tornò nel suo corpo e quegli riprese a vivere.
La nuovo mondo e pressocchè identica.
E tante bibbie traducono così.
Allora mi chiedo bibblicamente parlando come si fa a negare che gli ebrei non credessero all'immortalità dell'anima.
Se l'anima doveva tornare non era morta ma era in qualche altro posto.
Io rabbrividisco a pensare a che condizione mentale è sottoposto un tg per leggere queste scritture e non accorgersi di nulla.
Saluti
Molte volte si crede erroneamente che per i tdg nefesh significhi solo anima perchè la loro bibbia traduce cosi quasi tutte le volte.
Questo è sbagliato, la NM ha fatto una scelta traduttiva (sicuramente per rafforzare la loro dottrina) ma i tdg (ovviamente quelli un po piu preparati) conoscono benissimo gli altri significati di nefesh e il libro perspicacia lo chiarisce dicendo quanto segue:
"I termini nelle lingue originali (ebr. nèfesh; gr. psychè) usati nelle Scritture indicano che “anima” è una persona, un animale o la vita della persona o dell’animale.
La New Catholic Encyclopedia dice: “Nepes [nèfesh] ha un significato molto più ampio del nostro termine ‘anima’, poiché significa vita (Es 21.23; Dt 19.21) e le sue varie manifestazioni vitali: respiro (Gn 35.18; Gb 41.13[21]), sangue [Gn 9.4; Dt 12.23; Sl 140(141).8], desiderio (2 Sm 3.21; Prv 23.2). L’anima nell’AT non significa una parte dell’uomo, ma l’intero uomo: l’uomo come essere vivente. Similmente, nel NT significa vita umana: la vita di un singolo soggetto cosciente (Mt 2.20; 6.25; Lc 12.22-23; 14.26; Gv 10.11, 15, 17; 13.37)”. — 1967, vol. XIII, p. 467.
Vita come creatura. Sia nèfesh che psychè sono usati anche nel senso di vita — non semplicemente come principio o forza astratta — ma vita come creatura, umana o animale.
Infatti quando Rachele partorì Beniamino, la sua nèfesh (“anima” o vita come creatura) uscì da lei ed essa morì (Ge 35:16-19), cessò di essere una creatura vivente. Similmente, quando il profeta Elia compì un miracolo sul figlio della vedova di Zarefat che era morto, la nèfesh (“anima” o vita come creatura) del ragazzo tornò in lui ed “egli riprese vita”, fu di nuovo una creatura vivente. — 1Re 17:17-23.
Quindi quando leggono la scrittura da te menzionata è come se la leggessero nella riveduta che la traduce cosi:
NRV 1 Re 17:21
"Si distese quindi tre volte sul bambino e invocò il SIGNORE, e disse: «SIGNORE mio Dio, ti prego, torni la vita di questo bambino in lui!»"
Ciao Mario
"Il messaggio è chiaro. Il nostro amore per Geova dev’essere più forte del nostro amore per i familiari che gli divengono sleali.
Oggi Geova non mette immediatamente a morte quelli che violano le sue leggi.
Amorevolmente dà loro l’opportunità di pentirsi delle loro opere ingiuste. Ma come si sentirebbe Geova se i genitori di un trasgressore impenitente continuassero a metterLo alla prova frequentando senza necessità il loro figlio disassociato?"(La torre di Guardia 15 luglio 2011 pagine 31) |
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