Quello che dici non ha senso razionalmente parlando, prendiamo ad esempio Abramo, egli è vissuto 4000 anni fa, quindi il suo corpo fisico praticamente non esiste piu e gli atomi delle cellule di Abramo ora fanno parte di qualche pianta o essere vivente, è ovvio che la resurrezione del corpo è una ricreazione, altrimenti per ricreare Abramo con gli stessi atomi, si dovrebbero distruggere altri esseri che ora contengono quegli atomi... quindi questa ipotetica anima immortale atemporale con che corpo si ricongiungerà?
Non ci siamo. Evidentemente non hai mai aperto un manuale di filosofia in vita tua.
La tua contestazione non ha alcun senso in termini metafisici. E’ la forma sostanziale del corpo a garantire l’identità dell’individuo, non la materia che lo compone. Durante il corso della nostra esistenza la materia di cui siamo composti cambia in continuazione: degli atomi che componevano il nostro corpo quando siamo nati (o meglio: quando siamo stati concepiti), in età adulta ne rimangono ben pochi; il 99 % della materia che compone il nostro corpo quando moriamo è “altra” da quella che lo componeva quando siamo venuti ad esistere, eppure siamo “noi” che moriamo, mica qualcun altro.
La resurrezione dell’individuo è un “tornare” dell’anima (forma sostanziale) a dar forma ad un corpo. Di quale materia questo corpo sia fatto è una questione del tutto insignificante nell’economia di questo discorso. Del resto, l’Apostolo parla di un corpo pneumatico per i risorti, un corpo quindi che poco ha a che vedere con quello che questi avranno avuto nella lor vita terrena (soprattutto rispetto agli atomi di cui il loro corpo terreno era fatto, i quali saranno via via cambiati nel corso della loro esistenza mortale).[Modificato da Trianello 09/07/2006 6.49]
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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)